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CAPITOLO
2.1 Introduzione
La dinamica evolutiva dell’impresa è caratterizzata da decisioni, le quali sono tese a migliorare o modificare le combinazioni produttive tipiche
del contesto interno e a influenzare il contesto esterno tramite l’acquisizione di nuovi clienti, stimolazione di nuovi bisogni ecc.
Queste decisioni sono rappresentate da deliberazioni risolutive di una problematica e sono formate da:
-un atto volitivo
-decisore afferente all’impresa
-oggetto: in base a questo elemento si possono distinguere decisioni che riguardano la dimensione reale (riguardano la trasformazione di input
in output, le fasi di approvvigionamento e il processo di trasformazione, oltre che le scelte di collocamento degli output e le decisioni di
investimento) e finanziaria (riguarda l’equilibrio fra fabbisogno derivante dai processi di produzione e investimento e le fonti disponibili. È in
questo caso che assume molto rilievo il grado di indebitamento, la coordinazione fra fonti e impieghi e anche la politica dei dividenti);
-alternative fra cui scegliere che possono avere un impatto economico e/o finanziario.
Le scelte assunte dall’impresa possono essere di natura:
-strategica: le quali determinano obiettivi e linee di azione e contribuiscono a mantenere la coerenza fra impresa e evoluzione del contesto.
Sono decisione che vengono prese dagli organi di vertice e riguardano ad es la definizione del mercato da servire o prodotti da offrire,
investimenti in ricerca e sviluppo e la ristrutturazione delle attività produttive.
-tattica: tramite esse si attuano le decisioni di tipo strategico e riguardano l’individuazione delle combinazioni dei fattori della produzione che
permettono all’impresa di raggiungere gli obiettivi in condizioni di efficienza.
-operativa: attengono ai processi necessari ad attuare le scelte di natura strategica e tattica e riguardano la ricerca del miglior uso possibile
degli input.
Nonostante le scelte tattiche e operative siano quelle più frequenti, in contesti di rapido cambiamento e incertezza le scelte strategiche
contribuiscono e variare la dinamica evolutiva dell’ impresa.
2.2 La realtà delle decisioni di impresa
Le decisioni sono legate da una relazione di interdipendenza fra una decisione e:
- le scelte future su altre situazioni;
- una scelta successiva sulla stessa situazione;
-una scelta concorrente su un fatto diverso poiché le due situazioni condividono gli stessi fattori della produzione.
Le decisioni sono legate anche da relazioni di complementarietà e sostituibilità (intesa come trade-off quando i benefici imputati a una
decisione si riducono per effetto di altre scelte): è a partire da questa idea che si sono sviluppati i sistemi flessibili di produzione i quali
permettono l’ampliamento della flessibilità nelle attività produttive, costi ridotti e ampliamento della gamma.
I maggiori costi derivanti da questi sistemi sono compensati dalla soddisfazione del cliente e dalle minori scorte di magazzino in quanto
l’impresa adegua meglio la propria offerta all’esigenza della domanda.
Questa maggiore flessibilità però, messa in correlazione con l’introduzione di impianti ad elevata automazione e standardizzazione, genera un
tradeoff.
Le interdipendenze tra decisioni riguardano anche quelle reali e finanziarie: sono infatti ravvisabili numerose soluzioni tutte potenzialmente
soddisfacenti ma solo alcune lo sono in senso locale e non assoluto. Ne consegue che ogni decisione sottintende un processo di selezione e
eliminazione fra due alternative generando a questo modo dei costi e opportunità.
2.3 Elementi di base nelle decisioni di impresa
L’impresa effettua scelte selettive con l’obiettivo di conseguire determinati risultati aziendali e risolvere problemi non preventivabili ex ante.
Questo processo prevede vari step che riguardano: l’individuazione dei problemi, la fissazione dei traguardi, la raccolta di informazioni e
valutazione di diverse soluzioni, controllo degli effetti prodotti e trasformazione della decisione assunta in azioni concrete.
Questo processo decisionale portato avanti dal impresa si traduce nella combinazione di attività di analisi, valutazioni, scelta, applicazione e
controllo ex post dei risultati conseguiti : affinché questo processo sia valido le fasi devono essere coerenti con i driver generali delle decisioni
e permeate dai criteri di efficacia, efficienza e redditività.
Informazioni e rappresentazione
Le informazioni sono un insieme di dati riguardanti fenomeni ai quali il decisore assegna rilievo e riguardano il contesto interno o esterno (es
andamenti macroeconomici, evoluzione della regolamentazione ecc) e possono assumere un carattere sintetico o dettagliato.
Le informazioni inoltre devono corrispondere in termini quali-quantitativi alle esigenze dei soggetti decisori, devono essere disponibili al
momento giusto e confrontate con i fabbisogni espressi dai decisori; ne risulta che la qualità delle decisioni è tanto ampia quanto le
informazioni sono coerenti con le caratteristiche sopra citate.
Le rappresentazioni comprendono elementi quali modelli teorie e routine di calcolo, possono assumere una natura più o meno formalizzata e
anche esse rappresentano il contesto sia interno che esterno dell’impresa.
