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Riassunto esame Economia dell'impresa, Prof. Pier Angelo Mori, libro consigliato "Economia della cooperazione e del non - profit", Pier Angelo Mori Pag. 1 Riassunto esame Economia dell'impresa, Prof. Pier Angelo Mori, libro consigliato "Economia della cooperazione e del non - profit", Pier Angelo Mori Pag. 2
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Quando i lavoratori sono i beneficiari dell’organizzazione e sono beneficiari rispetto a

questi bisogni, siamo di fronte a un fenomeno mutualistico. Diciamo che

un’organizzazione persegue uno scopo mutualistico se l’insieme dei beneficiari –

controllori è costituito da una qualche categoria di soggetti che svolgono

nell’organizzazione funzioni diverse da quella di investitore e sono beneficiari rispetto

a queste attraverso l’attività che i membri stessi del gruppo svolgono al suo interno.

La cooperazione tradizionale comprende tutte le organizzazioni che perseguono uno

scopo mutualistico e che hanno contemporaneamente l’assetto (a).

I beneficiari di un’organizzazione mutualistica possono contemporaneamente essere

investitori in essa ma l’obiettivo della gestione non può essere la remunerazione

dell’investimento.

Gli enti della cooperazione tradizionale si suddividono in due principali categorie:

- Società cooperative: lo scopo mutualistico si accompagna sempre a un secondo

elemento che è spesso presente anche in altri enti cooperativi, cioè il principio

democratico secondo cui il potere di controllo è distribuito in modo uguale tra i

soci. Una testa un voto. Mentre lo scopo mutualistico è essenziale per ogni ente

cooperativo, il principio democratico è essenziale solo per le società

cooperative. Il capitale di rischio è fornito dai soci, ma questi di massima

devono svolgere nella società anche altre funzioni oltre a quella dell’investitore.

Il capitale sociale piò essere variato senza dover variare lo statuto e per questo

le cooperative sono dette società a capitale variabile. L’ingresso dei nuovi soci

non può essere limitato per statuto, ma è assoggettato all’accettazione da parte

degli amministratori. Le cooperative sono una forma organizzativa d’impresa,

cioè svolgono un’attività in modo professionale, anche se allo scopo di lucro si

sostituisce lo scopo mutualistico, che comunque si concentra sul

soddisfacimento dei soci. Le forme specifiche che le cooperative possono

assumere corrispondono da un lato alla scelta del modello societario della s.p.a.

ovvero della s.r.l. e dall’altro all’adozione o meno del modello statutario di

cooperativa a mutualità prevalente.

Cooperative di lavoro: sono soci i lavoratori

o Cooperative di consumo: i soci sono acquirenti di beni di consumo

o Mutue assicuratrici: i soci sono gli assicuratori

o Cooperative di abitazione: i soci possono essere proprietari di abitazioni

o Banche di credito cooperativo: debitori

o Cooperative di dettaglianti: soci imprenditori, come la Conad

o

- Enti mutualistici diversi dalle società: non hanno natura societaria. Es. società di

mutuo soccorso. Queste società non sono società ma assicurazioni, le cui

finalità mutualistiche sono evidenti. Questa categoria accoglie forme

istituzionali diversificate e non identificabili a priori in modo esaustivo. Mentre le

società cooperative in Italia sono universalmente ritenute estranee al settore

non – profit, la presente categoria presenta una situazione più sfumata: infatti

gli enti che in essa ricadono possono avere entrambe le connotazioni, come le

società di mutuo soccorso appunto.

Vi sono enti in forma non societaria con connotati sia non – profit sia mutualistici

i quali ricadono nel sottoinsieme β del cerchio grigio.

Scopo mutualistico nelle società cooperative: beneficiare i soci rispetto alle esigenze

inerenti a una funzione economica diversa da quella di investitore attraverso l’attività

che i membri stessi svolgono. Ad esempio nella cooperativa di consumo si

distribuiscono ai consumatori benefici che si realizzano attraverso le transazioni con la

cooperativa.

Questo concetto presenta diverse complicazioni:

- Quali forme concrete possono assumere questi benefici diversi dal lucro

- La presenza del capitale e degli scambi con i non soci

Se prendiamo come es. le cooperative di lavoro, se non avessero capitale proprio e i

lavoratori impiegati fossero solo i soci della cooperativa, lo scopo mutualistico sarebbe

identificabile senza alcuna difficoltà, ma nella realtà non si verifica mai né l’una né

l’altra condizione.

Modalità di realizzazione dello scopo mutualistico:

La modalità dipende dal particolare modo in cui il gruppo beneficiario viene

beneficiato. La società cooperativa persegue uno scopo mutualistico ma non ne dà

un’esplicita definizione. C’è contrapposizione tra mutualità e scopo di lucro dove

quest’ultimo designa lo scopo di dividere gli utili provenienti dall’esercizio dell’impresa

che è tipico delle società di persone e di capitali. Affinchè si realizzi lo scopo

mutualistico il soddisfacimento dei soci non deve avvenire attraverso la distribuzione

periodica di utili, altrimenti di avrebbe il perseguimento di uno scopo di lucro. Però non

tutto ciò che è assenza di lucro può essere identificato come mutualistico.

