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LE INTERAZIONI
Tre dimensioni dell’analisi
1. Il contenuto del sapere, l’oggetto dell’apprendimento, l’obiettivo da raggiungere;
2. L’insieme delle interazioni, ciò che accade in classe;
3. La natura della situazione di apprendimento, che è sempre una situazione dinamica complessa
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Tre registri di funzionamento
• Epistemico – riguarda la costruzione del sapere, cosa si apprende e
come, ....
• Pragmatico – riguarda la costruzione della sequenza, la gestione dei
turni di parola, come si gestisce il gruppo e come si conduce la classe;
• Relazionale – funzionamento dei rapporti di posizione, presa di potere e gestione della relazione
La mappa
Fase 1- capire cosa si vuole fare.
Fase 2 - chiedersi cosa sanno gli studenti dell’argomento
Fase 3- chiedersi se il docente sa il sapere sapiente e sa cosa deve dire.
Seconda fase— individuare se è presente il con itto, è. Visto come un muro, il docente deve fare
emergere il con itto, e provare a costruire un ponte tra ciò che lo studente sa e ciò che noi
vogliamo che lui conosca.
Terza fase- mediazione— il docente avvicina lo studente al sapere sapiente tramite delle attività. Il
docente predispone dei passaggi per attivare dei processi.
Quarta fase— individuano le nalità della tematica, obiettivi micro e obiettivi macro.
Obiettivo micro- dell’esempio, conoscer la lettera
Obiettivo macro— imparare a leggere.
Quali processi ho attivato negli studenti? Alternanza dei mediatori, che processi ho attivato, tipo di
lavoro proposto.
Esempio delle stagioni: invidia il tema, cosa sanno gli studenti?
Differenza tra avere sapiente e le precoprensioni degli studenti, la mediazione ne si può mettere in
atto è di fare un progetto, mettere un video, fare esempi.
L’obiettivo sono conoscere i moti delle terra,, conoscere i nomi della stagione, macro obiettivo
conoscere funzionamento sistema solare.
La nalità è quella di abitare il mondo in modo consapevole, sapendo come funzionano questi
meccanismi.
Gli studenti risolvono il loro con itto e ri ettono sulle intuizioni che si generano
contemporaneamente nel mondo.
fi fl fi fl fl fl
19/03/2024
Processi interni nell'apprendere
● Analogia (con quello che conosco: è come se)
● Confronto con possibili differenti
● Modellizzazione > simbolizzazione (dare un nome: quello è un cane) > costruzione di categorie
● Costruzione di una rete (esperienze, emozioni, processi senso-motori, linguaggio)
Processo di astrazione quando il bambino passa dalla concretezza dell’astratto.
Si operano delle astrazioni per creare delle rappresentazioni mentali, dal singolo cane per esempio
si arriva a parlare di razza, si devono inglobare più razze, si arriva al concetto generale quando
dopo aver presentato diverse razze arrivo al concetto generale di cane.
Macro— curriculo, annuale
Meso- modulo, programmazione periodica
Micro— lezione, sessione, programmazione giornaliera.
Vari livelli del percorso
1. Il curricolo
Il curricolo rappresenta un framework, ossia un insieme di linee guida pedagogiche, didattiche e
disciplinari utile a orientare le scelte e le decisioni che i docenti devono prendere in sede di
progettazione e a conferire unità, coesione e coerenza all’interno del progetto formativo
dell’Istituto.
E’ un artefatto di ampio respiro, che investe ambiti multipli, non solo pedagogici e didattici, ma
anche sociali, culturali in senso ampio, politici.
Ri ette le ideologie di fondo che guidano le scelte rispetto alle politiche scolastiche ed educative e
la visione della formazione civile delle nuove generazioni interne ai diversi paesi.
Vari livelli del percorso
1. Il curricolo
Il termine curricolo ha due accezioni nelle istituzioni scolastiche:
- il curricolo di Istituto, ovvero un documento richiesto a tutte le scuole, come prescritto dalle
Indicazioni Nazionali, che fornisce alcuni riferimenti che dovrebbero permettere di dare coerenza e
identità alle pratiche didattiche di un Istituto;
- il curricolo di un insegnamento, ovvero il percorso che il docente di un’area disciplinare o di una
sezione della scuola dell’infanzia decide di effettuare in un anno.
Curriculo verticale, perchè un istituto comprensivo comprende più scuole. Fa da sfondo a tutti e tre
gli ordini scolastici.
Vari livelli del percorso
1. Il curricolo
Le Indicazioni Nazionali (2012) costituiscono un quadro di riferimento per la progettazione
→
curricolare af data alle scuole testo aperto da assumere e contestualizzare.
