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L

Unica differenza che si può avere tra le due imprese è nel livello di occupazione e produzione =

dimensione dell’impresa. L’analisi di Ward si concentra su tale aspetto e si concretizza nella

individuazione di alcune proprietà:

PROPRIETA’ (i)  Se realizza un profitto positivo, l’impresa capitalistica è di dimensioni maggiori

L

della cooperativa gemella. Il livello di occupazione nell’impresa capitalistica in condizioni di

cap

'

pQ L

( ) =w

concorrenza perfetta è , cioè quello in corrispondenza del quale la produttività

cap L

marginale = al salario di mercato. Si confronta questo livello di occupazione con = livello

coop

scelto dai soci della cooperativa gemella (caratterizzata dalla stessa funzione di produzione e dagli

pQ L

( )−C

stessi costi generali, C)  massimizza l’obiettivo con analisi grafica. Data una curva

L

qualsiasi il valore medio = pendenza del segmento che congiunge l’origine degli assi. Se si sposta

pQ L

( )−C

il punto lungo la curva [ ] e osservando la pendenza del segmento che lo congiunge

11

pQ L

( )−C L

con origine, il massimo dividendo [ ], si trova in corrispondenza del punto .

coop

L pQ L

( ) −C

coop

' L

pQ L

( ) =

Ciò che si trova graficamente corrisponde a , cioè in la

coop

coop L coop

remunerazione del socio di un’impresa cooperativa è uguale al prodotto marginale.

L’occupazione deve essere tale che la remunerazione media del lavoratore sia pari al prodotto

marginale (sia nella capitalistica che nella cooperativa).

L wL

pQ L

( )−C

= punto dove la distanza verticale della curva [ ] e la retta è massima.

cap wL

Se la capitalistica fa un profitto positivo = retta è meno inclinata della retta che passa in

punto b, la remunerazione del socio cooperatore è > del salario di mercato w (che coincide con

wL ).

Se capitalistica fa un profitto positivo, la cooperativa gemella può scegliere di occupare gli stessi

L

lavoratori della capitalistica , in questo caso la remunerazione individuale sarà pari al

cap

w

salario + profitto distribuito ai lavoratori anziché ai soci di capitale:

Remunerazione cooperativa > remunerazione capitalistica gemella.

'

pQ L pQ'

( ) > (L )

Nella cooperativa vi è un prodotto marginale più alto  e per legge di

coop cap

L L

<

produttività marginale decrescente, una occupazione più bassa  .

coop cap

GRAFICO 9.1 PAG 136

Ward evidenzia il conflitto tra la variazione della “torta” da dividere e la variazione della quota

individuale: aumento di torta non porta sempre l’aumento della quota individuale.

Con aumento di un lavoratore, vi è sempre un aumento della torta, nei limiti della capacità

produttiva dell’impresa, e la quota individuale può aumentare/diminuire.

Affinché sia accolto un socio in più, è necessario che i soci esistenti non abbiano un danno da ciò,

cioè che la quota della torta da dividere, dopo l’ingresso del nuovo, non sia minore di quella

precedente.

GRAFICO 9.2 PAG 137 = come variano le quote del prodotto al variare del numero dei soci.

Con aumento del numero dei soci-lavoratori aumenta la torta da dividere. L’incremento marginale

della torta è maggiore della media. L’aumento più che proporzionale della torta si verifica anche se

il valore del prodotto aumenta con incrementi sempre decrescenti grazie alla presenza dei costi

fissi C: passando da un socio a due il prodotto aumenta meno di due volte ma i costi fissi vengono

divisi per due, ed è questo che fa aumentare la torta più di due volte, determinando l’aumento della

quota. L’aumento della quota individuale può dipendere da un aumento di produttività marginale e

dalla divisione dei costi fissi tra un numero maggiore di soci. Criterio: fintanto che l’utile marginale

è maggiore dell’utile medio conviene espandere il numero e quando diventa minore conviene

arrestarsi. La decrescenza della produttività marginale almeno da un certo livello di occupazione in

poi è necessaria affinché il numero dei soci raggiunga un equilibrio.

La singola quota non sempre cresce quando la torta cresce e questa è la causa ultima della prima

proprietà di Ward poiché quando la cooperativa ha il numero ottimo di soci, l’utile cooperativo

marginale è uguale alla quota media e questa deve essere maggiore del salario di mercato, il

profitto marginale capitalistico è positivo e quindi conviene espandere l’occupazione.

Le differenze di comportamento tra cooperativa e capitalistica dipendono da un fatto specifico:

nella cooperativa di Ward con l’occupazione varia anche il numero dei percettori di dividendo

(lavoratori), mentre non avviene nella capitalistica (percettori= proprietari di capitale che non

variano con occupazione). Nella capitalistica, essendo numero soci indipendente da occupazione,

massimizzare il dividendo di quota individuale = massimizzare dividendo complessivo. 12

Nella cooperativa il dividendo pro capite varia al variare dell’occupazione. La specificità nelle

cooperative è la variabilità del numero di quote dell’utile complessivo al variare dell’occupazione.

