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Il rapporto fascismo-fumetti merita una particolare attenzione. A partire dalla
pubblicazione in Italia de “L’avventuroso", primo giornale per ragazzi che si basa su
fumetti, sul suo esempio nascono e si trasformano diverse altre riviste. Il Regime fascista
non considerando l'importanza del nuovo linguaggio del fumetto, permise che tale mezzo
attecchisse e si diffondesse in Italia sfuggendo nei primi tempi alla relazione censoria
della cultura di Stato. Questo disinteresse si aggancia la tradizione antifumetto tipico della
cultura italiana: si crede sia nella parola sia nell’immagine.
Ma gli addetti alla propaganda fascista non trascurarono affatto i "comics" come veicoli
per loro messaggi e così gli eroi dei fumetti indossarono presto una camicia nera: per
esempio Mandrake viene spedito, dai traduttori, a Berlino a seminare un gruppo di spine
inglesi, mentre in realtà si trova Londra per scoprire le spie tedesche.
Sul finire del secolo scorso comparvero due grandi invenzioni: il cinematografo e il
fumetto. Gli storici considerano l'antenato del fumetto Yellow kid. Il 17 luglio 1895
comparve sul giornale New York World una pagina a colori che raffigurava un vicolo dei
bassifondi pieno di personaggi curiosi e pittoreschi e fra di essi spiccava un ragazzino
calvo, con la testa cinese e le orecchie a sventola che indossava una camicia da notte
gialla lunga fino ai piedi: Yellow kid. Quello di Yellow kid, tuttavia non era ancora una
striscia vera e propria, ma si può considerare un precedente immediato del genere.
Esistono disparità di opinioni sulla nascita del comics: per alcuni esso nasce in Germania
alla fine secolo scorso; si tratta del classico dei comics intitolato Max und Moritz.
Esiste questa disparità di opinioni poiché per alcuni la nascita del fumetto è tale solo
quando compare quella nuvoletta che racchiude la parola pronuncia dei personaggi, per
altri la caratteristica è quella di narrare un episodio attraverso una serie, dove i testi e i
disegni si integrano.
Il termine fumetto sta a indicare la scritta racchiusa dentro una nuvoletta che ha la
funzione di rappresentare graficamente un loro discorso: il balloon.
In genere però col termine fumetto si intende più semplicemente tutto il racconto,
costituito da una serie di vignette che sono disposte una dopo l’altra.
Fumetto nero, fumetto dell'orrore, fumetto intellettuale
Il fumetto intellettuale rappresenta un modo di tornare alle origini riproponendolo in una
forma più articolata e più meditativa. Negli anni 60 è apparso un nuovo genere di fumetto:
si tratta del fumetto nero.
Mentre il fumetto dell'orrore nasce negli anni 90.
Il fumetto nero compare negli Stati Uniti come fumetto per adulti in contrasto con la
nostra tradizione, cioè di un fumetto che era rivolto esclusivamente ad un pubblico
infantile. Il capostipite del fumetto nero italiano è Diabolik (1962) e molto è stato scritto e
si continua a scrivere sull'influenza negativa sui giovani lettori del fumetto nero nel quale il
cattivo vince quasi sempre. Le caratteristiche nel fumetto nero sono: la vittoria del cattivo,
violenza, sesso, tecnica e ingenerosità, umorismo.
Anche i valori morali tradizionali vengono interamente capovolti in questi fumetti: la
violenza diventa un valore.
La strada del fumetto horror lo apre Dylan Dog, anche se poi prenderà una strada a parte.
Contro il fumetto horror si sono scagliati un po’ tutti, anche in parlamento dove fu
decretato l’obbligo di dicitura “vietato ai minori di 16 anni” nei fumetti splatter. Non è
vietando i fumetti splatter che si eliminerà la violenza; piuttosto ci dovremmo concentrare
sul perché i giovani leggano questi fumetti. Bisogna rendersi conto che i fumetti horror
rispecchiano ( anche se in modo drammatizzato e simbolico ) una certa realtà, che una
parte di bambini si ritrova a vivere nel mondo adulto.
Il linguaggio dei fumetti
Il linguaggio dei fumetti è tutto particolare in quanto risulta dall'integrazione I due tipi di
linguaggio molto diversi tra loro: quelle iconico e quello verbale ma perfettamente fusi
all’interno di ogni singola vignetta. In un fumetto il linguaggio verbale senza un linguaggio
iconico non ha senso, quell'iconico senza linguaggio verbale è monco.
Le onomatopee, derivanti dalla lingua inglese, divengono una caratteristica e un modo
essenziale per rendere le dimensioni del reale nel fumetto, che sarebbero altrimenti
inesprimibili.
Detti scrive: “La lettura dei fumetti, come quello di altri generi narrativi arricchisce la
fantasia allargando così il ventaglio delle soluzioni possibili di fronte ad un medesimo
problema. Chiunque si accingesse alla compilazione di un'antologia destinata la nostra
scuola non potrebbe ignorare il fumetto.”
Il fumetto ha raggiunto manifestazioni di vasta portata ed è inserito totalmente nella
nostra civiltà che sarebbe un grande errore trascurarlo o metterlo da parte; bisogna
considerarlo come una presenza sociale di notevole peso o addirittura di un sistema di
informazione.
La paraletteratura
La nozione di paraletteratura risulta molto confusa: il "para" si intende in diversi modi, può
significare ”vicino a" e "contro","opposto a","vicinissimo a”.
