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ÉRARD ENETTE

• Distingue tra tre accezioni del termine racconto (récit), proponendo tre termini

storia, racconto e narrazione.

diversi per ciascuna di queste narrazioni:

- Nella concezione Genettiana il soggetto dell’enunciazione così come

concepito da Greimas è pertinente solo nell’ambito del racconto, dove

l’enunciatore appare come istanza inscritta nel testo.

- Nella narrazione invece, l’enunciatore appare come il soggetto pragmatico di

un evento, quello di raccontare, quindi rimane fuori dall’ottica greimasiana.

- E MILE BENVENISTE

• Distingue tra:

a) Enunciazione come atto linguistico comunicativo;

b) Enunciazione come conversione dall’astratto al testo concreto.

In quest’ultimo caso il punto di riferimento non è la contrapposizione fabula/

intreccio, ma quella tra langue/parole. Il soggetto che usa la lingua infatti, se ne

appropria mediando fra la lingua e il proprio uso soggettivo di essa. Questa

Discorso.

mediazione è definita come

• La Linguistica del Discorso studia appunto l’impiego della lingua in cui il

soggetto enuncia il proprio discorso e contemporaneamente se stesso (poiché

alcuni elementi linguistici si rifanno alla situazione di enunciazione)

• Per la Categoria Persona, Benveniste parla di

Correlazione di Personalità:

- la quale sussiste solo fra le due persone in

senso proprio del discorso, cioè l’io e il tu. Mentre l’egli è detto non persona,

perché si riferisce a un oggetto posto fuori dall’allocuzione.

Correlazione di Soggettività:

- la quale presiede alla distinzione fra l’io e il tu,

poiché è solo chi dice “io” a costituirsi in senso pieno del discorso.

• Un’altra distinzione importante è quella tra:

- Il discorso dell’egli, Storia,

chiamato caratterizzato dall’impersonalità e

oggettività

Il discorso soggettivo, Discorso,

- chiamato propriamente in cui emergono le

marche dell’enunciazione.

• Da Benveniste in poi si afferma la tendenza a chiamare “Discorso” l’enunciato

in generale, qualsiasi fosse la sua taglia o la sua manifestazione.

18

- U E

MBERTO CO

• Distingue le strutture discorsive dalle strutture narrative, ma vede il discorso più

interpretazione

sul versante della sua che su quello della produzione.

• l’individualizzazione

Delle strutture discorsive prende quindi in considerazione

di Topic, la magnificazione o narcotizzazione di proprietà ecc.

- R J

OMAN AKOBSON

• Chiama gli elementi linguistici che rimandano alla situazione di enunciazione

shifters o commutatori. Agganciandoli alla ripartizione di Pierce (simboli,

indici, icone) chiama i commutatori simboli-indice perché in essi codice e

messaggio si accavallano.

• Jakobson distingue tra:

1. L’enunciazione stessa la materia enunciata

(E) e (e)

2. Tra l’atto o processo stesso e uno qualsiasi dei suoi protagonisti

(P) (p)

• Quindi avremo due tipi di processo o evento

dell’enunciazione

- Quello PE

raccontato

- Quello Pe

Ci sarà poi

Il protagonista dell’enunciazione

- pE

i protagonisti di quanto viene raccontato

- pe

• Per quanto riguarda il processo dell’enunciazione (quindi PE), ci sono quattro

elementi combinatori:

1 Persona che caratterizza i protagonisti del processo dell’enunciato in

riferimento ai protagonisti al processo dell’enunciazione.

2 Tempo che caratterizza il processo dell’enunciato in riferimento al processo

di enunciazione.

2 Modo che caratterizza la concezione che ha il parlante delle azioni che sta

raccontando.

4 Categoria verbale testimoniale che regola l’enunciazione indiretta.

• L’approccio di Jakobson è estremamente grammaticale, per questo manca

nella sua lista di commutatori la determinazione spaziale dell’enunciazione che

viene in genere veicolata lessicalmente e non grammaticalmente.

- Per Greimas, l’Enunciazione è una sorta di motore di ricerca immanente del

senso, un’istanza fenomenologia che installa nel soggettività nel Percorso Gener.

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Capitolo 8: Il livello discorsivo: gli Attori

- Con il termine Attore, Greimas intende quello che più comunemente viene definito

come “personaggio”.

- L’attore, a differenza dell’attente possiede due anime diverse:

una narrativa,

- perché l’attore riveste uno o più determinati ruoli attanziali;

una discorsiva,

- perché non svolge soltanto dei ruoli stereotipici, ma ha

un’individualità.

qualcosa in più che i soli attanti non possiedono, cioè

- L’attore è una sorta di luogo, in cui si incontrano due istanze di carattere generale,

che sono i ruoli attanziali e i ruoli tematici. È un formidabile trait d’union tra le

strutture narrative e quelle discorsive.

- In un racconto sono importanti anche la posizione di un dato ruolo attanziale e

l’aspetto trasformazionale del luogo-attore: gli attori infatti costituiscono una

Struttura Topologica, in quanto luoghi di trasformazione narrativa e discorsiva.

- Jacques Geniasca (semiologo svizzero) spiega che le figure si possono

comportare in due modi diversi:

lessemi,

- come con una loro definizione stabile;

attori,

- come quando la loro esistenza oggettiva è subordinata a quella

discorsiva (es. “guizzo argenteo” non più solo come figura ma come vero e

proprio atlante).

