vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
COME RICOSTRUIAMO I VARI CAMBIAMENTI?
La filologia romanza ha una sorta di “vantaggio” poiché conosce sia la lingua di partenza che la lingua di
arrivo.
Es. il latino aveva vocali lunghe e brevi. Le lingue romanze perdono invece questa distinzione; fenomeno
morfologico, sintattico di tutte le lingue romanze.
Il vocalismo è quindi un fenomeno ANTICO perché presente in tutte le lingue romanze.
Il latino volgare non doveva essere uguale in tutte le parti della Romani ca, innanzitutto perché variava a
seconda dei popoli conquistati. Quando si parla di latino Volgare non bisogna immaginare il latino del
“volgo”, in maniera dispregiativa, ma semplicemente una somma di tendenze che si realizzeranno poi nelle
varie zone: il semplice parlato.
Il VOCALISMO è uno dei tratti più evidenti dei fenomeni antichi.
Differenza vocali e consonanti: ostruzione dell’aria e la vibrazione delle corde vocali (vocali sempre
sonore).
Perché si perde la distinzione tra vocale lunga e breve? In latino questa differenza ha valore DISTINTIVO.
VĔNIT (viene) - VĒNIT (venne)
Una delle spiegazioni date è che il latino veniva parlato da persone che non percepiscono l a durata, non
conoscevano la distinzione tra tempi e NEUTRALLIZZAVANO quindi le parole.
ī ĭ ē ĕ ā ă ŏ ō ŭ ū oppure:
Tutte le lingue sono articolare in maniera tesa: chiuse. Le brevi in maniera più rilassata: aperte
Nel momento in cui si perde la durata della vocale perdono anche la quantità:
ī ĭ ē ĕ ā ă ŏ ō ŭ ū
i ẹ e a o ọ u
c c
Questo fenomeno accade in tutte le lingue romanze (ci sono solo rare eccezioni=
Questo schema a 7 vocali vale solo per le VOCALI TONICHE non quelle atone. Il VOCALISMO ATONO e
quello a 5 vocali.
Fĭlŭm > Filo : cade la “m” e la vocale atona diventa O
Vĭr(i)de(m) > Verde: *sincope della post – tonica: forte debolezza della vocale che segue la tonica.
Tēlam > Tela: la “e” lunga si pronuncia come chiusa
Fĕstam > Festa: la “e” breve diventerà quindi aperta
Marem > Mare
*nell’Appendix Probi, quasi tutte le correzioni che il maestro fa, hanno la sincope della post – tonica.
Le M dell’accusativo è probabilmente una delle consonanti che cade per prima. Era di articolazione molto
breve. Con la sua caduta, cade il segno che marca il complemento oggetto (cadranno poi anche la Se la T).
Anche il Sardo deriva dal latino, è una lingua a tutti gli effetti, ma molto CONSERVATIVA questo perché la
sua condizione di isola gli ha impedito una maggiore evoluzione.
Per quanto riguarda il vocalismo, il Sardo ne possiede uno particolare (così come la Corsica e la puglia in
parte):
ī ĭ ē ĕ ā ă ŏ ō ŭ ū: tonico
i e a o u
I sardi non fanno differenza tra “aperto” e “chiuso”. Il vocalismo tonico sardo è confondibile con quello
atono delle altre lingue romanze, ma non è così:
ī ĭ ē ĕ ā ă ŏ ō ŭ ū: atono
i e a o u
Lĭgáre: nella maggior parte delle lingue romanze diventa LEGARE (perché seguendo lo schema atono la “ ĭ
” diventa “e”). Il sardo resta invece LIGARE
Ĭ: atona á: tonica.
REGOLA ACCENTO LATINO:
VIDÉRE LÉĔRE
Quando la penultima vocale è lunga, l’accento cade sulla penultima, se invece è breve, l’accento cadrà sulla
terzultima.
Il cambiamento della lingua avviene nella fase della comunicazione.
