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IL TEATRO
La commedia presentava un ampio spettro di sottogeneri e di temi che si rifaceva alla
tradizione barocca che tuttavia si ispiravano ai criteri neoclassici suggeriti da Luzàn nella
Poética. La tragedia si radicò nella Spagna del secondo settecento ispirandosi alla storia
nazionale antica e moderna ove è però preminente l'impegno politico e ideologico. Si andò
inoltre sviluppandosi un teatro comico breve costituito da: intermezzi divertenti, canzoni
sceneggiate (tonadillas), melologhi. Si diffuse in maniera positiva anche L'auto sacramental
(rappresentazione allegorica in un atto, di argomento religioso). Le recite avevano luogo
solitamente negli edifici. In seguito, per volere di Ferdinando VI, i palazzi e i giardini reali
erano stati aperti al pubblico più vasto, cosicchè chiunque poteva assistere agli spettacoli
spesso fastosi e con accompagnamento musicale messe in scena da compagnie straniere
spesso anche italiane. Queste ultime erano state invitate da Farinelli che sovraintendendo ai
teatri di Madrid andava acquisendo grandi meriti nella riorganizzazione del teatro spagnolo.
Favorì inoltre l'introduzione del melodramma e dell'opera lirica italiana e agevolò la ripresa
della zarzuela. Quando non si trattava della rappresentazione di una singola commedia o
tragedia, la funciòn cioè lo spettacolo poteva estendersi per più di tre ore perché negli
intervalli venivano recitati intermezzi comici. Gli spettatori si distribuivano nel locale in base
al rango sociale e al sesso spesso commentando l'interpretazione degli attori e giudicando la
validità del testo. Non sono mancati ostacoli da parte di ordini religiosi e politici.
La commedia
Gli autori che opereranno nel corso del settecento (primi anni del settecento) si ispirano per
lo più alle opere di Caldéron. Le loro opere mostrano una sostanziale adesione all'estetica
barocca e alla formula drammatica tradizionale avvertibile tanto nelle struttura della
commedia (suddivisa in jornadas con l'uso della rima) quanto nel linguaggio. Sulla scorta di
temi si potranno riconoscere veri e propri sottogeneri categoriali.
1. LA COMMEDIA DI MAGIA: questo tipo di commedie attrasse un pubblico ansioso
di portenti e meraviglie e desideroso di trovare qualche straordinaria gratificazione
alla monotonia di un esistenza assai parca di incanti e di riscatti e più spesso generosa
di sacrifici e umiliazioni. Gli autori di questo genere composero opere in cui maghi e
fattucchiere erano protagonisti di vicende strabilianti e nelle quali si faceva ricorso ad
arti esoteriche, alchemiche e magiche con impieghi di formule, erbe e minerali, di
stregonerie occultismi ecc. Talvolta si aveva l'intervento del demonio e tanto la magia
nera quanto la magia bianca erano presenti in questo tipo di opere;
2. LA "COMEDIA DE SANTOS": i temi principali di questo sottogenere erano relative
alla vita di santi e passi biblici. Il pubblico mostrò di apprezzarle non solo per la
grandiosità dell'allestimento ma soprattutto perché le si considerava con benevolenza
perché si vedeva in loro una forma di divulgazione religiosa. Vennero presto proibite
da Carlo III perché ritenute fin troppo leggere nel trattare di persone e argomenti,
inverosimili e soprattutto prive di sacralità;
3. LA "COMEDIA HEROICA": erano le commedie ispirate a vicende storiche e militari
nonché alle imprese di celebri re e condottieri non solo spagnoli e non solo antichi.
Dettagliate per quanto riguarda la ricostruzione dei fatti di guerra con realistici
allestimenti di campi di battaglia ecc. Dopo il 1808 la commedia eroica si prestò alla
propaganda politica;
4. LA "COMEDIA DE FIGURON": a caratterizzare questo tipo di commedia è la satira
di costume. I protagonisti sono di solito personaggi appartenenti alla nobiltà di
provincia decaduti che vengono proposti come campioni di vanità e di ignoranza
boriosa e sempliciotta. Gli autori insistono sulle loro debolezze di carattere, sulle
manie e sulle pretese fino a farne tipi bizzarri e singolari.
Gli autori che nei decenni iniziale del secolo mostrarono maggiore talento furono Antonio de
Zamora e José de Canizares. Nel Loro teatro si avverte il proposito di disingannare il pubblico
più credulone e superstizioso mediante la descrizione caricaturale delle imprese di maghi e
fattucchiere e degli effetti delle loro millantate arti magiche.
Antonio de Zamora
Antonio de Zamora nato nel 1670? Visse sempre a Madrid godendo della protezione di Filippo
IV. Fu ammirato per i suoi rimaneggiamenti riusciti di autori barocchi, in particolare di
Calderòn, Lope e Tirso de Molina. Di quest'ultimo, con il titolo "No hay plazo que no se
cumpla, ni deuda que no se pague y Convidado de piedra", adattò il celebre componimento
"El burlador de Sevilla" che si pone all'origine del mito di Don Giovanni e che grazie al recupero
operato da Zamora rinacque a nuova vita nelle rielaborazioni che ne fecero i drammaturghi
romantici. Tra le sue commedie di magia vanno menzionate "El hechizado por fuerza" e le due
parti di "Duendes son los alcahuetas y el espìritu foleto". Tra le sue piezas di soggetto religioso
vi sono "El custodio de la Hungrìa, San Juan Capistrano", "La fe se firma con sangre y El
primero Inquisidor San Pedro Màrtir" ma soprattutto "El lucero de Madrid y divino labrador,
San Isidro" dedicato a Sant'Isidro il patrono di Madrid; L'opera fu rappresentata nel teatro de
la Cruz durante le festività natalizie del 1713. L'azione si stempera per effetti di numerosi
episodi secondari grati al pubblico animati da dame corteggiatori cavalieri ecc. La scenografia
è sostenuta da cori, clarini, corni, tamburi.
