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Proust superano i loro maestri Baudelaire e Dostoevskij: per Kafka e Proust il male ha perso le
caratteristiche che lo rendevano una esperienza particolare; il male è diventato il collante che tiene insieme
l’umanità, altrimenti disgregata. Il male è un aggregato molecolare radicato nelle fibre dell’universo. Il male
è autonomo e costituisce un presupposto della nostra esistenza. Secondo Beckett la macchina della
dannazione non si ferma. In Proust i personaggi sono vittime e prigionieri del Tempo. Non si sfugge dalle
ore e dai giorni. Secondo Bachmann siccome dimoriamo nell’orrore è superflua la visione dell’orrore. Per
Gadda il dolore è infinito: c’è sempre una sventura dietro l’angolo.
2 - L’odore del sangue
2.1 - Insensati, lievi e buffoneschi: così sono gli uomini
•• Dopo Kafka e Proust lo scrittore veste i panni di un osservatore minuzioso, di un attento cronista dei
fenomeni entro i quali si svolge la vita percettiva individuale. Con Husserl e la sua fenomenologia, bisogna
mettere tra parentesi (epoché) ogni giudizio soggettivo (che sempre dipende dall’abitudine). Per Kafka,
Proust, Gadda e Beckett i confini tra bene e male vengono cancellati. Secondo Foucault il potere si
disarticola: non c’è più un centro unico di sovranità, e questo crea molteplici punti di resistenza. Il potere
del Bene, quindi, che dal 1945 in poi si è imposto come modello della vita individuale e collettiva, ha
prodotto il male come punto di resistenza. Houellebecq definisce il male in Particelle elementari come
“distacco sensoriale”. Secondo Houellebecq i due fratelli non possono che essere assolti (entrambi hanno
vissuto in maniera individualistica fino a far suicidare entrambe le donne della loro vita). Michel sente di
vivere la sua vita a volte travolto dalle emozioni e a volte sopraffatto dall’apatia più drastica. Si sente
separato dal mondo da qualche centimetro di vuoto che forma intorno a lui un guscio o un’armatura. Il
fratello Bruno è invece ossessionato dall’eccitazione erotica. La realtà gli si presenta come una dilatazione
della sfera sessuale. L’obiettivo principale della sua vita è stato esclusivamente sessuale. Il desiderio
sessuale, inarrestabile e inappagato, si trasforma in impulso distruttivo. Secondo Bruno, le particelle
elementari di cui è composto l’universo non hanno proprietà e quindi galleggiano in un “profondo vuoto
ontologico”: non esiste quindi un legame che colleghi gli eventi tra loro. La libertà è solo una incalcolabile
imprevedibilità, secondo Michel. Infatti, Bruno non sa dove potrebbe condurlo il desiderio sessuale allo
stato bruto. Mentre Christiane vorrebbe da Bruno anche la sentimentalità, Bruno continua a vederla solo
come corpo ridotto alla sua individuazione sessuale. In Piattaforma, Houellebecq immagina un mondo in
cui i ricchi occidentali insoddisfatti sessualmente pagano servizi ai miliardi di poveri che non possiedono
niente a parte il loro corpo e la loro sessualità intatta. Il corpo allora diventa una pura macchina erotica. A
creare questa nuova forma di guadagno sono Michel e Valérie. In Antichrist di Von Trier, soprattutto nel
ralenti iniziale, si mostra il disastro generato dalla manifestazione del desiderio sessuale, come capitato a
Bruno. Già dalla prima scena il desiderio irrompe con una urgenza così ampia da sopraffare ogni altro
istinto. L’isolamento dei due protagonisti di Antichrist contiene in sé il germe del male, il principio
dell’imminente catastrofe. Nella stanza accanto il figlio della coppia lasciato a se stesso sale su un tavolo e
si lancia dalla finestra che il vento ha spalancato. Da questa tragica morte comincia il violento confronto tra
l’uomo e la donna. L’uomo diventa violento e il principio di pulsioni e percezioni insensate costringe l’uomo
a uccidere la sua compagna. Altrimenti sarebbe stata lei a sopraffare il marito. Nella Pianista di Haneke,
Erika teme soprattutto il desiderio sessuale allo stato bruto. Ma gli effetti devastanti di questo desiderio non
risparmiano neanche chi gli si allontana (oltre ovviamente a chi lo persegue, come i personaggi di
Houellebecq o la coppia di Antichrist). Erika, per proteggersi dalle reazioni presenti nelle relazioni erotiche,
si infligge traumatiche e innaturali mutilazioni.