Le rappresentazioni possono focalizzarsi sulle componenti elementali di un fenomeno o offrine una vista di insieme focalizzando sulle
interrelazioni e interdipendenze tra decisioni piuttosto che sulle relazioni lineari di causa-effetto o sui processi di cambiamento anziché sulla
configurazione di un fenomeno in un certo instante
Informazioni e rappresentazioni assumono particolare importanza nella fase di analisi e da queste valutazioni dipendono la qualità dei piani di
azione e dei meccanismi ex post: quanto più la decisione abbia un carattere non programmato tanto più importanti sono la disponibilità di
informazioni tempestive e di rappresentazioni accurate.
E’ molto importante anche l’ampliarsi delle informazioni affinché la decisione sia la più accurata possibile; è necessaria però che la decisione
sia presa con rapidità, la quale riguarda anche l’abilità del decisore di sintetizzare le informazioni anche tramite un’associazione olistica tra più
fenomeni. 5
I driver decisionali
I driver decisionali riguardano:
-la visione: indica una prospettiva futura rispetto a ciò che l’impresa intende diventare da cui discendono decisioni e attività nell’impresa a
lungo periodo;
-la missione: collega il volere essere dell’impresa in un certo ambito competitivo (combinazione di prodotti/mercati in cui essere presenti) e il
ruolo che vuole assumere l’impresa in ciascuna di queste combinazioni;
Il modo di voler perseguire la missione qualifica la vocazione. Missione e visione si qualificano come driver rispetto al quale si collegano altre
decisioni (la missione può essere considerata infatti come conseguenze della visione);
-la finalità: promanata sovente dagli organi di vertice, esprime i traguardi che si vogliono perseguire e identifica l’orientamento generale che
sta a monte del processo decisionale. La tipica finalità delle imprese è la continuità aziendale (che attiene alla capacità dell’impresa di
sopravvivere nel tempo), sulla base della quale si concepisce l’impresa come entità tesa alla sopravvivenza;
- gli obiettivi generali: riguardano reddittività sviluppo dimensionale e equilibrio finanziario e il loro conseguimento è strumentale rispetto al
conseguimento di condizioni di sopravvivenza. Ne fanno parte anche gli obiettivi sociali (sostenibilità intesa come insieme di principi che
l’impresa deve considerare nel ambito delle proprie decisioni. Il perseguimento di questi obiettivi avviene tramite il raggiungimento di obiettivi
specifici qualificati tramite un traguardo da raggiungere e misurabili, quantificabili, riferiti a un orizzonte temporale e fattibili.
Equilibrio economico
È il vincolo che consiste nell’attitudine della gestione aziendale a generare un flusso di ricavi idoneo a coprire i costi degli input in contrattuale
e a remunerare congruamente con l’imposizione residuale.
Questo equilibrio può riguardare il breve il medio o il lungo periodo ma affinché l’impresa raggiungo l’obiettivo di sopravvivenza deve essere
a lungo periodo; deve essere anche adeguato alla copertura dei costi che riguardano sia il lavoro che la congrua remunerazione del capitale
(compenso che tenuto conto del rischio e del lavoro imprenditoriale e in linea con i migliori investimenti alternativi).
Equilibrio finanziario
Riguarda la capacità dell’impresa di reperire i capitali di rischio o di credito per coprire continuativamente, pienamente e convenientemente
il fabbisogno finanziario accresciuto dallo sfasamento temporale tra costi e ricavi; infatti se un’impresa è vitale gli incassi fronteggeranno
tutti i pagamenti e lasceranno un’eccedenza pari alla congrua remunerazione attesa.
La capacita finanziaria è adeguata se consente di soddisfare in ogni instante il fabbisogno finanziario: in quest’ambito si parla di capitale
proprio/nziamento come l’insieme delle risorse finanziarie proveniente dalla gestione corrente che residua dopo aver dedotto dal flusso dei
ricavi di vendita le uscite finanziarie.
Il sistema d’impresa può essere dotato di capitale proprio o con conferimento da parte dei soci o trattenendo utili conseguiti (prodotto
dall’economia del impresa e dal sistema aziendale). La scelta tra queste due forme di finanziamento deve tener conto dell’onere di ciascuna
fonte, della natura del fabbisogno, della possibilità di accesso al mercato finanziario a condizioni economiche soddisfacenti, e la concreta
possibilità dei portatori di capitali di rischio a conferire nuovo capitale.
Le scelte di finanziamento devono guardare a una gestione unitaria nello spazio e nel tempo per cui la scelta di copertura del fabbisogno
finanziario non deve essere fatta in funzione dei singoli investimenti da realizzare, ma deve essere opportunamente programmata
distinguendo il fabbisogno durevole (da coprire con capitale o di credito a lunga scadenza) da quello temporaneo (da coprire con capitale di
credito a breve periodo).
L’assenza di cassa non permette la sopravvivenza dell’impresa: questa può sopravvivere anche producendo in perdita se viene
continuamente finanziata (internamente o esternamente). Ne risulta che se non c’è eq finanziario l'impresa non sopravvive.
La missione e la visione hanno carattere volontaristico e guidano le decisioni di impresa verso il fine della sopravvivenza delimitando le
alternative tra cui selezionare le soluzioni migliori.
Decisioni e cicli della pianificazione, della programmazione e controllo
Il decisore si basa anche su modelli che esplicano i passaggi attraverso cui una o più sce