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La tradizione fiorentina Popolare

Mentre Ficino mirava a far convergere la natura, la storia, le religioni, le tradizioni in una sintesi assoluta animato dall'unico impulso dell'amore, la ricerca di una tradizione volgare fiorentina dava modello opposto basandosi su un linguaggio basso radicato nel modello quotidiano. La ricerca si ispira alla poesia di Burchiello oltre alla tradizione dei cantari.

Sotto il Lorenzo il Magnifico, Luigi Pulci, 1432-1484, rappresenta un modo assai originale di questa continuità, opponendosi alla tradizione neoplatonica di Ficino. Pulci si presenta come un personaggio burlesco, sempre pronto a deformare la realtà in modo grottesco.

La vita: Luigi Pulci è nato a Firenze nel 1432 da una nobile famiglia impoverita, ha ricevuto una normale educazione letteraria, basata sulla conoscenza del latino e dei maggiori poeti volgari. A 30 anni riceve un incarico presso la famiglia dei Medici che apprezza il suo linguaggio.

aggressivo e comico e I vari dialetti regionali. amava recitare in pubblico.

la brigata medicea: intorno a Lorenzo magnifico si è creata una cerchia di amici intellettuali e nasce così una poesia di gruppo, opere d'occasione, di cui è difficile a individuare l'autore. queste opere della letteratura giocosa diventano l'espressione tipica della cerchia o Brigata Medicea.

"Il Morgante": è un poema eroico scritto in Natale con elementi comici e satirici. con l'opera si rinnova l'interesse ai cantari popolari, specialmente quelle di Carlo Magno I suoi paladini che rappresentano l'immagine del trionfo cristiano contro I musulmani. rifiorisce a causa della caduta di Costantinopoli quando l'Europa cristiana sentiva la minaccia dei Turchi.

per la stesura dell'opera Pulci viene sollecitato da Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo.

Composizione e diffusione: Il Morgante è composto di 28 cantare scritte.

In fasi diverse. Nel 1483 esce una nuova edizione col titolo "Morgante maggiore" con l'aggiunta di 5 cantari. La rottura con la corte: Pulci si oppone ai poeti della corte medicea, Matteo Franco 1447-1494, è Marsilio Ficino. A partire dal 1473 il Pulcini servizio di Roberto Sanseverino, conte di Caiazzo, capitano militare, col quale ha compiuto numerosi viaggi. È morto nel 1484 ed è stato seppellito come eretico, a lume spento in terra sconsacrata. 3.4.5. Il Morgante. Gli antecedenti: per il suo poema Pulci ha fatto diretto uso di cantari precedenti, scritti da autori anonimi nel 1450 Orlando. Lo schema narrativo: si basa sugli schemi narrativi dai cantari, sulla ripetizione di formule fisse che servono a chiamare in causa gli ascoltatori. La parola si trasforma in una sorta di parola pubblica che mira a suscitare una immediata meraviglia. I personaggi: gli episodi scaturiscono l'uno dall'altro in modo casuale. Al contrario, I

personaggi agiscono secondo stereotipi, come marionette. Gano è un traditore maniaco, che si ostina fino all'assurdo a ordire inganni, Carlo Magno è un vecchio, ormai semi rimbambito, che perdona senza motivo i tradimenti di Gano, i paladini, Orlando e Rinaldo, sono immagini di forza e valore sovraumana. I pagani appaiono maligni, ma capaci di improvvisi sentimenti di cortesia e lealtà. Qualità positive e negative si mescolano, i rapporti di amicizia si stringono e si sciolgono con disinvoltura.

Una scrittura della dismisura: l'autore non ha alcuna intenzione di cercare giustificazioni psicologiche per i comportamenti dei suoi personaggi, ma aspira a mettere in risalto atti fuori da ogni misura. Con perverso divertimento Pulci insiste nella descrizione di scene di battaglia con una sovrabbondanza di immagini legate al cibo: tutto diventa comestibile, pasta e trippa, vino e sangue, farina e cervello.

Il gigante Morgante: dà il titolo

all'opera ed è il personaggio più caratteristico dell'opera. paganosconfitto da Orlando, convertito al cristianesimo è divenuto fedele scudiero del paladino, la sua morte si regge su una sproporzione dopo aver salvato da un naufragio I paladini, sostituendosi all'albero della nave, e aver ucciso una balena, egli muore per la puntura di un granchio.

Margutta il gigante nano: l'incontro tra I due giganti Morgante e Margutte è l'episodio più celebre del poema. I due vivono avventure dominate da una esplosiva voracità alimentare. Margutte presenta la sua confessione di fede basandosi su una contro morale furfantesco che esalta I piaceri della gola, il vagabondaggio, la miscredenza, il furto, la frode e tutti gli imbrogli possibili.

sperimentazione e deformazione linguistica: pulci usa un linguaggio di chiara origine popolare, quello dei cantari e della tradizione comica e realistica toscana, per trasformarlo in un

oggettocolto.> l'edizione del 1483: a questa edizione definitiva si aggiungono 5 cantari e Pulci organizza lanarrazione in modo più organico centrandola sul supremo tradimento di Gano e sulla morte di Orlando a Roncisvalle.

