Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 19
Riassunto esame letteratura italiana, prof. Chines, libro consigliato Vita scritta da esso, Alfieri Pag. 1 Riassunto esame letteratura italiana, prof. Chines, libro consigliato Vita scritta da esso, Alfieri Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame letteratura italiana, prof. Chines, libro consigliato Vita scritta da esso, Alfieri Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame letteratura italiana, prof. Chines, libro consigliato Vita scritta da esso, Alfieri Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 19.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame letteratura italiana, prof. Chines, libro consigliato Vita scritta da esso, Alfieri Pag. 16
1 su 19
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

PRIMO VIAGGIO IN EUROPA

Il suo viaggio in Europa parte dunque da Marsiglia, città in cui si trattiene per alcuni giorni. Tanto a Marsiglia quanto a Genova, Alfieri limita al minimo le sue interazioni con il resto del mondo. Prosegue poi il viaggio attraverso Avignone, Aix en Provence e Valchiusa, tutte città importanti sia per la storia d'Italia che per quella letteraria (il legame con Petrarca). Anche queste città, però, vengono ignorate dall'autore, che si reca il più velocemente possibile alla sua meta finale, Parigi. In questo capitolo ci sono alcune prime riflessioni sulla futura attività letteraria di Alfieri. Egli racconta infatti che i paesaggi marini avrebbero ispirato in qualunque altra mente la scrittura di poesie, attività in cui però lui si sente allora ancora incapace (molte volte Alfieri spiega che se avesse saputo comporre poesie, i paesaggi e i suoi stati d'animo, sarebbero state circostanze perfette per scrivere).Parla poi di suo interesse verso la commedia francese: Alfieri divenne un grande autore di tragedie e lo stupisce come in gioventù sia stato più attratto dalle commedie che non dalle tragedie francesi, ma è chiaro che ciò sia legato alla maniera di comporre tragedie dei francesi (strutturate in modo rigido e complesso), che spesso usano le tre unità aristoteliche (tempo: la tragedia deve svolgersi nell'arco di una giornata; luogo: la tragedia deve svolgersi in un unico luogo; azione: l'argomento della tragedia deve riferirsi ad un unico avvenimento) (limitazioni molto grandi che poi Shakespeare deciderà di non utilizzare più) e compongono quindi opere difficili da vedere anche per chi, come l'autore, è più incline agli umori malinconici. Come prevedibile, anche questa città lo delude profondamente: sia per il sudiciume, sia per il cattivo gusto, sia probabilmente per le eccessive aspettative che Alfieri ha avuto.aveva formato sulla capitale francese. L'unica conoscenza di Alfieri nella città è l'ambasciatore del regno di Sardegna, che però in quel momento non si trova a Parigi; egli trascorre quindi lunghe giornate tra passeggiate, teatro, e donne. Solo una volta tornato l'ambasciatore di reintroduzione nell'alta società parigina, ed in particolare fa la conoscenza di altri ambasciatori e del faraone, gioco d'azzardo in voga all'epoca. L'ultimo avvenimento degno di nota è il suo incontro con il re Luigi XV nel giorno di Capodanno. Alfieri nota come il re sia totalmente indifferente a tutti coloro che vede, siano essi piccoli nobili come l'autore o personaggi davvero importanti (il re guarda dall'alto in basso tutti). Alfieri riflette sul fatto di aver poi visto un altro re di nome Luigi (Luigi XVI) essere salutato molto diversamente dal popolo durante la rivoluzione (tutti lo lodano). L'autore viaggia verso Londra. Con

Lui questa volta c'è compagno di viaggio, il figlio del suddetto ambasciatore a Parigi, un ragazzo molto più estroverso di lui ma con il quale Alfieri, che ama ascoltare gli altri più che parlare, si trova bene. Londra e l'Inghilterra acquistano molto di più l'ammirazione dell'autore rispetto alla Francia; Alfieri infatti ammira l'operosità degli inglesi, le loro leggi che fanno vivere bene la gente nonostante il clima ostico. Stessa cosa vale per le donne, forse meno belle di quelle francesi ma più buone e spontanee. In Inghilterra, Alfieri è costretto dal suo amico a fare vita sociale, ma si trova ben presto a volersene allontanare e preferirà svolgere l'attività di cocchiere per l'amico e fraternizza con altri cocchieri passando lungo tempo a cavallo nelle campagne vicino a Londra.

