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Un esempio di parodia e di allusione in questo senso può essere l’”Ulisse” di James Joyce
con esplicito riferimento all’epica ma sotto chiave parodica in quanto epopea della
moderna vita dublinese; Nabokov invece dà alla ragazzina che aveva preceduto Lolita il
nome di Annabel riprendendo la poesia di Poe.
Conrad ne “La linea d’ombra” si rifà a “La ballata del vecchio marinaio” di Coleridge. Si
tratta di una novella autobiografica ed è il racconto di un giovane ufficiale della marina
mercantile a cui, mentre attende in un porto dell’Estremo Oriente un passaggio per tornare
in patria, viene inaspettatamente offerto il suo primo comando, su un veliero il cui capitano
è morto in mare. Egli scopre ben presto che il capitano deceduto era impazzito e che lo
stesso comandante è convinto che il vecchio capitano abbia scagliato una maledizione
sulla nave. Il timore sembra confermato quando il veliero resta in bonaccia e l’equipaggio
si ammala di febbre tropicale. In Coleridge il vecchio marinaio uccide un albatro e in tal
modo attira la maledizione sulla nave sotto forma di bonaccia e pestilenza, ma se ne libera
quando inconsciamente benedice i serpenti marini e viene risospinto verso casa da essi.
Alla fine del romanzo di Conrad il capitano come il vecchio marinaio non riesce a liberarsi
dal senso di responsabilità per le sofferenze del suo equipaggio ed è costretto a
“confessare” della propria esperienza per sgravare il proprio animo.
22. Il romanzo sperimentale
Il “romanzo sperimentale” è una definizione coniata da Zola per sostenere che esisteva
una sorta di equivalenza tra la sua narrativa a intento sociologico e l’esplorazione
scientifica del mondo naturale. Ma Lodge si oppone asserendo che un’opera di narrativa
non è un metodo attendibile per verificare un’ipotesi sulla società e che la vera
sperimentazione sulla letteratura, come nelle arti, avviene attraverso altri processi come lo
“straniamento”. E che invece un’opera sperimentale è tale quando devia in maniera
esagerata dai modi generalmente accettati di rappresentare la realtà sia nella struttura
narrativa sia nello stile. Gli anni ‘20 e ’30, l’apice del modernismo, furono caratterizzati dal
romanzo sperimentale. Il brano di Green, “Living”, quanto a metodo narrativo, è attribuibile
al primo periodo perchè è caratterizzato dal subitaneo spostarsi del discorso dalla forma
narrativa al dialogo e di nuovo alla forma narrativa, senza un passaggio graduale. L’autore
vuole celebrare la vita delle classi sociali lavoratrici, ma nella narrativa una delle difficoltà
dello scrivere in modo veritiero sulla vita di queste classi sociali è insita nel fatto che il
romanzo stesso è di per sè intrinsecamente una forma d’arte borghese. Green cerca così
di avvicinare quanto più possibile il linguaggio del narratore a quello dei personaggi
attraverso frasi proverbiali ripetizioni lessicali che imitano la routine meccanica
dell’industria. Altre bizzarre deviazioni stilistiche questa volta più radicali si possono
riscontrare in Walter Abish con Alphabetical Africa in cui ogni capitolo è formato da parole
che iniziano per una e una sola lettera: il primo capitolo=parole in A; secondo capitolo=
parole in B etc...
23. Il romanzo umoristico
Il romanzo umoristico è un genere di narrativa molto inglese. Ne è un esempio il romanzo
“Lucky Jim” di Kingsley Amis. Jim Dixon è un lettore temporaneo in un’università di
provincia che per proseguire il suo lavoro deve dare dimostrazione della sua competenza
professionale ad un professore distratto mediante la pubblicazione di un dotto articolo. Jim
disprezza il suo professore come anche l’erudizione accademica, ma non può permettersi
di dirlo. Così il suo risentimento è interiorizzato, talvolta in comiche fantasie di violenza e
altre volte in un ironico commento mentale. Nella scena iniziale i due si trovano in
macchina e il professore chiede a Dixon che titolo abbia scelto per l’articolo e qui Dixon
guarda fuori dal finestrino creando un momento di suspense comica, che dà rilievo alla
rivelazione delle ragioni del silenzio di Jim: il suo imbarazzo nel dover dire il titolo completo
del suo articolo troppo accademico e polveroso. L’umorismo nella narrativa scaturisce da
due fonti primarie strettamente collegate: la situazione (che richiede un personaggio
particolare: una situazione che è comica per un dato personaggio può non risultare tale
per un altro) e lo stile. Lo stile nel caso di Lucky Jim ha un tono istruito, da cui non traspare
la classe sociale, eloquente ma non elegante in modo convenzionale, un tono pieno di
piccole sorprese precisazioni e capovolgimenti. Mentre la situazione non può che essere
umoristica: Jim è vittima del modo di guidare spaventoso del professore che lo tortura con
domande scomode.
