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La nozione di bisogno è relazionale, dinamica, ancorata al qui ed ora, interdipendente dal concetto di forza, non stigmatizzante.
Teoria dei bisogni evolutivi di Maslow, che comprende una piramide di 5 bisogni fondamentali e gerarchizzati: fisiologici, di sicurezza, d'amore, di stima, di espressione di sé.
Il modello dei bisogni evolutivi di Brazelton e Greenspan comprende 7 bisogni irrinunciabili: relazioni calde e stabili, protezione fisica-sicurezza-regolazione, esperienze adatte alle diversità individuali, limiti di struttura, di comunità stabile, di futuro, di aspettative.
Pourtois e Desmet creano invece un paradigma di 12 bisogni articolato in quattro dimensioni: affettiva, cognitiva, sociale, etica, ognuna delle quali rimanda 3 bisogni specifici del bambino.
Un referenziale, modello di riferimento per le pratiche, molto in uso è l'assessment framework che mette in relazione tre dimensioni: bisogni evolutivi del bambino, capacità dei
Genitori dirispondere a questi, risorse disponibili e fattori di rischio e protezione dell'ecosistema familiare.
Prospettiva della resilienza come graduale processo di trasformazione della vulnerabilità in forza, non si può costruire da soli, relazioni vere e benevole compensano le mancanze dovute ad avversità aiutando a sviluppare determinate character Skills.
Secondo la prospettiva della partecipazione l'esperto dei figli è il genitore mentre l'operatore esperto riesce attraverso un approccio relazionale basato sulla partecipazione a valorizzare le competenze del genitore. La partecipazione aiuta a sviluppare nuove azioni generando agency e potere in bambini e genitori. È partecipando che il bambino si responsabilizza, diventa autonomo, cresce.
La prospettiva della narrazione riflessiva presuppone un luogo dove genitori, insegnanti e operatori possono incontrarsi per discutere di storie attraverso un approccio animativo di tipo conversazionale.
nel suo potere di generare conoscenza e nel suo impatto sull'azione. La ricerca può essere condotta in diversi modi, come ad esempio attraverso l'osservazione, l'intervista o lo studio di casi. È importante che la ricerca sia basata su una solida metodologia e che i risultati siano analizzati in modo critico e riflessivo. La comunicazione riflessiva è un elemento chiave nel processo di accompagnamento dei genitori. Essa implica la capacità di ascoltare attentamente l'altro, di mettersi nei suoi panni e di cercare di comprendere le sue emozioni e le sue intenzioni. La comunicazione riflessiva favorisce la costruzione di un clima di fiducia e di condivisione, permettendo ai genitori di esprimere le proprie preoccupazioni e di trovare insieme soluzioni ai problemi che possono emergere nella relazione con i propri figli. Il racconto è uno strumento molto utile nella comunicazione riflessiva. Attraverso il racconto, è possibile esplorare diverse situazioni e problemi, mettendo in luce le emozioni e le intenzioni dei personaggi coinvolti. Il racconto permette di creare un clima di apertura e di condivisione, favorendo la costruzione di nuove conoscenze e di nuove strategie educative. In conclusione, la comunicazione riflessiva e il racconto sono strumenti fondamentali nel percorso di accompagnamento dei genitori. Essi favoriscono la costruzione di un clima di fiducia e di condivisione, permettendo ai genitori di esprimere le proprie preoccupazioni e di trovare insieme soluzioni ai problemi che possono emergere nella relazione con i propri figli. La ricerca, inoltre, contribuisce a migliorare l'azione, generando conoscenza e permettendo di valutare l'efficacia delle strategie educative adottate.nellarestituzione Intesa non come fase finale ma come parte integrante del processo.Galilei è stato il primo ad operare una vera saldatura tra il mondo della teoria è quellodell'esperienza.Si è sviluppata un'esigenza conoscitivo-euristica e generativa di innovazione, conoscere pertrasformare.I laboratori di pratica riflessiva LPR, detti anche tutoraggi, sono contesti sociali dove operatori ericercatori riflettono su pratiche e pensieri che le codificano.Il principio chiave d'azione è l'isomorfismo, il processo di ideazione veicola un messaggio efficaceed importante quanto quello sul contenuto dell'azione. Tre livelli di isomorfismo, processo direlazione: tra figli e genitori, tra famiglie e professionisti, tra professionisti e ricercatori.È necessaria coerenza tra oggetto, metodo e contesto del Lavoro, il professionista modellainconsapevolmente con il proprio comportamento quello del genitore.Alcuni esempi di LPR: Arta (azione,
riflessione, teorizzazione, azione), Wanda (guardare indietro, scegliere un caso, fare domande, raccogliere idee e trovare possibili strade), modello di miglioramento di Langley (agire, progettare, studiare). La sintesi degli autori è un modello di ordine contenutistico, metodologico e di relazione circolare (definire, condividere la struttura del lavoro, cogliere il problema e penetrare nell'esperienza, esporre, decantare, riflettere, connettere e interpretare, agire). Per Sen, la povertà non è impossibilità di accesso ai beni essenziali e materiali, ma difficoltà ad utilizzare le proprie capabilities, soprattutto agency, che si rivela in un vero e proprio fallimento delle capacità che permettono la fioritura della persona. I bambini vengono divisi in varie categorie: vittime, dal rischio, vulnerabili, in protezione. La politica familiare è una sottocategoria della politica sociale pubblica e indica le azioni governative rivolte a bambini ed.La promozione dei servizi per le famiglie può essere rivolta in maniera universale o a specifiche categorie. I servizi sono strutture organizzate da enti pubblici o privati all'interno di istituzioni.