PRIMO INNAMORAMENTO

Il viaggio prosegue poi dopo novembre in Olanda dove Alfieri si innamora la prima volta. La sua

Amante è una giovane donna sposata da circa un anno con un nobile spesso in viaggio, e con la quale l'autore intrattiene una relazione amorosa. Sempre in Olanda conosce anche il suo primo vero amico, un diplomatico portoghese, d'Acunha, persona come lui taciturna ma con il quale trova quindi grande affinità. La relazione con la ragazza olandese continua senza problemi finché la ragazza non è costretta a seguire il marito in uno dei suoi trasferimenti. Alfieri ne patisce molto, e arriva addirittura a tentare il suicidio strappandosi la benda che trattiene il sangue durante un salasso. Ancora una volta è indispensabile l'intervento del fido servitore Elia, che lo salva e accompagna poi Alfieri nel lungo viaggio verso casa che si conclude a Carmagnola presso la sorella (anche il caro amico d'Acunha pensa che allontanarsi dall'Olanda e far passare del tempo possano essere importanti per la sua salute e per dimenticarsi della delusione amorosa).

Ancora una volta c'è una riflessione sull'attività intellettuale di Alfieri: l'amore per la ragazza ispira la prima volta il desiderio di scrivere, che Alfieri abbinerà sempre alla presenza di effetti nella sua vita (Alfieri sostiene infatti che gli riuscirà molto più naturale e facile ideare/scrivere opere quando è innamorato). Alfieri rimane per alcuni mesi a casa della sorella a Carmagnola e si dedica del tempo alla lettura, anche se Alfieri fa ad esempio fatica a comprendere gli scritti politici di Rousseau, che in quel periodo erano già molto in voga. Lo stesso succede con la nuova Eloisa, romanzo d'amore di Rousseau, ma che Alfieri non apprezza giudicandolo troppo razionale e poco appassionante. Alfieri apprezza invece Voltaire, ama Montesquieu e il libro che più lo colpisce è 'Vite parallele' di Plutarco: si dispera e si arrabbia leggendo le eroiche gesta di quei personaggi perchésa che nascere in Piemonte e in quell'epoca non avrebbe potuto aspirare a nulla di grandioso. Un'altra parte del tempo di preoccupata di studi di astronomia, che sono però molto teorici in quanto Alfieri non è riuscito ancora a superare la sua avversione per le regole geometriche (all'Università aveva affrontato tale materia ma aveva sempre imparato le cose a memoria non riuscendo mai a capire niente). Durante il suo soggiorno a Torino il cognato cerca di accasarlo con una giovane nobildonna, ma anche questo tentativo non va a buon fine in quanto la ragazza gli preferisce un altro pretendente meglio inserito nella vita di corte. Alfieri riflette su questo scampato pericolo passato, ridendo del fatto che un possibile matrimonio intorno ai vent'anni avrebbe probabilmente spento in lui ogni futura velleità poetica. Il capitolo si conclude con la decisione di riprendere il viaggio in Europa poiché, compiuti vent'anni, è libero dal

controllo del tutore e dispone pienamente del suo patrimonio.

