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MERCATO
differenza tra il valore per il compratore e il costo per il
venditore. In assenza di esternalità, dunque, l'equilibrio
del mercato è efficiente.
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Le esternalità negative
A causa dell’esternalità, il costo della produzione di un bene per la società è più elevato di quello sostenuto dai
produttori, per ogni unità di bene prodotta il costo sociale (o esterno) include, oltre al costo privato della
produzione del bene, anche il danno che l’inquinamento arreca a terzi. La figura 10.2 mostra il costo sociale della
produzione di alluminio. La curva del costo totale è più alta rispetto alla curva di offerta, perché include anche i
costi esterni che gravano sulla collettività a causa della produzione del bene in questione. A ogni dato prezzo, il
costo sociale è maggiore del costo privato, quindi possiamo affermare che la curva di costo sociale è pari alla
somma del costo privato e del costo sociale, o costo esterno. Lo spazio tra le due curve è equivalente al costo
dell’inquinamento emesso dai produttori di alluminio.
Il pianificatore benevolo ha l'obbiettivo di massimizzare il surplus totale generato dal mercato, cioè la differenza
tra il valore attribuito all'alluminio dai consumatori e il costo di produzione.
Il pianificatore benevolo, tuttavia, sa che il costo di produzione dell'alluminio comprende anche il costo esterno
dell'inquinamento, e perciò sceglierebbe quel livello di produzione per il quale la curva di domanda interseca la
curva di costo sociale.
Si noti che la quantità di equilibrio, Q , è maggiore della quantità socialmente ottima, Q . La ragione di
MERCATO OTTIMO
tale inefficienza discende dal fatto che l’equilibrio di mercato riflette soltanto il costo privato di produzione.
Questo significa che in corrispondenza di Q la curva di domanda si trova al di sotto della curva di costo
MERCATO
sociale e che quindi, riducendo la produzione e il consumo del bene rispetto al livello di equilibrio, è possibile
aumentare il benessere economico totale. Possiamo misurare le variazioni di benessere sociale con le perdite di
benessere associate ai diversi esiti di mercato. In sostanza, misuriamo la differenza del valore attribuito dai
consumatori a ciascuna unità marginale di produzione del bene tra Q e Q (evidenziato dal triangolo
OTTIMO MERCATO
nella figura).
Come può il pianificatore benevolo portare l’economia al punto di equilibrio ottimale? Un modo potrebbe essere
quello di introdurre un’imposta su ogni unità di bene venduto; tale imposta sposterebbe verso l’alto la curva di
offerta e, se il suo ammontare fosse accuratamente calcolato, la nuova curva di offerta coinciderebbe con la curva
di costo sociale. Nella nuova condizione di equilibrio i produttori fabbricherebbero la quantità ottimale del bene.
Applicare un’imposta di questo genere significa internalizzare l’esternalità, poiché si offre a compratori e
venditori attivi nel mercato un incentivo a prendere in considerazione gli effetti esterni delle loro azioni. Nel
decidere quanto alluminio offrire nel mercato, in sostanza, i produttori di alluminio considererebbero anche il
costo dell’inquinamento che producono, poiché l’imposta li obbligherebbe a pagare anche i costi esterni. E poiché
il prezzo di mercato incorporerebbe l’imposta sulla produzione, i consumatori di alluminio avrebbero un incentivo
a utilizzarne una quantità inferiore. FIGURA 10.2 – Inquinamento e ottimo sociale
In presenza di un'esternalità negativa il costo sociale della
produzione di alluminio eccede il relativo costo privato. La
quantità ottimale di alluminio, Q , è perciò inferiore alla
OTTIMO
quantità di equilibrio, Q .
MERCATO
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Le esternalità positive
L’analisi delle esternalità positive è analoga a quella già condotta per le esternalità negative. La figura 10.3 mostra
come, in presenza di esternalità positive, la curva di domanda non riflette il valore del bene per la società. Il
valore attribuito dai consumatori a un'attività come l'istruzione è inferiore al suo valore per la società nel suo
insieme. Dato che il valore sociale (o beneficio esterno) è superiore a quello privato, la curva del valore sociale
giace al di sopra della curva di domanda. In particolare, la curva del valore sociale è pari alla somma del valore
privato del beneficio esterno per la società a ogni dato livello di prezzo. Per ogni prezzo il beneficio per la società
è maggiore del beneficio privato, quindi la curva del valore sociale giace alla destra della curva del beneficio
privato. La quantità ottimale è definita dall’intersezione tra la curva di offerta (che rappresenta il costo) e quella
del valore sociale; dunque, la quantità ottimale è maggiore di quella che si determinerebbe in un mercato privato.
Anche in questo caso lo Stato può correggere il fallimento del mercato. Il provvedimento adeguato, nel caso delle
esternalità positive, è esattamente opposto a quello che si rivela efficace nel caso di esternalità negative: per
collocare il mercato in una posizione di equilibrio più vicina a quella ottimale, un’esternalità positiva richiede
l'erogazione di un sussidio.
