Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 16
Riassunto esame Islamistica, prof Lagdaf, libro consigliato L'Islam. Una religione, un'etica, una prassi politica, Bausani Pag. 1 Riassunto esame Islamistica, prof Lagdaf, libro consigliato L'Islam. Una religione, un'etica, una prassi politica, Bausani Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Islamistica, prof Lagdaf, libro consigliato L'Islam. Una religione, un'etica, una prassi politica, Bausani Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Islamistica, prof Lagdaf, libro consigliato L'Islam. Una religione, un'etica, una prassi politica, Bausani Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Islamistica, prof Lagdaf, libro consigliato L'Islam. Una religione, un'etica, una prassi politica, Bausani Pag. 16
1 su 16
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Matrimonio, donne e schiavitù; Il Corano ammette la poligamia con la restrizione

• di quattro mogli per uomo. Il matrimonio, che non è un sacramento islamico, è

giuridicamente un contratto, che avviene di fronte ad un giudice (qaadii), fra lo sposo

e il walii (rappresentante) legale della sposa, della quale è obbligatorio il consenso. Il

divorzio avviene oltre che per decesso anche per:

Talaaq ripudio della moglie da parte del marito;

 Hul’ riscatto della moglie dal marito previo pagamento di una cifra concordata;

 Fash dichiarazione di nullità da parte del giudice;

La posizione della donna islamica è resa peggiore, di quanto in realtà non sia nel Corano,

da tradizioni sociali e pregiudizi esterni alla Legge religiosa. Un esempio è riscontrabile

nell’uso del velo, assolutamente non prescritto dal Corano, e che è entrano nell’Islam per

influenze cristiano-orientali.

La schiavitù è riconosciuta nel Corano come un dato di fatto sociale, tuttavia viene qui

mitigata, tanto che riscattare schiavi è considerata un’opera degna di merito. Si è schiavi

quando si nasce da una donna già schiavizzata, o quando un non musulmano viene fatto

prigioniero di guerra da un musulmano; in questo caso, la successiva conversione non

comporta la libertà dello schiavo. Secondo la legge, gli schiavi devono essere mantenuti

ed eventualmente curati; hanno diritto al riposo e ad un proprio peculio e schiavi propri.

È legittimo il matrimonio fra schiavi e liberi e i figli che ne nascono sono considerati

liberi.

Morte; a seguito della morte di un credente, per Legge è necessario compiere tali

• atti:

Abluzione completa del cadavere;

 Avvolgimento del cadavere in sudari (kafan);

 Preghiera dei morti (salaat ak-ginaaza);

 Il seppellimento vero e proprio secondo cui il cadavere è posto sul lato destro con

 viso verso la qibla.

Si ricordano inoltre alcune prescrizioni e proibizioni legate alla religione:

È proibito l’uso di vasi d’oro e d’argento per banchetti. È inoltre proibito l’uso della

• seta.

È proibito riprodurre, possedere o usare immagini di essere viventi.

• È proibito il gioco d’azzardo e il prestito ad interesse.

• Sono limitate la musica e il canto.

• È proibito mangiare carne di porco, sangue e animali non macellati ritualmente. La

• macellazione rituale islamica consiste nel tagliare di netto la gola dell’animale,

facendo uscire tutto il sangue, mentre si pronuncia Bismillah.

Sono proibite le bevande alcoliche. La scuola hanafita, basandosi sulla lettera del

• Corano, proibisce il vino e raccomanda un uso limitato di tutte le altre bevande

alcoliche.

La Mistica

Il termine sufismo deriva da suuf, lana, materiale con cui erano fatte le tuniche indossate dai

primi mistici. In arabo, suufii è mistico; tasawwuf è misticismo.

