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Concorrenza monopolistica e mark-up sul costo marginale

In concorrenza monopolistica, l'impresa si colloca nella porzione decrescente della curva di costo medio totale, il che significa che la quantità prodotta è minore rispetto a quella che minimizza il costo medio totale. Di conseguenza, le imprese hanno una capacità produttiva in eccesso.

Il mark-up sul costo marginale è la differenza tra il prezzo e il costo marginale. In concorrenza perfetta, il prezzo è uguale al costo marginale. Tuttavia, in concorrenza monopolistica, il prezzo è maggiore del costo marginale, poiché l'impresa ha un certo potere di mercato. Poiché opera nella porzione decrescente della curva di costo medio totale, se il prezzo fosse uguale al costo medio totale, il prezzo sarebbe necessariamente superiore al costo marginale. Di conseguenza, la vendita di un'unità aggiuntiva al prezzo corrente aumenta il profitto dell'impresa.

La concorrenza monopolistica può comportare inefficienze dal punto di vista del benessere sociale. Una fonte di inefficienza è il mark-up del prezzo sul costo marginale. Alcuni consumatori attribuiscono al bene un valore superiore al costo di produzione ma inferiore al prezzo, e quindi rinunciano all'acquisto.

perdita secca.Lo Stato non dispone degli strumenti adatti per correggere questo risultato, poiché la regolamentazioneuserebbe gli stessi problemi sollevati dalla regolamentazione del monopolio naturale.

- Numero imprese che operano nel mercato: potrebbe essere diverso da quello socialmente ottimo.

Esternalità associate all'entrata nel mercato:

  1. varietà del prodotto (positiva)
  2. sottrazione di quote di mercato (negativa): altre imprese perdono clienti a causa dell'entrata di un nuovo concorrente.

La concorrenza perfetta non presenta alcuna di queste esternalità (prodotti identici).

La mano invisibile non è dunque in grado di garantire la massimizzazione del surplus nella concorrenza monopolistica, ma lo Stato non dispone degli strumenti corretti per migliorare il risultato ottenuto.

Pubblicità e branding

Quando nello stesso mercato sono attive molte imprese con prodotti differenziati e applicano prezzi superiori al costo marginale, ognuna di

esse ha un forte incentivo a pubblicizzarsi per attrarre il maggior numero di consumatori. La propensione all'investimento pubblicitario è per il consumatore un segnale di qualità del nuovo prodotto (impara a ignorare campagne pubblicitarie a bassi investimenti). Branding = mezzo attraverso il quale un'impresa genera nel consumatore un'associazione che generi fedeltà nella marca (differenziazione del marchio). Marchio è modo per garantire al consumatore la qualità di ciò che acquista.

32Mercati contendibiliNuova teoria elaborata da Baumol, Panzar e un altro. Dato che le imprese sono minacciate dall'ingresso nel mercato di nuovi concorrenti, le imprese possono deliberatamente ridurre i propri profitti per scoraggiare l'ingresso di nuovi attori. Non ci sono barriere all'entrata e all'uscita, né costi sommersi (quest'ultima è l'unica differenza con concorrenza monopolistica). Strategie: - Entry

limit pricing: mantenere artificialmente bassi i prezzi per scoraggiare nuovi entranti;

Prezzi predatori: mantenere per un certo periodo di tempo i prezzi al di sotto del costo medio per eliminare i concorrenti dal mercato;

Barriere artificiali: operare con capacità produttiva in eccesso, sviluppare aggressive campagne di marketing/branding, comprimere i costi aumentando l'efficienza;

Tattiche mordi e fuggi: entrare nel mercato, realizzare extra-profitti e uscirne rapidamente;

Scrematura del mercato: identificare e sfruttare i segmenti di mercato a più alto valore aggiuntivo.

