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LANDUCCI ALICE 6
n = (ammontare di capitale investito) / (ammontare delle disponibilità annue costanti)
Es.
Determinare il periodo di recupero di un investimento iniziale dell’ammontare di 21 000 (I).
Vita utile n = 6 Disponibilità annua costante D = 7 000
PBP arit (n) = 21 000 / 7 000 = 3 anni (n’)
Quindi in base alla condizione necessaria l’investimento è economicamente conveniente (3<6).
2) Ipotesi con disponibilità annue non costanti
PBP = x
Sommatoria D = I
t
quindi il periodo in riferimento a quale la sommatoria delle disponibilità ad oggi al periodo di recupero sia pari
al capitale che si intende di investire ad oggi.
T I D I da recuperare
0 I -I
1 D1 -I + D1
2 D2 -I + D1 + D2
Es.
I = 3 000 n = 5
D1 = 500 D2 = 600 D3= 700 D4=800 D5=900
s
n = 3 anni
In 5 anni si arriva a un’eccedenza di 500, però non è economicamente conveniente perché al 3° anno si ha un
disavanzo di 1 200.
Il periodo esatto in cui I è recuperato è tra il 4 e il 5 anno, quindi
900 : 12 = 400 (disavanzo nel 4 anno) : x
x = 400*12/900 = 5,33
ovvero 4 anni e 3 mesi
per i gg sono 0,33 * 30 = 10 gg
La condizione necessaria è soddisfatta mentre quella sufficiente no.
Return on investment (ROI)
Fornisce una misura della redditività media annua dell’investimento.
Hp 1: esercizio medio con stima di R e C medi r = U’ / I
(tasso di redditività medi annua) = (utili medi annui prevedibilmente ottenibili) / (investimento originario)
Hp 2: si considera il capitale mediamente investito
r = 2U’ / I
Es.
I = 100
n = 25
Rt = 40
Ct = 20
U = 40-20 = 20
I MEDIO = 100 / 2 = 50
ROI = 20 / 50 = 0,4 = 40%
Capacità del progetto di produrre a breve termine reddito contabile, considerando valori medi trascura
l’andamento nel tempo differenziale dei flussi di cassa di conseguenza non è possibile valutare la convenienza
o meno.
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Il procedimento di attualizzazione: montante (capitale attualizzato)
1(anno)
M (t ) = C (t ) (1+i)
1 0
1
C = M / (1+i) -1
C = M * (1+i)
Evidenzia il principio di sconto che consente di riportare valori futuri, cioè disponibili in epoche future,
t t
ricorrendo al fattore di attualizzazione espressi da v = 1/(1+i) consente di smobilizzare un capitale esigibile
in un’epoca futura ad un’altra epoca scelta per l’analisi economica, per determinarlo serve conoscere il tasso
di attualizzazione (i) e l’epoca (t) (rif. TAVOLA 1 pre-calcolati i valori dei fattori di sconto).
Questo calcolo è richiesto perché nelle diverse epoche si stimano diversi flussi monetari che devono essere
attualizzati per essere confrontati e dare una valutazione al processo di stima di convenienza economica.
La stima del costo di capitale
Il costo del capitale aziendale è un costo opportunità perché chi investe nell’impresa si attende un rendimento
almeno pari a quelli che otterrebbe con investimenti simili e con lo stesso grado di rischio.
Il costo medio ponderato del capitale (WACC) è la media ponderata del rendimento atteso, per il calcolo
occorrono il costo opportunità del capitale proprio e quello del capitale di debito. Rappresenta la determinante
del tasso di attualizzazione nella valutazione di un progetto di investimento secondo il metodo dell’eccedenza
del valore attualizzato.
Es. Investimento = 10 000 finanziato per il 60% con un prestito di terzi al tasso dell’11% e per il 40% con il
capitale proprio ad una remunerazione desiderata del 14%. Determinare il tasso di interesse ponderato.
!""" $"""
∙ 0,11 + ∙ 0,14 = 0,122 = 12,2% = 12 %
WACC = !"""#$""" !"""#$"""
Per l’utilizzo è necessario che:
- grado di rischio dell’investimento sia analogo a quello dell’impresa (+rischio → +tasso interesse);
- scelta del finanziamento in base alle fonti aziendali.
La remunerazione nei confronti di chi investe si scompone (la cui somma costituisce il tasso minimo):
- tasso d’interesse reale per un investimento privo di rischio;
- premio per l’inflazione;
- premio per il rischio del progetto.
La quantificazione del costo opportunità del capitale di debito deve coprire:
- tasso d’interesse reale che la banca potrebbe ottenere scegliendo un investimento privo di rischio;
- premio per l’inflazione;
- premio per il rischio del progetto e dell’impresa.
Inoltre, il rischio d’insolvenza di un’impresa dipende ad es. dal livello di indebitamento (+debiti → +oneri
finanziari) e dal grado di liquidità (+liquidità → –rischio).
Determinazione delle disponibilità attualizzate: disponibilità costanti o variabili da
attualizzare
Le disponibilità di esercizio, componenti di flusso di cassa negli anni di vita utile dell’investimento,
necessitano di essere attualizzate al fine di poterle confrontare con l’investimento inizialmente sostenuto.
Per calcolare le disponibilità da attualizzare non influiscono le quote di ammortamento e nemmeno gli oneri
finanziari, a differenza le imposte che costituiranno un’effettiva uscita di cassa.