Come si realizza lo scopo mutualistico nella cooperativa di lavoro: il socio partecipa

alla società come fornitore di due fattori, il lavoro e il capitale, mentre nelle società di

capitali partecipa solo come fornitore di capitale. Lo scopo mutualistico si realizza o

pagando meglio il lavoro dei soci o offrendo migliori condizioni materiali di lavoro. Può

essere realizzato secondo due strade:

- Trasferimenti monetari ai soci: l’utile netto meno gli accantonamenti a riserva

può essere distribuito sia sotto forma di ristorni (modalità di distribuzione

commisurata al lavoro erogato e sono una prima modalità di realizzazione dello

scopo mutualistico) sia di dividendi. Uno strumento analogo è il pagamento di

un salario più alto della remunerazione prevista dal contratto collettivo

nazionale di lavoro. Contabilmente abbiamo in questo modo un aumento dei

costi e di conseguenza una riduzione dell’utile lordo/netto. Il beneficio del socio

è distribuito attraverso differenziali salariali in eccesso rispetto i salari

contrattuali o sotto forma di ristorni.

- Altre forme: oltre ai benefici che sono erogati attraverso il trasferimento di

somme monetarie, il lavoratore può trarre beneficio da migliori condizioni

materiali di lavoro (sicurezza..). l’impresa può erogare benefici ai soci in modo

diretto e non attraverso somme di denaro. Si rinuncia a realizzare un profitto più

alto, sostenendo dei costi per l’attività che hanno l’effetto di innalzare

direttamente il benessere del lavoratore.

Mutualità prevalente:

i soci della cooperativa sono fornitori di capitale ed è ammessa dall’ordinamento

italiano la convivenza della mutualità con la distribuzione di dividendi. Sorge allora un

problema. La distribuzione di dividendi rende l’impresa lucrativa? Il nuovo diritto

societario dà una risposta precisa introducendo la particolare sottocategoria delle

cooperative a mutualità prevalente (art. 2514 c.c.). Lo scopo mutualistico è

caratterizzante per tutte le cooperative, ma c’è un livello minimo di mutualità che apre

l’accesso a alcune agevolazioni come la detassazione parziale o totale degli utili. Una

delle condizioni della mutualità prevalente è che sia maggioritario il soddisfacimento

diretto dei bisogni dei soci nella funzione verso cui è indirizzata la gestione della

cooperativa e non la distribuzione di dividendi tra essi in quanto apportatori di capitale

di rischio.

Le cooperative a mutualità prevalente devono prevedere nei propri statuti:

- Il divieto di distribuire i dividendi in misura superiore all’interesse massimo dei

buoni postali fruttiferi, aumentato di due punti e mezzo rispetto al capitale

effettivamente versato

- Divieto di remunerare gli strumenti finanziari offerti in sottoscrizione ai soci

cooperatori in misura superiore a due punti rispetto al limite massimo previsto

per i dividendi

- Divieto di distribuire le riserve fra i soci cooperatori

- Obbligo di devoluzione, in caso di scioglimento della società, dell’intero

patrimonio sociale, dedotto soltanto il capitale sociale e i dividendi

eventualmente maturati, ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo

della cooperazione.

Il principio è che se la cooperativa vuole fruire delle agevolazioni fiscali, la

distribuzione di utili deve essere una quota contenuta del beneficio complessivamente

goduto dal socio e inoltre la remunerazione del capitale di rischio non può scostarsi di

molto dalle attività finanziarie più liquide come le obbligazioni.

Sono società cooperative a mutualità prevalente, in ragione del tipo di scambio

mutualistico, quelle che:

- Svolgono la loro attività prevalentemente in favore dei soci, consumatori o

utenti di beni o servizi (es. cooperative di consumo)

- Si avvalgono prevalentemente delle prestazioni lavorative (es. cooperative di

lavoro)

- Si avvalgono prevalentemente degli apporti di beni o servizi da parte dei soci

(cooperative tra imprenditori)

Esistono delle caratteristiche costituzionali che possono ritenersi essenziali per la

cooperazione in generale?

Nel 1995 in un congresso dell’Alleanza cooperativa internazionale, venne stilata una

carta della cooperazione dove le stesse cooperative hanno raccolto quelli che sono da

esse ritenuti i capisaldi del movimento cooperativo in un’ottica sovranazionale. In essa

si dà una definizione di cooperativa svincolata dall’ordinamento giuridico,

evidenziando singoli elementi che sono ritenuti importanti per la cooperazione.

La Dichiarazione di identità cooperativa (titolo del manifesto) si apre con una

definizione volta a identificare l’ente cooperativa << associazione autonoma di

persone che si uniscono volontariamente per soddisfare i propri bisogni attraverso una

società di proprietà comune >>. Secondo la Dichiarazione questo ente persegue

questi valori:

- Autosufficienza

- Autoresponsabilità

- Democrazia

- Uguaglianza

- Equità

- Solidarietà

Fatta eccezione per la democrazia gli altri non sono in Italia requisiti giuridici delle

società mutualistiche. Per esempio la solidarietà consiste nel fare oggi gratuitamente

qualcosa a favore di un altro nell’attesa che domani in una situazione simile esso

faccia altrettanto; non ha valore fonante del mutualismo e della democrazia.

La Dichiarazione indica alcuni principi, intesi come modalità operative (strumenti) per

realizzare tali valori:

- I principio: famoso principio della porta aperta. La cooperativa è aperta a tutti

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A.A. 2017-2018
23 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lucy95- di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia dell'impresa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Mori Pier Angelo.