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2. LA PREISTORIA DELL'INTERESSE PER LA LETTURA

2.1 SOLLECITAZIONI NELLA PRIMA INFANZIA

La formazione del lettore comporta precisi itinerari educativi e didattici, che affondano le radici nell'età prescolastica, nel periodo pre-lettura.

Fin dal momento della venuta al mondo la voce materna famigliarizza il piccolo con la musicalità della lingua, sollecitandone lo sviluppo linguistico e assicurando momenti di intensa gratificazione emotiva, preludio allo schiudersi di ampi e duraturi interessi narrativi. Evidente la funzione affettiva, ma anche remotamente preparatoria alla futura lettura autonoma, svolta dalla voce materna, l'interazione diadica che si realizza nel corso della narrazione e che costituisce un ulteriore motivo di preminenza pedagogica della lettura verticale, al pari del racconto orale "faccia a faccia".

Il momento dell'ascolto, oltre a costruire una lontana motivazione-iniziazione alla lettura, crea un particolarissimo clima di intimità.

ricco di risonanze affettive, tra l'adulto che legge e il bambino che ascolta, rappresentando una preziosa occasione di contatto, di dialogo, di confidenza tra i due. Nel mentre (nell'eventualità di ascolto di un racconto contenuto drammatico-conflittuale) la rassicurante presenza di una figura significativa offre al piccolo quella protezione di cui necessita nel momento in cui affronta, attraverso una diretta partecipazione emotiva alla vicenda e magari attraverso l'identificazione col protagonista, i suoi primissimi cimenti con le forze del male. Sia il racconto, sia la lettura a voce dell'adulto favoriscono inoltre un abitudine o attitudine ad ascoltare, di cui si avverte oggi sempre più l'esigenza. Queste modalità di trasmissione di contenuti narrativi sottraggono il bambino ad una audizione disimpegnata, frammentarie e intermittente, quale si esercita spesso dinanzi ai media elettrici e elettronici e, nel favorire il superamento delmonologo egocentrico, recuperando l'abitudine all'attenzione, alla concentrazione, all'ascolto attivo e dialogante. Anche filastrocche, cantilene, ninna nanne e canzoncine ad andamento ripetitivo e cadenzato, assecondano il senso del ritmo già presente nel bambino, costituiscono una lontanissima preparazione all'apprezzamento della narrativa nelle sue forme più mature e complesse. Al tempo stesso conferiscono al piccolo quella "competenza orale" (intesa sia come ricchezza lessicale e complessità sintattica, sia come strumento per l'organizzazione del proprio mondo cognitivo, affettivo e relazionale) essenziale per una futura acquisizione ed evoluzione della competenza di lettura. Parallelamente, semplici e accessibili contenuti narrativi, via via più articolati, arricchiranno il patrimonio lessicale e i mezzi espressivi, nutriranno fantasia e immaginazione, stimoleranno intelligenza e criticità, dilateranno il limitato

mondo esperienziale infantile, sollecitando interesse e curiosità, e introdurranno, specie se accompagnati e seguiti da tempestivi colloqui con l'adulto, ad una prima definizione dei concetti di bene di male. Nel contempo, svilupperanno un attitudine positiva nei confronti del libro, che spetterà alle future esperienze narrative non deludere né vanificare nella categoria dell'episodicità e dell'effimericità.

Il bisogno di ascoltare e di raccontare storie, di evadere dall'orizzonte chiuso della quotidianità per entrare in un magico mondo di fantasia e di sogno, è connaturale alla più intima essenza dell'uomo, perdendosi nella notte dei tempi, e non sollecita di per sé riserve di ordine pedagogico, purché non esasperato o eccessivo, né degenerante nella fantasticheria e nel delirio vero e proprio, ma piuttosto invoca una sua soddisfazione, con ritmo quotidiano e comunque con tempi e cadenze adeguati.

Si è in famiglia e nell'ambiente dell'asilo nido, sia in quello della scuola materna e delle prime classi della scuola primaria.

Purtroppo, nell'attuale società dei consumi, la pratica del racconto orale "faccia a faccia", così come della parallela lettura "per procura" o "verticale", in cui l'adulto funge da intermediario tra il libro e il bambino non ancora capace di lettura autonoma, è caduta in disuso. I repentini mutamenti che hanno interessato la struttura familiare, il tessuto sociale e lo stesso costume educativo, la frequente condizione lavorativa della donna, il frenetico ritmo di vita, hanno diradato anche all'interno della famiglia le occasioni di scambio verbale adulto-bambino, essendo il genitore solitamente indaffarato e distratto, non sempre disponibile per momenti di interazione affettiva con il proprio figlio.

La prole. D'altra parte, come al ormaiconsumata scomparsa della famiglia multigenerazionale, si va sempre più rarefacendo, la presenza dei nonni, figure tradizionalmente fabulatrici. Tra le cause della declinante fortuna del racconto orale va poi annoverata la barriera di incomunicabilità determinatasi in molte famiglie e sfociante in situazioni di "divorzio emotivo", complice l'azione dei mezzi audiovisivi, che finiscono per fagocitare i momenti e le occasioni di dialogo in troppe famiglie. Da parte sua il bambino è sempre più assorbito da altre opportunità di ricreazione e di svago, dalla tv ai computer, e impegnato nelle molte attività extra scolastiche proposte dal territorio. Oggi diverse ragioni di ordine sociale culturale tendono, con l'emarginazione del racconto orale e la trascuratezza della lettura "per procura", a deprivare l'infanzia, proprio in ambito familiare, di una essenziale funzione.

