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CAP. 6 – LE COLONNE DELLA MATRICE: DALLE PROPRIETA ALLE

VARIABILI. LA FEDELTA DEI DATI E L’ATTENDIBILITA’ DELLE VARIABILI

TIPI DI PROPRIETÀ Sulle colonne della matrice dei dati relativa ad una ricerca si trovano

le variabili che rappresentano le proprietà che interessano gli autori di quella ricerca. I tipi di

proprietà che si trasformano in variabili sono diversi a seconda del tipo di unità di

raccolta/analisi.

1. PROPRIETA AGGREGATE= quando si tratta di unità di raccolta che non coincidono con

l’unità di analisi

2. PROPRIETA GLOBALI= quando si tratta di unità di raccolta che coincidono con l’unità di

analisi

3. PROPRIETA INDIVIDUALI= quando si tratta di unità proprie dell’individuo

4. PROPRIETA CONTESTUALI= quelle a livello superiore, relative al contesto

DEFINIZIONE OPERATIVA Una variabile è un vettore di segni che rappresentano gli

stati dei casi sulle proprietà, per le quali spesso è necessario un piano di codifica. È il caso di

sottolineare il fatto che in tutti i piani di codifica è necessario prevedere una cifra specifica per

le informazioni mancanti. La sensibilità è il rapporto fra il numero di stati di una proprietà

che consideriamo nel nostro piano di codifica e il numero di stati differenti che la stessa

proprietà può assumere. Il piano di codifica è parte del complesso di regole e convenzioni che

permettono di trasformare una proprietà in una variabile nella matrice. Questo complesso si

chiama definizione operativa e le parti che la costituiscono variano a seconda della natura

della proprietà. Le differenze più importanti sono legate al tipo di unità di analisi, e di

conseguenza al tipo di tecnica con cui si raccolgono i dati.

ES: UN PIANO DI CODIFICA DELLE PROPRIETA “TITOLO DI STUDIO” POTREBBE ESSERE:

0= nessun titolo / 1= licenza elementare/ 2= licenza media / 3= diploma di scuola superiore / 4=

laurea triennale.. 99= informazione mancante per segnalare la mancanza di info si sceglie

usualmente un numero al margine della gamma degli altri : uno 0 o un 9 se si adottano numeri di una

cifra, uno 0 o 99 se si adottano numeri di due cifre e cosi via.

LA FEDELTA DEI DATI  Un dato si dice fedele se rappresenta correttamente il

corrispondente stato sulla proprietà secondo le convenzioni stabilite dalla definizione

operativa. (problemi di risposte per desiderabilità sociale). Una causa di infedeltà nei dati

sono le dichiarazioni insincere degli intervistati: tendono a ridursi l’età e il reddito e ad

elevare il titolo di studio o la frequenza con la quale leggono i libri. Raramente ammettono

abitudini sessuali non ortodosse, simpatie per partiti e gruppi estremi (ecc.). Può anche

succedere che non capiscano la domanda o non attribuiscano lo stesso significato che le da il

ricercatore. L’intervistatore può anche leggere male alcune domande o risposte del piano di

codifica, e ci possono essere errori materiali di trascrizione in ciascun anello della catena di

passaggi che vanno dalla risposta orale a una cifra del file elettronico che rappresenta la

matrice dati. DESIDERABILITA SOCIALE= effetto di disturbo che entra in gioco in una

ricerca/studio quando il soggetto, che risponde a un'intervista o a un questionario, ha la

possibilità di dare risposte che possono essere considerate socialmente più accettabili rispetto

ad altre: questo fa sì che le persone cerchino di comportarsi in modo idealistico, ossia tendano

adeguate alla norma".

a sembrare più "normali" possibile, nel senso di maggiormente "

PROCEDURE PER CONTROLLARE LA FEDELTÀ DEI DATI 

1. DISTRIBUZIONE DI FREQUENZA= ispezione delle d. frequenza quanti dati portano

ciascuno dei codici numerici previsti per ciascuna variabile. Questa ispezione deve

comunque costituire il primo passo dell’analisi perché ci fa prendere contatto con i dati

che abbiamo raccolto. Inoltre, ci permette di scoprire se qualche dato porta un codice

non previsto dal piano di codifica di quella variabile. L’analisi delle distribuzioni di

frequenza di tutte le variabili di una matrice per scoprire eventuali codici non previsti si

wild code check

chiama .

2. L’altra via per controllare la fedeltà di alcuni dati esplorando la matrice si basa sul fatto

che alcune combinazioni di categorie sono socialmente o giuridicamente impossibili in

consistency check

una data società. Questa forma si chiama e si può applicare solo

ad un numero limitato di situazioni.

3. Terzo tipo di controllo si può applicare a qualsiasi proprietà. Richiede grande

investimento in tempo e denaro. Questa forma di controllo è un metodo adottato in un

centro di ricerche metodologiche dell’università Lodz, in Polonia controlli di fedeltà

delle risposte con intervista sull’intervista. Intervistati affiancati ognuno singolarmente

da un ricercatore del centro stesso per commentare i temi del questionario per

emergere le sue opinioni convincendoli di non correre nessun rischio in conseguenza a

ciò che dichiaravano.

NB= Tutte le altre forme di controllo si applicano confrontando i dati con informazioni che si trovano

fuori dalla matrice.