D (lorda) = R – C
D (imponibile) = D (lorda) – A (ammortamenti) – Oneri finanziari
Il valore del fattore di attualizzazione da applicare alle disponibilità nette di esercizio serve per calcolarne il
valore attuale, facendo riferimento alla Tavola 1. -t
D = D (1+i)
att t t
D = D * v
att t
Una volta calcolate le singole disponibilità attualizzate si procede alla loro sommatoria ottenendo l’ammontare
di ricchezza prodotta dal capital investito al tempo t0.
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Nel caso in cui le disponibilità siano costanti si può applicare il procedimento di attualizzazione ricorrendo
alla TAVOLA 2 che riporta i fattori a una rendita di disponibilità costanti. La sommatoria precedente diventa
D* a (disponibilità singola costante per il fattore di attualizzazione riferito alle rendite di disponibilità).
ni
Quindi se l’ammontare delle D è costante: Dt = D
-t -n
D (1+i) = D * (1- (1+i) ) /i = D a (a figurato n al tasso i, rif. Tavola 2)
t ni
Quando I è conveniente?
Risorse monetarie investite oggi < Risorse finanziarie che rientreranno in futuro
Ricchezza assorbita < Ricchezza prodotta (D = R-C)
-I + ∑ D att > 0
0
Fattori correttivi e incentivanti nella valutazione degli investimenti
Nella valutazione della convenienza economica ad investire può subentrare l’esigenza di considerare fattori
correttivi del flusso di cassa, i quali emergono in relazione a specifiche circostanze economiche e che
modificano le condizioni di convenienza.
v Capitale d’esercizio
Potrebbe essere necessario considerare nell’ambito di un’analisi di investimenti, se fosse presente questa
necessità, il capitale d’esercizio, ovvero un capitale impegnato per l’acquisizione di fattori a veloce ciclo
di utilizzo (es. scorte di materie prime da impiegare in un processo produttivo), è un capitale su cui è
necessario investire per il funzionamento del processo produttivo e che entro la vita utile deve essere
ricostituito.
È necessario mantenerlo immobilizzato per la durata di vita utile dell’impianto oggetto di investimento al
fine di provvedere alle necessità del processo di produzione e di vendita.
Nel flusso di cassa si rileva come un movimento in conto capitale che potrebbe essere necessario
evidenziare all’inizio, al tempo t0, del progetto di investimento e del capitale che deve essere recuperato,
quindi è necessario anche computarlo in riferimento all’ultima disponibilità di vita utile del progetto di
investimento.
Quindi è un fattore correttivo che viene rappresentato come elemento di variazione nel flusso di cassa e
che va evidenziato mediante i dati medi di costi e ricavi d’esercizio più i conti di capitale che un esercizio
può richiedere di riconsiderare.
Nel calcolo rappresenta un’uscita nel momento iniziale (aumento del costo) e un’entrata in quello finale,
viene sommato all’ammontare di Dt riferita all’ultimo anno di vita utile dell’investimento allo scopo di
realizzare il recupero. Il valore finale sarà maggiore di quello inziale e dovrà essere oggetto di
attualizzazione.
v Valore residuo
Valore che si presume di poter attribuire all’investimento al termine del periodo, ogni progetto
d’investimento di cui si vuole valutare la convenienza economia si prova a stimare il valore residuo.
È un elemento di variazione positiva nell’ammontare, segnato come disponibilità nell’ultimo anno di vita
utile del progetto di investimento.
v Fiscalizzazione degli oneri sociali
Vi sono due tipologie di contributi sociali:
Effettivi, a carico del datore e dei lavoratori al fine di conservare il diritto alle prestazioni sanitarie
o e previdenziali;
Figurativi, a carico del datore verso i propri dipendenti o ex al fine di assicurare il godimento di
o prestazioni sociali.
Si parla di fiscalizzazione degli oneri sociali, quando parte di contributi carico del datore di lavoro è posta
a carico dello stato. In connessione a un investimento, l’impresa potrebbe godere di questo beneficio, cioè
una parte degli oneri sociali previsti a carico del datore, in riferimento a un determinato investimento che
per lo Stato è importante venga sostenuto da una o più imprese, può subentrare il beneficio di essere
sollevata da questo onere che viene attribuito in carico allo Stato, alla regione, al comune, a chi è il
promotore.
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Per l’impresa significa godere di una riduzione del costo che dovrebbe sostenere come contributo sociale
a suo carico. Quindi determina una riduzione dei costi d’esercizio per ogni anno di vita utile
dell’investimento. È un correttivo che evidenzia una variazione monetaria positiva, quindi un aumento
delle disponibilità nette di esercizio da attualizzare.
v Contributo in conto capitale a fondo perduto o stanziamenti a fondo perduto
Sono delle forme di sostegno all’economia e agli investimenti ritenuti importanti per lo sviluppo
economico di aree in difficoltà. Il governo decide di deliberare delle forme di investimento da parte dello
Stato, il quale si assume degli oneri di investimento sollevando del peso finanziario le imprese, a favore
di soggetti economici in aree difficili e ad es. a scopo occupazionale. Quindi sarà conteggiato come un
aumento delle disponibilità di esercizio.
v Contributo in conto interessi
Si tratta di poter acced