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Differenze tra mercato concorrenziale e monopolistico

In un mercato concorrenziale, l'aumento della quantità domandata non comporta la diminuzione del prezzo; in un mercato monopolistico, invece, se l'impresa vuole vendere quantità maggiori deve diminuire i prezzi.

Un'altra differenza è che per un'impresa concorrenziale il prezzo è uguale al costo marginale (P=RM=R'=C'); per un'impresa monopolistica il prezzo è maggiore del costo marginale (P=RM>R'=C').

Anche per il monopolista il Profitto è uguale a (P-CMT)x Q.

Il monopolio porta ad un'allocazione inefficiente delle risorse e non massimizza il benessere. Infatti, in presenza di monopolio, la produzione è minore rispetto a quando si è in presenza di un mercato concorrenziale. Per far sì che gli scambi aumentino il monopolista dovrebbe andare contro i propri interessi e diminuire il prezzo.

Parliamo di discriminazione dei prezzi riferendoci al trattare in maniera diversa

icompratori a seconda delle loro disponibilità. Sarebbe a dire vendere a prezzi diversinonostante i costi di produzione non cambino (ad esempio i biglietti d’aereo lastminute). La discriminazione, oltre ad accrescere il profitto del monopolista, può ridurrela perdita secca di benessere. La discriminazione può essere temporale, cioè quando ilprezzo cambia a seconda dell’arco di tempo; di quantità; in base all’età. Inconcorrenza perfetta non è possibile la discriminazione dei prezzi perché le impresesono price taker e non possono influenzare i prezzi.La discriminazione dei prezzi non è possibile nel mondo reale perché non si conosconole disponibilità economiche degli individui.L’autorità politica economica può rispondere al monopolio rendendo pubbliche leimprese private e stimolando la concorrenza perfetta. Può emanare leggi,regolamentare i prezzi o puòdecidere di non agire qualora il fallimento del mercato non sia dannoso. Capitolo 17. Misurare il reddito di una nazione La macroeconomia è quella branca dell'economia che si occupa del sistema economico nel complesso, come l'inflazione, la disoccupazione e la crescita del PIL. Per valutare la capacità di un sistema economico di produrre beni e servizi è necessario guardare il PIL. Più alto è il PIL e maggiore è la possibilità che si abbia un alto tenore di vita. Il PIL misura due cose contemporaneamente: il reddito sociale dei componenti della società e la spesa totale per i prodotti che sono poi acquistati e venduti all'interno della società. Esso si calcola o sommando i redditi dei singoli individui o sommando le spese. Il PIL è il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un dato periodo di tempo. Il valore di mercato misura quanto gli individui sono disposti a pagare.ricorrendo ai di mercato; di tutti comprende tutti i beni e servizi venduti legalmente, anche il patrimonio , ma prodotti fuori dalle mura domestiche; i beni e servizi sia i beni tangibili (i beni materiali) sia quelli intangibili (le visite ); finali i beni intermedi vengono incorporati nei beni finali. Una macchina, ad esempio, quando viene acquistata dall'impresa non viene calcolata nel PIL, entra nel PIL quando viene acquistata dall'individuo. I beni intermedi entrano nel PIL solo quando diventano ; prodotti nel periodo corrente in un paese entro i confini geografici: la produzione di un italiano all'estero non rientra nel PIL; in un dato periodo nel corso dell'anno o in modo trimestrale. Gli economisti sono spesso interessati a studiare la ripartizione del PIL tra le diverse voci di spesa. A tal fine il PIL, indicato con la lettera Y, viene così scomposto: Il consumo C è la spesa per l'acquisto di

beni e servizi, con la sola eccezione dei beni immobili. Sono compresi i beni durevoli (come gli elettrodomestici e le automobili); i servizi immateriali (cure mediche e acconciature) e anche l'istruzione e il canone locativo.

L'investimento I è la spesa per beni che saranno utilizzati in futuro per la produzione di altri beni e servizi (come le attrezzature, i capannoni e anche le scorte).

La spesa pubblica G comprende tutte le spese poste in essere dall'amministrazione, inclusi i salari e il denaro destinato alle opere pubbliche ma esclusi i trasferimenti di denaro (come la pensione).

Le esportazioni nette NX sono pari alla differenza tra esportazioni e importazioni. Le esportazioni sono beni prodotti all'estero ma consumati nel paese quindi fanno aumentare uno dei valori sopracitati ma diminuire NX. Non hanno nessun effetto su Y.

Da un anno all'altro il valore del PIL varia perché variano i consumi. Esso varia perché cambia la produzione di

permette di valutare la produzione di beni e servizi di un paese in un determinato periodo di tempo. Il PIL può essere calcolato utilizzando diversi approcci, come il metodo della spesa, il metodo del reddito o il metodo della produzione. Il PIL nominale tiene conto dei prezzi correnti dei beni e servizi prodotti, mentre il PIL reale utilizza un prezzo costante, solitamente quello di un anno base, per eliminare gli effetti dell'inflazione. Il deflatore del PIL è un indicatore che misura il livello generale dei prezzi, calcolato come il rapporto percentuale tra il PIL nominale e il PIL reale. Questo indicatore può essere utilizzato per calcolare il tasso di inflazione, che rappresenta l'aumento generale dei prezzi nel tempo. È importante sottolineare che il PIL, pur essendo una misura utile per valutare l'attività economica di un paese, non tiene conto di alcuni aspetti importanti come il tempo libero, la qualità dell'ambiente e le attività non monetarie. Pertanto, è necessario considerare anche altre misure per avere una visione più completa del benessere economico di una nazione.

