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Sono tre gli assunti fondamentali riguardo i concetti.
Chi pensa deve essere cosciente dei concetti in un determinato
a) momento
I concetti devono essere chiaramente delimitati
b) I concetti sono prodotti dalla società e non dagli individui=> Durkheim
c) dice che i concetti sono collettivi quindi comuni a tutti ergo prodotti dalla
società
Gli assunti a e b vengono confutati dall’approccio filosofico cognitivista per cui
noi non possiamo volere un pensiero, ma è esso che decide di giungere,
quindi il processo di creazione di un concetto è inconscio. Il secondo assunto
viene difficile da accettare poiché è possibile che un concetto formulato da A
non sia uguale a quello del pensante B nonostante abbia lo stesso nome e in
secondo luogo è possibile che il concetto designato da A in un tempo t non
sia lo stesso designato in un tempo t’. Kuhn afferma che un concetto non può
essere aperto e chi prova a delimitarlo mistifica la natura. Ciò non esclude
che una cultura comune porta gli individui della società a creare concetti con
un’origine comune, che però possiedono una componente di matrice
personale che li distingue l’uno dall’altro.
Quando abbiamo una relazione genere-specie si ha una classificazione e
nella dottrina classica i generi si suddividono in specie tenendo conto di un
solo aspetto dell’intensione detto fundamentum divisionis. Inoltre data una
qualsiasi coppia di classi nessun referente deve essere attribuibile ad
entrambe le classi secondo il criterio di una mutua esclusività, mentre
l’esaustività è tipica dell’insieme di classi.
Il livello di difficoltà aumenta con la tipologia che porta all’articolazione di due
o più fundamenta divisionis così si crea un insieme n-dimensionale di tipi. Un
tipo è un concetto la cui estensione è l’intersezione delle estensioni delle
classi combinate per formarlo. Il numero di tipi in una tipologia è uguale al
prodotto dei vari fundamenta e infatti anche con pochi fundamenta si creano
numerosi tipi perciò si applica una riduzione.
La tassonomia è un concetto complesso per cui dopo aver diviso l’estensione
di un concetto con l’introduzione di un fundamentum si ridividono le classi
ottenute. Per indicare questa suddivisione si usa il termine taxon.
Le classificazioni, le tipologie e le tassonomie non sono pensabili né come
vere né false, ma sono componenti necessarie di tutte le affermazioni
possibili quindi hanno la funzione di pre-asserti ovvero predispongono a una
valutazione futura.
L’asserto è l’unico strumento di pensiero che può essere mostrato come vero
o falso attraverso un controllo empirico. Spesso non è possibile ottenere una
risposta univoca da una scelta dicotomica (vero-falso) poiché non si sono
acquisiti strumenti sufficienti e perché l’asserto in questione è generale
ovvero alcuni attributi appartengono a dei soggetti, mentre altri ne
possiedono differenti quindi il risultato sarà vero per qualcuno e falso per altri.
Quando gli asserti si riferiscono ad un numero illimitato gli oggetti si dicono
universali, mentre i loro speculari sono detti esistenziali.
Il significato che un individuo da all’espressione in questione non si può
asserire come vera o falsa bensì solo giudicare; queste vengono dette
definizioni stipulative o definizioni nominali. Non si definiscono concetti, ma si
definiscono termini o espressioni paragonandole ad altre. La è
spiegazione
una proposizione in cui gli asserti A e B sono messi in relazione da una
congiunzione (nesso).
A seconda del tipo di “nesso” si ottengono tipi di spiegazioni differenti.
Nessi causali -> Spiegazioni causali
• Nessi teleologici -> Spiegazioni teleologiche
• Nessi funzionali -> Spiegazioni funzionali
•
La spiegazione causale è una proposizione in cui gli enunciati A e B sono
messi in relazione da una congiunzione che esprime il legame causale tra i
fenomeni che descrivono.
“Mario si è raffreddato perché ieri è piovuto
1. “Ieri è piovuto e Mario si è raffreddato
2.
Entrambe le proposizioni sono pensabili come vere o false ma i criteri per
determinarne la veridicità sono differenti. La prima è più facilmente
sottoponibile a corroborazione (basta controllare se ieri davvero è piovuto e
se Mario si è raffreddato). Nella seconda, dove i due asserti sono messi in
relazione causale, per verificarne la validità sarebbe necessario escludere
altre cause del raffreddamento di Mario, (ad esempio, perché non aveva
l’ombrello con sé, o non indossava un impermeabile ecc.).
Nesso teleologico
“Il giorno N il signor X ha comperato nel quartiere Y perché chi ha comprato
un appartamento nel quartiere Y ha realizzato rapidi guadagni”.
Domande: Questa proposizione è vera?
• Passi da compiere: E’ possibile escludere con certezza che lo scopo
• (intenzione) del signor X sia un altro o qualche altro oltre a questo?
(vicinanza al posto di lavoro, comodità della zona ecc).