José de Canizares
Canizares nativo 1676 fun anch'egli continuatore della scuola calderoniana e autore di
traduzioni e rifacimenti di autori francesi e italiani. Scrisse numerose commedie di magia tra
le quali citano "Los màgicos encantados", "Don Juan de Espina en Madrid" a cui si aggiungerà
in seguito la seconda parte "Don Juan De Espina en Milàn" apprezzate per lo sfarzo scenico e
la presenza di essere robotici. Da citare anche "El anillo de Giges". La più applaudita però fu
"El asombro de Francia: Marta la Romarantina" le cui vicende rievocano la giovane francese
di Romorantin, Marthe Brossieur, accusata di essere posseduta da Belzebù e da altri essere
infernali. La Marta portata in scena è maga suo malgrado e i prodigi che va operando sono a
fin di bene. Nel corso del secolo parecchi autori furono ispirati dalla Marta di Canizares.
Furono ben accolte anche le sue commedie di santos; egli pareva infatti essere molto portato
a raccontare vita e miracoli di sante donne.
Teatro comico breve e in musica
Durante gli spettacoli teatrali tra un atto e l'altro dell'opera rappresentata erano interposte brevi
composizioni comiche in atto della durata di circa venti minuti che potevano anche aprire o chiudere
la recita. Si trattava di una concessione alla richiesta di comicità che veniva soprattutto da parte del
pubblico meno educato e di gusti più grossolani; essi si facevano beffe di debolezze, difetti e manie
con una verve satirica e parodica talvolta esagerata e greve.
Gli intermezzi comici più diffusi erano:
Entremés
❖ Sainete
❖
Si differenziavano innanzitutto per la diversa collocazione all'interno della funciòn (l'entremés trovava
posto tra il primo e il secondo atto, il sainete tra il secondo e il terzo), per particolarità tecniche come
l'ambientazione, il numero delle scene, l'impiego dei personaggi ma soprattutto nel fatto che il sainete
trattava temi vicini alle problematiche illuministiche con spunti critici verso gli usi e i costumi della
società contemporanea. Per tali motivi gli spettatori andarono orientandosi verso il sainete più
moderno e stimolante allontandosi dall'entremés il quale, avversato dai moralisti, che mal
accettavano la mescolanza tra sacro e profano, e dagli stessi precettisti neoclassici che lo
consideravano inadatto a svolgere funzioni educative, finì per essere proibito nel 1780.
Tra i saineteros più amati dal pubblico c'erano: Ramòn de la Cruz, Juan Ignacio Gonzàles del Castillo e
Luis Moncìn.
Ramòn de la Cruz
Nato nel 1731 fece della capitale spagnola il centro della sua esistenza. Predilesse i sainetes, ma scrisse
anche entremeses e loas oltre che commedie, tragedie, zarzuelas, per un complesso di oltre 500 lavori.
I suoi primi passi in ambito teatrale risalgono al 1757 quando compose e fece rappresentare il primo
sainete intitolato "La enferma de mal de boda" e la prima zarzuela "Quien complace a la deidad acierta
a sacrificar". Il successo non tardò a manifestarsi e cosi prese a comporre su richiesta dei capocomici
e della municipalità di Madrid centinaia di pezzi brevi. Il suo teatro dà voce, colore, gestualità a un
universo umano in cui prevalgono bulli e zerbinotti. Non si limitò a ricercare la facile comicità che le
macchiette popolari potevano offrire ma volle lodare la virtù e stigmatizzare molti di quei vizi sociali
che costituivano il principale interesse dei commediografi ilustrados come i matrimoni obbligati o
diseguali, l'educazione della prole, i rapporti generazionali, la necessità del lavoro e l'utilità
dell'educazione. In "El casamiento desigual" per esempio appiana le gelosie e i dissapori che
l'eccessivo e l'onesto protagonismo della plebea Mariana suscita nel nobile marito preoccupato per il
suo onore e i suoi averi. I danni provocati dai matrimoni mal combinati ritornano in "El casado por
Fuerza". La famiglia e l'educazione dei figli costituiscono l'essenza di "La tornaboda en ayunas". In "Los
picos de oro" ammonisce sui danni che può causare la maldicenza all'onorabilità delle donne. Seguono
"Las escofietares" dove espone le donne agli imbrogli di commercianti disonesti e "El petimetre". Non
si deve considerare Cruz un ilustrado seguace delle teorie luzaniane ma piuttosto un conservatore e
tradizionalista.
Juan Ignazio Gonzalés del Castillo
Del Castillo nacque a Cadice nel 1763. Di umili origini, Del castillo compose tre commedie "Una pasiòn
imprudente ocasiona muchos danos", "La orgullosa enamorada", "La madre hipòcrita"; la tragedia
"Numa" e la zarzuela "La venganza frustrada". Scrisse decine di sainetes in cui ritornano i tipi umani e
i temi caratteristici collocati in contesti socio-geografici andalusi. I suoi intenti erano sopr