La letteratura prende in prestito dalla letteratura l’ aspetto: il suo sistema generale di
espressione, di scrittura, la sua forma materiale, il libro e tutti i sui generi: racconti,
romanzi, teatro, componimenti in versi, saggi.
Utilizzano i procedimenti retorici, della figurazione verbale e di figure di esagerazione:
invocazione, esclamazione, antitesi, iperbole…
Questo termine quindi comprende il romanzo popolare o di intrattenimento, il romanzo
poliziesco, di fantascienza, il fotoromanzo e il fumetto.
Per moltissimo tempo si è affermato che le pubblicazioni che rientrano nella
paraletteratura sono da considerare meno importanti, stanno accanto alla letteratura, le
somigliano molto, ma non sono letteratura.
La situazione di recente però è migliorata notevolmente poiché questi libri hanno avuto
una critica alquanto favorevole e un riconoscimento positivo e sono stati riconosciutai
come un genere al pari della letteratura. Per questo importante cambiamento si devono
ringraziare i grandi mezzi di comunicazione di massa, radio e televisione.
Il romanzo popolare e d’appendice
Per lungo tempo il romanzo è stato considerato un genere letterario inferiore, almeno fino
al 18º secolo.
Per giungere al romanzo d'appendice dobbiamo accennare al romanzo gotico, almeno
per il contenuto: intrecci complicati tra parentela, collegamenti, relazioni, riconoscimenti
in ambienti storicamente indeterminati.
Castelli, conventi, significati simbolici, storie lugubri di fatti di sangue, fantasmi, vendette,
morti e paura.
Il primo capolavoro di questo genere è “Il castello d’Otranto” di Walpole.
Il romanzo gotico, il romanzo storico e quella della letteratura realistica confluiscono in un
nuovo genere, cioè il romanzo d'appendice. Esso nasce per rispondere alle esigenze di
un nuovo pubblico e nasce dall'incontro tra letteratura e giornalismo, quando nel 1836
Emilie Girardin cerca di assicurarsi, per il proprio giornale, famosi scrittori disposti a
pubblicare romanzi inediti a puntate. Il pubblico reagisce favorevolmente e questa moda
viene seguita anche da altri giornali.
Il romanzo d'appendice però riceve un duro colpo: nel 1850 a causa della legge Rancey
che prevede una tassa di € 0,05 per ogni copia di giornale che pubblica l’appendice.
Inizia a comparire un romanzo popolare di tipo diverso che mette in scena grandi famiglie
con le loro crisi, i loro crimini, le loro eredità scomparse. Si tratta di un romanzo popolare
di stampo conservatore, aristocratico. La terza fase del romanzo popolare, a partire dalla
fine del secolo fino all'inizio del novecento, è la fase reazionaria e nazionalistica.
La letteratura popolare in Italia
Italia si trova in una situazione in cui è molto diffuso l'analfabetismo quindi anche la
letteratura popolare si trova ostacolata da essa.
La produzione italiana è diversa da quella francese per i contenuti che investono perlopiù
temi amorosi e familiari. Gli autori più significativi in questo periodo sono Mastriani, Guido
da Verona, Carolina Invernizzi, Liala e Matilde Serao.
Il romanzo rosa
Il romanzo rosa è un romanzo sentimentale a lieto fine dove però le modalità narrative
stilistiche divergono da quelle opere che possono definirsi letterarie.
La differenza fra il romanzo popolare e il romanzo rosa si può stabilire considerando due
elementi tra i più importanti: il romanzo popolare si basava essenzialmente sul
ristabilimento della giustizia, il rosa tende a non considerare affatto il conflitto; l'altra
differenza consiste in una diversità delle fantasie che susciterebbero nel lettore. Secondo
Gramsci il romanzo d'appendice può essere definito come “il fantasticare dell'uomo del
popolo” e di conseguenza il romanzo rosa sarebbe il fantasticare della donna, che si
oppone al romanzo popolare.
Il finale è scontato: i romanzi rosa presentano il lieto fine e si sa sempre come la vicenda
andrà a finire.
Questo genere non prende in considerazione il tempo ne riferimenti ad avvenimenti
storici; al contrario la descrizione dei luoghi, degli interni e degli abiti femminili è molto
dettagliata.
Tra le caratteristiche del rosa, in particolar modo quello tradizionale, ne emerge uno
fondamentale: l'intento didattico. Questo perché all'interno del racconto compare un
insegnamento, una finalità educativa che vuol dimostrare alle giovani lettrici il
comportamento corretto secondo varie situazioni.
Il fotoromanzo
Il fotoromanzo nasce in Italia nel 1947 su una nuova rivista Mondadori,"Bolero Film"
anche se l'idea risale all'anno prima con la presenza in edicola di “Confidenze di Liala”.
Il primo numero di "Bolero film" era costituito da 16 pagine ed erano presenti due
fotoromanzi a puntate e una rubrica sullo spettacolo.
Esso ebbe un enorme successo e fu seguito da un altro settimanale di fotoromanzi a
puntate.
Una prima distinzione si può fare tra fumetto e fotoromanzo. Entrambi i linguaggi sono
basati sulla loro integrazione ma sono funzioni diverse nella pratica sociale. Aspetto più
interessante del fotoromanzo è il contenuto ed esso ha fatto la fortuna del genere. Il
genere trattato quello sentimentale anche se successivamente si sono sviluppati altri due
filoni: i fotoromanzi sexy e i fotoromanzi-verità della rivista “Bolero”.
Nei fotoromanzi compai