PROPRIETA’ (ii) L’occupazione varia nella stessa direzione delle variazioni dei costi fissi

[ ]

'

p Q L L L

( )−Q ( ) =C  condizione di equilibrio della cooperativa. Se aumenta C, anche il primo

membro deve aumentare per ristabilire l’equilibrio e quindi aumentare l’espressione tra parentesi

quadre; per la legge produttività marginale decrescente, l’espressione tra parentesi è crescente in

L. In caso di impresa capitalistica i costi fissi sono ininfluenti sul livello ottimo di occupazione il

pQ L

( )−wL−C ¿

problema dell’imprenditore è massimizzare [ e la soluzione non varia al variare

di C.

PROPRIETA’ (iii)La funzione di offerta del prodotto (domanda di lavoro) è nell’impresa cooperativa

inclinata negativamente nel prezzo del prodotto. La funzione di offerta del prodotto descrive come

cambia la produzione al variare del prezzo del prodotto. Se la domanda di lavoro aumenta al

diminuire del prezzo del prodotto, sia la curva di domanda del lavoro, sia la curva di offerta del

prodotto sono decrescenti nel prezzo del prodotto, mentre nelle imprese capitalistiche entrambi

sono crescenti.

Alcuni studiosi affermano che l’impresa cooperativa è peggiore dell’impresa capitalistica, perché di

dimensione più piccola, con comportamento ad andamento crescente dell’occupazione nei costi

fissi e funzione di offerta è inclinata negativamente.

Le tre proprietà valgono solo se nella cooperativa è possibile variare a piacere l’occupazione

complessiva, che si verifica quando il numero dei soci può essere variato a piacere. La libera

variabilità del numero dei soci si presenta solo in un caso: in fase di costituzione di una nuova

cooperativa, quando i promotori possono scegliere il numero dei soci da ammettere senza vincoli.

La prima proprietà ha senso solo se riferita alla cooperazione in fase di costituzione: al momento

della costituzione di impresa con capitale e tecnologia produttiva, se essa assume forma di

cooperativa senza lavoratori dipendenti, nascerà con numero di occupati inferiore che se invece

assumesse forma capitalistica. Le proprietà 2 e 3 sono di statica comparata mettono a confronto

diversi stati di stessa impresa in corrispondenza di diversi valori dei parametri. Se al momento di

costituzione di impresa cooperativa vi sono prezzi di prodotto più alti, l’impresa nasce con numero

di soci più bassi che se in quello stesso momento avessimo prezzi più bassi. Le variazioni di

occupazione sono variazioni del numero delle quote di dividendo per cui massimizzare l’utile pro

quota. Si possono avere variazioni di produzione anche senza variazioni nel numero dei soci se:

l’orario di lavoro individuale può variare; sono presenti o possono essere assunti anche lavoratori

dipendenti oltre ai soci.

Occupazione e non “licenziabilità” dei soci nella cooperativa senza dipendenti

In cooperative vi è un numero di soci che non possono essere licenziati. Si rimuove l’ipotesi di

licenziabilità.

Si suppone che a un prezzo del prodotto p' qualsiasi il numero dei soci-lavoratori che massimizza

pQ L

( )−C

lo scopo sia L'(= domanda di lavoro della cooperativa in corrispondenza di quel

L

prezzo). Secondo proprietà 3, un aumento di prezzo a partire da p' dovrebbe portare una riduzione

del numero dei soci occupati. Se vale il vincolo della non licenziabilità dei soci, ciò si può verificare

solo se un certo numero di soci decide volontariamente di recedere dalla cooperativa in seguito

all’aumento del prezzo. Si suppone che non esistano lavoratori dipendenti (lavoratori = soci). Nella

situazione iniziale il prezzo è p’ e l’occupazione L’.

Il prezzo aumenta da p' a p", per cui occupazione ottima scende a L"(= livello di occupazione che

massimizza il dividendo pro capite in corrispondenza del prezzo p’’). Un socio che si dimette può

w

ottenere sul mercato del lavoro un salario , che in situazione iniziale era inferiore o uguale al

13

' ' ' ' '

( ) ( )

p Q L p Q L

−C −C

w ≤ <

dividendo; per cui dopo l’aumento di prezzo deve essere .

' L'

L

GRAFICO PAG 146

Quindi essendo il dividendo dopo aumento di prezzo del prodotto maggiore del salario alternativo,

non ci sarà nessun socio disposto ad andarsene volontariamente. A seguito di aumento di prezzo

non si verifica riduzione di occupazione da L' a L" prevista da Ward: questo è sufficiente per

escludere che nelle cooperative già costituite, l’occupazione (e anche l’offerta effettiva di prodotto)

possa avere andamento decrescente ipotizzato dalla proprietà 3. L’ingresso di nuovi soci comporta

' ' ' ' '

( )

p Q L p Q L

( )−C

−C >

una riduzione del dividendo dei vecchi in quanto è per L > L.

L' L

Quando il prezzo diminuisce, può aumentare l’occupazione, sempre che il salario cooperativo non

cada sotto il salario di mercato w. In corrispondenza di livelli di prezzo bassi, ci saranno nuovi soci

disposti a entrare ma anche i vecchi cominciano a uscir

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
24 pagine
10 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SaraSantu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia dell'impresa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Mori Angelo.