Un programma è un insieme ben definito di procedure d'azione basate su fondamenta concettuali. Non devono essere rigidi e standardizzati, ma aperti alle eccezioni. Interventi, azioni, pratiche sono diverse diciture che possono essere utilizzate per indicare un'azione specifica o un insieme di azioni messe in atto da un servizio per realizzare una specifica funzione.
L'area della promozione è universale e mira a migliorare le competenze educative genitoriali. È caratterizzata da un approccio proattivo che si rivolge ai genitori e alle famiglie in situazione di normalità. Molto importanti in questa area sono i gruppi dei pari e le campagne informative.
I programmi di educazione parentale sono finalizzati all'accrescimento delle abilità genitoriali, della fiducia in sé stessi e dell'autostima dei genitori.
alla diminuzione dell'isolamento sociale tra le famiglie, all'integrazione genitori-figli più ricca e facilitante lo sviluppo nel bambino (es. aprenderjuntos, crecer en familia, head start, the triple P-positive parenting programme, PET parentseffectiveness training). In Italia sono poco diffusi i programmi ma spiccano i servizi: - Consultorio familiare, ha un approccio prestazionale con finalità di sostegno al legame genitore-figlio, informazione sulle relazioni familiari e la salute del neonato, della donna e dell'adolescente. Organizza corsi di preparazione al parto, alla nascita, al post parto, visite domiciliari post partum, interventi di mediazione familiare, corsi di sostegno alla genitorialità. - Centri per famiglie (CPS) hanno finalità concentrate in tre principali aree di attività: informazioni e orientamento, sostegno alle competenze genitoriali, sviluppo delle risorse familiari e comunitarie. Sono orientati alla promozione dellagenitorialità per sostenerla nelle diverse fasi evolutive ed accompagnarla in momenti di transizione e fasi critiche attraverso un approccio educativo comunitario. Sono spazi di transizione tra il pubblico e il privato caratterizzati dai presupposti fondamentali di accoglienza, ascolto e accompagnamento. Organizzano attività di formazione di competenze parentali e di sostegno alle Reti Sociali, progetti e percorsi formativi di varia natura sul tema di sostegno alla genitorialità, corsi di formazione e informazione di caregivers di bambini 0-6 anni.
Area della prevenzione, è selettiva e mira a mettere in atto azioni appropriate rispetto ad un problema definito o ad un livello di rischio espresso precocemente. È necessario individuare i problemi alla radice e di intervenire rapidamente poiché reagire di contraccolpo costa più caro in termini umani ed economici ed è generalmente meno efficace su tutti i fronti.
Integrare strategie preventive
con strategie promozionali ha effetti positivi Su molte problematiche, in particolare su: maltrattamenti e abusi (danni alla sicurezza), trascuratezza e negligenza (danni a sviluppo), vulnerabilità (condizione potenziale non in atto), povertà (Oggi i figli impoveriscono invece di arricchire). Le pratiche mettono al centro il tema dei bisogni evolutivi dei bambini e favoriscono il riposizionamento degli attori coinvolti nella relazione. Le politiche hanno una grande responsabilità nel realizzare il potenziale insito nell'intervento di promozione del migliorare sviluppo di tutti i bambini. I programmi si concentrano nell'area della Family preservation la cui finalità è prevenire la separazione dei bambini dalle famiglie garantendo supporto ai genitori e allo stesso tempo protezione i bambini (es. yapaka, kids matter, the incredible years, PAPFC, AIDES, home programme sono pro kind, zeppelin). Il sostegno al reddito familiare ha effetti positivi sulla.sull'importanza di investire sull'infanzia come strategia preventiva per favorire la crescita dei bambini. I servizi e le pratiche di comunità, come la vicinanza solidale, lo sviluppo sociale e le reti di ascolto, creano un paesaggio dinamico in cui diverse persone vengono coinvolte insieme in percorsi di sviluppo locale, nel rispetto della logica del bene comune. Nell'ambito della protezione, l'obiettivo è il recupero delle competenze educative genitoriali e la gestione di situazioni già problematiche, in cui sia i bambini che i genitori manifestano bisogni significativi. La finalità è raggiungere l'equilibrio tra la preservazione dei legami familiari e la sicurezza del bambino. Viene adottata una visione della protezione multidimensionale, centrata sulle relazioni e che include la famiglia, unita a una visione unidimensionale, centrata solo sul bambino. Le politiche in questo ambito sono molte, più o meno recenti, ma è importante sottolineare il processo di deistituzionalizzazione e la critica alle istituzioni. I programmi si concentrano sulla promozione di una cultura della protezione dell'infanzia e sulla creazione di servizi e strutture che rispondano alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie.nell'area della Family reunification le cui finalità sono il mantenimento e la continuità dei legami e il senso di appartenenza del bambino la famiglia di origine (es. permanency support program, camina en familia, PFAFE, YAP, PACE, FGC, wraparound). I servizi sono quelli di tutela e protezione degli antichi locali o delle Asl, centri per l'affido e la solidarietà familiare, comunità residenziali per bambini Ragazzi fuori famiglia, servizi di adozione. Le pratiche di intervento più frequentemente utilizzate sono colloqui in, visite domiciliari, assistenza sociale ed economica, sostegno psicologici, psicoterapeutici, psichiatrici e giudiziari. Capitolo 5 La costruzione di un approccio pragmaticamente orientato all'azione è diventata necessaria. Il programma Nazionale Pippi, programma di intervento per prevenire l'istituzionalizzazione, è la sperimentazione sociale più longeva d'Italia. La sua finalità èdi innovare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie negligenti. Il suo obiettivo primario è aumentare la sicurezza dei bambini