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EDUCAZIONE TRADIZIONALE E EDUCAZIONE PROGRESSIVA
L'umanità è caratterizzata dal pensare per estremi opposti e difficilmente accetta la via del compromesso. Il tema dell'educazione non è esente da questa contrapposizione e vi è una costante discussione tra:
- Educazione tradizionale: basata su norme e regole elaborate in passato che vengono riproposte agli studenti tramite i manuali, mediati a loro volta dagli insegnanti.
- Educazione progressiva: nasce come una critica al disagio provocato dalla scuola tradizionale che impone regole dall'alto troppo lontane dagli studenti che non partecipano attivamente alla vita scolastica. Il passaggio da critica implicita a esplicita si trasforma in educazione progressiva. L'educazione progressiva non deve però ripudiare i principi sui quali si fonda l'educazione tradizionale, ma cercare di capire cosa si può migliorare per rendere tali principi utili per affrontare il.
PRESENTAZIONE.2. BISOGNO DI UNA TEORIA DELL'ESPERIENZA
Svincolarsi dal passato non risolve i problemi dell'educazione. La nuova educazione ha il compito di risolvere tali problemi partendo dal principale: il nesso tra educazione e esperienza personale.
Prima di tutto bisogna dire che esperienza ed educazione non sempre coincidono poiché un'esperienza può non essere educativa. Ciò dipende dalla qualità dell'esperienza che presenta due aspetti: da una parte genera esperienze gradevoli e/o sgradevoli, dall'altra esercita la sua influenza su quelle successive. Ora non si deve pensare che la scuola tradizionale non fosse basata sulle esperienze, queste erano presenti ma per la maggior parte in modo negativo. Da qui nasce l'esigenza dell'educazione progressiva di basare l'educazione sulla filosofia dell'esperienza per creare ambienti educativi favorevoli. Di fatto queste scuole nuove vengono create in armonia con la crescita del
bambino proprio per favorire l'apprendimento in base all'esperienza.3.I CRITERI DELL'ESPERIENZA
Tra i criteri per definire l'esperienza dal punto di vista educativo abbiamo:
- Continuum sperimentale: un'esperienza per essere educativa non deve essere fine a se stessa, ma deve continuare nelle esperienze successive. Inoltre bisogna ricordare che un'esperienza non si compie nel vuoto: i fattori esterni (luogo di nascita, classe sociale ecc) influiscono sulle esperienze del bambino e sulla sua formazione
- Interazione: ogni esperienza è il frutto di scambi tra le condizioni interne ed esterne; ovvero tra i bisogni, interessi, desideri. Ogni esperienza è fatta dall'unione delle due, che crea una situazione
4.CONTROLLO SOCIALE
L'autore passa all'analisi di due problemi speciali riguardanti l'educazione:
- Controllo sociale: è possibile notare come il cittadino medio si presti a un certo controllo sociale dall'autorità senza che avverta la restrizione della sua libertà. Per spiegare questo fenomeno l'autore utilizza la metafora del gioco dei bambini: il gioco è formato di regole che devono essere necessariamente seguite, il bambino però non si sentirà "comandato" fino al momento in cui interviene una seconda figura che gli fa un torto (arbitro). Allo stesso modo il cittadino medio accetta il controllo sociale anche in virtù del fatto che un elemento convenzionale ha una certa forza. Nasce così il principio generale del controllo sociale sopra l'individuo senza violazione della sua libertà. Nelle scuole nuove la fonte del controllo sociale è data dalla partecipazione collettiva al lavoro: tutti partecipano all'attività di gruppo diventando un'impresa sociale anziché una classe. Tuttavia ci saranno elementi che a causa delle loro esperienze (demotivati o arroganti) non prenderanno.
- tenere presente che il problema nasce dalle condizioni dell'esperienza presente e sta nei limiti delle capacità degli alunni
- tenere presente che la natura del problema stimola l'educando a richiedere informazioni e a produrre nuove idee
Parte al lavoro nel corretto modo, ma questi casi non metteranno in crisi il principio del controllo sociale.
✓ Libertà individuale: si pensa che predisporre piano educativo limiti la libertà individuale. Un piano deve essere abbastanza flessibile per permettere momenti di svago e riflessione individuale, ma anche ferme per indirizzare il bambino verso un continuo esercizio del potere.
LA NATURA DELLA LIBERTÀ
Dewey si sofferma ancora sul tema della libertà individuale, studiandone gli errori e i benefici.
