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TEST DEL MONOPOLISTA IPOTETICO

Uno strumento è il test del monopolista ipotetico, che consiste nell'assumere che TUTTE le imprese produttrici di A aumentino il prezzo praticato del 5-10%, e vedere lo spostamento dei consumatori verso il bene B.

Se lo spostamento rende non profittevole l'aumento di prezzo, ovvero fa diminuire le vendite, allora il mercato rilevante comprende sia il bene A che il bene B.

La profittabilità dell'aumento di prezzo di A è inversa all'elasticità della domanda; la convenienza ad un aumento di prezzo si avrebbe solamente nel caso in cui l'elasticità fosse minore o pari a -1.

La sostituibilità dipende dall'elasticità incrociata delle funzioni di domanda dei due beni: ε = % ∆Qa / %∆Pb.

Il test ipotizza uno stesso aumento del prezzo del bene A da parte di tutte le imprese produttrici, che si comportano come fossero un'unica impresa.

L'Autorità dovrebbe basare le simulazioni di impatto di variazione

Ragione: BARRIERE ALL'INGRESSO Le barriere all'ingresso sono ostacoli che impediscono ad altre imprese di entrare nel mercato e competere con l'impresa monopolista. Queste barriere possono essere di diversi tipi, come ad esempio: - Barriere legali: l'impresa monopolista potrebbe avere ottenuto dei diritti esclusivi o dei brevetti che impediscono ad altre imprese di produrre e vendere lo stesso prodotto. - Barriere tecnologiche: l'impresa monopolista potrebbe avere sviluppato una tecnologia o un know-how particolare che rende difficile per altre imprese entrare nel mercato e competere. - Barriere finanziarie: l'impresa monopolista potrebbe avere risorse finanziarie molto elevate che le consentono di investire in modo massiccio nel mercato e scoraggiare la concorrenza. - Barriere di accesso alle risorse: l'impresa monopolista potrebbe avere accesso privilegiato a materie prime o risorse necessarie per la produzione, rendendo difficile per altre imprese ottenere le stesse risorse. Tutte queste barriere rendono difficile per altre imprese entrare nel mercato e competere con l'impresa monopolista. Di conseguenza, l'impresa monopolista può praticare prezzi più alti rispetto a quelli che si avrebbero in un mercato concorrenziale.

Ragione: POTERE DI MERCATO

Supponiamo di avere due beni, aragoste e sardine, entrambi prodotti sul mercato in concorrenza ma i cui prezzi di mercato sono estremamente diversi perché riflettono la diversa scarsità dell'offerta (poniamo che le aragoste costino un quintuplo delle sardine).

Applicando il test del monopolista ipotetico (un aumento del 5%-10% del prezzo delle sardine) il risultato sarebbe che i due prodotti non sono sostituibili per i consumatori e dunque appartengono a mercati rilevanti distinti.

Se ora ipotizziamo che il mercato delle sardine venga improvvisamente monopolizzato da un'unica impresa, la quale approfitta del venir meno della concorrenza per triplicare il prezzo, il test darebbe probabilmente risultato opposto: riducendosi il divario nei prezzi di partenza dei due beni, i consumatori passerebbero dalle sardine alle aragoste, cosicché il monopolista nell'offerta delle prime potrebbe reclamare di non essere dominante nel mercato.

rilevante che a quel punto comprenderebbe entrambi i beni. Oltre al test del monopolista ipotetico, possono essere considerati nel valutare la sostituibilità di un prodotto per i consumatori, la effettiva sostituzione nel passato, le indagini sulle preferenze dei consumatori, il grado di informazione posseduto sui prezzi e i costi di transazione nel passaggio a prodotti sostitutivi. Si ha la sostituibilità dell'offerta quando, in risposta a variazioni di prezzo, i fornitori di altri prodotti sono in grado di modificare il loro processo produttivo in modo da iniziare a fabbricare A e ad immetterlo nel mercato nel breve periodo, senza sostenere costi aggiuntivi. Il mercato rilevante va affrontato anche sotto il punto di vista geografico, ovvero se a seguito di un aumento di prezzo del bene A in una data area, i consumatori sono disposti ad acquistare in un'area diversa, oppure i produttori di altre aree sono disposti a vendere nell'area interessata. L'ampiezza del mercato rilevante può essere determinata considerando la disponibilità di alternative geografiche per i consumatori e i produttori.

Il mercato geograficamente rilevante dipende dall'elasticità della domanda e dell'offerta, e dai costi di trasporto del prodotto. Più i costi di trasporto incidono sul costo unitario del bene, più il mercato geograficamente rilevante sarà ristretto.

Un'impresa che detiene una posizione dominante riesce ad operare sul mercato in maniera autonoma, senza essere troppo condizionata dalle reazioni dei concorrenti e degli acquirenti. La dominanza è una posizione di potenza economica.

Detenere una posizione dominante è consentito purché l'impresa non bari alle regole del gioco concorrenziale, per danneggiare concorrenti e consumatori. La liceità della dominanza è frutto dell'efficienza dell'impresa e della sua capacità di espandersi sul mercato, fino a conquistare quella posizione. È compito dell'Autorità verificare le operazioni intraprese dall'impresa, come

Le intese e le concentrazioni, dalle quali possa scaturire la costituzione di una posizione dominante che prima non aveva o il rafforzamento di essa.

