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C.1 UNA PANORAMICA STORICA E TEORICA
Lo studio moderno del disegno infantile risale alla fine del 19° sec.
Dal 1885 fino agli anni 20: diffuso interesse a stabilire una tassonomia dell’arte infantile (sforzi
considerevoli x raccogliere, descrivere, catalogare disegni spontanei dei bimbi in base a sex,
contesto culturale). Il disegno del bambino è inteso quale copia di un’immagine della sua mente
(una finestra x i suoi pensieri e sentimenti).
Il risultato + importante dei primi studi è la classificazione secondo sequenze di sviluppo:
classifica 5 stadi di sviluppo nella capacità organizzativa e grafica e delle intenzioni
Luquet
realistiche del bambino; ipotizza che i disegni infantili fossero basati su un modello mentale int;
il disegnatore intende produrre una rappresentazione realistica e riconoscibile dell’ogg
(intenzione realista). Alcuni fattori (capacità grafica, interpretazione) possono influenzare la
trasposizione del modello int del disegno.
1926: pubblica un libro sulla misurazione dell’intelligenza attraverso i disegni . da
Goodenough
qui nasce il (il disegno è valutato computando ogni caratteristica inclusa
test della fig. umana
nella fig. in modo da ottenere un punteggio).
Disegno infantile come espressione diretta delle idee che il bimbo ha sull’ogg. L’affidabilità è
buona quando ci si limita a esaminare un solo disegno x ogni bimbo, ma meno evidente su +
disegni fatti dallo stesso sogg. Non è considerato un valido indicatore dell’intelligenza,
raggiunge la sua max utilità su sogg di età mentale 3-10 anni.
Predomina la posizione di Piaget nella psicologia evolutiva che assegna ai disegni uno status tra
gioco simbolico/immagine mentale.
Approcci clinico – proiettivi
Dal 40 inizia a fiorire una diversa forma d’interesse x il disegno infantile basata sull’assunto che
i bambini proiettano le proprie e nei disegni: uso del disegno x valutare la
emozioni motivazioni
personalità e adattamento psicologico (metodo proiettivo). Inizialmente l’uso interpretativo
del disegno è dipeso + da impressioni intuitive e soggettive che da analisi scienti che, è merso
lentamente un sistema coerente e validato x valutare l’espressione delle emozioni nei disegni.
Però sia l’assunto di Goodenough (disegni come espressioni di concetti) che clinico
(espressione di emozioni) considerano solo la struttura di superficie del disegno finito e non i
processi con cui i bambini costruiscono i disegni.
Approcci artistici
Fine 19° secolo alcuni educatori iniziano a pensare che l’espressione artistica possa giocare un
ruolo cruciale nello sviluppo e educazione dei bambini. Teorie che incoraggiano
l’autoespressione libera e spontanea nell’arte per promuovere lo sviluppo cognitivo e la
crescita personale.
Approcci processuali
Tutti gli approcci precedenti hanno considerato solo la struttura di superficie del disegno
trascurando il ruolo che il del disegno può avere nel determinare la
processo di costruzione
struttura finale. Piaget non considera adeguatamente i problemi organizzativi e procedurali che
il bimbo incontra nell’eseguire un disegno, trascurando così differenze importanti nelle
procedure usate.
Una migliore comprensione dei fattori processuali può portare a una > validità e affidabilità
delle interpretazioni dei disegni come espressione di personalità e stati emotivi.
Uno dei + improntanti sviluppi nello studio del disegno infantile è il passaggio dal considerare le
rappresentazioni pittoriche come una fotocopia degli contenuti mentali al considerarle
costruzione la cui forma finale dipende dalle procedure usate.
Finora ha fornito la + ampia e coerente analisi dei processi di produzione grafico-
Freeman
pittorica che consente di comprendere lo sviluppo delle abilità di pianificazione e
organizzazione.
C.2 CARATTERISTICHE DEL DISEGNO INFANTILE
Man mano che i bambini crescono i disegni diventano + dettagliati, proporzionali e realistici.
Classificazione stadi di sviluppo:
1. di solito il bimbo inizia a produrre segni su carta sui 18 mesi, questi
18 mesi/2 anni:
scarabocchi dimostrano consapevolezza della forma globale e crescente coordinazione
occhio/mano. Studi di i bambini dispongono i loro segni sulla pag. in modo da
Kellogg:
ottenere un equilibrio visivo. Non sono rappresentazioni intenzionali di qualcosa,
domina fortemente l’impulso motorio (il bimbo muove ritmicamente le braccia sulla pag
ed è interessato ai segni che appaiono). Arriva il momento in cui inizia a interpretare i
segni come fig.: stadio del realismo fortuito (Luquet) = i bambini non annunciano le loro
intenzioni prima di disegnare, ma interpretano il disegno dopo averlo finito
2. i bambini considerano i loro disegni come rappresentazione di
2 anni e ½ - 5 anni:
qualcosa, a volte le intenzioni sono dichiarate prima e il significato del disegno non è +
lasciato inspiegato, ma nell’interpretazione che danno rimane un elemento di
opportunismo (si allontanano dall’intenzione iniziale se il disegno risulta somigliare a
qualcos’altro). Si osservano spesso fig. sovrapposte (combinazioni), una che si ripete
spesso è il (croce su cerchio) che rivela la ricerca di ordine, armonia,
mandala
bilanciamento. È dal cerchio che emerge la 1° fig. umana (stadio pre-
rappresentazionale). Verso i 3 ½ eseguono disegni figurativi, ma spesso non sanno
coordinare le parti (x es. occhi all’ext del viso) = tipico della
incapacità di sintesi fase del
In questa fase il disegno tipico è (cerchio x testa, 2 linee
realismo mancato. la fig. umana
ciondolanti x gambe) come (schema che può essere usato anche x
omino – testone
animali). Sono disegni schematici che sembrano funzionare + come simboli che
rappresentazione di ogg.
