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CAPITOLO 6: I MODELLI DI RIFERIMENTO
Prendiamo in esame i "pilastri" metodologici di alcuni importanti modelli pedagogici.
Modello di JACOB KOUNIN
La sua ricerca del 1971 si concentrò nel capire quali fossero le strategie che gli insegnanti più capaci mettevano in atto per gestire la classe. Le strategie più efficaci per gestire le migliori condizioni di apprendimento si possono sintetizzare nei seguenti punti:
- La presenza efficace in classe (Whititness): l'insegnante è colui che sa gestire i problemi che sorgono in ogni momento: conosce, quindi, quello che succede in classe (=essere addentro). Gli alunni devono sentire di avere di fronte un docente in grado di osservarli.
- Slancio e scorrevolezza (momentum and smoothness): slancio iniziale nell'affrontare i nuovi argomenti del programma che cattura l'interesse degli alunni e quella scorrevolezza necessaria a mantenere viva la loro motivazione. L'energia e
All'intero gruppo, in modo che tutti possano imparare dalla situazione.
Modello di WILLIAM GLASSER
Glasser crede fermamente che la qualità della scuola passi attraverso quella dell'insegnamento e che si cresca nella responsabilità se si è inseriti in un contesto educativo favorevole. Per lui bisognerebbe eliminare dai programmi tutto ciò che non ha importanza per la vita dell'allievo, ogni argomento inutile. Ritiene che occorra operare delle scelte sui contenuti privilegiando l'approfondimento e l'analisi piuttosto che la superficialità e la frammentarietà. Si tratta di preferire alla gestione boss-management la gestione lead-management. La prima prevede che l'insegnante assuma un ruolo autoritario attento più ai risultati che ai processi, la seconda: l'insegnante coinvolge gli studenti sollecitandoli a esprimersi, insiste sull'autovalutazione degli allievi, rende possibile un'atmosfera di
Classe positiva, favorisce la qualità delle relazioni usando metodi persuasivi e non repressivi.
Modello di LEE CANTER
Il suo punto di partenza è il rispetto dei diritti del docente. Infatti, senza il rispetto dei diritti reciproci non si costruisce il rapporto educativo e vengono a mancare i presupposti per una vita di classe fruttuosa per tutti.
Secondo Canter il docente ben preparato:
- Formula consegne servendosi di un linguaggio puntuale
- Assume un ruolo autorevole
- Stabilisce norme e direttive
- Promuove comportamenti collaborativi e tolleranti
- Guida e orienta il percorso formativo degli studenti
- Favorisce l'inserirsi in aula di un clima pacato e sereno
- Sprona alla collaborazione e al sostegno reciproco degli alunni
Il modello di Canter di conseguenza implica che l'insegnante si impegni a instaurare un rapporto rispettoso e sereno con i propri allievi e a gestire le dinamiche della classe mediante interventi precisi.
Volti allacomprensione delle difficoltà o dei problemi degli alunni. Il modello di FREDRIC JONES è consapevole del duro lavoro che gli insegnanti oggi devono mettere in atto per gestire adeguatamente una classe. I pilastri del modello di Jones sono:
Precisa organizzazione della classe: l'ambiente fisico, l'aula, la sistemazione dei banchi, la posizione della classe assumono enorme valore.
Il suolo della comunicazione non verbale: Jones mette in evidenza l'importanza del controllo prossimale per bloccare senza difficoltà i comportamenti inadeguati, del contatto oculare, delle espressioni facciali, della postura del corpo, dei segnali e dei gesti, della respirazione, del tono di voce.
Strategia di conduzione della lezione: occorre adottare una "positiva interazione di supporto" scandita in tre passi successivi: lodare, suggerire e allontanarsi.
Usare un sistema di incentivi: egli suggerisce di adottare incentivi che
Facciano leva♦sull’autodeterminazione degli allievi nella scelta delle attività: un periodo da dedicare al disegno libero; un’ora per la visione di un film; un tempo preciso per le libere attività individuali; un momento da occupare leggendo riviste o libri.
MODULO 1: GESTIRE LE DINAMICHE DI CLASSE
La presenza efficace
La situazione, dapprima tranquilla, improvvisamente sfugge di mano all’insegnante.
Strategia per essere presente l’insegnante deve: essere capace di identificare con precisione l’allievo responsabile di un comportamento non idoneo, agire subito. Per gestire bene la classe è necessario rendersi conto sempre di ciò che succede, nel momento stesso in cui accade. È importante dimostrare di conoscere perfettamente che cosa sta succedendo in aula in ogni momento.
