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INDUGIARE NEL BOSCO

Capitolo 3

Terza conferenza → è dedicata agli effetti sul lettore provocati da situazioni di rallentamento, situazioni in cui il testo rallenta, indugia e crea in questo modo degli effetti specifici sul lettore.

“Un certo Monsieur Humblot, respingendo per l'editore Ollendorf il manoscritto della Recherche di Proust, aveva scritto: "Sarò forse duro di comprendonio, ma non riesco proprio a capacitarmi del fatto che un signore possa impiegare trenta pagine per descrivere come si giri e rigiri nel letto prima di prendere sonno.”

Normalmente un testo indugia per non andare subito al dunque, per lasciare che il lettore si faccia quelle famose domande che sono necessarie prima di dare delle informazioni. Bisogna farlo un po' attendere, bisogna creare un po' di attesa.

“In un bosco si passeggia. Se non si è obbligati a uscirne a tutti i costi per sfuggire al lupo, o all'orco, si ama indugiare, per osservare il gioco.

Della luce che filtra tra gli alberi e screzia le radure, per esaminare il muschio, i funghi, la vegetazione del sottobosco. Indugiare non significa perdere tempo: spesso si indugia per riflettere prima di prendere una decisione.

È normale che chi attraversa il bosco si soffermi a osservare le cose e attraversare un testo è anche così, questo non significa che si perda tempo (descrizione), spesso si indugia per riflettere. Indugiare quando un testo rallenta è una situazione più adatta per il lettore per compiere le inferenze: inferenze: il lettore pone delle domande che possono essere pertinenti o meno, le passeggiate referenziali sono quando il testo rallenta per dire al lettore prova ad andare avanti tu, fai qualche ipotesi. Nella narrativa accade che il testo presenti dei veri e propri segnali di suspense, quasi come se il discorso rallentasse o addirittura frenasse, e come se l'autore suggerisse: "e ora prova ad andare avanti".

tu...".Per parlare dell'indugio eco si riferisce a un esempio, un passo tratto dai Promessi Sposi:

Nei Promessi sposi un curato di campagna del XVII secolo, la cui principale dote è la viltà, mentre una sera torna a casa recitando il suo breviario, vede qualcosa che non avrebbe affatto desiderato vedere, e cioè due bravi che lo stanno attendendo. Un altro autore vorrebbe soddisfare subito la nostra impazienza di lettori e ci direbbe subito che cosa accade. Non così Manzoni. Egli impiega alcune pagine, ricche di particolari storici, a spiegarci chi erano a quel tempo i bravi. E poi, quando ce lo ha detto, rimette in scena don Abbondio, ma non lo fa incontrare coi bravi. Indugia ancora.

Si crea una situazione di tensione (il lettore si rende conto che don Abbondio ha paura) quando vede i bravi, è una situazione in cui il lettore si chiede cosa succederà in quei pochi metri che deve percorrere. Manzoni impiega pagine per una digressione su...

particolari storici, pagine per spiegare chi erano i bravi e poi nel momento in cui ha fatto tutta questa digressione di tipo storico rimette in scena don Abbondio ma fa ancora aspettare, indugia, continua a "che fare?" mantenere il ritmo rallentato. Poi segue una domanda indirizzata anche al lettore (cosa faresti lettore? Cosa pensi che faccia don Abbondio in questa situazione), è un esempio di come l'autore modello inviti il lettore a fare una passeggiata inferenziale, a chiedersi delle cose. Altra considerazione → quando il testo opera una digressione e magari non è proprio quello che volevamo leggere, si è tentati di saltare, cosa spinge l'autore a inserire queste digressioni consistenti, tutte queste informazioni storiche? Secondo Eco, l'autore ha consapevolezza che il lettore salta e questo è sufficiente per dargli quel tempo in più per pensare e quindi la digressione riesce a svolgere il suo compito. Quando si considerano i

Diversi livelli del tempo del testo: c'è un tempo della fabula, del discorso e della lettura. Potremmo domandarci comunque se era anche necessario che Manzoni inserisse quelle informazioni storiche sui bravi. Si sa benissimo che il lettore è tentato di saltarle, e ciascun lettore dei Promessi sposi ha fatto così, almeno la prima volta. Ebbene, anche il tempo che occorre per sfogliare delle pagine che non si leggono fa parte di una strategia narrativa, perché l'autore modello sa che in un racconto il tempo appare tre volte: come tempo della fabula, tempo del discorso e tempo della lettura.

Il tempo della fabula fa parte del contenuto della storia. Se il testo dice "passarono mille anni", il tempo della fabula è di mille anni. Ma a livello dell'espressione linguistica, e cioè al livello del discorso narrativo, il tempo per scrivere (e per leggere) l'enunciato è brevissimo.

Ecco come accelerando il tempo del discorso si

Può esprimere un tempo della fabula lunghissimo. Naturalmente avviene anche il contrario: abbiamo visto la volta scorsa che Nerval ha speso dodici capitoli per raccontarci quello che si è svolto in una notte e un giorno; ma poi in due brevi capitoli ci ha raccontato quello che è avvenuto nel corso di mesi e di anni.

