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FORMAT PER LA PROGETTAZIONE DI UN PROGETTO DIDATTICO centrato
sullo sviluppo di competenze:
Caratteristiche del contesto classe: sintetica descrizione del contesto
classe e dei livelli di padronanza raggiunti sulla competenza prescelta;
Competenza da sviluppare: in rapporto a quali dimensioni posso valutare la
competenza nei miei allievi/e?
Traguardi di competenza individuazione dei principali apprendimenti che
si intende sviluppare attraverso il progetto didattico: si suggerisce di
articolare gli apprendimenti da sviluppare in termini di conoscenze [sapere],
abilità [saper fare] e attitudini [saper essere])
Situazione-problema da affrontare messa a fuoco della situazione
problematica su cui sviluppare il progetto e a cui finalizzare i prodotti attesi)
Tappe del percorso articolazione della struttura del percorso in modo da
evidenziare tempi, fasi, attività specifiche, metodologie,
strumenti/materiali)
Modalità di valutazione (definizione delle modalità di valutazione in
itinere e conclusive):rubrica valutativa, strategie autovalutative,
modalità di osservazione.
I PASSAGGI CHIAVE DELLA COSTRUZIONE DI UN PROGETTO DID.
1.Il punto di avvio consiste nell’individuazione della competenza da sviluppare
tratte dalle c. chiave di cittadinanza, dalla raccomandazione del Parlamento europeo ,
Indicazioni Nazionali. e nella sua concettualizzazione, attraverso la messa a fuoco
delle dimensioni della competenza che si ritengono cruciali e si intendono
promuovere. Analizzare una competenza significa individuare le risorse da
mobilitare che Le Boter le distingue in: saper agire( capacità di mobilitare
conoscenze); voler agire ( disponibilità ad affrontare il compito); poter agire( le risorse
disponibili).
La valutazione di competenze, cioè di determinate abilità in contesto, ridisegna le
prospettive valutative a scuola. Si promuovono sempre più, nella scuola di oggi,
valutazioni che rilevino le capacità che gli studenti hanno nell’utilizzare contenuti e
concetti nella risoluzione di problemi nei distinti ambiti disciplinari. Tra i dispositivi e
gli strumenti valutativi che permettono di “osservare” e “valutare” le prestazioni in
azione ci sono: Le rubriche valutative che si propongono come strumento per una
descrizione analitica delle competenze e per la definizione di criteri e scale di livello
per la valutazione di competenze. Esistono rubriche analitiche; - olistiche. Una
rubrica analitica osserva i tratti o i componenti di un prodotto, di una dimostrazione
o di una prestazione, specifica per ognuno dei criteri per essere valutati ad ogni livello
definito, assegna un punteggio separato per ogni componente. Una rubrica olistica
fornisce un punteggio complessivo al prodotto, alla prestazione. Essa pianifica
specifici standards per ogni livello raggiunto. Le rubriche specifiche contengono un
insieme di criteri per valutare una singola performance, quelle generiche valutano
competenze comuni. Le rubriche ponderate, invece, sono formate da un insieme di
criteri a cui assegnare un peso differenze nella valutazione complessiva. Sono formate
da: dimensioni, criteri, indicatori, ancore e livelli.
2.Individuare la situazione problematica che giustifica l’avvio del percorso
didattico. La competenza chiave e la situazione-problema rappresentano i due
elementi distintivi del progetto didattico, attraverso un binomio inscindibile nel quale
entrambi si richiamano vicendevolmente. La competenza si esercita all’interno di
una situazione-problema, la situazione-problema richiede l’esercizio di una
competenza. Se la competenza tende a evidenziare gli scopi del progetto didattico, il
“perché” sul piano formativo, la situazione-problema definisce l’oggetto del progetto,
il “che cosa” deve essere affrontato e risolto. Il riferimento ad una situazione-
problema richiama le caratteristiche distintive del processo di apprendimento in
chiave socio-costruttivista: il triangolo intenzione-azione-riflessione ben evidenzia
l’approccio connesso alla risoluzione di un problema.
Alcuni autori identificano le situazioni-problema come attività funzionali
all’integrazione di saperi, mettendo in risalto il rapporto tra esse e lo sviluppo di
competenze. La situazione problematica richiede di mobilitare l’insieme delle risorse
di cui il soggetto dispone per essere affrontata, sia interne che esterne, attraverso la
dialettica tra intenzione da perseguire, riflessione sul proprio agire e percezione del
contesto. In altre parole richiede al soggetto di esercitare la sua competenza
Si tratta di un “saper agire” che si qualifica nella
nell’affrontare il problema posto.
capacità di affrontare un compito mettendo in moto e integrando le proprie risorse
personali e utilizzando le variabili contestuali entro cui si opera.
3 Come affrontare la situazione-problema? E’ la fase della cosiddetta
Articolazione della logica didattica che consiste nell’individuare le strategie più
appropriate per realizzare un determinato percorso:
scelta di metodologie di lavoro,
allestimento di setting formativi,
impiego di materiali e strumenti,
organizzazione di attività individuali e di gruppo
QUALE ORGANIZZAZIONE?
