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Il costo dell'affitto e il deperimento del bene

L'affitto di un bene è commisurato al suo deperimento dal punto di vista economico. Il canone di affitto deve coprire il costo del deperimento, cioè il costo dell'uso nel tempo.

I contratti di affitto o locazione sono strutturati in base a due tipi di uso:

  • Uso effettivo: si riferisce al deterioramento del bene in un periodo definito. Tuttavia, è difficile verificare l'uso effettivo in modo oggettivo, specialmente per macchinari complessi.
  • Uso medio/atteso: si riferisce al deterioramento medio del bene senza tenere conto delle variabili. Questo tipo di uso è più facilmente valutabile.

È importante notare che l'acquisto e l'affitto sono due concetti diversi. Nel caso dell'affitto, il costo del deperimento del bene è variabile e dipende da fattori come il modo di uso, la quantità di uso e la manutenzione.

Quando si stipula un contratto di affitto, si fissa un prezzo che non è determinato dall'uso reale del bene, ma dall'uso medio. Eventuali danni causati al proprietario vengono rimborsati separatamente.

Inoltre, se il bene è di proprietà dell'affittuario, è probabile che venga utilizzato in modo più accurato e intenso rispetto a un bene non personale.

Infine, è importante considerare che la proprietà di un bene può costare meno dell'affitto, ma non sempre è economicamente vantaggiosa.

Fonti principali:

di finanziamento: 1. Viene versato un capitale sociale iniziale. 2. Risparmio di impresa -> autofinanziamento. 3. Chiedere ad un terzo un prestito. Anche i soci possono prestare -> prestito sociale (solo nelle cooperative). La differenza tra il risparmio individuale e il risparmio d'impresa è che il primo può essere liberamente allocato tra tutte le attività finanziarie e reali presenti sul mercato, mentre il secondo è incardinato nell'impresa. Investimento: Cooperativa di lavoro e scelte di investimento. Investimento da autofinanziamento: Fonte finanziaria = utili accantonati. Si dispone inizialmente di un capitale I (euro). Posso usare i soldi che ho o nell'acquisto di una macchina o in un prestito. Caratteristiche macchina: - Costo = I. - Durata = T periodi. - Utili addizionali prodotti dalla macchina (redditi): R1, R2,..., Rt. - i = tasso di interesse di mercato. Conviene impiegare i soldi nella macchina o nel prestito? Bisogna fare un calcolo finanziario per deciderlo.Valore attuale del flusso di rendimenti è: B1 = (R1)/(1+i)
______
1-> orizzonte temporale

In 1 abbiamo R1B1 + iB1 = R1 B1 data in prestito all'istante 0, all'istante finale genera una somma pari a R1

Dopo un periodo 2 si ottiene una somma R22B2 = R2/(1 + i )(1 + i )[(1 + i )B2] = R2[(1+i) B2] = capitale alla fine del primo periodo

B2 è la somma che se prestata all'inizio dà R2

Br <-> Rr

V(i) = B1+B2+...+Bt

Avere una macchina alla data 0 o dare in prestito i soldi genera lo stesso flusso di entrate future.

Ma non sono indifferenti tra loro quando vado a scegliere

Se il rendimento di mercato dell'investimento finanziario è il tasso i ed è V(i) > I allora è preferibile il flusso di rendimenti R1,R2,...,Rt al flusso generato dal prestito -> si acquisterà la macchina invece di prestare denaro. Se il costo è minore posso generarmi un flusso di entrate future ad un costo minore.

Se al contrario V(i)

< I, conviene fare un prestito.VAN (i) = V(i) - I è il valore attuale netto dell'investimento.Quando VAN(i) > 0 => SI. Quando VAN(i) < 0 => NO

L'intersezione della curva del VAN con l'asse orizzontale è detto tasso interno di rendimento (TIR). Quando il tasso di mercato (i) < TIR di un investimento -> conviene effettuare l'investimento.

Grafico: Regola decisionale nel problema scelta del portafoglio

VAN: asse delle ordinate
i: asse delle ascisse
TIR = tasso interno rendimento
TIR > i => si fa l'investimento
TIR < i => non si fa l'investimento

Alla somma minore/maggiore corrisponde un TIR maggiore/minore.

Prendiamo ora il caso dove al posto di un progetto di investimento ne abbiamo due I1 e I2 su cui dobbiamo prendere una decisione, e abbiamo a disposizione un ammontare di moneta = I1+I2.

La curva della domanda di investimento è decrescente per costruzione, comunque siano fatte le curve di domanda dei singoli

progetti di investimento.

Se aumenta il numero dei progetti di investimento, con differenze di valore tra due qualsiasi adiacenti sempre più piccole -> gli scaglioni tra l'uno e l'altro saranno sempre più piccoli, finché al limite si ottiene una curva continua come la curva I(i) del grafico 11.8

Diciassettesima lezione - 11/11

Asse ascisse: €

Asse ordinate: i

Verde = curva di domanda di investimento

Cooperativa di lavoro con un solo socio (non sono ammesse nella realtà)

L'investimento deve essere negli interessi del socio

Il socio ha delle somme da allocare che provengano dal risparmio di impresa, cioè utili accantonati.

Prima decide quanto degli utili destinare a consumo e quanto a risparmio, poi decide quanto dell'ultima somma impiegare nell'acquisto di un capitale fisico e il residuo andrà in prestito.

vita

Le macchine però possono avere una durata maggiore della lavorativa residua del socio-lavoratore = t = numero

di anni tra oggi e il momento in cui il socio uscirà dal mondo del lavoro

Alla fine della vita lavorativa il socio cessa di essere socio e lascia la parte residua della macchina a terzi -> ci sarà qualcuno che subentra al suo posto e che godrà dei rendimenti Rt+1,...,Rt senza aver sostenuto alcun costo.