La mistica trovo nel sunnismo i suoi più alti rappresentanti, mentre lo sciismo l’ha sempre

considerata con sospetto. Il motivo per cui la mistica riuscì ad aderire meglio al sunnismo è

perché quest’ultimo, regolando in ogni minimo dettaglio gli aspetti esterni della vita del

musulmano, lascia massima libertà a quelli interni. Inoltre, ricordiamo, che il misticismo

consiste in un contatto personale e diretto con Dio. Di fatto, non essendoci sacerdoti o

sacramenti, il musulmano che adempie tutti i suoi obblighi legali è libero di parlare come

meglio crede con Dio.

Nel sufismo si trova un’accentuazione dell’unicità e trascendenza divina, tanto che solo

l’annullamento e l’annientamento di tutto ciò che non è Dio, può salvarla.

Vi sono diverse tendenze nel sufismo:

Dio è l’unico e il solo ad essere degno di esistere. Affermare la minima autonomia di

• altri esseri viventi è bestemmia.

Oltre alla trascendenza divina, si accentua la trascendenza morale di Dio, il quale

• viene collocato al di là del bene e del male. Alcuni mistici, tuttavia, cominciano

spesso a sentirsi essi stessi al di là del bene e del male, al pari con Dio.

Mentre secondo l’ortodossia il Profeta è l’unico e legittimo intermediario fra Dio e

• l’uomo e colui il quale è in grado di ricevere rivelazioni, il mistico è convinto di

essere in grado di avere rivelazioni da Dio e si pone oltre il Profeta stesso.

Nel Corano vi sono tre forme di rivelazione di Dio alle creature:

Per wahy, cioè ispirazione;

1. Per sogni o visioni allusive;

2. Per wahy matluuw, cioè la rivelazione recitata a parole mediante un angelo

3. che rivela alcuni dettami di legge ad un Profeta. Quest’ultima è riservata al

messaggero di Dio.

L’idea di santo costituisce un pericolo per l’ortodossia poiché spesso essa, nel

• misticismo popolare, viene degenerata in adorazione e devozione completa per

l’uomo.

Ta’wiil, trasposizione spirituale.

Nella dimensione etica, il sufismo si fa portatore di un raffinamento dei costumi e

ingentilimento della vita individuale e sociale degli ambienti islamici. L’etica suufii parte da

quella islamica generale, fondata sul senso di totale sottomissione dell’uomo a Dio, dalla

quale, se realizzata con profondità, nasce la suprema libertà (hurriiya) del mistico. Appunto,

per il mistico, la vera libertà consiste nella assoluta servitù nei confronti di Dio.

Un altro aspetto, quello emozionale, del sufismo, si concretizza in una nuova liturgia. Essa

infatti ha lo scopo di creare lo stadio supremo dell’annientamento in Dio, dell’estasi,

dell’unione. Un atto liturgico fra i più importanti è il dhikr, letteralmente menzione di uno

dei nomi di Dio.

La scuola (tariiqa, via, mistica) guidata dal maestro è un elemento fondamentale per il

mistico che vuole raggiungere Dio attraverso una ‘via’ dritta e sicura. Solo dopo aver

percorso tutta la via, il novizio è in grado di giungere allo stadio della realtà. Si distinguono

tre stadi: sharii’a (legge canonica); tariiqa (rito e regola di confraternita); haqiiqa

(realizzazione dell’assoluto). Il Maestro viene spesso identificato con il santo. I sufi hanno

costruito una gerarchia di santi al cui vertice sta il polo (qutb); essi governano il mondo e le

loro tombe sono venerate e luogo di pellegrinaggio. La concentrazione del divino nella

figura di Allah è così divisa nelle misteriose gerarchie di sani nei quali sembrerebbe

incarnarsi l’Uomo Perfetto.

La Shii’a e le comunità non sunnite

L’Islam sunnita è di coloro che chiamano sé stessi ‘la gente della tradizione e della

comunità’, dove jamaa’a sta ad indicare che per i sunniti l’autorità religiosa non è

concentrata in persone, ma in un Libro e nell’interpretazione ‘comunitaria’ di esso data da

generazioni di dotti e giuristi.