- Aspettualizzazione Attoriale: si tratta di come gli attori vengono colti

dinamicamente, in un processo di costituzione che li differenzia fra loro, o che li fa

emergere dal semplice stato di figure.

- collettivo.

L’attore infatti non è soltanto individuale, ma anche

Greimas raffigura in un quadrato le possibilità di costituzione attoriale in cui

prevalgono di volta in volta l’aspetto individuale o quello collettivo (pag. 84):

Unità Integrale

- (fascio di unità, “tutti”, es. un pubblico in un tvshow);

Unità Partitiva

- (selezione di un individuo, es. persona scelta tra il pubblico);

Totalità Partitiva

- (attore collettivo, es. gruppetto scelto tra il pubblico);

Totalità Integrale

- (“tutto”, es. la socità, l’audience).

- Attori Meotnimici,

Ci sono anche gli cioè quando si tratta di parti anatomiche

invece che di soggetti umani.

- Tre orizzonti di definizione degli attori:

Intersoggettività:

- l’uno si distingue o meno dai suoi simili

Mondo Percettivo:

- l’uno si staglia come figura individuale nel mondo

Rispetto al Proprio Corpo:

- parti anatomiche come attori momentanei

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Capitolo 9: Il livello discorsivo: il punto di vista e gli aspetti

- G ENETTE

• Modo del Racconto,

Si deve distinguere la voce del narratore dal cioè qual è il

personaggio o l’istanza impersonale il cui punto di vista orienta la prospettiva

narrativa.

- I dispositivi del modo (distanza, prospettiva, punto di vista, focalizzazione)

sono più difficilmente individuabili.

- G REIMAS

• O SSERVATORE

soggetto cognitivo incaricato dall’enunciare di esercitare un fare ricettivo e

eventualmente interpretativo.

• Si delinea quindi la Triplicità della Funzione dell’osservatore:

- Percettiva (punto di vista ottico-prospettico; guarda fisicamente la scena)

- Valutativa (punto di vista inteso come opinione, investimento di valore,

orientamento di giudizio; getta sulla scena il suo occhio critico)

- Cognitiva (il punto di vista è una distribuzione di saperi nel testo; cerca di

capire quello che sta succedendo)

• Nel descrivere una scena si può scegliere una strategia più fenomenologica

(dire ciò che si vede) o più topicalizzante (spiegare cosa succede), sono due

modi diversi di rendere la scena.

• F OCALIZZAZIONE

è una procedura di débrayage in cui si installa l’osservatore e si procede

nell’iscrivere o nel distinguere, attraverso approcci concentrici specifici, un

attore o una sua sequenza narrativa entro coordinate spazio-temporali sempre

più precise.

• T EMPI

In rapporto all’osservazione i tempi non sono legati alla collocazione temporale

dell’enunciato rispetto a quella dell’enunciazione, bensì alla fase in cui un

processo viene colto. Abbiamo quindi a che fare con categorie come

permanenza/incidenza e continuo/discontinuo.

Questo meccanismo discorsivo, dipendente dalla collocazione di un punto di

Aspettualizzazione.

vista rispetto a un processo, è detto

Un processo può essere quindi descritto:

- Durativo,

Nel suo aspetto cioè nel suo farsi

- Discontinuo, Incoativo o Terminativo

Nel suo aspetto come nel momento

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• S PAZI

Vi sono delle categorie per descrivere lo spazio che dipendono interamente

Aspettualizzazioni Temporali.

dall’osservatore come le

Quando lo spazio viene descritto dal punto di vista dell’osservatore, emergono

Prospettiva / Direzione / Alto/Basso,

categorie come: che non hanno alcun

senso senza l’ancoraggio di un Soggetto che osserva.

Attori tempi e spazi sono quindi suscettibili a un doppio trattamento: possono

un profilo Oggettivante,

venir presentati nei testi sotto che non sembra

dipendere dallo sguardo dell’osservatore; o possono invece essere

Aspettualizzati dallo sguardo di un osservatore-descrittore.

• T ENSITIVITÀ

Altra componente molto importante dell’aspettualizzazione di un processo:

la forma di un’evoluzione

spesso infatti il processo si manifesta sotto

graduale con incremento o decremento di tensione.

/tensitività/

il sema può essere definito come la relazione di tensione che il

sema durativo contrae con uno o con l’altro sema puntuale (terminativo o

incoativo).

es. /vivente/: (vita) /durativo/ —> /+ tensione/ —> /terminativo/ (non vita)

• M ESSA IN PROSPETTIVA

Consiste nella scelta da parte dell’enunciatore di narrare la storia di un

Soggetto o di un Anti-Soggetto. La scelta più frequente nei testi è quella di una

prospettiva alternata.

- J F

AQUES ONTANILLE

• Prevede 4 tipi diversi di osservatore, basandosi sul grado di esplicitazione

del’’osservatore, e va dall’esplicitazione minima a un grado massimo in cui chi

guarda è dichiaratamente un personaggio nel testo.

1. Il Focalizzatore, del tutto implicito

2. Lo Spettatore, il cui punto di vista è implicato nell’orga

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
45 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/05 Filologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gabri.m di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologie di analisi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Pozzato Maria Pia.