In sintesi: le esternalità negative inducono il mercato a produrre quantità in eccesso rispetto a quelle socialmente
desiderabili. Le esternalità positive inducono il mercato a produrre quantità in difetto rispetto a quelle
socialmente desiderabili. Per risolvere il problema, il legislatore può internalizzare le esternalità tassando i beni la
cui produzione presenta esternalità negative e sussidiando quelli che genera esternalità positive.
FIGURA 10.3 – Istruzione e ottimo sociale
In presenza di un'esternalità positiva il valore sociale di un
bene è superiore al suo valore privato. La quantità ottimale,
Q , è perciò superiore a quella di equilibrio, Q .
OTTIMO MERCATO
Le soluzioni private alle esternalità
Nella realtà sia i soggetti economici privati sia lo Stato possono reagire alle esternalità secondo diverse modalità.
Tutti i rimedi condividono l'obbiettivo di portare l'allocazione delle risorse più vicino all'ottimo sociale.
I tipi di soluzione privata
Le esternalità sono causa di inefficienza, ma non sempre è necessario l’intervento dello Stato per risolvere il
problema. In alcune circostanze si possono mettere in atto soluzioni private.
A volte il problema delle esternalità può essere risolto attraverso codici etici o sanzioni sociali. Pensiamo, per
esempio, alla ragione per la quale generalmente le persone non gettano cartacce per strada: la maggior parte
degli individui la osserva perché gettare rifiuti a terra è sbagliato. Questa ingiunzione di carattere morale ci mette
di fronte alle conseguenze delle nostre azioni sugli altri: in altre parole, ci invita a internalizzare le esternalità.
Un’altra soluzione privata al problema è la beneficenza e l’attività di enti e fondazioni deputati a gestirla oppure il
mercato può gestire le esternalità con il sistema dei contratti.
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A volte il mercato può riuscire a superare il problema delle esternalità facendo affidamento sull'interesse
particolare delle sue componenti. Talvolta la soluzione prende la forma di una fusione tra diversi tipi di attività.
Per esempio, consideriamo un coltivatore di mele e un allevatore di api con terreni confinanti: entrambe le
attività generano un'esternalità positiva per l'altra. L’internalizzazione delle esternalità positive è una delle ragioni
per le quali alcune imprese sono attive in settori diversificati.
Un’altra modalità con la quale il mercato può autonomamente gestire le esternalità è il sistema dei contratti. Le
joint venture e i partenariati sono un buon esempio di come i contratti possano generare esternalità positive e
migliorare l’efficienza.
Il teorema di Coase
Quanto efficacemente il mercato riesce a gestire le esternalità? I risultati del teorema di Coase dimostrano che il
mercato può essere molto efficace nella maggior parte delle circostanze. Secondo il teorema di Coase, se alle
parti in causa viene concesso di negoziare senza costi l’allocazione delle risorse, il mercato riesce sempre a
risolvere il problema delle esternalità e ad allocare le risorse in modo efficiente.
Ipotizziamo che Fabio possieda un cane di nome Zeus; Zeus abbaia e disturba Mirella, vicina di casa di Fabio. Fabio
trae beneficio dal possedere Zeus, ma il cane produce un'esternalità negativa per Mirella. Fabio dovrebbe essere
obbligato a regalare Zeus a un amico che vive in campagna, oppure Mirella dovrebbe essere costretta a perdere il
sonno a causa del cane?
Cerchiamo innanzitutto di stabilire quale sia il risultato socialmente efficiente. Un pianificatore benevolo,
esaminando le due alternative, confronterebbe il beneficio che Fabio trae dal possedere il cane con il danno che
Mirella soffre a causa dell'abbaiare di Zeus. Se il beneficio è superiore al costo, l'efficienza vuole che Fabio tenga il
cane e Mirella tenti di sopravvivere nonostante il baccano; se il costo è superiore al beneficio, Fabio deve
rinunciare al cane a vantaggio della tranquillità di Mirella.
Secondo il teorema di Coase, il mercato riesce a raggiungere il risultato efficiente da sé. Come? Mirella può
semplicemente offrirsi di pagare Fabio affinché si liberi del cane; Fabio accetta l'offerta se la somma offerta da
Mirella è superiore al beneficio che Fabio trae dalla compagnia del cane.
Attraverso la contrattazione del prezzo Fabio e Mirella possono sempre raggiungere il risultato efficiente.
Secondo il teorema di Coase la distribuzione iniziale dei diritti non è rilevante ai fini della capacità del mercato di
raggiungere un risultato efficiente.
Anche se Fabio e Mirella possono raggiungere un accordo indipendentemente dalla distribuzione iniziale dei
diritti, questa distribuzione non è del tutto irrilevante, in quanto determina la ripartizione del benessere
economico. Stabilire se Fabio abbia il diritto di avere un cane che abbaia o se Mirella abbia il diritto alla quiete è
essenziale per determinare i termini dell'accordo tra loro. Ma in ogni caso le due parti possono trattare e risolvere
il problema delle esternalità. Fabio riuscirà a tenere il suo cane se, e solo se, il beneficio è superiore al costo.
In sintesi, secondo teorema di Coase i soggetti economici privati possono risolvere il