Nesso funzionale
“L’apparato del partito X è attivo nel reclutare iscritti tra le persone
immigrate perché il sistema politico necessita di integrare rapidamente i
cittadini di recente immigrazione”.
Domande: Questa proposizione è vera?
• Passi da compiere: E’ possibile escludere con certezza che i rapporti
• funzionali siano diversi?
Concetto – asserto – spiegazione
Capitolo 6
Esistono vari tipi di proprietà delle unità di raccolta che si differenziano dalle
unità di analisi. Ad esempio un comune ha come proprietà il numero di
abitanti e per contarli ci si riferisce ad un’unità di raccolta inferiore all’unità di
analisi. I tipi di proprietà sono:
Aggregate= riferibili al comune (es. numero di medici, di abitanti ecc.)
a) Globali= riferibili direttamente a un comune dove l’unità di raccolta è
b) uguale all’unità di analisi
Individuali= riferibili a un individuo
c) Contestuali= riferibili ad un’unità di raccolta di livello superiore
d)
Una proprietà diventa una variabile della matrice=> Ho un soggetto su una
tabella che ha dichiarato anche un’età, il numero corrispondente all’età non è
più un numero bensì un dato quando lo associo al soggetto iniziale. Per
capire il suo livello di studio creo un piano di codifica per cui ad ogni numero
da 0 a 9 o da 0 a 99 associo un livello di studio. Il piano di codifica è
caratterizzato da sensibilità ovvero il rapporto tra il numero di stati di una
proprietà che consideriamo nel nostro piano di codifica e il numero di stati
differenti che la stessa proprietà può assumere. Per aumentare la sensibilità
si aumenta la gamma di valori-livelli. Questo processo di trasformazione
prende il nome di definizione operativa.
Un dato si dice fedele quando rappresenta correttamente il corrispondente
stato sulla proprietà secondo le convenzioni stabilite dalla definizione
operativa. Il più delle volte succede che nel rilasciare opinioni e nel compilare
questionari i soggetti sono indotti a mentire scegliendo le risposte che
seguono la desiderabilità sociale o per una mal posizione dell’intervistatore o
delle domande. Il controllo dei dati viene fatto in diversi modi, quello più
rapido è l’analisi nella matrice stessa attraverso delle distribuzioni di
frequenza, cioè di quanti dati portano codici numerici previsti per ciascuna
variabile senza creare congruenze. L’altra via dipende da alcune
combinazioni di categorie che sono socialmente o giuridicamente impossibili
in una società. Al di fuori della matrice è possibile controllare i documenti
ufficiale incappando però nel feticcio della privacy.
Il terzo e ultimo metodo è l’intervista di intervista basata sulla fedeltà delle
risposte.
Capitolo 7
Le proprietà possiedono vari stati; se queste possiedono un numero finito di
stati distinguibili fa loro si parla di proprietà discrete, mentre se possiedono un
numero infinito dove i vari stati non si distinguono l’uno dall’altro si parla di
proprietà continue.
A loro volta le proprietà discrete si dividono in:
Categoriali=> se gli stati sono diversi l’uno dall’altro, ma non c’è nessun
− tipo di relazione
Ordinali=> se gli stati hanno una relazione d’ordine (maggiore o minore)
− e possono essere ordinati lungo una scala
Cardinali=> si può calcolare un quoziente tra di loro
−
Le proprietà continue sono misurabili se si possono misurare senza la
collaborazione attiva dell’individuo oppure non misurabili se la collaborazione
è necessaria.
Le categorie vengono ordinate secondo una classificazione che ha come
requisito fondamentale l’esaustività cioè tutti i casi devono essere associati
ad una proprietà. Per questo viene creata una categoria residuale dove
vanno a finire tutte i casi senza una proprietà. La categoria residuale non va
confusa con un ‘non so’ o un ‘non risponde’ che si tradurrebbero
rispettivamente con una composizione errata del questionario oppure con
l’aver toccato corde sensibili dell’individuo. Perciò è utile creare uno studio
pilota somministrato in precedenza ad un questionario.
Il primo problema della ricerca sociale è la scelta del fundamentum divisionis
ovvero del criterio secondo il quale si stabiliscono le categorie. Un problema
cognitivo fornisce informazioni non solo sul fundamentum, ma anche sulla
sensibilità che viene utilizzata per raccogliere informazioni dettagliate.
Quando una categoria ha un codice ma è analizzata con tecniche numeriche
prende il nome di modalità e la frequenza di modalità sono i numeri attribuiti
ad essa. La modalità con la frequenza più alta si chiama moda. L’analisi di
una variabile si fa attraverso uno schema con un codice, una categoria-
modalità, la frequenza e la relativa percentuale. Tra la raccolta e l’analisi
esiste una fase intermedia che è il maquillage. Nel raccogliere informazioni si
privilegia il dettaglio quindi si ricerca la sensibilità soprattutto se si parla di
distribuzione di frequenza mentre nell’analisi bivariata e multivariata questo
inizia a creare problemi. I problemi aumentano all’aumentare delle categorie
perché nella tabel