Cambiamento vocalico: fondamentale per il passaggio dal latino alla lingua romanza. Questo cambiamento
è testimoniato da fonti del latino volgare (già nel parlare le persone confondevano il vocalismo): ed av viene
perché il popolo non era in grado di distinguere la durata della vocale (il suo valore distintivo).
DURATA: ci sono documentazioni; Agostino fa una testimonianza sul parlare degli africani.
REGOLA DEL MINIMO SFORZO:
Prevaleva l’accento, tutta l’aria emessa ricadeva sulla vocale tonica.
Il cambiamento vocalico (perdita di quantità) viene chiamato COLLASSO:
i u
ī ū
e o
Ɛ Ɔ
Palatari ē ō Velari
a
ĕ ŏ
ā ă
Le lingue romanze non possiedono quindi la quantità sillabica come tratto distintivo.
LEGGI CHE REGOLANO L’ACCENTO IN LATINO
*legge del trisillabismo: l’accento non può risalire oltre la terzultima sillaba.
*legge della baritonesi: l’accento non cade mai sull’ultima sillaba.
*legge della penultima: nelle parole con più di due sillabe, se l’accendo cade sulla penultima la vocale sarà
lunga, se cade sulla terzultima sarà breve.
VOCALISMO TONICO OCCIDENTALE O PANROMANZO (eptavocalico perché formato da 7 vocali foniche)
ī ĭ ē ĕ ā ă ŏ ō ŭ ū
i e Ɛ a Ɔ o u (le lunghe si chiudono e le brevi si aprono)
Area galloromanza, iberoromanza o italoromanza (tranne zone interessate dal vocalismo Sardo, Siciliano e
balcanoromanzo).
DITTONGAZIONE:
Il fenomeno del dittongamento è un’ulteriore apertura della vocale breve.
*dittongamento spontaneo: fenomeno che si verifica sempre. Obbedisce a precise leggi fonetiche, diverse
da lingua a lingua.
*dittongamento condizionato: avviene solo quando si verificano determinate condizioni (in presenza di
determinati suoni che seguono la vocale tonica o che cale sempre viene modificata da suoni che si trovano
intorno a quella vocale.
I dittonghi in latino ci sono, ma abbiamo dei fonemi opposti:
a) Fenomeni di dittongazione in lingua romanza.
b) Dittonghi latini che si monottongano (passano da dittongo a monottongo).
OE > [ e ] segue la legge del MINIMO SFORZO secondo il quale il dittongo si semplifica e forma il
monottongo, per semplificare la pronuncia.
AE > [e / Ɛ] si monottongo in E aperta SAEPES > SIEPE (it)
AU > [o] FAUCETI > FOCE
[ɔ] AGRUM > ORO in alcuni casi AU diventa vocale aperta o chiusa. In alcune lingue
jbkjkjkbkjcxvbfbfdbnfdbfdbfdbfdiiiidromanze (provenzale occidentale).
FENOMENI VOCALICI:
SINCOPE: si presenta nelle varie lingue romanze. In italiano non c’è un forte uso della sincope, in francese
si. La SINCOPE riguarda la vocale post tonica.
Il latino non aveva accento sull’ultima vocale quindi l’ultima era tendenzialmente chiusa. Nelle lingue
romanze l’ultima vocale è chiusa, al contrario accade per il francese
VERDE > VERT (fr.) Il francese ha fatto cadere tutte le vocali.
FILUM > FIL (fr.) Cadono le vocali già nel francese antico tranne la A, ad esempio FÉMINA > FEME.
Cadono le vocali tranne la A che in questo caso diventa E.
In francese la vocale finale è EVANESCENTE, perché tende a non essere pronunciata.
DUPLUM > DOBLE (fr.) Questo è un altro caso (EPITESI) in cui c’è una E di appoggio, quando c’erano più
consonanti, per aiutare l’articolazione.
Mentre il francese è una lingua innovativa, il provenzale è più legato al latino, nonostante siano
geograficamente contigui. Anche in provenzale però, tutte le VOCALI FINALI sono cadute.
Ad esempio: DÓMINA > DOMNA Si comporta come il francese ma conserva la A, non la trasforma in E.