Essere vigili e distesi: individuare correttamente l’insorgere di un possibile problema e intervenire con prontezza ingenera negli allievi
L'idea che l'insegnante sia consapevole di ciò che avviene e capace di prevenire eventuali spirali comportamentali negative. L'atteggiamento può essere vigile anche nella serenità. Se svolgiamo le attività camminando tra i banchi, parlando ai ragazzi con tranquillità e avvicinandoci a loro, ci accorgeremo di molti problemi al loro stesso insorgere e potremo intervenire immediatamente.
Gli allievi: hanno bisogno di capire se e come il proprio insegnante è "presente" in classe e constatare che agisce con giustizia e prontezza nei suoi interventi disciplinari.
Gli insegnanti: devono essere vigili, hanno bisogno di conoscere i problemi della classe, devono lavorare in piedi e con i loro interventi comunicano che sono al corrente di tutto ciò che succede in classe.
Il controllo prossimale. Il non "essere addentro" alla classe ha impedito all'insegnante di rendersi conto subito del problema.
ora decide di intervenire e tra le varie possibilità sceglie il "controllo prossimale". Strategia: la prossimità fisica è la strategia vincente per molte situazioni a rischio. Jones: "presenza fisica" dell'insegnante: il suo avvicinarsi verso l'allievo o gli allievi, comunicando un controllo prossimale capace di contenere i comportamenti inadeguati e di promuovere quelli corretti. Il controllo prossimale ha luogo quando intenzionalmente ci si avvicina fisicamente all'allievo che sta disturbando l'attività in classe. Ci sono cinque modalità del controllo prossimale:- Orientare il proprio corpo verso l'allievo
- Camminare verso di lui
- Mettergli una mano sul banco
- Toccare o rimuovere l'oggetto che ha causato distrazione
- Poggiare con gentilezza la mano sulle spalle o sul braccio del ragazzo
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comunicare agli allievi il rispetto delle norme stabilite. "l'essenza del controllo prossimale è di offrire all'insegnante un supporto efficace per controllare la classe senza che si debba mettere in gioco la comunicazione verbale" Allievi: hanno necessità di essere educati all'impegno e all'attenzione, di essere rispettati nonostante gli errori, di essere motivati all'impegno, di un clima idoneo per l'apprendimento Gli insegnanti: hanno bisogno di raggiungere i loro obiettivi scolastici, devono comunicare bene i propri progetti. L'effetto onda Il richiamo, apparentemente eccessivo rispetto al fatto in sé e alla responsabilità del singolo alunno, se opportunamente condotto e riferito a un comportamento diffuso, fa capire all'intero gruppo che occorre rispettare le direttive impartite. Strategia è definita da Kounin "effetto onda" e consiste nel riprendere un allievo
indisciplinato di fronte a tutti, talvolta anche con un po' di energia, con lo scopo però che tutto il gruppo classe possa imparare dalla situazione. Secondo lui questo metodo è molto efficace con tutti gli allievi della scuola dell'obbligo. È una tecnica da non sottovalutare: in determinati contesti educativi è uno strumento molto efficace in mano al docente, soprattutto quando gli allievi stentano a comprendere per superficialità le direttive impartite.
La strategia dell'effetto onda è funzionale solo se viene usata di rado altrimenti perde di efficacia. La cosa più importante è fare di tutto perché esso non sia vissuto come un'aggressione, ma come un'azione volta a sottolineare l'inadeguatezza del comportamento. Occorre fare attenzione a non infierire sempre sugli stessi alunni, o su alcuni che sappiamo essere particolarmente fragili sul piano emotivo.
Insegnanti: non devono mai
rimproverare l'allievo in sé, ma il suo comportamento, mettono in atto un'azione disciplinare "improvvisa", riprendono subito l'episodio e lo commentano in classe con tutti.
La comunicazione didattica
Due insegnanti hanno, nella stessa classe, due esperienze completamente diverse, una negativa e una positiva.
Strategia una buona gestione della classe si fonda sull'abilità nel comunicare in modo chiaro e preciso.
Occorre dare le consegne in modo che gli allievi possano metterle in pratica senza equivoci. Talvolta ciò non accade e la responsabilità viene scaricata sugli allievi. Più le comunicazioni lasciano libertà interpretativa meno sono efficaci, perché i ragazzi vi trovano margini di libertà e di disimpegno.
La tecnica dei tre passi: illustrata da Franta
- Primo passo: un allievo trasgredisce a una norma. L'insegnante deve offrire considerazione, autorità minima e proposte alternative.
- Secondo passo: se l'allievo continua a trasgredire, l'insegnante deve intervenire con fermezza, ma senza umiliarlo.
- Terzo passo: se l'allievo persiste nel comportamento scorretto, l'insegnante deve applicare una sanzione adeguata, ma senza perdere di vista l'obiettivo educativo.