Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
L
a tendenza è di rappresentare narrativamente il mondo mentre si cerca di spiegarlo. Ontofania e
ierofania coincidono. "I miti descrivono le diverse – e talvolta drammatiche – irruzioni del sacro (o
33
del sovrannaturale) nel mondo. È questa irruzione del sacro che fonda realmente il mondo" .
Da Treccani: "Il cosmo nel suo complesso è un organismo al tempo stesso reale, vivente e sacro;
rivela simultaneamente le modalità dell'essere e della sacralità. Ontofania e ierofania coincidono.
Per l'uomo religioso il soprannaturale è indissolubilmente connesso con il naturale, la natura esprime
sempre qualcosa che la trascende."
Riepilogando: il mito etno-religioso si qualifica in quanto (1) tentativo di chiarire l'universo attraverso un
racconto e (2) fornisce una spiegazione che non è più discutibile: diventa oggetto di fede (finché la fede
resiste).
Il mito letterario e differenze rispetto al mito religioso
Innanzitutto il mito letterario può assumere due forme:
• un mito preesistente e ripreso dalla letteratura, in un processo che implica ad esempio il passaggio da
un "pre-testo" (o "avan-testo") della tradizione orale alla codificazione letteraria
• un mito nato direttamente dalla letteratura, cioè inaugurato da un'opera letteraria o da un corpus di
testi (Tristano e Isotta, Don Giovanni, Faust).
questo caso si configura come leggenda (io penso): elaborazione del mito letterario su una
fabulazione leggendaria nata attorno a un personaggio reale, cui la tradizione popolare assegna
gradualmente caratteri fittizi fino a farlo divenire creatura letteraria.
I problemi classificatori e terminologici ricorrono anche in relazione alla categoria dei miti letterari.
Sellier ha sottolineato che non è sufficiente che ci sia la ripresa di un'opera da parte di numerose altre perché
si possa parlare di "mito letterario"; è necessario che questa ripresa sia dovuta all'esistenza di uno scenario
concentrato , cioè di un'organizzazione eccezionalmente salda. Tale posizione risulta forse troppo rigida →
Brunel: le occorrenze mitiche all'interno di un testo possono anche essere implicite o latenti → in questo
caso la ripresa del mito originale può assumere forme "sotterranee" o allusive, mantenendo tuttavia un forte e
centrale "potere di irradiazione", sulla base del quale il riferimento all'elemento mitico è ben lontano dal
31 Rivedi su riassunti Romeo le caratteristiche individuate da Walter Ong per le narrazioni orali.
32 Termine mio, non del libro → cautela
33 Eliade
decadere o dal risultare depotenziato. 34
Riprendendo quanto già detto prima, Philippe Sellier propone le seguenti categorie di miti letterari :
• miti letterari nati dalla rielaborazione narrativa di racconti d’origine mitica costitutivi della
tradizione culturale occidentale, consolidatisi principalmente attraverso la letteratura greca e le Sacre
Scritture;
• miti letterari di nascita “recente”, originati da opere letterarie, come Tristano e Isotta, Amleto o
Faust.
La categoria di mito non è esclusivamente la sopravvivenza letteraria del mito etno-religioso, ma si può
estendere a un più largo orizzonte di senso→ la definizione può allargarsi fino a includere "ogni illustrazione
simbolica di una situazione umana esemplare per una certa collettività". La letteratura non è solo depositaria
ma anche fondatrice di miti, cioè di rappresentazioni caratterizzate da (1) una valenza simbolica, (2) uno
schema ricorrente e (3) un valore esemplare di fascinazione immaginativa per una determinata collettività →
tra i miti propriamente detti bisogna includere:
• miti “politico-eroici”: in questo tipo di “mitizzazione” accade che alla storia reale si sovrapponga
una storia di secondo grado, organizzata attorno ad uno "scenario concentrato" tipico della
configurazione mitica. Es Alessandro, Cesare, Napoleone, Giovanna d’Arco.
• miti parabiblici: originati da spunti minimi e germinali presenti nelle Sacre Scritture, conoscono
grande fortuna culturale grazie all'espansione narrativa del racconto mitico. ES Lilith.
• Immagini-chiave: capaci di esercitare una fascinazione collettiva paragonabile a quella dei miti
primitivi, e dunque di attivare il processo della mitizzazione all'interno di un determinato
immaginario culturale e letterario, divenendo miti d'epoca. ES Progresso, Razza, Macchina.
Elementi e le funzioni costitutive che identificano il mito letterario:
֍ perdita del carattere anonimo e “fondativo/veridico” del mito etno-religioso, di cui però conserva la:
• saturazione simbolica
• struttura rigorosa, data dalla presenza di uno scenario ricorrente (schema minimale e fisso)
• "illuminazione metafisica"
• presenza del sacro (es nel Faust presenza e ricorrenza dell'elemento trascendente e sovrannaturale).
֍ esemplarità: il durevole potere sulla coscienza collettiva che si accompagna a un'attitudine a nascere e
rinascere trasformandosi continuamente. Per far ciò, il mito ha due componenti compresenti:
1. permanenza di un "sintagma minimale", cioè di un nucleo di significato e di articolazione del
racconto trasmissibile attraverso il tempo e lo spazio.