VOCALI TONICHE ≠ ATONE tutte le atone sono chiuse,
In Francese la A si trasforma in E, altre lingue provenzali conservano la A.
CONSONANTI
Si differenziano dalle vocali perché si presenta l’ostruzione del flusso d’aria. Le vocali sono solo sonore, le
consonanti sia sorde che sonore.
CONSONANTISMO
Le consonanti si collocano secondo 2 parametri: modo e luogo di articolazione. Le consonanti in posizione
iniziale sono più forti, quelle in posizione finale sono più deboli e poste all’interno della parola, sono spesso
soggette a cambiamento davanti all’influenza dei suoni circostanti o alla caduta delle vocali.
Le consonanti latine presentano differenze rispetto a quelle romanze. Il latino le FRICATIVE sono V e Z non
avevano le corrispondenti sorde F e Z. erano assenti anche le AFFRICATE DENTALI /ts/ e /dz/, PALATALI /tʃ/
e /ʤ/, FRICATIVE PALATALI /ʃ/ e /ʒ/, PALATALE NASALE /ɲ/ e LATERALE /ʎ/. Tutti questi fonemi sono più o
meno presenti nelle lingue romanze.
CONSONANTI LATINE SCOMPARSE:
- LABIOVELARI Più VOCALE, perdona la pronuncia della U alimentano suoni velari come /k/ e /g/ e un
suono velare + semivocale /kw/ e /gw/ a seconda delle vocali che seguono.
- FRICATIVE LARINGEA SORDA /h/ scompare in tutta la Romania già in epoca antica come
testimoniano alcune parole, ad esempio HC > HIC o OLITI > HOLITI, quest’ultimo è un caso di
ipercorrettismo ovvero una correzione sbagliata errore del parlante /scrittore di correggere
anche quando non era necessario.
- Il latino non conosceva la fricativa labiodentale /v/. I grafemi V e U rappresentavano
indifferentemente la vocale U o la sua variante semivocalica /w/.
- Generalizzato anche il nesso consonantico NS> S
CONSONANTI INIZIALI
Solitamente restano invariate in alcuni casi.
In Spagnolo la F diventa /h/ FABLAR > HABLAR.
I principali cambiamenti riguardano soprattutto le consonanti velari.
Semivocali (latino):
/W/ [V,u] prima non si faceva distinzione tra V e U. nelle lingue romanze il suono è stato
CONSONANTIZZATO: VINUM – vinum / uinum (la U si è consonantizzata soprattutto se
seguita da una I.
/J/ [I, i, j ]
Semivocali /j/ quando è atona e seguita da vocale, il suino vocale diventa PALATELE.
LOCUM Gioco (it)
*/n/ la caduta della H iniziale latina è un fatto molto antico. La H implica una lieve aspirazione. Nei graffiti
pompeiani c’è la testimonianza del fatto che l’H non venisse più pronunciata. caso di
IPERCORRETTISMO: ossia quando una regola viene usata a sproposito.
ISCRIZIONI POMPEIANE:
IC > HIC
ABERE > HABERE
HOLITM > OLIM
HIRE > HIRE
Alcuni termini conseguono questo latinismo, come HOMO.
Consonante labiovelare /hw/ seguita da vocale perde la U nella pronuncia ma spesso nella grafica
permane. Questo è soprattutto visibile in francese
In italiano la U cade soprattutto se seguita da una E. quando è seguito da A il caso rimane inalte rato (tranne
in francese). QUATTUOR > QUATRE (fr.)
PALATALIZZAZIONE OCCLUSIVE VELARI:
/K/ + /ei/ > /tʃ/ > /ʃ/ o /Ɵ/
Il latino conosceva solo il suono duro.
Il suono duro C e G è cambiato e seguito da I e F, ad esempio CAELUM > CIELO; CAERUUM > CERVO.
Perché solo queste vocali sono cambiate? Semplicemente per una semplificazione articolata. Ciò accade
Perché la pronuncia della consonante è di tipo PALATALE e implica così uno sforzo minore (principio del<