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CHE SIGNIFICA SPECIFICITA' DELL'ESTETICA?
Storia e preistoria dell'estetica
Veronica Tirelli
L'estetica come disciplina loso ca speci ca sarebbe un fenomeno moderno. E' l'unitario organizzarsi di una sfera di attività separate, che si raccolgono sotto la comune categoria di arte in quanto attività estetica.
Prima del settecento è possibile rintracciare soltanto balbettii, si parla generalmente di un'estetica implicita. Ma è vero che da Platone e Baumgarten sia improprio usare il termine "estetica"? E' probabile che l'idea di estetica come scienza moderna sia n troppo esclusiva e univoca.
Croce ha tesi più sfumate e essibili, in tal senso, e fa una distinzione tra storia/preistoria. Questa distinzione è spesso accompagnata da attenuazioni e correzioni di cui non si è tenuto il debito conto. Croce mantiene salda l'idea che l'estetica sia
Nata nel XVIII secolo, ma riconosce la necessità di fare attenzione alla molteplicità e alla diversità dei temi e problemi estetici. Dunque ci sarebbero "varie estetiche", molte delle quali collocabili ben prima del settecento.
L'estetica come scienza moderna: disciplina specifica o filosofica senza altro?
Estetica come scienza moderna —> specifica disciplina filosofica
Tale specificità ha un duplice senso:
- L'estetica costituirebbe una branca specifica della filosofia
- L'estetica ha a che fare con un settore autonomo dell'esperienza (poesia, arte, bellezza, esteticità)
Ma è davvero nata come disciplina filosofica e specifica insieme?
È veramente ovvio, per esempio, che poesia e arte costituiscano un settore autonomo dell'esperienza, l'oggetto, cioè, di una pura esperienza estetica, intesa quasi come una sfera separata?
Critica del giudizio
Per esempio, in di Kant non si chiama
“estetica” ma“critica della facoltà di giudicare”. Il termine estetica era già stato utilizzatoda Kant per tutt’altro scopo e, inoltre, la seconda parte dell’opera ha perCritica del giudizio teologicotitolo in cui ci si occupa di problemi di biologia,etica e teologia.Quindi se si intende l’estetica come teoria loso ca specialistica delle arti eCriticadella bellezza quale signi cato e collocazione si potrebbe attribuire adel giudizio teologico ? Parte secondaL’estetica, scienza antica1. L’ETEREOGENITA’ DELLA NOZIONE DI ESTETICAa. Dall’estetica alle esteticheL’estetica come scienza moderna non convince.Appare più accettabile l’estetica come scienza antica, anche se si tratta,anche in questo caso, di un luogo comune.fi fi fi fl fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fiVeronica TirelliL’estetica come scienza antica si è a ermata in Italia almeno n dai primianni Cinquanta.
Le prospettive e le esigenze che hanno permesso il consolidarsi di questa visione trovano il loro aspetto unitario nel riconoscimento comune della indefinita varietà delle estetiche e nell'importanza attribuita agli aspetti tecnici, conoscitivi, sociali della produzione artistica e dell'esperienza artistico-estetica. Alcune delle figure chiave furono Calogero, Pareyson e Della Volpe. Soprattutto con Anceschi, però, si insiste sulla necessità di fare attenzione all'indefinita varietà dell'esperienza artistica ed estetica e di dare rilievo a una storia e una teoria dell'estetica rispettose delle testimonianze assai diverse della cultura e della storia. Secondo lui l'estetica appare come "un'unità articolata e non univoca, sempre modi cabile, e tale da arricchirsi sempre dell'imprevedibile". Quindi qualcosa di cui entrano a far parte contenuti diversi. Il campo dell'estetica risulta così come un
dominio vasto ed eterogeneo di studi e ricerche, dai con ni incerti, pieno di zone di intersezione con altre discipline. Il nome stesso di "estetica" ha un accezione molto ampia.
L'arte contemporanea e la crisi della tradizione moderna
Almeno dalla seconda metà dell'Ottocento in poi, il sistema delle belle arti entra in una crisi sempre più profonda. Nascono arti nuove (fotografia, cinema, disegno industriale). Altre arti acquistano un'importanza impensabile nel passato (grafica). Alcune di queste attività (es. fotografia) contribuiscono ad una serie di modificazioni profonde nell'esperienza, nelle forme, nei linguaggi artistici, creando per essa un pubblico di massa.
