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LA LETTURA

PROBLEMATICHE NELLA SCUOLA

La lettura è influenzata dai media e, quindi, bisogna analizzare il ruolo che deve avere la scuola. Neil

Postman ne “L’ecologia dei media” ritiene che la scuola deve decodificare i vari messaggi dei media.

Se da un lato favoriscono l’aumento della circolazione delle informazioni, dall’altro modificano la

percezione che l’uomo assume sulle notizie. Secondo alcune indagini, la TV è costruita proprio per

l’attenzione dei bambini e dei ragazzi per tempi brevi con trasmissioni che rimangono fini

catturare

a se stesse.

Che cosa sono le Essi sono dei sistemi di codificazione, cioè hanno un rapporto

forme analogiche?

reale ed intrinseco con il mondo: specificano e mimano aspetti della realtà. Mentre le forme digitali

Letteratura per l’infanzia – prof. Carlo Marini | scienze della formazione primaria III 4

sono interamente astratte, non c’è alcun rapporto diretto con il singolo e ciò che esso rappresenta.

Sono formate da immagini che si offrono di più allo sguardo che non al confronto. Così la televisione

porta il bambino a essere passivo nella sua capacità logica di astrazione. Ciò si evince nel modo

frammentario di parlare dei giovani, a fare nell’immediatezza una ragione di vita, non riescono a

leggere libri, provano disinteresse. All’aumento della scolarizzazione non corrisponde un aumento

della lettura per piacere: es. aumenta la percentuale dell’analfabeta culturale che può anche essere

un individuo ben inserito nella società e si accontenta delle informazioni che passano attraverso la

televisione.

La lettura è un grande piacere che si sta perdendo; attraverso la lettura ci si forma. Quindi la lettura

è un privilegio perché aumenta la cultura, la capacità di riflettere e di criticare. Se si vede il problema

sotto un punto di vista psico-pedagogico, la maggior parte degli scolari impara a leggere tardi e ciò

che manca tutt’oggi è un’adeguata motivazione, l’interesse. È la scuola che deve invogliare i

bambini alla lettura, attraverso un’educazione linguistica che gli permetta di accedere a un sapere

sistematico. Occorre fare in modo che il sovrapporsi delle informazioni raggiungano un livello

equilibrato. Quindi leggere non è un’acquisizione di una facoltà strumentale, ma diventa importante

anche a livello intellettivo.

Leggere, quindi, vuol dire:

• Scegliere, perché ci si concentra su un obiettivo

• Raccogliere, perché si raccoglie informazioni

• Fantasia e creatività

La lettura ci mette in contatto con il passato, ci impedisce di cadere nel conformismo e nella facile

evasione. Chi legge si mette in contatto con il mondo e con l’arte, ovvero in contatto con chi ha

scritto.

La lettura coinvolge numerose funzioni: udito, motricità, funzioni neuro-fisiologica, funzioni

percettive e di simbolizzazione, di natura intellettivo cognitivo, psicosociali…

APPRENDIMENTO DELLA LETTURA

Un contesto stimolante e favorevole alla lettura incide in maniera positiva, mentre un’ambiente

frustrante e disinteressante incide in maniera negativa e influisce sul successo scolastico dell’alunno

e sull’apprendimento.

Il PROBLEMA DELLA MOTIVAZIONE è centrale nella scuola e anche nella lettura. Quindi la lettura e

l’imparare e l’insegnare a leggere sono molto importanti, ma occorre rispettare fasi e tempi, non

bisogna fare alcuna forzatura. Prima di imparare a leggere ai bambini bisogna leggere molto e

raccontare molto e, mentre il bambino impara la lettura, occorre sottolineare il compiacimento tra

il suono e il segno. In genere gli aspetti che spingono a leggere sono:

• di carattere psicologico: legge se motivato a leggere;

• di carattere contenutistico: leggono ciò che è interessante per loro, si interessano del

contenuto di ciò che si legge.

IL COMPITO DELLA SCUOLA

È quello di educare e istruire mediante intervento didattico intenzionale e sistematico, cioè aiutare

l’alunno a realizzare le sue potenzialità. In particolare bisogna educare l’alunno alla lettura: vuol

dire guidarlo alla tecnica del leggere e a rende più solida la capacità di comprensione e di

interpretazione di ciò che si legge e di promuovere in lui il piacere e il gusto di sapere leggere.

LE COMPETENZE sono:

• competenza tecnica: insieme di capacità che permetto di codificare il testo scritto, di

associare i segni;

Letteratura per l’infanzia – prof. Carlo Marini | scienze della formazione primaria III 5

• competenza semantica: capacità di collegare il segno alla logica concettuale, riuscire a

organizzare ciò che si viene letto;

• competenza morfosintattica: capacità di riconoscere la parola attraverso le sue

trasformazioni e riconoscere il loro rapporto con le parole;

• competenza testuale: riconoscere il significato testuale;

• competenza pragmatico e comunicativa: capacità di individuare in ogni frase e nella

globalità del testo le finalità che si pone che può avvenire attraverso un’attenta analisi delle

caratteristiche individuali;

• competenza riabilitativo: capacità di riorganizzare l’intero testo facendo leva sulla mappa

mentale, sfruttando i processi di memorizzazione.

Le competenze di lettura sono in rapporto collaborativo.