I COEFFICIENTI DI ATTENDIBILITA: UNA CRITICA  Nell’Ottocento, l’idea di

confrontare i risultati delle osservazioni ripetute sullo stesso fenomeno per quantificare la

precisione degli strumenti di misurazione si diffonde nelle scienze fisiche. Nel 1904 lo

psicologo Charles Spearman propone di determinare l’affidabilità di un test calcolando il

coefficiente di correlazione tra due vettori di punteggi ottenuti da un campione di soggetti ai

test - retest

quali il test è stato somministrato in due modi differenti ( ). Funziona cosi:

a) Per rilevare l’attendibilità di un testi si somministra il test in un certo giorno a un campione

di soggetti;

b) Si registrano le risposte alle domande (o le soluzioni alle prove) e si attribuisce un

punteggio a ogni risposta;

c) Ad ogni soggetto si attribuisce un punteggio che equivale alla somma o alla media dei suoi

punteggi nelle singole prove. Questa cifra, con la quale si esprime il risultato globale di

ciascun soggetto sul test in esame, viene registrata su un vettore-colonna;

d) Dopo un po’ di tempo si ripetono le fasi a),b) e c) con gli stessi soggetti;

e) Si calcola un coefficiente di correlazione tra i due vettori (cioè tra i punteggi ottenuti dalla

prima somministrazione e quelli ottenuti dalla seconda; test – retest reliability

f) Questa cifra, chiamata “coefficiente di correlazione test - retest” (

coefficient ) viene considerata una misura dell’attendibilità del test in esame.

Il problema principale che – per un verso o per l’altro – attirava le critiche di alcuni psicologi

era nell’intervallo di tempo tra le due somministrazioni del test. Nei primi decenni del

Novecento, gli sforzi degli psicometrici puntavano a eliminare questo intervallo, e con esso

tutti i problemi che comportava.

La soluzione trovata fu somministrare due blocchi di domande o prove di abilità sullo stesso

tema, ciascuno formato dallo stesso numero di domande o prove, formulate in maniera simile.

parallel

I due blocchi (che costituiscono due test) vengono definiti “formulari paralleli” (

forms

). I due vettori desiderati si producevano sommando i punteggi ottenuti da ciascun

soggetto con le sue risposte alle varie domande (o prove) di ciascuno dei due test. Se la

correlazione risultava alta, si riteneva confermata la supposta equivalenza tra i due test (cioè

tra i due blocchi di domande o prove) e quindi l’attendibilità di ciascuno, a maggior ragione

quella della loro combinazione.

Al principio degli anni ’30 gli psicometrici proposero una tecnica ancora più semplice:

somministrare un solo test (formato da un certo numero di domande o prove) e poi ottenere

due vettori desiderati sommando separatamente i punteggi conseguiti da un oggetto sulle

domande con numero pari e su quelle con numeri dispari. Il coefficiente di correlazione così

split – half reliability coefficient.

prodotto è stato definito (divisione a metà)

Alcuni critici hanno notato che la divisione tra domande con numero pari e le domande con

numero dispari è arbitraria, e che cambiando il criterio di suddivisione interna il coefficiente

split – half poteva cambiare in maniera non trascurabile. Però la maggior parte degli

psicometrici nutrono una preoccupazione del tutto diversa: dividendo per due il numero delle

domande (o prove) si riduce automaticamente il livello del coefficiente. È stata quindi

adottata con entusiasmo una formula che permetteva di “correggere”(cioè aumentare) il

valore del coefficiente neutralizzando l’effetto della riduzione del numero di domande/prove.

I ricercatori che, avendo fatto o analizzato interviste, hanno esperienza delle reazioni dei

soggetti intervistati a domande in forma di batteria, sanno che molti tendono ad approvare

senza riflettere qualunque domanda, indipendentemente dal testo, per motivi che vanno dalla

fretta a un malinteso ossequio verso l’istituzione che commissiona la ricerca, al desiderio di

response set

togliersi d’imbarazzo. Questo fenomeno – conosciuto come – costituisce una

piaga endemica dei questionari che includono batterie, e sulle cause esiste una letteratura

sterminata.

Un’osservazione più sottile è che la generalizzazione è illegittima persino dentro lo stesso

gruppo di soggetti a cui si somministra il test per calcolare il relativo coefficiente di

attendibilità; questo perché:

a) Ogni soggetto ha un suo modo personale di reagire a ciascuna domanda di un test;

b) Ogni domanda, o prova, di un test ha un suo specifico livello di comprensibilità, di

accettabilità, di gradevolezza;

c) La reazione di ciascun soggetto a ciascuna domanda, o prova, non è stabile ma può

variare in modo essenziale dalla situazione in cui gli viene sottoposto il test.

LE DEFINIZIONI OPERATIVE REGISTRANO O MANIPOLANO LE OPINIONI E GLI

ATTEGGIAMENTI?  La matrice in sé è uno strumento neutro, che si può usare anche per

rintracciare indicazioni significative sulle situazioni reali.

Al Aa At El Ea Et Pl Pa Pt

Al 1 p p t t

Aa p 1 p t t

At p p 1 t t

El t 1 p p t

Ea t p 1 p t

Et t p p l t

Pl t t 1 p p

Pa t t p 1 p

Pt t t p p 1

Multi-trait multimethod matrix

Nell’esempio della figura, si considerano tre proprietà – autoritarismo (A), estroversione (E) e

particolarismo (P) – ognuna registrata con tre diverse scale – scala Likert (l), scala auto-

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
12 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher basileaas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Fasanella Antonio.