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Diffusione di un'innovazione in un sistema sociale

Il processo di diffusione di un'innovazione in un sistema sociale è il frutto dell'aggregazione di comportamenti individuali. L'innovazione solitamente si diffonde nel mercato lentamente, con tassi di penetrazione bassi, poi via via più rapidamente, fino al superamento di un punto di discontinuità detto "take off", in cui l'accelerazione delle vendite supera il chasm (chiasmo che separa gli innovatori dal resto del mercato) ed è massima e l'incertezza associata all'innovazione stessa è pressoché dissipata, poi raggiunge un ulteriore fase in cui si osserva una decelerazione nei tassi di penetrazione, prima lenta, poi più forte, finché si raggiunge una fase di crescita molto lenta e di sostanziale stabilità.

Fonte: Bass proposto

un modello in cui il numero di persone che hanno già acquistato e cui il numero di adozioni al tempo t dipende da due gruppi di consumatori: 1) gli innovatori la cui adozione non è influenzata dal numero di persone che hanno già acquistato e il cui numero tende a diminuire al progredire del processo di diffusione, e 2) gli imitatori la cui propensione ad adottare aumenta all'aumentare di coloro che hanno già adottato e il cui numero nel corso del processo di diffusione. L'equazione è: f(t)/[1-F(t)] = p + qF(t) dove p: coefficiente propensione innovazione "di per se" q: coefficiente determinato dalla imitazione Il modello di Bass combina due modelli contrapposti: l'uno puramente innovativo, l'altro puramente imitativo, proposti, il primo da Fourt e Woodlock e il secondo da Mansfield, unendo innovazione e imitazione e fonti di influenza interna ed esterna al mercato (tabella 8.5). Più recentemente Bass ha esteso il proprio

modello originale tenendo conto dell'azione di marketing (politiche di prezzo, comunicazione e distribuzione) nel determinare il processo di diffusione (equazione 5). È possibile individuare un contributo crescente dei clienti secondo una gerarchia in ordine di coinvolgimento crescente:

  1. adozione passiva ritardata;
  2. adozione passiva ma fonte di passa-parola positivo e di esempi da imitare;
  3. fonte di indicazione sui campi di applicazione;
  4. fonte di soluzione ai problemi futuri, fonte di adattamento.

I clienti sono, o possono essere, parte attiva nel processo di creazione e di messa a punto dell'innovazione in vari modi: come elaboratori autonomi di conoscenza (lead user), come "traduttori" delle novità. Inoltre essi possono essere attivi anche nel processo di diffusione della conoscenza oppure ancora come "fonte autorevole" di informazioni e di spunti sull'innovazione.

L'innovazione si inserisce sempre all'interno di un sistema

competitivo e di processi competitivi in atto, in cui vi è interdipendenza tra prodotti e tra concorrenti, che esso contribuisce a modificare e a influenzare in maniera più o meno profonda ed efficace. In questo contesto c'è un gioco competitivo fra incumbent e concorrenti più deboli, nuovi entranti, innovatori e imitatori, early e late entrant, che cercano di acquisire un vantaggio competitivo e di realizzare i propri obiettivi. L'impresa deve gestire un portafoglio clienti in cui coesistono i prodotti tradizionali preesistenti e quelli innovativi. Le decisioni principali riguardano: 1) Il livello di sovrapposizione; 2) la durata della coesistenza; 3) Le modalità e gli incentivi alla migrazione verso il nuovo prodotto. La diffusione di un prodotto all'interno del mercato viene influenzata in maniera molto evidente dalle strategie di ingresso, dallo sforzo e dall'investimento effettuato e dalla pressione esercitata sul mercato da parte delle imprese che.

Introducono l'innovazione. Lo sforzo si può concretizzare con la riduzione delle barriere all'adozione come i costi di sostituzione, i costi di apprendimento, i costi di ricerca. Simili iniziative si traducono in politiche di prezzo più aggressive o iniziative di supporto finanziario all'adozione tese a facilitare e accelerare il processo di adozione. Il rapporto tra lo sforzo in termini di investimento e di pressione esercitata sul mercato, e i suoi effetti, in termini di vendita, non è lineare ma presenta forme ibride e complicati andamenti, in cui si combinano rendimenti prima crescenti e poi decrescenti in complesse tipologie (figura 8.10).

La strategia di introduzione delle innovazioni si incentra su una serie di componenti e in particolare su:

  • l'orientamento strategico di fondo;
  • le scelte strategiche si costruiscono a partire dalla decisione relativa al tipo di ruolo che si vuole assegnare al nuovo prodotto all'interno della
  1. La scelta del timing; il lancio di un'innovazione implica la scelta del timing. Per molto tempo nel marketing si è creduto che l'impresa che per prima introducesse un nuovo prodotto in un settore conquistasse, automaticamente, mantenendola nel tempo, una maggiore quota di mercato. Il vantaggio del pioniere consente di diventare un punto di riferimento per la valutazione delle alternative che si renderanno disponibili successivamente. Alcune imprese possono scegliere tra la condizione di essere pioniere o inseguitore, ci sono alcune condizioni favorevoli all'attuazione di una dell'altra strategia (tabella 8.6).
  2. Intensità dell'introduzione: strategie di penetrazione o scrematura. La prima mira a ottenere una rapida diffusione dell'innovazione, esercitando su di essa un notevole

Sforzo di marketing. La strategia di scrematura si concentra invece su alcuni segmenti, i più ricchi, cercando di estrarre da loro il massimo dalla redditività unitaria. I vantaggi e svantaggi di queste due strategie sono speculari, i vantaggi sono: dominanza competitiva, quota di mercato e costi, barriere all'ingresso; gli svantaggi sono: redditività limitata, rigidità strategica, difficoltà di adattamento, rischio elevato.

