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NEGOZIARE

Sarebbe facile dire che, in un processo di traduzione in cui si deve rendere il termine mouse, souris o topo, il traduttore

dovrebbe scegliere quel termine che nella sua lingua che meglio rappresenta il contenuto nucleare corrispondente, ma può

capitare che una volta chiarito il contenuto nucleare di un termine il traduttore decida per fedeltà alle intenzioni del testo di

venir meno al principio di letteralità. La nozione di contenuto nucleare ci permette quindi di avere un’idea di equivalenza di

significato meno sfuggente e al tempo stesso costituisce un requisito minimo dei processi di traduzione, ma non un

parametro assoluto.

Secondo GADAMER se nella traduzione vogliamo metter in risalto un aspetto dell'originale che ci appare importante, lo si

può fare tralasciando o eliminando altri aspetti comunque presenti. Ed è proprio in questo che consiste l'interpretazione

poiché il traduttore non può esprimere sempre tutte le dimensioni del testo per cui il suo lavoro implica una continua

rinuncia.

Per questo la traduzione è considerata una negoziazione dato che, mettendo in rilievo qualcosa si perde qualcos’altro e

proprio per questo, traducendo non si dice mai la stessa cosa. L'interpretazione che precede ogni traduzione deve stabilire

quante e quali delle possibili conseguenze che il termine suggerisce, possono esser eliminate. Sebbene la negoziazione non

è sempre una trattativa che distribuisce equamente perdite e vantaggi.

CAP. V – PERDITE E COMPENSAZIONI

PERDITE

A volte nella traduzione ci possono essere delle perdite che si distinguono in:

− ASSOLUTE: nel caso in cui non è possibile tradurre e il traduttore opta per una nota a piè pagina

− PARZIALI: si hanno nella maggior parte dei casi e talvolta si possono risolvere mediante compensazioni.

Le perdite si hanno nel caso di povertà lessicale del testo originale e la regola in genere prevede di non arricchire mai il

lessico dell'autore anche quando se ne è tentati, sebbene a volte il traduttore è obbligato a variare, a non tradurre quella

parola omettendola perché la ritiene poco importante, ci sono anche casi in cui la perdita è irrimediabile soprattutto

quando si traduce alla lettera il testo. Come esempio egli riporta la traduzione del titolo dell'ultimo capitolo di Sylvie

“Dernier feuillet” che rappresenta una sorta di congedo a chiusura dell'opera che Eco traduce come “Ultimo foglio” sebbene

una versione migliore sarebbe stata “ultima carta”, in quanto l'autore fa riferimento ad un termine tecnico, il feuillet che è

l'ultimo foglio di un libro e solitamente indica quando e da chi è stato stampato il libro e anticamente riportava anche una

formula di congedo, ma Eco preferisce il termine foglio pur sapendo di aver perso così un’allusione importante.

PERDITE PER ACCORDO TRA LE PARTI

Vi sono casi in cui se una traduzione adeguata è impossibile l'autore autorizza il traduttore a saltare la parola o l'intera frase

se si rende conto che la perdita è irrilevante; mentre la perdita è rilevante se si elimina un brano intero. Come esempio egli

riporta la traduzione in inglese del suo libro “Il nome della rosa” in cui alcuni studiosi han riscontrato ben 100 omissioni che

sebbene siano state autorizzate dall'autore stesso contraddicono il principio secondo cui la traduzione deve rispettare il

detto dell'autore/ testo originale. Anche se queste censure erano state approvate dall'autore dal punto di vista letterario la

traduzione inglese non aveva perso nulla mentre dal punto di vista legale erano presenti delle lacune, spesso chiaramente

visibili che costituivano dunque una perdita.

COMPENSAZIONI 8

Caropreso Francesca

A volte le perdite possono essere compensate, sebbene il traduttore può cadere nella tentazione di dire di più non tanto

perché il testo originale risulta incomprensibile, ma perché si ritiene di dover sottolineare un’opposizione concettuale,

strategica per l'andamento del racconto. Così facendo però si rischia di sostituirsi all'autore.

EVITARE DI ARRICCHIRE IL TESTO

Ci sono delle traduzioni che arricchiscono la lingua di arrivo e che riescono a dire di più degli originali, ma una traduzione

che arriva a dire di più del testo fonte anche se appare come un’opera eccellente non è una buona traduzione.

Tradurre a volte significa ribellarsi alla propria lingua quando essa introduce effetti di senso che nella lingua originale non

c'erano, quindi esplicita l'implicito, tradendo le intenzioni del Testo originale. Anche se Gadamer precisa che il traduttore

non può lasciare in sospeso nulla che non sia chiaro nel testo, deve decidere il senso di ogni sfumatura, sempre nel rispetto

del testo originale dato che ci sono casi limite nei quali anche nell'originale c'è qualcosa di oscuro. In questi casi l'interprete

deve dire chiaramente come intende tradurli ed è per questo che ogni traduzione risulta più chiara e più superficiale

dell'originale. Questa osservazione cela però 4 problemi diversi:

− primo caso: si ha quando un’espressione del testo originale appare ambigua al traduttore, il quale deve chiarire

l'ambiguità sulla base del principio che anche il lettore originario era in grado di farlo.

− secondo caso: si ha quando l'autore originario ha fatto ricorso ad un’ambiguità per sventatezza, egli quindi non

intendeva apparire ambiguo, in tal caso il traduttore deve non solo chiarirla, ma indurre l'autore se ancora in vita e se

pubblica una successiva riedizione dell'opera a disambiguare l'enunciato.