DIDATTICA LABORATORIALE
• PROBLEM SOLVING
• PARTECIPAZIONE «ATTIVA» DEGLI STUDENTI ALL’ORGANIZZAZIONE DEGLI
• INCONTRI
MODALITÀ DI PEER - TUTORING
•
Un’organizzazione del percorso che rispetti globalmente quei principi pedagogici che
qualificano un insegnamento per competenze, i quali non sono riconoscibili solo nei
singoli passaggi, bensì nell’articolazione complessiva del processo didattico:
considerare i saperi come risorse da mobilitare;
• lavorare per situazioni problema;
• condividere progetti formativi con i propri allievi;
• adottare una pianificazione flessibile;
• praticare una valutazione per l’apprendimento;
• andare verso una minore chiusura disciplinare;
•
4 La valutazione trifocale permette di combinare tra loro più prospettive di analisi
capaci di restituire un’immagine comprensiva e integrata della competenza del
soggetto. Il principio metodologico sotteso è quello della triangolazione, tipico
delle metodologie qualitative, per il quale la rilevazione di una realtà complessa
richiede il confronto di più livelli di osservazione. Non è sufficiente un unico punto
di vista per comprendere il nostro oggetto di analisi, occorre osservarlo da molteplici
prospettive e tentare di comprenderne l’essenza. A partire dal principio di
triangolazione si può riconoscere una prospettiva trifocale da cui osservare lo sviluppo
della competenza nel soggetto, un ideale triangolo di osservazione che assuma come
baricentro l’idea stessa di competenza su cui si basano i differenti punti di vista.
Sulla scorta di una proposta avanzata da Pellerey (2004), le tre prospettive di
osservazione della competenza sono riferibili a una dimensione soggettiva,
intersoggettiva e oggettiva.
-La dimensione soggettiva richiama i significati personali attribuiti dal
soggetto alla sua esperienza di apprendimento. Essa implica un’istanza auto-
valutativa connessa al modo con cui l’individuo osserva e giudica la sua esperienza
di apprendimento e la sua capacità di rispondere ai compiti richiesti dal contesto di
realtà .Le domande intorno a cui si struttura la dimensione soggettiva possono essere
così formulate: «come mi vedo in rapporto alla competenza che mi viene richiesta? Mi
ritengo adeguato ad affrontare i compiti proposti? Riesco ad impiegare al meglio le
mie risorse interne e quelle esterne?».
-La dimensione intersoggettiva richiama il sistema di attese, implicito o
esplicito, che il contesto sociale esprime in rapporto alla capacità del
soggetto di rispondere adeguatamente al compito richiesto; riguarda quindi
l’insieme delle loro aspettative e delle valutazioni espresse. Nel setting scolastico
tale contesto si compone degli insegnanti, in primo luogo, i quali esplicitano le loro
attese formative attraverso l’individuazione dei traguardi formativi per i propri allievi;
le percezioni del gruppo degli allievi, delle famiglie, dei docenti degli ordini di
scuola successivi
-La dimensione oggettiva richiama le perfomance osservabili che attestano
la prestazione del soggetto e i suoi risultati, in rapporto al compito affidato
e in particolare alle conoscenze e alle abilità che la manifestazione della
competenza richiede. Essa implica un’istanza empirica connessa alla rilevazione in
termini osservabili e misurabili del comportamento del soggetto.
Al centro delle tre prospettive possiamo collocare l’idea di competenza su cui
si fonda la valutazione. Tale modalità risulta irrinunciabile per assicurare coerenza
alla prospettiva trifocale. Il presupposto della prospettiva trifocale proposta consiste
quindi nella messa a fuoco dell’idea di competenza che s’intende analizzare e nella
esplicitazione condivisa dei suoi significati essenziali
La programmazione per concetti (COGNITIVISMO). Secondo tale prospettiva,
l’apprendimento di concetti e l’insegnamento è organizzazione di esperienze per la
fissazione di concetti il cui focus si sposta sui contenuti culturali. La programmazione
prevede un’attenta fase di pianificazione durante la quale si deve procedere
all’elaborazione della mappa concettuale di base. Ogni disciplina ed ogni
argomento all’interno devono essere ricondotti ad un nucleo di concetti. Svolto il
lavoro di riordino concettuale della disciplina che si vuole affrontare, si procede,
mediante una fase di conversazione , all’identificazione della matrice cognitiva
dei soggetti a cui è diretta l’azione didattica. Tutti gli alunni infatti possiedono
determinate conoscenze o informazioni e le fanno funzionare quando si trovano di
fronte a nuovi scenari. Non si tratta però di cancellare le conoscenze pregresse degli
alunni, ma di strutturare l’azione didattica proprio a partire da quelle conoscenze
pregresse. Questo lavoro di indagine delle conoscenze degli alunni può in parte
risolvere l’accertamento dei “prerequisiti”, ossia dei livelli di partenza di ognuno
rispetto all’apprendimento che si vuol ottenere in classe.
La programmazione per “sfondi integratori” è ampiamente usata nella scuola
dell’infanzia perché il compito primario è quello di costruire una cornice-sfondo
progettuale che sia da contenitore ad un determinato percorso didattico finalizzato
allo sviluppo di specifici traguardi formativi. L’itinerario didattico non tende ad essere
preordinato ma si evolve in corso d’opera. Si rintracc