Le traiettorie di sviluppo; L'innovazione si diffonde nel mercato, seguendo traiettorie che le sono proprie che possono essere riconosciute e "mappate", per individuare e mettere a fuoco le caratteristiche dei segmenti che verranno coinvolti progressivamente, le loro esigenze, e quindi le modalità di gestione migliori.

CAPITOLO IX/prima parte

Nella sua accezione più antica e tradizionale, la finanza aziendale è intesa come la disciplina che si occupa del reperimento delle risorse finanziarie

suddivise in diverse categorie: - Finanza aziendale: si occupa della gestione finanziaria all'interno dell'azienda, compresa la pianificazione e il controllo del budget, la valutazione degli investimenti e la gestione del capitale circolante. - Finanza di mercato: si concentra sulle attività finanziarie che avvengono sui mercati, come l'emissione e la negoziazione di titoli, l'analisi dei prezzi e dei rendimenti, e la gestione del rischio finanziario. - Finanza internazionale: si occupa delle transazioni finanziarie che coinvolgono più paesi, come gli scambi di valuta, gli investimenti esteri e la gestione del rischio di cambio. - Finanza pubblica: riguarda la gestione delle finanze dello Stato, compresa la pianificazione del bilancio, la tassazione, la spesa pubblica e la gestione del debito pubblico. - Finanza personale: si riferisce alla gestione delle finanze individuali, compresa la pianificazione del budget, il risparmio, gli investimenti e la pianificazione della pensione. Queste diverse aree della funzione finanziaria sono interconnesse e si influenzano reciprocamente, contribuendo alla gestione efficace delle risorse finanziarie sia a livello aziendale che individuale.di incerta delimitazione. Appare dunque evidente la necessità di individuare un criterio che consenta di delimitare con sufficiente oggettività ed elasticità i confini della funzione finanziaria. Un criterio che sembra soddisfare tali necessità si fonda sul fatto che la funzione finanziaria rappresenta il luogo delle competenze/conoscenze strumentali alla gestione dei rapporti che si instaura tra l'impresa e il mercato dei capitali. Le dimensioni che caratterizzano il ruolo e gli ambiti della finanza dell'impresa moderna sono: - Supporto alle decisioni - Struttura ottimale del capitale - Programmazione e controllo dei flussi finanziari dell'impresa. Il mercato dei capitali è formato dai soggetti che dispongono di liquidità (risparmio) e i soggetti che necessitano di capitali per investimento. Il meccanismo che equilibra il mercato è il tasso d'interesse. I soggetti che intervengono sul mercato finanziario sono definiti dalla

“matrice dei flussi di fondi”: famiglie, imprese, enti pubblici, istituzioni finanziarie. La condizione affinché un’impresa decida di realizzare un progetto d’investimento è che il rendimento da questo offerto sia pari o superiore rispetto al costo dei capitali necessari per la sua realizzazione, così da permettere agli azionisti di beneficiare di un certo margine di profitto. Il tasso di interesse che regola gli scambi sul mercato costituisce la soglia di rendimento rispetto alla quale viene valutata la convenienza da parte delle imprese a investire in beni reali. Esso rappresenta pure il tasso di riferimento per la determinazione del prezzo di equilibrio dei titoli scambiati sul mercato finanziario. Deve sussistere la condizione:

−Pt + Pt+1 = rPt

Cioè nel caso in cui il titolo non dia luogo a pagamenti intermediari tra la data t di acquisto e la data t+1 in cui lo stesso viene rimborsato dall’emittente, il prezzo dei titoli

scambiati al tempo t, Pt, deve essere tale che per un dato prezzo di rimborso al tempo t+1, Pt+1, il rendimento offerto agli investitori sia uguale al tasso di equilibrio r. Per efficienza del mercato si intende che i prezzi dei titoli in esso scambiati incorporano tutte le informazioni rilevanti in un determinato istante. A seconda della tipologia dell'informazione incorporata nei prezzi, vengono quindi definiti diversi gradi di efficienza del mercato.

Efficienza Debole; Efficienza Semi-forte; Efficienza forte; Se il prezzo di un titolo è inferiore al suo valore reale, gli investitori continueranno ad acquistare quel titolo finché il prezzo, sollecitato dalla maggiore domanda, non sarà in linea con il suo valore effettivo; allora potranno realizzare il guadagno attraverso la vendita del titolo stesso. Tale attività, nota come arbitraggio, è di grande importanza, crea le condizioni affinché i prezzi di tutti i titoli scambiati sul mercato, e quindi i

tassi di rendimento cui questi dannoluogo, tendano a livelli di equilibrio. Gli arbitraggisti procedono ad acquistare il titolo sul mercato in cui

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A.A. 2007-2008
50 pagine
25 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof gatti Corrado.