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Conseguenze e interpretazione delle leggi
1. Le pene debbono essere fissate dai legislatori che rappresentano l'intera società riunita da un contratto sociale e nessun magistrato può dare punizioni che vadano oltre la misura decretata dalla legge.
2. Il sovrano che rappresenta la società non può giudicare chi ha violato le leggi, perché la società si dividerebbe tra chi è con il sovrano e chi sta con l'accusato (che nega la verità del sovrano), vi deve perciò essere un terzo, il magistrato, che vaglia i fatti e giudica chi ha ragione.
3. Le pene non debbono essere severe e crudeli perché renderebbero i sudditi una greggia di schiavi pavidi e ciò sarebbe un venir meno alla giustizia e al contratto sociale.
Quarta conseguenza. Al giudice non è concesso interpretare le leggi, perché la libera interpretazione darebbe risultati diversi nei tempi e a seconda dei giudici, invece il giudice deve solo...
esaminare i fatti e applicare alla lettera la legge. OSCURITÀ DELLE LEGGI Le leggi debbono essere scritte con chiarezza perché solo se sono conosciute dalla moltitudine, verranno rispettate ed i crimini diminuiranno. Grazie all'invenzione della stampa i libri con le leggi possono circolare ed arrivare ad ogni singolo individuo. PROPORZIONE FRA I DELITTI E LE PENE I delitti possono essere di diversa gravità e possono essere distinti dal più grave (quelli che offendono il bene pubblico) al meno grave (quelli che colpiscono i privati) e dentro questi due confini debbono rientrare tutti i crimini: il giudice non dovrà dare la pena relativa al crimine più grave a colui che ha commesso delitti più leggeri perché l'uomo poi non eviterà di commettere i reati più gravi se il prezzo da pagare è lo stesso dei meno gravi. Ci deve essere una scala di pene proporzionale alla gravità del delitto commesso. ERRORI NELLAMISURA DELLE PENE
Si deve inoltre punire il fatto compiuto e non l'intenzione (Beccaria sostiene che spesso dalle buone intenzioni nascono i peggiori delitti e al contrario da cattive intenzioni si finisce per fare del bene). Non si deve nemmeno punire un soggetto in base all'importanza della persona offesa (altrimenti dice Beccaria un delitto contro Dio sarebbe più punibile dell'uccisione di un re).
DIVISIONE DEI DELITTI
I delitti si dividono in tre categorie: quelli che distruggono immediatamente la società o chi la rappresenta, che sono i più dannosi (delitti di lesa maestà); quelli che danneggiano un solo cittadino privato nell'onore, nei beni o danneggiano la società ma non la distruggono (delitti contrari alla sicurezza di ciascun particolare); quelli che nascono da azioni contrarie a ciò che le leggi impongono per il bene pubblico e questi sono i crimini più diffusi. Un cittadino deve essere libero di poter fare tutto.
ciò che non è contrario alle leggi e deve preoccuparsi solo di quello che può nascere se così non fa. DELL'ONORE Il concetto dell'onore è semplice e complesso al tempo stesso. Quando l'uomo è uscito dallo stato di natura sono nati moltissimi bisogni e non tutti sono disciplinati dalle leggi: ecco che allora nasce l'opinione che la società ha del singolo, ecco che nasce quindi l'onore. Molte persone violano le leggi (con conseguente ritorno allo stato di natura per Beccaria) quando viene violato il loro onore. DEI DUELLI All'onore si collega il duello che diventa il modo per farsi giustizia e non cadere nel ridicolo di fronte agli altri; il duello perciò indica la debolezza e l'inefficacia delle leggi. Esso non era diffuso nell'antichità perché il duello era lo sport che i gladiatori offrivano nelle arene e nessuno voleva mostrarsi al basso livello dei gladiatori. I duelli sonopiù diffusi tra i nobili perché essi tengono all’opinione altrui più di quanto faccia il popolo che non ha nulla da farsi invidiare dagli altri.
DELLA TRANQUILLITA’ ALTRUI
Tra i delitti di terzo genere ci sono quelli che turbano la pubblica tranquillità e la quiete dei cittadini come strepiti, bagordi nelle pubbliche vie destinate ai mercati o al passeggio (sicuramente questo può essere limitato con l’illuminazione notturna o la distribuzione di guardie cittadine). Ora questi crimini sono controllati dal giudice ma per reprimerli occorrono leggi chiare; ogni cittadino deve saper ciò che la legge gli permette di fare e ciò che gli proibisce. Leggi inefficaci aumentano l’arbitrio del giudice e limitano la libertà del cittadino.