I teorici della narratività (come per esempio Chatman, Genette o Prince), sono abbastanza concordi nel dire che è facile stabilire il tempo della fabula: "Il giro del mondo in ottanta giorni" di Verne dura, dalla partenza all'arrivo, ottanta giorni - almeno per i membri del Reform Club che attendono a Londra, e ottantuno giorni per Phileas Fogg che sta circumnavigando la terra andando incontro al sole. Ma è meno facile determinare il tempo del discorso. Dalla lunghezza del testo scritto, o dal tempo che si impiega a leggerlo? Non è detto che queste due durate siano esattamente proporzionali. Se dovessimo calcolare dal numero di parole,

i due brani che vi leggerò orasarebbero entrambi un esempio di quel tempo narrativo che Genette chiama "isocronia" e Chatman "scena", dove cioè fabula e discorso hanno più o meno la stessa durata, come accade nei dialoghi. Tempo della fabula: tempo che si riferisce al contenuto nella storia (sono passati 1000 anni), a livello del testo stesso il tempo del discorso narrativo è in questi 1000 anni, è istantaneo. Tempo della lettura: tempo che si impiega per presentare quella vicenda. Il tempo della fabula è facile da stabilire, è meno facile riuscire a determinare il tempo del discorso: si basa sulla velocità del tempo in cui si impiega a leggerlo o sulla lunghezza del testo? Il tempo della lettura è diverso a seconda del ritmo che il testo impone al lettore, quindi non necessariamente due brani uguali di scrittura impiegano al lettore lo stesso tempo di lettura, è una questione di ritmo, passo che il testo impone.

stesso impone al lettore, ed è parte della strategia narrativa che vuole che quella determinata situazione si percepita in un modo. facciamo 2 esempi in cui teoricamente il tempo della fabula dovrebbe coincidere con quello del discorso, scena o isocronia. Eco cita 2 esempi tratti dal genere poliziesco azione di Mickey Spillane, genere in cui tutto si basa sull'azione ed è necessario che la narrazione stessa sia incalzante, si tratta di un piccolo brano in cui si assiste a un massacro, pochi secondi e i personaggi vengono eliminati. Il primo esempio viene da una tipica hard boiled novel, un genere narrativo dove tutto si riduce all'azione, ed è proibito lasciare fiato al lettore. L'ideale descrittivo della hard boiled novel è il massacro della notte di San Valentino, pochi secondi, e tutti gli avversari sono liquidati. Michey Spillane, che in questo senso è l'Al Capone della letteratura, alla fine di One lonely night ci racconta una scena che

dovrebbe essersi svoltain pochi istanti: Udirono il mio urlo e il rombo assordante del mitra, sentirono i proiettili chefracassavano ossa, che laceravano la carne e fu tutto. Si afflosciarono perterra mentre cercavano di fuggire. Vidi la testa del generale scoppiareletteralmente e trasformarsi in una pioggia di schegge rosse che andarono acadere in mezzo al sudiciume del pavimento. Il mio amico della cabinasotterranea cercò di fermare i proiettili con le mani e si dissolse in un incubodi fori bluastri. Forse avrei fatto prima a compiere il massacro che a leggerne la descrizionead alta voce, ma si può essere soddisfatti. Ventisei secondi di lettura per diecisecondi di massacro rappresentano un buon record. In un film avremmo avutoun'adeguazione completa fra tempo del discorso e tempo della fabula. Si trattadi un buon esempio di quello che Chatman chiama scena. Ma vediamo ora come Ian Fleming descrive un altro orripilante evento, lamorte di Le Chiffre in Casino Royale.

(tratto da un altro testo poliziesco):Ci fu un "puff" più acuto, non più forte del rumore che produce una bolla d'aria che esce dal tubo di un dentifricio. Nessun altro rumore, e improvvisamente sulla fronte di Le Chiffre si aprì un terzo occhio, a livello degli altri due, proprio dove il suo grosso naso cominciava a sporgere dalla fronte. Era un piccolo occhio nero, senza ciglia né sopracciglia. Per un attimo i tre occhi fissarono la stanza, poi la faccia di Le Chiffre si afflosciò e i due occhi laterali si rivolsero lentamente verso il soffitto. La scena dura due secondi, uno serve a Bond per sparare e l'altro a Le Chiffre per fissare la camera coi suoi tre occhi, ma la lettura della sua descrizione mi ha preso 42 secondi. Quarantadue secondi per 98 parole in Fleming è proporzionalmente più lento che 26 secondi per 81 parole in Spillane. Come lettore ad alta voce ho contribuito a darvi l'impressione di una descrizione al rallentatore,

ore su determinati dettagli, tutto contribuisce a creare un ritmo diverso nella lettura. Ecco perché la formattazione del testo può essere utile per evidenziare queste differenze. Ecco un esempio di come potresti formattare il testo utilizzando tag html:

Che anche in un film sarebbe durata abbastanza a lungo, come se il tempo si fosse fermato. Leggendo Spillane ero tentato di accelerare il ritmo della mia lettura, mentre leggendo Fleming rallentavo. Direi che quello di Fleming è un buon esempio di quello che Chatman chiama stretching (che in italiano è stato tradotto come estensione e che nel cinema è quell'effetto di rallentamento detto slow motion), dove appunto il discorso rallenta rispetto alla rapidità della storia. Ma lo stretching - come la scena - non dipendono dal numero di parole, bensì dal "passo" che il testo impone al lettore. Anche nel corso di una lettura silenziosa il lettore è tentato di percorrere velocemente la descrizione di Spillane mentre è portato ad assaporare (se si può usare questo aggettivo per una descrizione così atroce) il brano di Fleming. L'uso dei termini, delle metafore, il modo di fissare l'attenzione del lettore su determinati dettagli, tutto contribuisce a creare un ritmo diverso nella lettura.

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Publisher
A.A. 2021-2022
58 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nora96_96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Zava Alberto.