Quali sono gli obiettivi che ci si propone di raggiungere con la lettura? Un’indicazione è data dallo

psicopedagogista Gaston Petter*. Secondo lui, con il termine leggere compiamo 4 azioni:

• Decifrare: l’aspetto più strumentale di tutta l’abilità. È uno degli apprendimenti più

importanti.

• Decodificare: desumere informazioni, concetti, cioè capire il contesto. La conquista della

decifrazione non comprende la decodificazione. Quest’ultima passa attraverso:

l’assimilazione = cogliere il messaggio scritto e poi si memorizzano i fatti;

o il secondo livello è il lettore critico = l’alunno riesce a comparare 2 testi;

o il terzo livello è la creatività = il bambino riesce a estrapolare dal brano nuove idee

o decodificando il messaggio dell’autore. Rodari ne “La grammatica della fantasia”

propone una serie di tecniche per favorire la creatività del bambino. Sviluppa una lettura

funzionale e significativa.

• Giudicare: il bambino deve essere in grado di esprimere una valutazione di merito.

L’espressione del giudizio deve giungere a conclusione di una riflessione. La LETTURA COME

GIUDIZIO serve per rintracciare un’ideologia sottesa al messaggio, entrano in gioco i

parametri etici e intellettuali della lettura. Questi requisiti devono essere presenti o acquisiti

già a sei anni, perciò la lettura intesa come ascolto è un’esperienza formativa. Attraverso

l’ascolto della lettura possa invogliare il bambino a leggere.

LA LETTURA NELLA SCUOLA

I ragazzi oggi leggono molto di più che nel passato. Ciò è dovuto soprattutto ai Programmi della

scuola elementare del 1985 e della scuola media del 1979 che hanno dato maggiore importanza alla

lettura, al modo di leggere e a che cosa leggere. La lettura, nei programmi del 1985, non viene

intesa come una semplice decodifica di segni, ma piuttosto come CAPACITÀ DI CAPIRE IL

SIGNIFICATO DEI TESTI SCRITTI a fini diversi, di RICERCARE E RACCOGLIERE INFORMAZIONI di testi

scritti, di seguire la descrizione e saperne cogliere l’essenziale, di apprezzare l’efficacia linguistica ed

espressiva dei vari tipi di scrittura. Nei programmi della scuola media del ’79, la lettura viene vista

come MOMENTO TRA I PIÙ EFFICACI DELL’EDUCAZIONE LINGUISTICA, come impulso al gusto della

lettura personale e come stimolo per nuove conoscenze.

La lettura in classe non è però sufficiente e l’insegnante deve favorire in tutti i modi la lettura

personale, indirizzando i suoi alunni alla biblioteca, presente a scuola o quella pubblica.

Perché dobbiamo leggere? Oggi si sente il bisogno di prendere in considerazione il PROBLEMA DELLA

LETTURA. Tullio De Mauro individua vari tipi di analfabetismo:

• di tipo strumentale: chi non sa leggere e scrivere;

• di tipo funzionale: di chi sa leggere, ma non sa capire;

Letteratura per l’infanzia – prof. Carlo Marini | scienze della formazione primaria III 6

• di tipo culturale e intellettuale: di chi sa leggere e scrivere e non lo fa. Raffaele Simone,

identifica quest’individuo come un post-alfabeta; questi analfabetismi culturali sono

abbastanza consistenti anche tra la gente colta.

• di tipo spirituale: di chi pur sapendo leggere e scrivere, non solo non legge e scrive, ma non

fa nulla, rimane nelle sue idee statiche.

Nella seconda metà dell’800, si inizia a combattere contro l’analfabetismo. Inizia l’Inghilterra e si

diffonde in tutti i Paesi industrializzati. C’era un grande interesse di imparare a leggere e a scrive

perché la società industriale aveva come obiettivo quello di addomesticare l’uomo per utilizzare sia

la forza fisica che il cervello. Numerosi sono gli studiosi che affermano che proprio perché i popoli

hanno imparato a leggere e a scrivere volutamente che l’analfabeta è ritornato.

L’ANALFABETA CULTURALE E INTELLETTUALE

Il fatto di non sapere e di capire cosa succede, gli sembra un vantaggio perché è capace di adeguarsi.

Egli si considera ben informato ed è impensabile che egli possa fallire a causa del mondo.

Il problema non è più la produzione, ma il consumo. Hesenberger aggiunge che la tecnologia ha

inventato anche la soluzione per gli ANALFABETI DI RITORNO: essa è la televisione.

La scolarizzazione non risolve il problema della cultura né dell’analfabetismo di ritorno: all’aumento

della scolarizzazione, cioè all’aumento delle persone alfabetizzate, non risponde a un aumento delle

persone che leggono con piacere.

Secondo due studiosi americani, la maggioranza dei bambini impara a leggere, ma sono in pochi che

amano la lettura. Non è l’incapacità di una lettura strumentale, ma è dovuto alla persistenza di una

mancata lettura: la gente legge solo quando ha necessità. Parte del problema sta nei metodi di

insegnamento che si soffermano solo su come si legge e sulla comprensione del testo.

Le conseguenze in una società che non legge sono devastanti: da una parte si ha l’analfabeta vero

che è privato della letteratura, dall’altro il processo di alfabetizzazione dove il bambino è allenato a

una lettura vuota fatta solo di esercizi e decifrazioni. Ma un bambino del genere può accostarsi alle<

Dettagli
A.A. 2017-2018
30 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giorgia_Caponi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Marini Carlo.