Invece, gli sciiti, oltre a venerare le tradizioni del Profeta, credono fortemente nella

concentrazione della autorità religiosa in persone, a differenza dei Sunniti. All’apice vi è

Dio, poi il Profeta e dopo di lui vari successori (imaam).

La scii’a teologicamente organizzata nasce dopo la morte di tutti gli imaam e va considerata

come la creazione di movimenti fin troppo entusiasti attorno a personalità discendenti di

‘Alii, che giungevano anche alla divinizzazione della persona venerata. Il più importante di

questi movimenti è quello ismailita.

Il termine shii’a significa fazione, partito.

Fin dalla morte del Profeta, molti credevano che ‘Alii, in quanto uno dei parenti più stretti e

uno dei credenti più pii, fosse il suo legittimo successore, parlando in termini politici.

Recentemente si tende a dividere la shii’a di tipo politico, composta da partigiani di ‘Alii, da

quella di tipo religioso, il cui centro fu Kufa e il cui rappresentante fu al-Muhtaar.

Gli sciiti non negano la profezia di Muhammad, e per questo potrebbero essere considerati

ortodossi; tuttavia l’elemento di eterodossia si insinua nel momento in cui essi non si

adattano all’ijmaa’, preferendo l’autorità personale di un imaam docente. L’eterodossia delle

varie comunità sciite è misurata in base al grado di ‘divinità’ attribuito alla persona

dell’imaam. Mentre questo per gli sciiti costituisce la norma, per i sunniti è suprema

bestemmia.

Vi sono tre categorie di shi’a, secondo il valore attribuito da ognuna di esse all’imaam:

Estrema; sono gli Ismailiti, secondo cui l’imaam è Dio o quasi Dio. Non superano qualche

centinaio di migliaia. Nasce dalla dinastia turca dei Safavidi. Fu introdotta in Persia

inizialmente in una forma entusiastica da Shaah Ismaa’iil Safavide, autore di poesie in cui si

dichiara Dio. Infatti, all’inizio, questa dinastia era una vera e propria tariiqa o confraternita

religiosa mistica, fortemente sciitizzata. I canti di Shaah Ismaa’iil furono poi sostituiti da

teologi e giuristi sciiti per i quali il misticismo è eresia.

Media; sono i Duodecimani, secondo i quali l’imaam è infallibile e impeccabile. E’ la

categoria più importante e comprende circa 50 milioni di musulmani.

Moderata; sono i Zaiditi, secondo cui l’imaam è ‘guidato rettamente’. Sono assimilati

spesso ai sunniti, da cui si distinguono per l’accentuazione della figura dell’imaam e per la

teologia mu’atazilita. Sono circa 6 milioni, concentrati nello Yemen, di cui costituiscono la

confessione ufficiale.

La teologia sciita è dotata di tre punti di contrasto con quella sunnita:

Il concetto di imaam. Per elezione a imaam o califfo, gli sciiti ritengono necessaria

1. la discendenza da ‘Alii e negano il principio di elezione. ‘Alii è chiamato walii

(amico di Dio) e wasii (esecutore testamentario, erede del profeta) ma soprattutto

‘principe dei credenti.’

Vi è poi il nass, atto con cui il padre designa il figlio che deve succedergli. Per gli

sciiti, l’imaam è colui il quale ha la conoscenza del senso intimo dell’Islam,

comunicato ad ‘Alii e ai suoi discendenti e ha l’autorità definitiva

nell’interpretazione del Corano e della Sunna. Inoltre, altra caratteristica tipica

dell’imaam è la ‘isma, infallibilità e impeccabilità.

Insieme ad ‘Alii, assumono carattere sacro i “cinque Puri”, cioè Muhammad, sua

figlia Fatima, suo cugino e genero ‘Alii e i due figli Hasan e Husain. Anch’essi sono

dotati della capacità di mediare presso Dio. I

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
16 pagine
8 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/10 Storia dei paesi islamici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher morreale.9 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Islamistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Lagdaf Souadou.