SECONDO VIAGGIO IN EUROPA

Alfieri riprende il suo viaggio, questa volta nell'Europa settentrionale. La prima città ad essere visitata è Vienna, nella quale ha occasione di incontrare Metastasio, celebre poeta classicista italiano al servizio della corte asburgica. Prosegue poi il viaggio per Praga, infine Berlino, dove ha la possibilità di incontrare il celebre Federico il Grande di Prussia. L'autore ha un ricordo pessimo di questo paese: egli è infatti deluso dall'eccessiva militarizzazione del regno tedesco e dalla rigidità dei cortigiani. Il viaggio prosegue poi verso la Danimarca, stato che per la sua somiglianza con l'Olanda piace sommamente all'autore.

Parallelamente l'autore descrive anche le letture fatte: Montaigne, ancora Plutarco, nonché alcuni autori italiani tra cui Petrarca. Egli infatti durante i suoi viaggi incontra più volte alcuni personaggi.

italiani e si sforza quindi anche di parlare il dialetto toscano. Arriva in Svezia dove si diletta molto con le corse con le slitte, ma fa sempre attenzione a non trovare né affetti, né amore. Il viaggio prosegue poi fino a San Pietroburgo, allora capitale russa; Alfieri si rifiuta di incontrare la zarina Caterina II, da tutti riconosciuta come filosofa e monarca illuminata, ma che per lui è solo un enorme esempio di tirannide in quanto ha fatto uccidere il marito Pietro III in una congiura e non ha liberato il suo popolo dalla schiavitù (Alfieri già da qui dimostra di provare un odio molto forte per la tirannide). C'è anche un parallelo con il regno di Prussia, regno per lui eccessivamente militarizzato il cui sovrano ha infatti rapporti di grande amicizia con la zarina Caterina. Nel tornare verso sud Alfieri è costretto a ripassare in Germania, paese che per lui non ha alcuna attrattiva. Il viaggio riprende poi verso settentrione, visto che

Alfieri va a visitare l'amico portoghese Acuña in Olanda, senza però poter vedere la sua amante ormai trasferitasi a Parigi. Prima di recarsi in Inghilterra Alfieri compie un'altra breve deviazione in Belgio, dove la visita al principato, controllato da un vescovo, è il pretesto per ribadire ancora una volta la sua avversione per la vita clericale quanto per quella militare.

SECONDO INNAMORAMENTO

Descrizione delle disavventure amorose di Alfieri a Londra. Nella capitale inglese l'autore ritrova il principe di Masserano, ambasciatore del regno di Napoli, e suo amico. Inizia inoltre un legame amoroso con Penelope, una nobildonna inglese sposata che lo prende come suo amante, con cui si incontra in segreto mentre il marito è fuori di casa. Quando lei si sposta nelle campagne inglesi per la villeggiatura di sette mesi il marito riceve notizia di una visita alla moglie, e la seconda volta la fa seguire. Pochi giorni dopo Alfieri fa una gita a cavallo con

l'amico principe di Masserano e si ferisce il braccio, fortunatamente il sinistro. Il fatto di avere il braccio destro funzionante lo salva poche sere dopo, quando il marito di Penelope lo trova nel teatro italiano e portatolo in un parco lì vicino lo sfida a duello. L'uomo è però d'indole britannica, quindi si accontenta di ferirlo, e Alfieri dal canto suo non è in grado di fargli ulteriormente male con la spada (Alfieri non è mai stato bravo nei duelli). Poco dopo Alfieri si reca presso una parente di Penelope che li aveva protetti e là con suo grande stupore trova anche la sua amata. La sua amante gli racconta di aver cercato di avvisarlo, senza però riuscirvi. La faccenda si risolve con il marito di Penelope che le chiede il divorzio e l'autore, pronto a diventare il nuovo compagno della donna. L'illusione amorosa dell'autore si spegne presto. L'amante dice più volte ad Alfieri di essere sicura che luiNon la sposerò, lei dice che lui la reputa una brutta e infedele persona (quando Alfieri non ha mai de
Dettagli
A.A. 2020-2021
19 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher RiassuntiUniversitari01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Chines Loredana.