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CAPITOLO SEDICESIMO
IL PARADIGMA DOCIMOLOGICO. Prospettive, tecniche, strumenti (Daniela Maccario)
1. Fondamenti
La prospettiva docimologica: compito prioritario della valutazione è l'accertamento e l'espressione di giudizio circa i cambiamenti in termini di apprendimento e di crescita favoriti negli studenti dall'azione didattica.
La relazione di causalità diretta tra insegnamento e apprendimento è considerata presupposto di base per l'esercizio della valutazione.
Possibilità di prefigurare gli esiti degli interventi didattici il criterio dell'efficacia porta a intendere la valutazione come dispositivo che mette relazione i bisogni degli studenti con gli interventi formativi = elemento qualificante.
L'istanza di trasparenza nei presupposti nei processi valutativi connota l'approccio docimologico: il valutatore, distinto ed esterno rispetto all'oggetto che valuta, deve adottare tutti gli accorgimenti necessari per
neutralizzare le interferenze interpretative legate alla propria soggettività sia all'atto della rilevazione (ossia quando propone prove, compiti, per verificare la preparazione dello studente) sia al momento della valutazione vera e propria (ossia quando attribuisce un valore alle prestazioni e quindi esprime un giudizio).
La valutazione implica necessariamente un'attività interpretativa da parte di chi valuta, ma occorre che essa si eserciti a partire da premesse chiare, esplicite e congruenti con le attese dichiarate (traguardi, obiettivi).
Centrale la questione dell'oggettività = possibilità di gestire il processo valutativo evitando di incorrere in errori di correzione e di giudizio, in modo che i risultati attribuiti allo studente siano riconducibili esclusivamente alla sua preparazione.
Questo crea un'istanza di equità e responsabilità educativa nel valutare.
DOCIMOLOGIA (dal greco dokimàzo: valutare, stimare) =
Studio deli esami e dellavalutazione scolastica (affronta temi come le modalità di attribuzione dei voti, i fattori soggettivi, le variabili/effetti distorcenti che possono influenzare lavalutazione). Paradigma che fa riferimento alla psicometria secondo la quale le qualità umane possono essere oggetto di misura a partire dal confronto dei dati rilevati e dei modelli della realtà.
Per condurre una valutazione con rigore (evitando modalità intuitive e impressionistiche) è necessario dichiarare gli schemi interpretativi di riferimento e giustificarli scientificamente.
In prospettiva docimologica, la valutazione rimanda, fortemente ma non esclusivamente, alla misurazione delle prestazioni degli studenti secondo precisi criteri e parametri con enfasi sulla quantificazione.
Due concetti fondamentali:
- ATTENDIBILITÀ (fedeltà/costanza) della misurazione degli esiti scolastici = accuratezza nella rilevazione diversi correttori o medesimi correttori
in tempi differenti, nelle medesime condizioni giungono a uguali conclusioni. (La probabilità è molto più alta quando si fa ricorso a prove strutturate con domande chiuse e possibilità di risposta chiusa). Garantire che gli esiti del processo valutativo risentano il meno possibile dell'esperienza del valutatore. Strumenti di valutazione: test, griglie di valutazione, mappe, rubriche;
VALIDITÀ = corrispondenza tra le informazioni rilevate e le dimensioni oggetto di valutazione. Occorre quindi decidere quali dimensioni si intendono valutare e controllare la congruenza con le prove (domande, compiti, pratiche che sappiano sollecitare conoscenze, competenze, abilità, e acquisizioni che si vogliono valutare e non altre);
PERTINENZA aver chiaro PERCHÉ (funzione) CHE COSA (oggetti) e COME (strumenti) valutare;
Si segnala l'esigenza di tener conto del fatto che l'apprendimento è un fenomeno complesso (sviluppi di processi,
elementi inattesi) e per questo richiede una prospettiva videografica più che fotografica = sguardo più olistico che analitico (la quantificazione spesso comporta dei rischi di semplificazione eccessiva).
Il paradigma docimologico ha contribuito a definire la valutazione come processo che consiste nella raccolta di un insieme di informazioni il più possibile stabilizzate e coerenti a partire da una intenzionalità formativa chiaramente esplicitata, in modo da ottenere elementi per prendere decisioni fondate.
Alcuni passi essenziali:
- Definizione degli oggetti o dimensioni formative da valutare (individuazione degli obiettivi e dei criteri di valutazione)
- Raccolta corretta e coerente delle informazioni in rapporto ad essi (rilevazione o verifica)
- Interpretazione (formulazione del giudizio)
- Comunicazione della valutazione (ad altri docenti, all'allievo, alla famiglia, al mondo esterno)
- Presa di decisione che apre nuove prospettive ai percorsi
Funzioni: perché valutare
FUNZIONE SOMMATIVA: bilancio conclusivo, certificativo dei progressi raggiunti = considerata come compito fondamentale della valutazione;
Si è passati a individuare altri motivi, perché valutare, connessi essenzialmente all'esigenza di instaurare un rapporto più dinamicamente legato alla gestione dell'insegnamento.
La necessità che la valutazione assuma anche altre funzioni:
FUNZIONE DIAGNOSTICA: analisi della situazione dello studente in vista del percorso formativo che lo attende, monitoraggio - rilevazione prerequisiti, valorizzazione delle risorse, personalizzazione
FUNZIONE FORMATIVA: regolazione e restituzione immediata e continua di indicazioni su come è meglio procedere per l'insegnante e per l'allievo - direzione proattiva e di rilancio
VALUTAZIONE SOMMATIVA: avviene al termine di una sequenza didattica, ma si prepara fin dall'inizio, quando si stabiliscono i traguardi
Le prove valutative influenzano direttamente le modalità di studio e le forme dell'apprendimento degli studenti.
4. Valutazione e giudizio
Il giudizio (ultima fase del processo valutativo) non è quasi mai un'operazione algoritmica di misura (ciò può avvenire solo nel caso di risposte e test standard, ad esempio questionari a scelta multipla). Il GIUDIZIO si costruisce attraverso la messa in relazione di informazioni di natura differente che provengono da diversi tipi di rilevazione:
- dati quantitativi (derivanti dalla somministrazione di prove ad alta strutturazione)
- elementi qualitativi (ricavati da osservazioni e interazioni con il discente)
Il giudizio scaturisce dal confronto di ciò che ci si aspettava di raggiungere e i traguardi effettivamente raggiunti. La formulazione di un giudizio si basa su tre quadri, può tener conto:
- di una norma (se l'apprendimento raggiunge o supera gli standard previsti)
- di una soglia (se l'apprendimento raggiunge una soglia minima di accettabilità)
- di una scala (se l'apprendimento viene valutato in base a una scala di valori)