2.2 - Diario del seduttore
•• In L’odore del sangue di Parise, sessualità romantica e richiamo animalesco esercitato dal sangue
convivono. Silvia ama Filippo in maniera platonica, visto che per lei il sesso non è affatto importante, ma ha
una religiosa dedizione al marito. Filippo avvia il combattimento, dissimulato dalla copertura pacificante di
un eros idealizzato. L’odore del sangue, invece, lo attrae irresistibilmente. Per Parise le persone si
accoppiano perché ogni donna è un po’ masochista e ogni uomo è un po’ sadico. Filippo è sadico perché
va con altre donne, Silvia è masochista perché non ama nessuno all’infuori di Filippo, e forse lo ama
proprio perché lui fugge. Filippo in questo modo possiede non solo il corpo di Silvia, ma Silvia. Stando
entrambi a Roma, Silvia è ansiosa di compiacere e di obbedire a Filippo, ma a Filippo quasi pesa questo
comportamento di Silvia, per questo fugge di frequente. Silvia si sottomette a Filippo spontaneamente:
scompare come donna reale e diventa l’insieme di ideali che Filippo vede in lei. È la violenza più difficile da
fronteggiare, secondo Lévinas: la violenza non ferisce, ma interrompe la continuità delle persone, fa
recitare loro delle parti nelle quali non si ritrovano più. Nel Don Giovanni di Mozart Kierkegaard scorge le
stesse caratteristiche di Filippo: tira fuori dalle donne la sensualità. Non è Silvia a essersi idealizzata, ma
Filippo ad aver agito violentemente imponendo a Silvia una metamorfosi in donna idealizzata. Quando
Silvia se ne rende conto, si ribella e lo tradisce con un giovane balordo di 25 anni. Filippo non se lo aspetta,
vista la simbiosi tra i due coniugi. Ma il tradimento di Silvia non produce in Filippo i traumi che ci saremmo
aspettati: si inglobano i tradimenti dei due nella solida cornice del loro rapporto, anche perché Filippo
considera il tradimento di Silvia come un capriccio temporaneo. In questo caso, la violenza di Filippo è
totale: neutralizza addirittura la trasgressività di cui Silvia si dimostra capace. Silvia, nonostante la sua
rinascita erotica, non sfugge mai a Filippo. Silvia allora a forza di dimostrare la sua trasgressività, viene
trovata morta, nuda, coperta di sangue. Filippo riconosce però le sue responsabilità: “Non si seppe chi
aveva ucciso Silvia e io sapevo però che il vero mandante ero io stesso”. Alla fine del romanzo però si
discolpa dicendo che non l’ha voluto spontaneamente, ma è stato costretto a diventare mandante della
morte perché abbagliato da un grande sogno romantico (voleva possedere la femminilità tutta intera).
Secondo Parise l’odore del sangue è l’odore più profondo essenziale e unico della vita: per assecondare il
richiamo esercitato da questa particolare percezione olfattiva è necessario sacrificarle continuamente delle
vittime. Tobias, protagonista di Ieri di Kristof capisce che per comprendere gli eventi deve sottrarli al loro
fluire, quindi deve scrivere. Scrive nella testa perché lì tutto si srotola senza difficoltà. Tutto diventa falso, a
causa delle parole. La scrittura non deve essere comprensibile, neanche a Tobias stesso. È una traccia che
impedisce agli eventi di scomparire. Tobias è convinto che ci sia una donna, Line, che ancora non incontra
e che sia nata solo per incontrare Tobias. Anche per lui è lo stesso: è la donna della sua vita e ancora non
la incontra. Tobias nega a Line ogni diritto all’esistenza. Line sopravvive solo come forma ideale. Tobias
infatti uccide la prima Line che ha incontrato: la madre, che porta proprio questo nome. Tobias sa che Line
così come la idealizza “non esiste”, quindi svuoterà di qualsiasi impulso vitale tutte le Line che incontrerà.
Secondo Schmitt l’aggressività è il rovescio dei valori. Forest in Tutti i bambini tranne uno racconta la storia
autobiografica della morte di sua figlia di quattro anni dopo una malattia durata 16 mesi. Forest, essendo
realista, appena scoperta la malattia abbandona ogni speranza. Secondo Forest bisogna cedere al male,
lasciarsi contaminare dalla sua espansione (Ivan nei Fratelli Karamàzov chiama il male “sofferenza inutile”).
È l’unico modo per affrontarlo senza soccombere. In ospedale, ma anche fuori, Forest non vede più
persone ma solo fantasmi. Forest parla della figlia come se già fosse morta. Chi è morto rimane ancora
nella memoria di chi resta in vita. Chi resta in vita deve onorare questo ricordo ma nello stesso tempo deve
allontanarsi di continuo da questo per sopravvivere. Canetti in Massa e potere sostiene che il confronto con
il morto è un confronto con la propria morte. L’uomo non crede mai del tutto alla morte finché non l’ha
sperimentata. E la sperimenta negli altri. Forest si rende conto che le parole mentono, ma risultano
indispensabili per sopravvivere, per custodire un evento che altrimenti scivolerebbe nell’oblio. Forest
mentre Pauline moriva non ha fatto domande sulla legittimità etica del tragico evento. L’unica risposta è
stata l’esperienza senza senso della vita e della realtà. Cattelan è un artista che sfida i moralisti: impicca
tre manichini di bambini in una piazza a Milano, e li lascia con gli occhi aperti, che guardano in direzione
dell’osservatore, costringendolo a ricambiare lo sguardo, a fissare l’espressione suprema del male, ovvero
il sacrificio gratuito dei bambini, vittime innocenti per eccellenza.
3 - Il diavolo non esiste
3.1 - Il male è l’unica cosa permanente
•• Il male è entrato nella normalità dell’esperienza. Bernhard è il teorico più coerente dell’irresponsabilità
individuale generata dal male. Nel suo ultimo romanzo, Estinzione, si rivolge direttamente alla natura
diabolica dell’uomo. Noi siamo quelli senza carattere, i ridicoli, i comici, i perversi. Si rilega alla natura
diabolica dell’uomo American Psyco, romanzo di Ellis. Non esiste personaggio più perfido del protagonista,
Patrick Bateman, che estirpa ogni ostacolo con nonchalance. È un dandy in chiave turbo-finanziaria. Di
notte si trasforma in violentatore-assassino freddo e sanguinario di giovani donne. Il mondo è sempre il suo
mondo: decide lui chi vive e chi sopravvive, e la decisione è arbitraria, casuale. Patrick si trova incapsulato
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