2. grande potenziale di flessibilità e una riserva di virtualità e dunque di metamorfosi.
35
֍ polisemia e polivalenza : il mito letterario ha una sostanziale mobilità polisemica, si interseca con la storia
culturale che lo "riscrive" e lo rifunzionalizza. Attraverso le epoche, le culture, gli autori e i lettori, il mito
può esere rifunzionalizzato e investito di significati differenti.
Susan Bassnett ha insistito sul problema della ricezione letteraria nello studio tematologico. Analizzando
le metamorfosi storiche del trattamento letterario di Ginevra, ha dimostrato che i parametri di aspettativa del
lettore (determinati dalle coordinate storico-culturali di una data epoca) condizionano l’orientamento
ideologico del testo letterario in rapporto alla riutilizzazione di un materiale tematico tradizionale.
le aspettative del pubblico rivelano i dinamismi interni alla storia culturale e le ragioni della
permanenza, della trasformazione o dell'eclissi di un mito o tema letterario all'interno di contesti
differenti. (p 75 per Ginevra e condizione femminile). "Non c'è mito senza destinatario, garante e
attore dell'esemplarità" (Pageaux).
A questo problema se ne lega un altro, enfatizzato da Pageaux e da Brunel: la necessità dell' adozione di un
punto di vista rigorosamente culturalista: il principio del radicamento culturale sollecita la
contestualizzazione dei miti letterari e la valutazione delle loro specifiche manifestazioni culturali, dato che
essi "parlano la lingua dell'immaginario in cui si radicano".
contro le tendenze destoricizzanti e sovra-culturaliste. In particolare Jung forte spinta in questa direzione,
cioè a considerare i motivi mitologici come "elementi strutturali collettivi dell'anima umana in generale".
Jung formula il concetto di "inconscio collettivo", cioè uno strato-base psichico-collettivo, che individua
34 Circoscritte all'orizzonte culturale occidentale.
35 Riguardo al mito letterario di Ulisse, Piero Boitani parla di campo figurale: esso disegna un "intertesto" mitologico-letterario-
storico che nella mobilità delle sue forme pone in rilievo le continue metamorfosi e incarnazioni dell'archetipo mitico
nell'immaginario occidentale, rvelandone l'eccezionale vitalità storica.
un'essenza universale e una sostanza promordiale e comune → identificazione di un materiale simbolico
costante, avente valore archetipico, cioè universale → trascurato ogni riferimento al contesto culturale, ogni
ricerca di ordine sociologico o storico.
Pageaux e Brunel richiamano a una corretta valutazione delle declinazioni e caratterizzazioni culturali di miti
e temi letterari. Non si deve parlare di un mito ad esempio della metamorfosi o del labirinto, ma dei miti
della metamorfosi etc perché ognuno di essi è culturalmente radicato e tutti possono manifestare un archetipo
comune → necessità di individuare queste tipologie soggiacenti ai miti specifici: es Narciso →
trasformazione dell'uomo in un'altra specie del regno naturale (metempsicosi? Samsara?) ; il labirinto di
Creta → spazio-trappola.
36
Massimo Fusillo sottolinea l'esistenza di "costanti transculturali", cioè di temi che hanno risonanza in
culture e in contesti diversi perché attingono a realtà psichiche e antropologiche, MA specifica che
transculturale non significa universale (cioè depurato da ogni elemento sociale), in quanto il riferimento è
sempre rivolto a un numero determinato di culture. Pageaux critica i cosiddetti "universali", sottolineando
che ogni specifico spazio culturale agisce in funzione di "differenziatore". È legato alla natura “narrativa” e
dunque comunicativa del mito il fatto che esso produca, a partite da comuni costanti archetipiche e psichiche,
una varietà di “racconti” culturalmente differenziati.
La relazione tra testo letterario e schema mitico può articolarsi in forme differenti, il racconto può:
• configurarsi come integralmente mitico.
• integrare il mito sotto forma di racconti incastonati.
• presentare il mito in forma sotterranea e criptata, non esplicita.
L’elemento di base dell'analisi è costituito dall’individuazione delle unità invarianti che definiscono, nelle
loro relazioni strutturali, lo scenario ovvero il modello mitico permanente, che è ciò che assicura la
trasmissione dell’identità del mito nella storia. Il rapporto fra testi e modello mitico fa dunque emergere due
componenti:
• unità invarianti (costanti): unità sintagmatiche del mito che determinano la permanenza dello
schema mitico e delle sue dinamiche fondamentali.
• 37
unità varianti (variabili) : investono questioni di poetica e di immaginario individuali, di orizzonte
contestuale e di radicamento in un sistema letterario (→ culturale) determinato.
I miti non sono meri materiali estrinseci dell’invenzione letteraria, bensì parti integranti di testi letterari,
strutturati e costruiti secondo codici specifici e inoltre costitutivamente legati alla realtà extratestuale e a
contesti variabili a seconda delle epoche e delle realtà linguistiche e culturali → la loro natura li configura
come chiave d’accesso ad una fitta rete di relazioni (con storia letteraria, delle idee etc)