Vi sono numerosi mercati che mostrano connotati di contendibilità. Ex: servizi finanziari, software sviluppatori web, servizi postali. → per analizzare le strutture di mercato il trucco sta nel focalizzarsi sul grado di libertà di entrata e uscita.

CAPITOLO 16. L'oligopolio. È un tipo di "concorrenza imperfetta".

Oligopolio: mercato dominato da un

Il numero relativamente ridotto di imprese di grandissime dimensioni caratterizza i mercati oligopolistici. Il rapporto di concentrazione esprime la quota del mercato totale che fa capo ad un determinato numero di imprese. Le imprese oligopolistiche sono interdipendenti.

Le caratteristiche principali di un mercato oligopolistico sono:

  • Numero relativamente ridotto di imprese dominanti (in un mercato con migliaia di imprese), ognuna delle quali offre prodotti simili o uguali a quelli degli altri produttori;
  • Differenziazione: la "segmentazione del mercato" è il modo in cui le imprese suddividono i consumatori in gruppi con abitudini di acquisto simili o accomunati da caratteristiche (età, cultura, reddito);
  • Interdipendenza: i mercati oligopolistici sono dominati da poche grandi imprese legate da un rapporto di interdipendenza. Ogni impresa influisce su tutte le altre attraverso le proprie azioni e può reagire alle decisioni prese dalle altre. Questa interdipendenza può creare un conflitto tra cooperazione e interesse privato.

La concorrenza in un mercato oligopolistico è quindi caratterizzata da una dinamica complessa, in cui le imprese devono bilanciare la cooperazione con la competizione per ottenere il massimo vantaggio.

monopolio e cartello - Collusione: Accordo tra imprese sulla quantità da produrre e il prezzo da applicare. - Cartello: Gruppo di imprese che agisce in maniera coordinata. In presenza di un cartello è come se il mercato fosse servito da un monopolista: le imprese in questione devono decidere come dividersi la quota di monopolio (ciascun membro del cartello desidera per sé una grossa quota di mercato poiché corrisponde a un grosso profitto). Equilibrio in regime di oligopolio Le norme sulla concorrenza proibiscono accordi espliciti tra gli oligopolisti e spesso si creano disaccordi tra membri dell'oligopolio sulla spartizione delle quote di mercato, per cui non è sempre possibile formare cartelli. Il perseguimento dell'interesse personale spinge i duopolisti a produrre una quantità complessiva più elevata di quella di monopolio; tuttavia, non riesce a spingerli fino all'equilibrio di concorrenza perfetta. Equilibrio di Nash: (dalmatematico John Nash di "A Beautiful Mind") è una situazione nella quale i soggetti economici, attraverso l'interazione reciproca, determinano la propria strategia ottimale, date le strategie scelte dagli altri soggetti. Le imprese in un oligopolio decidono individualmente la quantità da produrre in funzione della massimizzazione del profitto individuale. Dunque finiscono per produrre una quantità superiore a quella di monopolio, ma inferiore a quella di concorrenza (poiché come il monopolista è conscio del fatto che gli aumenti di Q prodotta fanno diminuire P e profitti) → prezzo di oligopolio = inferiore a quello di monopolio, ma superiore a quello concorrenziale (che corrisponde al costo marginale ovvero all'ottimo sociale). Effetti della dimensione dell'oligopolio Con l'aumento dei partecipanti al mercato, la possibilità di costruire un cartello stabile è sempre più labile (difficile raggiungere).accordo). Decisioni di ogni venditore in oligopolio sono basate su: - Effetto quantità: dato che P > C' (prezzo è maggiore del costo marginale) vendere un'unità in più accresce il profitto; - Effetto prezzo: un aumento della quantità totale venduta, diminuisce il prezzo, che diminuisce il profitto anche su tutte le altre unità. Se l'effetto quantità è maggiore dell'effetto prezzo, il produttore decide di aumentare la produzione; al contrario decide di diminuirla. Tanto maggiore è il numero di venditori, tanto minore è l'effetto che il singolo provoca sul prezzo di mercato (ovvero tanto minore è l'effetto prezzo). Nel caso in cui l'oligopolio fosse molto ampio, l'effetto prezzo scomparirebbe completamente lasciando solo l'effetto quantità --> un oligopolio non collusivo di grandi dimensioni è un gruppo di imprese concorrenziali che subiscono il

