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ANALISI E VALUTAZIONE CRITICA DELLE IMMAGINI

Cosa rende un manufatto arte? (non il tempo, il valore di mercato, il giudizio dei

critici…)

I parametri di giudizio sono mutevoli in quanto ogni opera ha in sé:

 Elementi soggettivi appartenenti alla personalità e cultura di chi l’ha

prodotta, 28

 Elementi provenienti dalla cultura, società e epoca a cui essa anche

appartiene.

L’opera d’arte nasce nella relazione biunivoca dell’artista con il mondo esterno, in

una dinamica «intersoggettiva».

L’ambiguità dell’opera d’arte

AMBIGUITÀ - inesauribilità del rapporto fra persona e oggetto, fra significante e

significato. In quanto ambigua essa non sarà mai scoperta di ‘verità’ ma

individuazione di orizzonti di senso.

L’educazione artistica deve essere in grado di aiutare gli alunni a saper leggere

gli orizzonti di senso degli artisti e delle loro opere.

L’approccio laboratoriale consente di reinventare i processi comunicativi del

proprio tempo e del passato, producendo soggettivamente nuovi orizzonti di

senso.

W. Eisner sottolinea l’importanza della verbalizzazione dell’opera d’arte (di uno

studente oppure in un museo) da parte dell’insegnante.

CRITERI PER LA LETTURA DI IMMAGINI di V. Lanier

 Scegliere opere che presentano contenuti estetici evidenti o emblematici

 Riferirsi non solo ad opere d’arte

 Dare la precedenza ad opere reperibili nell’ambiente dei soggetti che

apprendono, strutturare i contenuti dal familiare al non familiare

 Individuare opere su cui sia possibile un minimo di supporto di

letteratura 29

TABELLA LABORATORI INTERDISCIPLINARI 30

Cap. 3 LA SCOPERTA PLURISENSORIALE

3.1 Conoscere con i sensi/conoscere i sensi

I percorsi didattici hanno per scopo:

1. SOLLECITARE I CINQUE SENSI promuovendo la conoscenza degli stessi,

2. PROMUOVERE UN UTILIZZO RAZIONALE DEI CANALI PERCETTIVI,

incoraggiando la presa di coscienza del legame tra stimolo sensoriale e

conoscenza delle cose.

3. SVILUPPARE L’APPROPRIAZIONE CREATIVA, elaborando delle

rappresentazioni del mondo a partire dalla realtà percepita.

Il “percepito” diviene oggetto di discorso e materiale per la sperimentazione

creativa.

3.2 Percorsi didattici plurisensoriali

CESTO DI FRUTTA

Si utilizzano diversi cestini colmi di frutti di stagione, che i bambini sono invitati

ad identificare sistematicamente. I bambini:

• Odoreranno la frutta, imparando a connettere i diversi profumi ai frutti

stessi;

• Esploreranno le diverse forme e grandezze,

• Classificheranno colori, famiglia, taglia, consistenza della texture, odori,

sapori.

• Faranno operazioni di “texturizzazione”: i diversi frutti saranno intinti nel

colore e sarà stampati su diversi fogli.

I frutti saranno oggetto delle attività di disegno e modellizzazione, che permette

di sviluppare inoltre la motricità.

Del frutto può essere ricercata la struttura interna, la simmetria.

Ciascun frutto può prestarsi ad essere riprodotto in modi diversi: collage,

puntinismo, tratteggio con le matite o i pennarelli…

OBIETTIVI

• Acquisizione dei codici simbolici (perché l’oggetto è associato ad una o più

rappresentazioni dello stesso),

• Sorgere delle competenze analitiche e logico- matematiche (nelle

operazioni di ordinamento, classificazione)

• Rafforzare le competenze in area linguistica (correlando le percezioni alle

parole). 31

IN GIARDINO

I , ,

L GIARDINO SI OFFRE COME UN LABORATORIO CONCRETO DI ESPERIENZE SUGGESTIONI

,

ORIZZONTI DI CONOSCENZA

Il percorso proposto consiste in una serie di “atelier” che scoprono le tappe di un

approccio sensibile al giardino: visivo, tattico, olfattivo e gustativo.

TATTO - esplorare il giardino ad occhi chiusi.

Comporre un giardino in scatola - raccolta di carattere intimistico in cui le

regole di organizzazione soggiacciono ai principi di organizzazione sintattica

(spaziale, compositiva, materica, luministica, coloristica).

I b. a raggruppano foglie, aghi… seguendo un criterio compositivo specifico.

I b. comprenderanno che il giardino può essere progettato, costruito, pensato.

VISTA

• I bambini vengono invitati a guardare attraverso una cornice, registrando

verbalmente ciò che vedono.

• L’esperimento consente anche di avviare alla comprensione intuitiva del

concetto di inquadratura. I bambini imparano ad isolare un dettaglio in un

contesto vasto come quello naturale, che poi può divenire oggetto di

discorso e infine di disegno.

• La texture viene indagata tattilmente: si possono individuare dei grafismi e

comprendere che un oggetto può essere rappresentato con il ricorso alle

figure geometriche semplici e con l’ausilio delle linee.

• Le foglie possono essere collezionate secondo un unico o più attributi,

favorendo le associazioni e la discriminazione visuale.

OLFATTO E GUSTO - vengono annusate spezie ed erbe aromatiche, gli si dà un

nome, le si classifica in base alla tonalità olfattiva.