3. i disegni diventano sempre + realistici in termini di proporzioni e dettagli, a
5 – 8 anni:
volte xò contengono ancora elementi di cui il bimbo conosce l’esistenza, ma non sono
visibili (trasparenza o raggi X = La fig. umana ha
stadio del realismo intellettuale).
superato lo schema dell’omino – testone, la testa è distinta dal tronco, compaiono
dettagli aggiuntivi come dita, vestiti
4. cercano di raffigurare la profondità, iniziano a disegnare
8 anni –adolescenza:
assumendo un punto di vista e xciò lavorano su proporzioni e relazioni (realismo visivo).
I disegni dei sogg + grandi diventano + convenzionali (tipo cartone animato), spesso in
questa fase si mostrano insoddisfatti e abbandonano l’attività del disegno x l’incapacità
di ottenere il risultato desiderato; anche la scuola non ritiene il disegno elemento
centrale del curricolo scolastico xciò spesso trascurato e sostituito con il linguaggio x
l’espressione di sé. Sembra che ci siamo molte somiglianze tra i disegni
Stadi universali nello sviluppo del disegno?
di bambini di culture diverse, alcuni ricercatori come Kellogg sostengono l’esistenza di un
andamento evolutivo universale del disegno e arte infantile, altri sostengono le differenze
culturali sia nei dettagli che nelle strategie di componimento (Alland).
C.3 COS’E’ UN DISEGNO?
Una serie di segni su una superficie piana. La rappresentazione pittorica è un codice simbolico e
arbitrario (non comporta alcuna relazione specifica con la percezione visiva del mondo)
Goodman: i segni con cui si eseguono le rappresentazioni sono simboli di un linguaggio, anche
se molte rappresentazioni pittoriche rappresentano info in comune con quelle fornite dalla
percezione del mondo reale da consentire l’immediato riconoscimento dell’ogg raffigurato. Le
rappresentazioni pittoriche possono rappresentare anche (idee, emozioni,
elementi intangibili
sentimenti) non direttamente percepibili.
Teorie percettive delle rappresentazioni pittoriche
Il normale e spontaneo riconoscimento di rappresentazioni pittoriche non è solo un atto di
interpretazione consolidato nella pratica, ma si basa sulla somiglianza fisica tra una
rappresentazione pittorica e il suo sogg.
Teorie ecologiche I: teorie della proiezione prospettica nella percezione pittorica
La percezione visiva consiste nell’estrarre info da una sorta di immagine prodotta dallo stimolo
visivo sulla retina dell’occhio (primi lavori di =
Gibson) prospettivismo o teoria pittorica della
Una rappresentazione pittorica convincente presenta all’occhio quasi la stessa
percezione.
stimolazione visiva di un ogg/scena reale (sottolinea le caratteristiche comuni). Il problema
principale è la la proiezione di un disegno è fatta x essere vista da un solo punto di
prospettiva:
vista, appena l’osservatore si allontana dal punto d’osservazione originario, la proiezione delle
forme del disegno è distorta. È una teoria utile solo x spiegare disegni molto realistici.
I disegni infantili sono tentativi imperfetti di produrre una rappresentazione realistica dei sogg.
La > dei bambini e adulti sono privi di una formazione artistica che consenta proiezioni
visivamente corrette. La > dei disegni infantili sono caricature che sovra-enfatizzano le
caratteristiche principali del sogg, ma nonostante ciòsono chiaramente riconoscibili anche da
sogg senza alcuna esperienza di rappresentazioni pittoriche.
Teorie ecologiche II: teoria gibsoniana degli invarianti
Gibson respinge il suo precedente approccio alla percezione xchè le condizioni di visione fissa si
verificano raramente nella vita quotidiana e presentano così tante ambiguità che x percepire
davvero il mondo il percettore deve conoscerlo già in parte.
Nuova concezione: x la percezione visiva è fondamentale che l’occhio sia costantemente in
movimento e che lo stimolo visivo cambi continuamente; noi estraiamo info sulle strutture
direttamente dalla cangiante configurazione della luce ambientale. Senza
invarianti del mondo
sforzi coscienti siamo programmati a scoprire la struttura invariante nascosta nello stimolo visivo
che cambia continuamente ai nostri occhi.
Il disegno presenta gli invarianti strutturali del tema raffigurato e xciò non presenta lo stesso
schema di stimoli visivi di una scena reale, ma gli invarianti strutturali.
Teorie costruttiviste della percezione pittorica
Fondate sull’osservazione che l’input fornito all’occhio dagli stimoli ext e l’immagine che si genera
sulla retina sono spesso ambigui e suscettibili di numerose interpretazioni percettive diverse.
Percezione = ipotesi percettiva basata su dati incompleti forniti dall’input visivo all’occhio.
A differenza della teoria prospettica, il percettore costruisce un’interpretazione dell’input e
non semplicemente estrae l’info.
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