I criteri per accertare l'esistenza di una posizione dominante sono:

INDICE DI LERNER - Misura il potere dell'impresa di fissare prezzi più remunerativi dei concorrenti:

L = (P - CMg) / P

L = (P - ATC) / P

Dove L sta ad indicare il margine di extraprofitto, CMg è il costo marginale, ATC è il costo medio totale e P è il prezzo.

Il limite di tale indice è che non considera la dominanza transitoria, cioè imprese che introducono beni innovativi e godono quindi di un vantaggio iniziale.

- La detenzione di una quota di mercato (ravvisabile attraverso il fatturato) elevata per un periodo di tempo prolungato:

Quota > 50% - Posizione dominante

Quota < 25% - Poca probabilità di posizione dominante

Quota < 10% - Assenza posizione dominante

25% < Quota < 50%

richiesti accertamenti

La struttura del mercato, il potere di un'impresa dipende dalle quote di mercato dei concorrenti, dal grado di concentrazione di essi. Più è concentrato il mercato, minore è la concorrenza.

Rapporto di concentrazione CR4 = X1 + X2 + X3 + X4

Dove vengono considerate le quote di mercato delle quattro imprese più grandi. Il mercato è concentrato se CR4 > 75%. Il limite è che non considera le quote relative per cui si calcola un altro indice.

Indice di Hirshman Hinferdhal HHI = (∑X12 + ∑X22 + ∑X32 + ∑Xn2)

Dove vengono considerate le quote di tutte le imprese, ciascuna al quadrato, in modo tale che più è alta la quota, maggiore sarà l'effetto moltiplicatore della sua elevazione al quadrato.

In caso di monopolio HHI = 10.000

Il mercato è concentrato se HHI > 2.000

Il mercato non è concentrato se HHI < 1.000

Anche questo indice però non fornisce

informazioni esatte sulla dominanza, perché potrebbe considerare tre imprese con quote 30, 30, 40, con un HHI >2.000, quindi il mercato sarebbe concentrato ma non si avrebbe dominanza.

Andamento della quota di mercato nel tempo; con i processi di liberalizzazione le imprese ex monopoliste che detenevano il 100% del mercato, hanno perso quota. Se questa flessione è rapida, allora vuol dire che l'impresa non è in grado di contrastarla e quindi non dispone di potere di mercato.

Elasticità della domanda. Più è sensibile al prezzo, minore è la possibilità per l'impresa di praticare prezzi più elevati, per cui è elevata la concorrenza.

Un mercato viene definito contendibile quando anche la sola minaccia di entrata di nuovi concorrenti costringe le imprese a evitare di praticare prezzi elevati.

Capacità acquirenti di esercitare un contropotere. COUNTERVAILING POWER, come nel monopolio bilaterale, con un

unicoproduttore ed un unico acquirente che non domina sull'altro.

DOMINANZA UNILATERALE: posseduta da una sola impresa

DOMINANZA COLELTTIVA: si verifica quando più imprese si presentano o agiscono su un dato mercato rilevante come una sola entità (sono dominanti insieme e non singolarmente).

4. Abusi di posizione dominante

L'Art. 102 del TFUE a livello comunitario e l'art. 3 della Legge 287/90 a livello nazionale, vietano l'abuso di una posizione dominante da parte delle imprese.

L'abuso è il comportamento di un'impresa che detiene una posizione dominante e che, tramite il ricorso a mezzi diversi da quelli concorrenziali, impedisce che la concorrenza esistente continui a sussistere o si sviluppi.

L'abuso ha natura oggettiva perché deriva dagli effetti della condotta dell'impresa, indipendentemente dalle sue intenzioni.

La posizione dominante comporta una speciale responsabilità per l'impresa che la detiene,

Perché è tenuta a non compromettere, con il proprio comportamento, il grado di concorrenza residua che risulta già indebolita a causa del potere di mercato dell'impresa dominante. Gli abusi di posizione dominante si distinguono in due tipologie:

  • ABUSI ESCLUDENTI, ossia i comportamenti dell'impresa volti a danneggiare o espellere i concorrenti, o ad impedire l'accesso al mercato a nuovi concorrenti.
  • ABUSI PER SFRUTTAMENTO, quando un'impresa dominante utilizza il proprio potere di mercato a danno di fornitori e clienti.

4.2 Abusi Escludenti

Un'impresa in posizione dominante può cercare di impedire l'entrata di nuovi concorrenti sul mercato o costringere i concorrenti esistenti ad uscirne, attraverso un comportamento abusivo escludente: le condotte possono basarsi su politiche di prezzo o su altri mezzi.

ABUSI ESCLUDENTI NON DI PREZZO:

Rifiuto a contrarre, ovvero il rifiuto di vendere un determinato input produttivo essenziale alla

produzione di beni finali.

  1. Le infrastrutture come input essenziale. Il rifiuto di vendere un input che riveste la caratteristica di essential facility mette i concorrenti nell'impossibilità di competere sul mercato a valle ed è abusivo, salvo che sia giustificato da ragioni oggettive.

  2. I diritti di proprietà industriale come input essenziale. L'essenza stessa di un diritto di proprietà intellettuale consiste nel diritto di escludere chiunque altro dallo sfruttamento dell'oggetto del diritto di proprietà intellettuale.

    Tuttavia, la Corte di Giustizia ha ritenuto di adottare la dottrina delle essential facilities ai diritti di proprietà intellettuale, riconoscendo condizioni di abuso quando viene negato l'accesso a tale proprietà, che risulta sia

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AAAiutostudio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia della regolamentazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Sebastiani Mario.
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