prezzo.Oligopolio fornisce una ragione del perché tutti i Paesi possono trarre vantaggio dal libero scambio: infatti il libero scambio accresce il numero di produttori tra i quali il consumatore può scegliere e la maggior concorrenza conduce i prezzi a un livello più prossimo al costo marginale.

Teoria dei giochi: Studio del comportamento individuale in situazioni strategiche (situazioni alle quali ciascun individuo, nel decidere quali azioni intraprendere, deve tener conto delle reazioni degli altri alla sua azione). Ogni gioco vede come protagonisti 2 o più giocatori che si confrontano con svariate opzioni strategiche: il loro processo decisionale determina diversi risultati o payoff mostrati nella matrice dei payoff (tabella che mostra le possibili combinazioni di risultati). I giocatori devono mettersi nei panni degli altri, che a loro volta prenderanno decisioni associate ai loro payoff.

Dilemma del prigioniero: Spesso individui decidono di non cooperare tra loro.

anche per sé, date le scelte degli altri giocatori. In altre parole, nessun giocatore ha l'incentivo a deviare dalla sua strategia scelta, dato che non otterrebbe un risultato migliore. La cooperazione può essere difficile da mantenere perché ogni individuo ha un incentivo a cercare il proprio vantaggio individuale. Tuttavia, se tutti i giocatori riescono a raggiungere un accordo e a rispettarlo, possono ottenere un risultato migliore rispetto a quando agiscono individualmente. Un concetto importante in questo contesto è l'equilibrio di Nash, che si riferisce a una situazione in cui nessun giocatore ha l'incentivo a deviare dalla sua strategia scelta, dato il comportamento degli altri giocatori. Questo equilibrio rappresenta il risultato ottimale per tutti i giocatori coinvolti. Nel caso dell'oligopolio, ad esempio, le imprese devono prendere decisioni sulla produzione e sui prezzi. L'equilibrio di Nash si raggiunge quando ogni impresa sceglie la strategia che massimizza il proprio profitto, date le scelte delle altre imprese. In conclusione, la cooperazione può essere vantaggiosa per tutti i membri di un gruppo, ma è difficile da mantenere a causa degli incentivi individuali. Tuttavia, l'equilibrio di Nash rappresenta un punto di stabilità in cui nessun giocatore ha l'incentivo a deviare dalla sua strategia scelta.possibile in reazione alle decisioni degli altri è il punto nel quale nessun giocatore può migliorare la propria condizione e tutti hanno adottato la propria strategia migliore (qualsiasi altra decisione creerebbe un incentivo per uno dei 2 giocatori a modificare la propria strategia al fine di migliorare la propria condizione). Tuttavia l'equilibrio di Nash non rappresenta il risultato più efficiente; la cooperazione può essere una delle migliori strategie nel lungo periodo. Giochi cooperativi e non cooperativi La teoria dei giochi cooperativi ipotizza che ci sia un insieme di risultati o di accordi noti a tutti i giocatori e che ogni giocatore abbia un ordine di preferenze rispetto a tali risultati. La teoria dei giochi non cooperativi ipotizza che i giocatori abbiano una serie di strategie che possono usare per ottenere un risultato, e che ogni giocatore abbia un ordine di preferenze rispetto ai risultati. Dilemma del prigioniero e benessere sociale - Ser le imprese coinvolte ma dannoso per i consumatori. Inoltre, l'oligopolio può portare a una riduzione della concorrenza e dell'innovazione nel mercato.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
53 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fede309 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Buonanno Paolo.