− terzo caso: si ha quando l'autore per sventatezza è stato ambiguo, ma il lettore ritiene che quell'ambiguità sia

testualmente importante perciò il traduttore deve non solo mantenerla, ma renderla anche più maliziosa del Testo

originale.

− quarto caso: si ha quando l'autore ricorre intenzionalmente all'ambiguità per suscitare un’interpretazione che oscilli tra

due alternative, il traduttore deve riconoscere e rispettare l'ambiguità, se la chiarisce commette un errore.

MIGLIORARE IL TESTO?

Secondo Eco ci sono dei casi in cui una traduzione ha migliorato il Testo originale, casi dai quali egli esclude il rifacimento

poetico: un grande autore riprende un’opera precedente e la riscrive a modo proprio (si tratta di un procedimento

antichissimo in cui ritroviamo il dialogo tra testi lontani, l'omaggio ai padri, fraintendimenti e errori di traduzione dovuti a

scarsa dimestichezza e da cui possono nascere reinvenzioni poeticissime). Tipi di miglioramenti:

− Ci sono miglioramenti preterintenzionali che sono il risultato non di una modificazione voluta, ma di una scelta letterale

obbligatoria come ad esempio nella traduzione italiana di Cyrano de Bergerac che Eco ritiene migliore dell'originale di

Rostand poiché molte scelte del traduttore, che a volte si discostano dal Testo originale, rendono meglio l'effetto che

l'originale voleva suscitare.

− I casi di traduzione femminista detta “translation by accretion” che egli in realtà non sa se classificare come

arricchimento o rifacimento parziale in quanto non si privilegia un solo significato di un termine o di un gioco di parole,

ma si cerca di rendere l'effetto di senso complessivo esplicitandone i percorsi semantici; inoltre vengono sottolineati i

meccanismi della finzione, impossibili da riutilizzare, in molti di questi casi quindi si può parlare di rifacimento o di

nuova opera.

− Ci sono infine casi in cui il traduttore perde qualcosa per una svista guadagnando comunque qualcos’altro.

Tuttavia in linea di principio il traduttore non deve migliorare il Testo. Se si traduce un’opera mal scritta deve rimanere tale

poiché il lettore di destinazione deve sapere cosa aveva fatto l'autore a meno che non si traduca la PARALETTERATURA

caratterizzata da merce seriale, come romanzi gialli o rosa che han il fine esplicito di divertire e non si pongono problemi di

stile o di invenzione poiché è proprio il fatto di esser ripetitivi nella trama che ne determina il successo.

Esistono infatti metodi di scrittura privi di un lessico e di una sintassi eccellenti mentre le tecniche di ritmo e dosaggio

narrativo (che oltrepassano il confine tra letteratura e paraletteratura) producono figure e situazioni che conquistano

l'immaginario collettivo. Come ad esempio le fiabe, forme semplici che fanno circolare nella tradizione intertestuale

personaggi come cappuccetto rosso, biancaneve o cenerentola le cui storie sopravvivono indipendentemente da chi le

racconta e da come lo fa. Ma la semplicità non si identifica solo con la brevità poiché possono esserci forme semplici che

danno origine ad una romanzo di 400 pagine come ad esempio “Il conte di Monte Cristo” di Dumas, un’opera ricca di

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Caropreso Francesca

ridondanze, ripetizioni e digressioni a cui l'autore ricorre non solo perché era pagato uno tanto a riga o perché il romanzo

appariva a puntate per cui doveva ripetere al lettore smemorato quello che era accaduto precedentemente, ma perché

tutte le sue ripetizioni creavano attesa, ritardando gli eventi risolutori fondamentali per accentuare l'effetto finale: la

vendetta. È in base a questa intuizione che Eco afferma che l'opera non potrebbe esser scritta diversamente perché deve

procedere lentamente per raccontare una vita di frustrazioni fino alla vendetta finale del protagonista.

COMPENSARE RIFACENDO

Vi sono situazioni in cui per rispettare l'effetto che il testo voleva ottenere si può ricorrere a rifacimenti PARZIALI o LOCALI.

Un esempio è dato dalla traduzione inglese dell'Isola del giorno prima in cui Eco utilizza un lessico barocco e molti dei

personaggi citavano brani dalla poesia barocca italiana; l'esempio riportato riguarda un brano in cui vengono citati alcuni

versi di Giovan Battista Marino che nella traduzione Weaver rende tramite un lessico e un’ortografia del diciassettesimo

secolo mentre i versi sono tradotti letteralmente a differenza della traduttrice spagnola Lozano la quale opta per il

rifacimento sostituendo i versi del poeta italiano con versi di una poeta spagnolo appartenente alla letteratura del Siglo de

Oro, affine alla corrente italiana di Marino, poiché ciò che contava non era ciò che l'amante dicesse, ma che lo dicesse

rispettando i modi amorosi dell'epoca. In questo caso il rifacimento appare come un atto di fedeltà poiché il Testo tradotto

da Lozano produce lo stesso effetto dell'originale.

Secondo NERGAARD a volte il rifacimento è l'unico modo per realizzare una traduzione fedele e cita come esempio la sua

versione norvegese dell'opera &

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/05 Letteratura spagnola

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescacaropreso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura spagnola e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Simini Diego.
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