La preparatoria è emotivante a leggere, oltre che di una preziosa occasione di scambio verbale, di confidenza e di consolidamento del rapporto affettivo con le figure parentali. Né risulta che la narrazione sia particolarmente in auge nella scuola materna, dove si tende spesso ad accordare la preferenza ad attività espressive, figurative, manipolative, ludico-ricreative e motorie, quando non anticipatorie sul piano apprenditivo-strumentale, trascuravano l'incontro con la narrativa, sia pur da proporre nei modi, nelle forme e nei tempi adatti all'età. Non migliore fortuna il racconto orale e la lettura effettuata dall'adulto sembrano incontrare nella scuola elementare e media, dove solitamente si privilegiano le attività che hanno un immediato riscontro sul piano dell'apprendimento di contenuti e di specifiche abilità. Siamo insomma, anche nel campo dell'educazione alla lettura, pure in un'età di crescente benessere (ci

si potrebbe utilizzare il tag p per formattare il testo:

si riferisce alle società tecnologicamente avanzate) in presenza di nuove povertà dell’infanzia, che spesso si celano dietro apparenze seducenti e allettanti (costo di giocattoli, computer, videoregistratori eccetera), e che non di rado assumono il volto angosciante della solitudine esistenziale. Mentre vengono sistematicamente eluse le insopprimibili esigenze infantili di gioco, di movimento, di interazione-socializzazione con i coetanei, di scambio affettivo con l’adulto.

In questo contesto, una soluzione di felice compromesso, per non privare il bambino della possibilità di ascoltare avvincenti storie dalle figure adulte di riferimento, potrebbe consistere nel lasciare a disposizione del piccolo, audiocassette di fiabe e racconti registrate dalla viva voce del genitore. È quindi essenziale che l’adulto, dopo aver scelto racconti che prevede appassionino quel particolare bambino o quel ben individuato uditorio e rispondono ai suoi gusti,

aspettative ed esigenze profonde, si impegni per una dizione il più possibile accurata, al fine di assicurare efficacia comunicativa e fascino alla sua lettura e narrazione: esercitandosi preventivamente nella lettura ad alta voce e registrando la propria voce e riascoltandosi. La capacità di narrare si affina con l'esercizio, e che condizione irrinunciabile e lievito capaci di assicurare verve e fascino a un qualsiasi contenuto narrativo, sono la passione e l'entusiasmo di chi racconta.

2.3 PREMINENTE VALORE PEDAGOGICO DEL RACCONTO "FACCIA A FACCIA" SULLA NARRATIVA AUDIOVISIVA

Nella narrazione "in presenza" l'educatore può procedere al racconto nel momento psicologicamente più favorevole, nonché adattare l'uso di vocaboli, espressioni e costrutti a livello di maturazione intellettiva, cognitiva e linguistica dell'auditorio. Inoltre, osservando i piccoli ascoltatori, sfruttando le loro reazioni emotive,

ha la possibilità di attenuare oaccentuare in empatia la tensione ansiogena della vicenda, attraverso l'appropriata intonazione della voce, il sapienteuso delle pause e l'eventuale eliminazione di qualche passaggio pauroso.

Insomma, il racconto faccia a faccia consente una sorta di narrazione su misura, in ordine alle capacità di compressionee alle esigenze anche emotive del gruppo e possibilmente del singolo; Individualizzazione che si realizza già anteriormentealla narrazione, con la selezione e la preparazione anche linguistica dei contenuti da proporre a quel determinato pubblicodi ascoltatori e che è invece preclusa nella sua forzata impersonalità alla narrativa audiovisiva.

Tra l'altro, tenendo contodella difficoltà del bambino a distinguere tra fantasia e realtà, il novellatore potrà introdurre nella narrazione unaformula che la qualifica immediatamente come appartenente al mondo della fantasia e del sogno.

Inoltre,

i primi racconti orali, se narrati ad una collettività di bambini, si configurano come un importante veicolo dellasocializzazione, anche per le correlative attività pratiche in comune che consentono (quali il dialogo , la discussione, ladrammatizzazione), nel mentre la condivisione dei medesimi sentimenti ed emozioni contribuisce a promuovere neipiccoli quel bisogno di risonanze Interindividuali che potranno compensare più tardi le tendenze all'isolamento in se stessodel giovane lettore. Naturalmente l'efficacia della narrazione faccia a faccia è in larga parte subordinata alla figura delbuon narratore, al quale si richiedono capacità fascinatrici, atte a catturare il singolo o il gruppo, nonché una particolareattitudine empatica, unita ad una viva sensibilità psicologica e didattica.Va tra l'altro osservato che il (raro) possesso di una siffatta abilità fabulatoria, che si costruisce progressivamenteconl'impegno di esercizio, inserendosi su una preesistente predisposizione a vocazione, sortirebbe l'effetto di risolvere gli eventuali problemi disciplinari di una classe e di avvicinarsi spiritualmente e affettivamente la scolaretta il maestro. E' infine, legittimo porre la passione e la competenza narrativa.
Dettagli
A.A. 2019-2020
24 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.arcangeletti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Marini Carlo.