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Il determinismo nella sua forma moderna si afferma sotto l’influenza del Positivismo e dal materia-
lismo dell’Ottocento. Questo secolo rappresenta un periodo fecondo anche per gli studi antropo-
logico-fisionomici. A questo proposito le teorizzazioni del filosofo svizzero Johann Caspar Lavater
sono molto importanti. Un metodo da lui utilizzato riguarda lo studio della silhouette, ovvero
l’immagine disegnata dall’ombra e proiettata da un corpo, attraverso cui cerca di classificare gli
individui in diverse categorie, distinguendole l’una dall’altra per mezzo dei caratteri esteriori, af-
fermando l’esistenza dei vari tipi umani. Grazie agli studi di Lavater si sviluppa anche la frenologia,
cioè una dottrina medica, pseudoscientifica, la cui introduzione si deve a Gall, che riguarda le fa-
coltà della mente e i rapporti tra cervello e forma del cranio. E’ una disciplina fondata
sull’organologia, cioè la misurazione degli organi. Per Gall, la dimensione del cranio è determinata
dalla conformazione del cervello, da cui dipendono i caratteri psichici dell’individuo. Quanto più è
sviluppata una facoltà, tanto maggiore è il volume dell’area cerebrale corrispondente. In Italia ab-
biamo un medico-antropologo e criminologo molto importante, Cesare Lombroso, colui che rende
scientifica la fisiognomica, cioè la fisionomia dell’individuo. Cerca di identificare delle categorie di
soggetti propensi a diventare criminali in base allo studio di particolari caratteristiche biologiche e
comportamentali innate che sarebbero alla base del comportamento criminale. Successivamente il
criminologo francese Bertillon, sviluppa il metodo Bertillonage, cioè un metodo che si basa sulla
misurazione soprattutto dei caratteri, la geometria del volto. Egli, attraverso la misurazione del
cranio, alcune ossa, disegna e progetta la scheda che viene utilizzata in ambito giudiziario. Viene
poi abbandonato come strumento in seguito ad un caso di schedatura di un prigioniero (con il no-
me simile ad un altro e misure fisiche e foto identiche) e sostituito dall’impronta digitale. Con
l’antropologo Galton, cugino di Darwin, abbiamo il termine eugenismo, cioè un’ideologia che pro-
pone la migliore condizione di sviluppo progresso e selezione delle qualità umane. L’eugenetica dà
l’avvio per la legittimazione e tutta un’altra serie di cose come l’eugenismo di razza o pratiche
coercitive per limitare la riproduzione di soggetti indesiderabili, ecc. Alcuni studiosi in Italia so-
stengono che l’unico modo per migliorare le qualità umane, e quindi la razza, è aumentare le pro-
babilità delle cosiddette nascite buone, cercando di contrastare la nascita di qualsiasi forma di in-
giustizia sociale. Tuttavia, Mussolini, che aveva l’intento di portare l’Italia a costruire
un’eugenetica tutta sua, avvia una battaglia per il potenziamento demografico vietando il matri-
monio tardivo, punendo le pratiche contraccettive e l’interruzione di gravidanza. L’eugenetica fu
anche uno degli elementi importanti dell’ideologia nazista con la quale si sviluppa l’idea di una raz-
za superiore. Vengono, di conseguenza, annientati deboli, disabili, emarginati, ecc. (Discipline co-
me organologia, fisiognomica, eugenetica, ecc. sono tutte affini alla biometria, riguardano rappor-
to, misurazione degli elementi delle caratteristiche della vita di una persona o del suo corpo. La fi-
siognomica è lo studio dei caratteri, la fisionomia, utilizzata anche dagli apparati giudiziari per
schedare e individuare determinate caratteristiche di criminali, assassini, psicopatici, ecc. Per
esempio chi ha lo zigomo pronunciato, la fronte larga è più soggetto a livello comportamentale ad
attivarsi determinati ambiti devianti ecc.)
Quando la biopolitica analizza il comportamento politico e studia le origini delle aggregazioni poli-
tiche, fa riferimento alla biologia evoluzionista, all’etologia e alla sociobiologia. Quest’ultima è una
branca che si sviluppa nella seconda metà del 900, dopo la seconda guerra mondiale. E’ influenza-
ta dall’evoluzionismo darwiniano ed è lo studio sistematico delle basi biologiche di tutte le forme
del comportamento sociale in tutti gli organismi. Se un individuo si comporta in una certa maniera
è ovviamente dovuto a particolari forme di adattamento biologico che hanno portato a quel de-
terminato comportamento. La sociobiologia studia anche perché una caratteristica fisica compare
o no come carattere. Es.: I denti del giudizio servivano anticamente per la masticazione della carne
cruda, cartilagine, ecc. ora man mano stanno scomparendo o vengono estratti, si tratta di un adat-
tamento biologico in base al contesto sociale, culturale del tempo. Ad un certo punto si assiste ad
una critica antropologica alla sociobiologia basata sul fatto che è possibile analizzare l’agire uma-
no, in quanto atto, istituzione o convinzione, all’interno di un processo evolutivo biologico; ma nel-
lo stesso tempo, la biologia non è sufficiente per parlare dell’uomo come essere culturale.