Interessa parecchio: gli Stati che possiedono un PIL più alto, infatti, possiedono un maggiore tenore di vita, hanno una buona istruzione, una buona assistenza sanitaria ed una maggiore tutela dell'ambiente. Per indicare il benessere di una nazione si usa il PIL pro capite che tiene conto del reddito dei singoli individui di una nazione.

Capitolo 18. Misurare il costo della vita

Sappiamo tutti che il livello generale dei prezzi tende ad aumentare nel tempo. Oggi, infatti, il potere di acquisto risulta eroso e con un euro si acquista molto meno di quanto un tempo si acquistasse con mille lire. La misura utilizzata per quantificare l'indice dei prezzi al consumo IPC.livello dei prezzi è. Per calcolarlo bisogna seguire cinque fasi: bisogna individuare il paniere, cioè stabilire quali prodotti sono importanti per i consumatori; bisogna individuare i prezzi sia correnti che passati dei prodotti del paniere; bisogna calcolare il costo del paniere per ognuno degli anni.

Di interesse; bisogna individuare l'anno base, cioè l'anno rispetto al quale valutare la variazione del prezzo; e infine calcolare il tasso di inflazione.

L'indice dei prezzi al consumo è dato dal rapporto percentuale tra il prezzo del paniere nell'anno corrente e il prezzo del paniere nell'anno base.

Il tasso di inflazione, cioè la variazione dell'indice dei prezzi da un anno all'altro, è dato da:

Ogni anno, l'Istat rivede l'elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento della rilevazione dei prezzi. L'aggiornamento tiene conto delle novità emerse nelle abitudini di spesa delle famiglie.

L'IPC, però, non è una misura perfetta ma ricorre a tre problemi: distorsione da sostituzione (l'IPC tende a sovrastimare il prezzo della vita perché non tiene conto delle sostituzioni di beni operate dagli individui quando scelgono un bene meno costoso); introduzione di beni

(l'IPC non tiene conto dell'introduzione di nuovi beni nel mercato e quindi dell'aumento del potere di acquisto degli individui); variazione della qualità dei beni (la qualità può aumentare o diminuire il potere d'acquisto degli individui ma è difficile da calcolare).

Gli economisti ed i responsabili della politica economica di un paese tengono conto sia dell'IPC che del deflatore del PIL per stabilire l'evoluzione dei prezzi nel tempo. La differenza tra PIL e IPC è che il primo considera tutti i beni e servizi prodotti nel paese anche se venduti all'estero, il secondo considera i prezzi dei beni e servizi acquistati dai consumatori anche all'estero. Un'altra differenza è che il deflatore del PIL considera il valore di tutti i beni e servizi prodotti nell'anno corrente con il valore di tutti i beni e servizi prodotti nell'anno base, quello dell'IPC invece si interessa solo al paniere.

vita è la produzione e la crescita economica di un paese. La produzione è il processo di creazione di beni e servizi utilizzando risorse come lavoro, capitale e tecnologia. La crescita economica si riferisce all'aumento nel tempo della produzione di un paese. La produzione può essere misurata utilizzando il prodotto interno lordo (PIL), che è il valore di tutti i beni e servizi prodotti in un paese in un determinato periodo di tempo. Il PIL può essere calcolato utilizzando il metodo della spesa, che somma i consumi, gli investimenti, le spese governative e le esportazioni nette di un paese. La crescita economica può essere stimolata da diversi fattori, come l'innovazione tecnologica, gli investimenti in capitale umano e fisico, la stabilità politica e la liberalizzazione del commercio. La crescita economica può portare a un aumento del tenore di vita attraverso l'aumento dei redditi, l'accesso a beni e servizi migliori e una maggiore sicurezza economica. Tuttavia, la crescita economica può anche avere effetti negativi, come l'aumento delle disuguaglianze, l'aggravarsi dell'insicurezza economica e l'impatto sull'ambiente. Pertanto, è importante che la crescita economica sia sostenibile e inclusiva, tenendo conto delle esigenze delle persone e dell'ambiente. In conclusione, la produzione e la crescita economica sono importanti per determinare il tenore di vita di un paese. La produzione può essere misurata utilizzando il PIL, mentre la crescita economica può essere stimolata da diversi fattori. È importante che la crescita economica sia sostenibile e inclusiva per garantire un miglioramento duraturo del tenore di vita.

vita è la produttività, cioè la quantità di beni e servizi che un paese riesce a produrre in una data unità di tempo. Una maggiore produttività corrisponde ad un tenore di vita più alto. I fattori che determinano la produttività sono: il capitale fisico per occupato, il capitale umano, le risorse naturali e le conoscenze tecnologiche.

Il capitale fisico per occupato, K, riguarda tutte le attrezzature e le strutture necessarie per la produzione di beni e servizi. Possedendo i giusti utensili, che prima di essere fattori di produzione erano essi stessi prodotti, l'uomo è più efficiente nella produzione.

Il capitale umano per occupato, H, riguarda le conoscenze e le capacità acquisite dai lavoratori attraverso l'istruzione e l'esperienza sul lavoro.

Le risorse naturali, N, sono le risorse di cui i paesi dispongono, ossia i fattori di produzione forniti dalla natura stessa.

Alcuni paesi sono ricchi

proprio perché
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A.A. 2018-2019
26 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher irenepratico di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Lanza Giuseppe.