24. Il realismo magico
Il realismo magico si realizza quando accadono avvenimenti impossibili e meravigliosi in
un genere di narrativa che per altro pretende di essere realistica. E’ un effetto che
troviamo soprattutto nella narrativa latino-americana contemporanea (Garcìa Màrquez) ma
anche in altri paesi (Milan Kundera) ed in generale in tutti quegli scrittori che sono stati
testimoni di grandi sconvolgimenti storici che secondo loro non possono essere
rappresentati in maniera adeguata mediante il realismo. Kundera fu uno dei molti giovani
cecoslovacchi che accolsero con gioia il colpo di stato comunista del 1948 con la speranza
di libertà e giustizia ma per aver detto qualcosa di scomodo venne espulso dal partito. Ne
“Il libro del riso e dell’oblio”, l’autore sostiene di aver visto un cerchio di danzatori sollevarsi
nell’aria di Praga e volare via: questi sono i suoi colleghi del partito dalla cui cerchia è
escluso. Ma mentre i giovani si librano nell’aria viene descritta un’altra immagine: nella
stessa aria si vede il fumo delle due vittime di Stato cremate: un artista surrealista e un
socialista. Ciò rappresenta l’illusione di giustizia e di purezza dei suoi compagni comunisti
che innocentemente servono un sistema politico fatto di terrore ed ingiustizia.
25. Rimanere in superficie
Il romanzo è la forma della narrativa che meglio rende il punto di vista soggettivo. I
romanzi inglesi usavano diari e lettere (Pamela di Richardson, Robinson Crusoe di Defoe)
per descrivere i pensieri intimi dei loro personaggi più tardi con Joyce si ha addirittura un
accesso alla coscienza del personaggio. Ma alcuni romanzi vengono scritti per descrivere
unicamente il comportamento umano senza approfondimento psicologico: si rimane in
superficie. In tal caso il romanzo presenta dialoghi piatti e oggettivi, senza interpretazioni
introspettive da parte dei personaggi, senza commento dell’autore, il tempo scelto è il
presente. Un esempio eclatante di questo tipo può essere il romanzo “The History Man” di
Bradbury in cui viene presentata una scena di sesso tra Kirk e l’amante e dove ci si
aspetta di trovare un’analisi interna delle emozioni e sensazioni di almeno uno dei
partecipanti; invece in questo caso i due parlano esplicitamente del rapporto tra il
protagonista e la moglie.
26. Narrazione mimetica (showing) e diegetica (telling)
La forma di narrazione mimetica (dal greco mimesi: imitazione; come in una scena
teatrale: nelle tragedie e nelle commedie) consiste nella citazione delle parole dei
personaggi: l’autore riporta in modo fedele ciò che i personaggi dicono attraverso il
discorso diretto. La forma di narrazione diegetica è il sommario d’autore, in cui la
concisione e l’astrazione del linguaggio del narratore cancellano l’individualità e la
personalità dei personaggi e delle loro azioni. Avviene quando l’autore racconta un fatto in
prima persona, ovvero esprime sentimenti propri, quando cioè dà un'impronta personale
Tale forma è prevalente nel
alla sua opera o descrive dall’esterno personaggi e ambienti.
romanzo ed esprime tutto quello che non può essere detto col semplice dialogo fra i
personaggi. Esistono forme miste quando entrambe le scelte si alternano nella stesura
dell'opera.
27. La narrazione a più voci
La narrazione diegetica come abbiamo detto tende ad appesantire la narrazione ma ciò
non avviene quando se ne fa un uso moderno e ironico che conferisce un andamento
veloce al romanzo. E’ un modo efficace per trattare un grosso numero di personaggi e una
vicenda che si svolge in un lungo lasso di tempo, senza andare ad impantanarsi in ritmi
narrativi lenti e senza addentrarsi in particolari minuziosi tipici del romanzo classico. Ma
bisogna assicurarsi che lo stile del sommario non diventi uniforme fino alla monotonia del
lessico e nella sintassi. Dunque si ricorre a quello che il critico russo Bachtin ha definito
“polifonia”. Secondo Bachtin il linguaggio della poesia epica o lirica tradizionale è
monologico: si sforza ovvero di imporre un unico punto di vista, un’unica visione del
mondo tramite un solo stile unitario. Il romanzo, invece, è dialogico, poichè fonde in sè
molti stili e voci diversi, che per così dire parlano tra loro. Un esempio è l’alternanza della
voce del narratore con quella dei personaggi, presente ognuna con un proprio particolare
accento e idioma, che sottolineano classe, regione, lavoro, sesso eccetera.
28. L’atmosfera del passato
Il primo scrittore che seppe rievocare attraverso il romanzo l’atmosfera del passato in
modo convincente e preciso, fu Walter Scott. Nei suoi romanzi storici parlava di
personaggi e avvenimenti storici rievocando il passato anche in termini di cultura,
ideologia, usi e costumi, descrivendo nel suo complesso lo “stile di vita” della gente
comune. Ed è lo stesso processo che il Manzoni rievoca nei “Promessi sposi” basti
pantaloni larghi, reticella verde in testa con
pensare alla minuziosa descrizione dei bravi:
un ciuffo che fuoriesce, una cintura lucida di cuoio, e a quella attaccate due pistole, un
corno appeso al collo ripieno di polvere da sparo, un pugnale etc... Ma come in ogni
romanzo storico bisogna fare attenzione all’anacronia che è l’elemento che per
antonomasia guasta l’atmosfera del passato.
29. Immaginando il futuro
La maggior parte dei romanzi ambientati nel futuro paradossalmente sono scritti con verbi
al passato che per antonomasia è considerato il tempo “naturale” per la narrativa. Infatti il
passato storico viene usato per dare alla descrizione del futuro l’illusione romanzesca
della realtà e anche