Con il pensionamento:

  • socio cooperativa -> ha diritto al rimborso del capitale nominale versato, ma non ha modo di recuperare la sua parte del patrimonio netto eccedente. Quindi al momento dell'investimento terrà conto non della vita della macchina, ma della sua vita utile lavorativa, ovvero invece che di V(i) terrà conto di:
  • socio di capitalistica -> può vendere la quota di azioni. Quindi può recuperare attraverso il prezzo di cessione il valore attuale netto residuo degli investimenti realizzati.

Diciottesima lezione - 12/11

1.2 - Effetto di troncamento = riduzione del TIR di ciascun progetto di

investimentoIn presenza dell'effetto di troncamento la domanda di investimento per ciascun tasso d'interesserisulta inferiore.

Non realizzabilità del patrimonio netto: al momento in cui un socio cooperativo esce deve essererimborsato del capitale nominale che ha versato all'inizio (piccole variazioni per legge).

Come socio non posso contrattare la quota, è fissata, anche se il capitale sul mercato èaumentato.

Il VAN e il valore attuale sono più bassi e cambia qualcosa nella domanda di investimento.

A parità di tasso d'interesse di mercato e di altre circostanze, impresa capitalistica sarà piùpropensa all'investimento autofinanziato rispetto all'impresa cooperativa, a causa dell'effetto ditroncamento.

Il troncamento si verifica anche se la cooperativa ha più soci, basta che la maggioranza dei sociabbia una vita lavorativa residua minore della vita del macchinario.

Gli investimenti con un

esborso immediato iniziale e con una resa lunga nel tempo non sono considerati dalle cooperative.

Troncamento

Primo effetto:

Il socio di cooperativa quando esce lascia tutto il flusso di rendimenti futuri

Il socio di capitalistica quando esce o recupera tutto, o una parte.

=> se confronto l'impresa capitalistica con una cooperativa gemella:

La capitalistica ha maggiore propensione all'investimento autofinanziato rispetto a coop. gemella

Se passo dall'investimento autofinanziato ad altre forme di finanziamento, cambia completamente la prospettiva, non ci interessano più le riserve dell'impresa.

Investimento finanziato mediante debito

I ; R1,R2, ..., RT dati con un solo progetto di investimento

La banca fissa un piano di rientro dei soldi. Per ogni anno futuro si specificano delle somme precise da restituire

Per R1 -> m1

Per R2 -> m2

Per RT -> mT

Non è più rilevante, ma solo il piano di rimborso lo è.

mR ≤ Rr per ogni r

La macchina

In ogni periodo mi procura un guadagno di Rk-mR ≥ 0

Devo tenere conto di t nel calcolo finanziario? No, perché è irrilevante se esco dopo un tot di periodi (t). Ho un guadagno indipendentemente da t piccolo.

Nel caso di investimento derivante da autofinanziamento la natura istituzionale dell’impresa è sempre rivelante, nel caso dell’effetto di troncamento non lo è.

Il socio della cooperativa gode dei benefici R1,…,Rt e paga i relativi costi solo fino all’uscita indata t, qualunque essa sia.

Il troncamento è solo nelle cooperative, ed è specifico per il tipo di finanziamento, vale per l’autofinanziamento, non per l’indebitamento.

Effetto di liquidità

Secondo effetto:

L’investimento in una cooperativa risulta meno liquido di uno analogo in una capitalistica.

Quando prendo un parte dell’utile e lo metto nelle riserve, faccio una scelta di risparmio.

Quando un socio decide di fare un investimento

decide anche sul risparmio. In una cooperativa di lavoro il socio è meno propenso ad investire rispetto ad una impresa capitalistica perché ha un'incertezza maggiore. Questo perché se avessi bisogno in futuro potrei: 1. Se li ho investiti nell'impresa non li posso utilizzare, non li posso realizzare 2. Se li ho investiti al di fuori dell'impresa posso teoricamente utilizzarli e quindi realizzarli. L'analisi teorica che abbiamo svolto ci ha portato alla conclusione -> Autofinanziamento: la propensione all'investimento autofinanziato, e quindi al risparmio dell'imprese cooperative di lavoro, è inferiore delle imprese capitalistiche gemelle, a parità di condizioni. Se prevedo meno investimenti, prevedo anche meno riserve. 11.3 - I nuovi strumenti di finanziamento delle cooperative Cosa succede in Italia dal 1945? 1947 esce la Legge Basevi che prevede delle agevolazioni fiscali per le cooperative -> gli utili delle
  1. Innalzato i limiti alle quote individuali di capitale -> le cooperative devono porre dei limiti alle quote di capitale

Le cooperative mandati a riserva erano sottratti all’imposta sui redditi. (Le condizioni sono quelle delle mutualità prevalente del 2003) Ciò ha portato ad una forte propensione ad accumulare gli utili nelle riserve. Propensione del 100% non vuol dire che le riserve sono grandi, dipende dalla dimensione dell’utile.

Conseguenze delle cooperative in Italia dal 1945:

  • Forte propensione all’accumulazione di utili
  • Bassa capitalizzazione (coop. di lavoro)
  • Basso indebitamento

Nel 1992 la legge 59/92 è una misura di contrasto per la bassa capitalizzazione

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A.A. 2021-2022
30 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ginevra701 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia dell'impresa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Mori Pier Angelo.