identità
In biopolitica, il concetto di è associato a quello di persona e comprende non solo
l’individualità ma anche la soggettività giuridica. L’identità personale è un insieme di caratteristi-
che fisica e psichiche che rendono una persona unica e diversa da ogni altra. L’identità biometrica
comprende caratteristiche biometriche anatomiche o fisiologiche, basate su misurazioni effettuate
su caratteristiche fisiche di ogni essere vivente e caratteristiche comportamentali. La caratteristica
biometrica anatomica più conosciuta è l’impronta digitale ma ne esistono anche altre che si distin-
guono in base al livello di affidabilità. L’unica impronta ineccepibile è il DNA, poi retina, iride, geo-
metria della mano e tratti somatici del volto. Il trattamento del DNA è illegale in tutti gli stati, per-
ché trattare il DNA significa trattare l’elemento costitutivo dell’essere umano. Le altre, invece,
vengono utilizzate per svariati motivi legati alla sicurezza sul lavoro, accessi in un determinato ter-
ritorio, ecc. Le impronte biometriche sono impronte che ci appartengono, sono uniche. In Europa
per il passaporto viene richiesta solo l’impronta digitale. (stanno scritte nell’ultimo capitolo). Ec-
cetto il DNA, gli altri elementi non sono affidabili al 100%. Per essere più affidabili, affianco al de-
posito di una impronta biometrica tipo impronta digitale, alla persona ne viene richiesta un’altra.
O ancora, le tecnologie attuali permettono di verificare se un’impronta biometrica digitale corri-
sponde ad una persona viva o meno, attraverso la lettura di impulsi elettrici. Le impronte restano
invariate per tutta la vita, eccetto casi in cui subentrano incidenti che causano l’alterazione dei dati
registrati (bruciature, amputazioni, ecc.). I caratteri biometrici comportamentali comprendono il
andatura, postura, la voce, la firma, ecc. Quest’ultima non è facile da falsificare su un dispositivo
che, per esempio, analizza picchi, intensità e inclinazione ma soprattutto da dove parti, è un com-
portamento biometrico che corrisponde solo ad un singolo individuo. Queste caratteristiche sono
meno invasive perché guardano il comportamento della persona e non la sua fisiologia. Esistono
dei software sofisticati che non invadono la privacy in grado di rilevare il comportamento biome-
trico ed eventualmente segnalare un allarme.
Etica e metodo biometrico è tutto incentrato tra il rapporto degli elementi di natura dialettica e di
natura catalettica. Nel metodo biometrico, nel momento in cui ci si limita a fare semplici indagini
statistiche abbiamo a che fare con un rapporto di natura catalettica, soggetti fermi, non c’è alcun
accoppiamento strutturale con nessun sistema di riferimento perché non c’è comunicazione.
Quando invece l’osservazione si pone tra persone, il rapporto è di natura dialettica, poiché una
persona può acquisire un’informazione in maniera del tutto soggettiva.
tecnoscienza
Il primo ad utilizzare il termine è il filosofo belga Gilbert Hottois, poiché si assiste ad
una profonda mutazione dei rapporti tra scienza e tecnica. Egli sostiene che la scienza non possa
essere ridotta solo agli scienziati e la tecnologia ai tecnologi, ma entrambe fanno parte di un com-
plesso sistema integrato dell’agire sociale. Per Latour si deve solo parlare di tecnoscienza perché la
scienza, come attività della conoscenza, non esiste più. In età classica scienza e tecnica sono sem-
pre apparse separate, a partire dalla rivoluzione scientifica tutto cambia e si assiste alla loro fusio-
ne (Scienza esatta diventa scienza applicata?).
Il rischio è una questione che pienamente nell’analisi biopolitica degli aspetti che riguardano la si-
curezza pubblica. Vengono utilizzate tecniche biometriche per poter garantire sicurezza ma quan-
do si parla di sicurezza si parla anche di rischio. La sicurezza è una dislocazione del rischio. Ogni
volta che si utilizzano metodiche biometriche, si osserva qualcosa e si cerca di misurarlo, anche se
l’iniziativa parte in maniera virtuosa, ecc. prima o poi assume una connotazione distopica e questo
è avvenuto anche nell’era digitale, era in cui tanto i soggetti privati quanto le istituzioni possono
acquisire informazioni e dati sui singoli o gruppi di individui per finalità differenti da quelle per cui i
dati biometrici sono stati inizialmente raccolti. Nicklas Luhmann, con la teoria dei sistemi sociali, si
chiede quali siano le istituzioni in grado di risolvere il problema del rischio che non può essere os-
servato secondo semplici calcoli statistici. Egli afferma non ci sia distinzione tra rischio e sicurezza
perché tutte le misure per la sicurezza sono un rischio e non è possibile determinare quanto sia si-
cura la sicurezza. Al contrario, c’è una distinzione tra rischio e pericolo, quest’ultimo inteso come
la probabilità di un danno futuro che se si verifica, non può essere evitato. Il tempo è rischio e il ri-
schio è tempo cioè ogni cosa che implica tempo è rischiosa. Nell’attraversare una strada, quanto
più distante è il lato A dal lato B maggiori sono i rischi, perché maggiore è il tempo di percorrenza.
Altra parte del rischio è il concetto di knowledge, cioè quando un individuo riesce ad avere contez-
za di quel percorso, dei temi e delle cose, nel suo attraversamento ci sarà un momento in cui acce-
lererà il passo, si fermerà, continuerà lentamente, ecc. Non perché abbia eliminato il rischio ma
perché con