L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica
Benjamin ne parla dell'"aura", ovvero, l'esperienza di qualcosa di unico e non ripetibile. Nel caso dell'opera d'arte l'"aura" è
quell'alone che la circonda e l'isola separandola dal resto dell'esperienza. È proprio questa esperienza ciò che viene radicalmente modificato nell'epoca della riproducibilità tecnica delle opere d'arte. Le opere d'arte ora possono essere riprodotte e le riproduzioni possono essere di uso (perdita dell'unicità dell'opera d'arte). Inoltre la riproduzione fotografica può rendere visibili aspetti poco conosciuti dell'originale e introdurre la sua riproduzione in situazioni estranee e nuove. Ora non si parla più di un evento unico, ma di una serie indefinita di eventi, rendendole disponibili alla considerazione di chiunque. Di tale rivolgimento della tradizione Benjamin da valutazioni diverse: da un lato parla di impoverimento dell'esperienza artistica e la perdita della specificità e del prestigio dell'opera d'arte; dall'altro ora l'opera d'arte è esposta,
citata, commentata,più vicina alla massae di conseguenza diventa utilizzabile per la formulazione di esigenze rivoluzionarie nella politica culturale da parte del proletariato. Dunque, per l'arte, nasce la possibilità di fondarsi sulla politica (anziché sul sacro e sul rituale). Secondo Benjamin, per concludere, all'"estetica aristocratica dell'unicità" si oppone l'"estetica rivoluzionaria della riproducibilità". Veronica Tirelli Al mito dell'arte "pura" e del mestiere "sacro" comincia a contrapporsi una diversa concezione dell'arte, ad esempio un'arte che utilizza i metodi della tecnologia industriale per produrre oggetti di uso corrente, funzionali e perciò belli (perfetto adattamento di forma e funzione). Movimenti come il Costruttivismo e la scuola del Bauhaus si propongono di adeguare
La sensibilità sociale alla nuova cultura industriale (oggetti d'uso la cui qualità estetica coincida con la funzione). Nasce così la figura dell'artista come tecnico-progettatore. Inoltre si dimostra, così, che l'idea moderna di arte è solo una delle sue tante e storiche accezioni. Si ha che fare con prodotti che è difficile classificare. Per esempio i ready-made di Duchamp. Questa operazione mette in crisi i tradizionali concetti di arte bella, di unicità dell'opera e di aura. Collocando un oggetto di uso comune in un contesto artistico, lo si carica di un nuovo significato. Procedendo su questa strada, Duchamp ha sostituito al prelievo dell'oggetto la sua semplice designazione, eleggendo, ad esempio, un grattacelo di New York nella classe dei ready-made. Con queste operazioni l'arte tende ad essere ridotta ai suoi minimi termini. Nel caso del prelievo l'arte si riduce ad un comportamento, un gesto dell'artista.
Nel caso della designazione si ha a che fare con un'asserzione. Qui non importa la forma o la bellezza dell'oggetto. Quello che tenta di comunicare Duchamp con queste opere d'arte, ironiche ma intelligenti e sottili, è che nessuna proprietà è esclusiva dell'arte: è arte anche ciò che si è indotti a ritenere tale. Non esiste un'essenza dell'arte, un insieme di qualità comuni a tutte e sole le belle arti. Somiglianze di famiglia Le esperienze artistiche del nostro secolo mettono in crisi l'idea che un oggetto di un discorso sull'arte sia propriamente oggetto, omogeneo e coerente. Esso consisterebbe piuttosto in una serie diversa di fenomeni, collegati da somiglianze e a nitì, ma tali da non poter essere compresi artesotto un'unica ed esclusiva definizione. Quindi ciò che chiamiamo non costituisce una classe rigorosamente definita, ovvero, non esiste alcun insieme dicaratteristiche che sia speci co di tutti gli oggetti e le attività artistiche e soltanto di esse. Non è possibile in generale una catalogazioneprecisa delle varie attività culturali.
La stessa distinzione tra arte e scienza a ermatasi nell’epoca della culturaestetica non può avere valore assoluto. C’è scienza nell’arte e c’è arte nellascienza. Le distinzioni tra le due discipline esistono, ma sono essibili ecambiano nel tempo.
arteCiò che chiamiamo consisterebbe in una “famiglia” di oggetti edesperienze. Questo concetto è discusso dal losofo austriaco WittgensteinRicerche loso chenelle sue (1953). Descrive questo concetto come “unarete complicata di somiglianze che si incrociano a vicenda”.
estetica, estetiche.Non è un caso se oggi non si parla di ma difi fi ffi fi ffi fi fi ff fi fi fi fl fiVeronica TirelliEsistono varie distinzioni e classi cazioni di diversi tipi di estetiche,
ma non possono essere comprese all'interno di una classe perfettamente delimitata, che ci dica una volta per tutte cosa l'estetica sia. Inoltre nessuna classificazione esclude l'eventualità di sovrapposizioni con altre classificazioni possibili.
Parte terza
L'arte scienza antica e moderna
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LA SVOLTA DEL XVIII SECOLO
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Estetica ed esteticità
L'estetica, come abbiamo visto, ha un'ampia latitudine storica e teorica (scienza antica), ma nello stesso tempo, grazie alla svolta Settecentesca, è anche scienza moderna, anche se in un'accezione differente da quella di estetica come disciplina filosofica specifica (in quanto specifica non è).
Durante il Settecento l'estetica non tratta solo la bellezza come qualità estetica. Un esempio calzante può essere Rosenkranz e la sua brutto (1853). Qui Los tudios
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