Lorenzo il Magnifico, 1449 14923.4.6.>Signore e scrittore funzione politica della cultura: Lorenzo ha risentito influenza diverse, la suaformazione da parte di Argiropulo, Ficino, Landino, e della Brigata animata dal Pulci. dall'ambientefamiliare viene introdotto all'ambito politico.

la passione letteraria: quando nel 1469, ha solo vent'anni, Lorenzo si è trovato a gestire lo Statofiorentino, egli ha già maturata la propria passione letteraria che ha perseguito per tutta la sua vita. il suo ruolo non è solo di proteggere come un principe gli artisti ma di cogliere il senso del loro lavoro. con lui l'umanesimo entra da protagonista nella vita sociale. su di lui pesano le insicurezze che agitano la vita

politica della novella Atene.

una produzione diversificata: tutta l'attività letteraria del magnifico va valutata sullo sfondo del progetto ambizioso, in cui la cultura tende a identificarsi col potere. egli mi era a rivitalizzare la tradizione volgare Fiorentina, risalendo ai grandi autori del 300. Salta da un genere all'altro come Signore e come scrittore egli vuole identificarsi con tutte le varianti della letteratura Fiorentina contemporanea.

Le opere di Lorenzo tra generi e stili diversi

cronologia di diffusione: molto incerta e la cronologia delle opere di Lorenzo. poche opere circolavano in veste manoscritta e pochissime sono stati stampati. un'ampia edizione incompleta delle "poesie volgari" è apparsa solo nel 1554.

nella prima fase, assai ricca, si notano due direzioni fondamentali quelli di una lirica di ascendenza petrarchesca e quella di una poesia comico burlesca, stimolata dall'amicizia con Pulci.

l'influsso

del neoplatonismo del Ficino, ridimensiona l'interesse di Lorenzo per la poesia di Pulci, questo si sente nelle "orazioni", capitoli religiosi in terza rima, e nel poemetto, "altercazione" anch'esso in terza rima. Lorenzo si avvicina al dolce stil nuovo molto amato dal Ficino. Si ricollega alla vita nuova e al Convivio di Dante dell'ambizioso "commento sopra alcuni dei suoi sonetti" in cui intende spiegare i complessi significati morali di alcune rime. In generale le sue rime sono influenzate dalla poesia del Poliziano, che rappresenta il nuovo classicismo volgare presso la corte medicea. Il naturalismo classicistico: vedo il mondo come un ideale sottoposto alla decadenza per lo scorrere del tempo. Inquietudine religiosa: intorno al 1480 il classicismo volgare domina l'esperienza letteraria di Lorenzo. Egli è rimasto però sempre attento e disponibile di far circolare letteratura in tutta la Firenze. La sua parola haprovato efficace espressione nella predicazione del Savonarola. Lorenzo partecipa alla nuova inquietudine religiosa, in parte col proposito di controllarla politicamente, in parte di trovare conforto alla propria insicurezza. si impegna perfino in una letteratura di devozione popolare rappresentazione di San Giovanni e Paolo 1491.

I canti carnascialeschi: la vita quotidiana della città accoglie anche celebrazioni collettive festose e goderecce, che culminano nel carnevale. Un genere letterario legato a questi festeggiamenti è quello dei canti carnascialeschi, che Lorenzo ha promosso ed è scritto anche lui stesso un buon numero. Tra questi c'è la celebra canzona di Bacco, detta anche trionfo di Bacco e Arianna, scritta per il Carnevale del 1490. Ha una forma metrica della ballata con la celebre ripresa "quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia". Per il suo linguaggio questa canzone si trova al limite tra il classicismo più

Raffinato e un ritmo popolare e facile. Satira del villano è la rappresentazione negativa della figura del contadino, Milano, perché abitante della villa, cioè della campagna. Elaborato in genere da una cultura cittadina è rivolta a un pubblico cittadino. Il contadino viene descritto come un essere bestiale, rosso e avido, immerso nella fisicità più cieca, ostile, minaccioso. L'origine di questo stereotipo si ritrova nella cultura feudale e ricorda che sempre aveva rappresentato i contadini in un contesto comico e basso.

La satira del villano entra in generi letterari diversi e si sviluppa nella novella Toscana, Decameron. Adesso si collega tutta una letteratura rusticale che rappresenta il mondo dei rustici.

Esempi sono la Nencia di Lorenzo il Magnifico, Baldus di Folengo, il teatro di Ruzante.

I canti carnascialeschi: sono dei componimenti che venivano recitati da cortei mascherati in occasione del Carnevale a Firenze tra il

secolo XV I primi decenni del XVI secolo. la maggior parte di essi sono anonimi, opera di personaggi della vita politica fiorentina, Machiavelli. la loro struttura è in genere quella della ballata, in cui la "ripresa" esibiva il tema centrale del canto. a questa materia veniva spesso attribuita un significato osceno con doppi sensi erotici. ai canti carnascialeschi si avvicinavano I trionfi, in cui le maschere e te mi entrano ricavati da soggetti mitologici in cui la componente erotica era ridotta. un trionfo celebre è la canzona di Bacco di Lorenzo il Magnifico.3.4.8. Angelo Poliziano, intellettuale Mediceo> la formazione Angelo Ambrosini, detto il Poliziano, il nome latino della città di origine Montepulciano, è nato nel 1454. studia a Firenze con I maestri Argiropulo, il Ficino, il Landino. è entrato al servizio presso I medici per l'incarico di istruire I figli di Lorenzo, Piero e Giovanni, che che diventerà il Papa Leone X.

intraprende una carriera eclesiastica. Poliziano era poeta e filologo, l'intellettuale Mediceo più prestigioso ed esemplare. Si dedica al culto della parola, che non coincide solo con la sua attività letteraria, ma rappresenta per lui un vero e proprio strumento di conoscenza e di comunicazione.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
89 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher katba di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Del Ben Andrea.