-Errori: identificare la libertà individuale con la libertà di movimento; questo non è altro che un mezzo per arrivare alla libertà individuale, non essa stessa.
-Benefici: la libertà permette all'educatore di scoprire la natura dei bambini a cui si rivolge, senza libertà si troverebbe in presenza di un individuo artificiale e non spontaneo. Inoltre la libertà aiuta a mantenere la normale salute fisica e mentale.
La quantità e la necessità di libertà varia in base all'individuo e alla sua crescita, maggiore è l'età e minore sarà la libertà necessaria.
6. IL SIGNIFICATO DEL PROPOSITO
La formazione dei propositi deriva da un processo lungo e complesso. Un proposito si genera da un impulso che, se non viene esaudito nell'immediato, diventa un desiderio. Un proposito è quindi la visione di un fine a seguito della previsione delle conseguenze che avviene tramite l'attività dell'intelligenza e richiede l'osservazione delle condizioni e delle circostanze. Dobbiamo perciò comprendere ciò che osserviamo, udiamo e tocchiamo. Il desiderio di qualcosa può essere così forte al punto tale da non valutare in modo corretto le conseguenze di tale impulso, l'educazione ha dunque il compito di assicurarsi che l'azione non provenga direttamente dal desiderio, ma dall'osservazione e dal giudizio.
In questo processo il bambino è lasciato in libertà, con l'educatore delle scuole progressive, che si assicura che il bambino agisca solo dopo aver osservato. Non si tratta però di limitazione della libertà. Nelle scuole tradizionali al contrario si ignoravano desideri e impulsi personali come spinta iniziale, rendendo gli studenti apatici all'apprendimento.
7. ORGANIZZAZIONE PROGRESSIVA DELLA MATERIA DI STUDIO
Le condizioni implicite nell'esperienza sono identificate con la materia di studio, ma nulla è stato detto sulla materia di studio come tale. Per Dewey le materie sono ambiti in cui si organizzano le esperienze e devono quindi essere trattate sempre in modo da avere come base l'esperienza. Le materie stesse sono il sedimento delle esperienze passate e devono essere trattate in modo da consentire di "imparare a conoscere il passato come un mezzo per capire il presente", in vista di quella capacità di giudizio e di proposito.
In un secondo momento ciò che è stato sperimentato deve assumere progressivamente una forma più ricca e meglio organizzata. Le materie devono essere poste in maniera problematica (riflessione sull'esperienza) perché i problemi sono lo stimolo a pensare. Il compito dell'educatore è quello di discernere quelle cose che contengono la possibilità di presentare nuovi problemi, i quali serviranno per allargare il campo dell'esperienza futura. L'educatore progressivo in questo caso avrà più difficoltà e responsabilità di quello della scuola tradizionale poiché deve introdurre gli allievi in un futuro ambiente sociale, in campi che vanno al di là del prossimo periodo d'esame o del prossimo anno scolastico. Nella scuola tradizionale la materia di studio e gli argomenti venivano scelti dagli adulti senza tener conto dell'attuale esperienza di vita di chi imparava. Ne conseguiva che ilmateriale aveva a che fare col passato e non faceva fronte ai problemi del presente e del futuro.
L'errore è pensare che la scuola progressiva non guardi al passato, invece Dewey reputa necessario comprendere a fondo il passato per espandere l'esperienza presente nel futuro.
L'unica via per uscire dai sistemi scolastici che fanno del passato un fine in sé è quella di imparare a conoscere il passato come un mezzo per intendere il presente.
La scelta e l'organizzazione delle materie di studio nella scuola progressiva deve distaccarsi dal materiale disorganico e inaridito della scuola tradizionale, non deve essere lo stesso per tutti i luoghi e tempi e deve inoltre essere raccolto lentamente.
Ciò che differenzia l'educazione progressiva da quella tradizionale è che le condizioni trovate nell'esperienza presente devono essere usate come fonti di problemi: maggiore è la difficoltà da superare con l'intelligenza,
maggiore sarà la crescita. Le responsabilità dell'educatore sono:
Dewey considera la vita sociale contemporanea il risultato dell'apprendimento della scienza fisica. Per questo è importante che gli alunni siano introdotti allo studio delle materie scientifiche. Questo metodo non è solo il mezzo più diretto per intendere la scienza in sé, ma è anche la via più sicura per comprendere i problemi economici e industriali della società attuale. L'organizzazione inoltre deve basarsi sul principio di causa-effetto, avere quindi dei mezzi per raggiungere e rudimentali mezzi impiegati. Se non si riuscirà a risolvere il problema dell'organizzazione