A partire da questo percorso si può far partire:

• Unità di apprendimento specifica che investighi la natura degli elementi

basilari della grammatica visiva: “punto”, “linea”, “superficie”, “colore”.

• Percorso didattico che introduca al concetto di simbolo - le piante

rivestono significati simbolici che possono essere esplorati,

• Affrontare nozioni teoriche legate al colore: colore spettrale nelle

scienze; sistema di classificazione in pittura (il posto del verde nel cerchio

cromatico), la fabbricazione del verde;

• Concetto fotografico di campo - i b. verranno invitati a riprendere un

albero da tutti i punti di vista, l’insegnante fornirà il vocabolario opportuno

(campo lungo, primo piano, etc.). 32

IL TATTO E LA VISTA

Sono correlati tra loro, la percezione tattile è correlata alla formazione di schemi

mentali, che restituiscono un’idea intuitiva dell’oggetto.

“L’immagine tattile d’una superficie, d’una sagoma, d’un angolo dovrà essere

composta nel cervello allo stesso modo di come l’immagine visiva deve essere

prodotta dal cervello sommando un gran numero di stimolazioni retiniche. Né

la dimensione fisica, né la distanza sono dunque offerte direttamente dal

tatto” R. Arnheim

I due sensi (il tattile e il visivo) sono riconducibili all’esperienza del vedere.

Tatto e vista sono due estremi dell’attività visiva, antitetici, inscindibili e

compresenti in ogni esperienza percettiva dell’immagine. Al contrario,

l’occhio può anche afferrare il reale in un sol colpo, sinteticamente.

Hildebrand

La tattilità dell’occhio

“La vista non può penetrare le cose: vede solo l’altezza e la larghezza di una

superficie bidimensionale e non la sua profondità. Abbiamo bisogno di un

altro senso per convincerci dell’esistenza della profondità, cioè del tatto. La

vista rivela solo l’esistenza di una cosa; ma solamente il tatto può accertarsi

della sua forma” Riegl

Dal gioco di esplorazione alla messa in forma creativa

Soltanto dopo un percorso d’avvicinamento conoscitivo che passa per fasi di:

 Osservazione,

 Verbalizzazione,

 Classificazione…

Il “percepito” può diventare oggetto di discorso e conoscenza e materiale per la

sperimentazione creativa.

3.4 Il tatto e la manipolazione

Il bambino, gattonando, nelle sue prime esplorazioni, impara a conoscere il

mondo che lo circonda.

L’esplorazione manuale è sempre correlata alla formazione di immagini o schemi

mentali che restituiscono un’idea intuitiva dell’oggetto.

Riegl - Il tatto ha valenza informativa e conoscitiva; è capace di rilevare la

tridimensionalità del mondo che ci circonda. 33

Hildebrand - il b. vede entrambi i 2 sensi (il tattile e il visivo) come riconducibili

all’esperienza del vedere. L’occhio è capace di vedere in 2 modi:

• Tattilmente (visione tattile-analitica) - ripercorre sensibilmente, come se

toccasse, le linee di forza di un dipinto. L’immagine viene ricostruita

paratatticamente.

• Sinteticamente - afferra il reale in un sol colpo.

Arnheim - «la prensione oculare precede quella manuale» l’immagine visiva deve

essere prodotta dal cervello sommando un gran numero di stimolazioni retiniche.

ATTIVITÀ - riconoscere oggetti e le relative proprietà, con occhi bendati. Segue

una procedura di classificazione, in cui le proprietà dell’oggetto descritto vengono

messe in relazione per analogia o per contrasto.

Quanto percepito con le mani può essere all’istante tradotto verbalmente e

restituito più tardi con il disegno.

• L’esperienza si presta all’introduzione delle categorie topologiche basilari

(alto, basso, destra, sinistra, sopra e sotto) e di lateralizzazione (destra-

sinistra).

• Esplorazione manuale - fa sì che dell’oggetto esperito si crei una sorta di

mappa visiva, in cui diversi elementi si trovano in un particolare rapporto

spaziale tra loro.

• Struttura dell’oggetto - si dà come relazione tra le parti che lo compongono.

3.5 L’evoluzione della “scultura” nel bambino

ARNHEIM - il bambino che scopre come usare la matita per creare una traccia

deve ancora affrontare tutto il processo di differenziazione dei vari rapporti di

angolazione perché lo si possa davvero considerare padrone delle possibilità

formali offerte dal medium.

CLAIRE GOLOMB

Studia l’evoluzione della scultura di bambini (2-7 anni) e dimostra che le

manchevolezze rappresentative del bambino derivano dall’incapacità di risolvere

tecnicamente problemi di rappresentazione (non da una deficienza intellettuale

come sostenuto da Piaget).

L’evoluzione della scultura segue un percorso simile a quello riscontrato nel

disegno.

1. Con la scoperta fortuita della prima forma familiare, si produce il

meccanismo della narrazione che rende presente l’oggetto.

2. Lettura interpretativa, 34

3. Descrizione verbale

4. Fase “rappresentazionale”.

3 STRATEGIE DI COSTRUZIONE DELLA FIGURA UMANA:

1. Forma umana come un blocco uniforme,

2. Fase dell’omino testone: forma sferica sono connessi i prolungamenti

rappresentanti gli arti.

3. Utilizza gli strumenti propri del disegno - usa la plastilina come un mezzo

per campire una superficie o realizzare un contorno.

Con l’argilla (das o plas

Dettagli
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A.A. 2016-2017
127 pagine
12 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/17 Disegno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Eli16 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Disegno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Nuzzo Valeria.