FINE DELLE PENE
Il fine delle pene deve essere quello di convincere il reo a non ricommettere il crimine e dissuadere gli altri da compiere le stesse azioni illecite, perciò le pene non
dovranno far soffrire il reo (il crimine ormai l'ha commesso e non lo può cancellare, inoltre c'è deve essere come già detto una proporzione della pena al reato), ma dovranno servire da esempio durevole ed efficace per gli altri uomini. DEI TESTIMONI Ogni buona legge deve avere prove e testimoni di un reato per giudicare bene. Tutti gli uomini che abbiano capacità di giudizio possono essere testimoni, tuttavia la credibilità di un testimonio diminuisce con la parentela o l'essere interessato al caso, perciò bisogna vedere che i testimoni non abbiano legami con il caso e siano più di uno per smentirsi o provarsi a vicenda. Quindi per capire la credibilità o meno del testimone bisogna analizzare l'interesse che questi ha di dire o meno il vero. Saranno più fedeli poi le testimonianze che si basano sul racconto delle azioni, piuttosto che quelle che riferiscono parole di altri (minacce, propositi delittuosi) perché le.parole sono facilmente interpretabili e spesso la memoria è infedele.INDIZI E FORME DI GIUDIZI
Li indizi di un reato, per essere fondamentali nel provare la certezza di un reato, devono essere preferibilmente indipendenti gli uni dagli altri in modo che l'inesattezza di uno non influisce su tutti gli altri. Più prove indipendenti ci sono maggiore è la probabilità del fatto. Le prove possono essere di due tipi: quelle che escludono l'innocenza del soggetto e ne basta uno per condannare quella persona (prove perfette); quelle che non escludono che lui sia innocente (prove imperfette) e servono diverse prove imperfette per formarne una perfetta. Il giudice deve solo accertare un fatto. Per giudicare le prove di un delitto non occorre la scienza o la capacità di trovare rei, le prove devono semplicemente essere giudicate con semplice buon senso.
Gli imputati dovrebbero essere giudicati da loro pari, perché un superiore mal giudica il reo che
considera inferiore; quando il delitto è l'offesa ad un terzo allora la commissione giudicatrice starà metà per il reo e metà per l'altra parte (in questo modo è bilanciato ogni interesse particolare). Le prove e i giudizi dovrebbero essere pubblici così che ogni uomo sia a conoscenza delle conseguenze ad una determinata azione commessa.
ACCUSE SEGRETE
Le accuse segrete sono una forma di disordine e presenti in alcuni Stati a causa della debolezza delle leggi. Esse rendono gli uomini falsi perché vedono in ogni nemico un delatore: così ogni persona tenderà a nascondere i propri sentimenti e vivrà nella costante paura e incertezza. Se uno stato ha bisogno di proteggersi con le accuse segrete ha leggi che non lo difendono abbastanza. Per Beccaria al delatore/calunniatore dovrebbe essere data la stessa pena che toccherebbe all'accusato.
DELLA TORTURA (CAPITOLO 16)
La tortura è una crudeltà
Perché nessuno può essere considerato colpevole prima del giudizio, quindi non si deve negare a quel soggetto la protezione pubblica. La colpevolezza inoltre va punita seguendo la legge, non si può punire prima della sentenza. Il criterio di colpevolezza della tortura è la resistenza dell'imputato e questo non ha senso. I motivi per cui di solito si giustifica la tortura sono i seguenti:
- seguire la logica retributiva e punire chi ha commesso il delitto, ma per Beccaria quel male è stato già fatto quindi sarebbe più utile punire l'infamia;
- punire l'infamia, ma per Beccaria una pena fisica (il dolore) non può purgare una pena morale (infamia). Anzi, essere torturati non fa che aumentare l'infamia di quel soggetto nell'opinione pubblica quindi è un controsenso togliere l'infamia dando infamia;
- si punisce chi si contraddice in un processo. Ma per Beccaria è cosa comune contraddirsi nella vita quotidiana quindi lo sarà.
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