Dalle IN:
Il curricolo di istituto è espressione della libertà d’insegnamento e dell’autonomia scolastica e, al
tempo stesso, esplicita le scelte della comunità scolastica e l’identità dell’istituto. La costruzione
del curricolo è il processo attraverso il quale si sviluppano e organizzano la ricerca e l’innovazione
educativa.
Vari livelli del percorso
1. Il curricolo
1. Ogni scuola predispone il curricolo all’interno del Piano dell’offerta formativa (successivamente
PTOF) con riferimento al Pro lo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione, ai
fl fi fi
traguardi per lo sviluppo delle competenze, agli obiettivi di apprendimento speci ci per ogni
disciplina.
2. A partire dal curricolo di istituto, i docenti individuano le esperienze di apprendimento più ef caci,
le scelte didattiche più signi cative, le strategie più idonee, con attenzione all’integrazione fra le
discipline e alla loro possibile aggregazione in aree, così come indicato dal Regolamento
dell’autonomia scolastica (D.P.R. 275/1999), che af da questo compito alle istituzioni scolastiche.
2. Il modulo
Il modulo rappresenta un insieme autoconsistente di lezioni, autonomo e organico su una speci ca
tematica. Un modulo può durare da una settimana a qualche mese e, spesso, nella scuola viene
associato alla dimensione dell’Unità di Apprendimento.
Sezione del percorso ad alta omogeneità interna rispetto ai contenuti, attività, conoscenze
(obiettivi, logica interna) (Domenici, 1998).
Il modulo come spazio-tempo in cui lo studente sperimenta, riattraversa il proprio processo di
conoscenza (Clerc, 1992).
Vari livelli del percorso
3. Sessione/Lezione/Episodio
Le lezioni sono autoconsistenti, si articolano intorno a un problema e presentano
più dimensioni: disciplinare, inter e intra-personale (Fishman & Dede).
Possono essere anhce Episodi di Apprendimento Situato (EAS), compiti autentici e attività basate
più che su argomenti disciplinari su situazioni speci che e s danti.
Alcune volte, inoltre, più discipline sono coinvolte nella singola attività.
Pertanto l’ideazione di una lezione segue una logica locale, in quanto strutturata a partire da un
problema legato al contesto, e costruisce una rete situata tra più tematiche disciplinari e più
dimensioni; proprio per questo motivo un percorso costituito da episodi isolati e non interconnessi
non avrebbe senso.
Vari livelli del percorso
3. Sessione/Lezione/Episodio
La formazione ha obiettivi speci ci e locali e, contemporaneamente, nalità di ampio respiro che
danno senso al percorso educativo e ai singoli episodi.
Ad esempio:
● apprendere la scrittura ha senso nell’ottica della comunicazione e della ricerca
del sé.
● sapere il nome dei sette re di Roma acquista signi cato in un quadro
complessivo di formazione di un cittadino responsabile e critico, che trova nello studio delle sue
radici culturali elementi per il suo percorso identitario.
4 . Dispositivo
È uno spazio-tempo intenzionalmente predisposto per supportare un cambiamento soggettivo e
dipende dalle prospettive con cui si guarda un problema.
Al suo interno trovano spazio strumenti e attività che danno vita a una partecipazione interpretata
soggettivamente.
L’essenza del dispositivo è nella gestione della mediazione fra un prospettato dal progettista e un
realizzato dal soggetto che lo interpreta.
Due logiche per progettare Occorre dunque progettare con una doppia logica:
● bottom-up, con cui si costruisce la singola lezione attorno a un problema. Permette di ideare una
struttura sostenibile che connette le attività che la compongono ad una dimensione locale;
fi fi fi
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● top-down, che permette di inserire la singola lezione in un framework complesso e organico.
Fornisce quello sguardo più ampio grazie al quale la singola lezione è collocata in un orizzonte di
senso che assegna signi cato a ciascun frammento.
Questo doppio sguardo dell’azione didattica presenta macro e micro progettazione come processi
sincronici e non più diacronici.
Due logiche per progettare
La logica bottom-up prende in carico il problema intorno a cui si costruisce la sessione di lavoro, la
scelta dei mediatori, delle tipologie di apprendimento e delle singole attività.
La logica top-down, individua, invece, alcuni nodi che si ritrovano nelle singole attività e che
vengono sviluppati longitudinalmente durante il percorso.
Le logiche macro e micro si rei cano nella progettazione di ogni azione didattica. Nella pratica,
all’inizio dell’anno scolastico ogni docente individua alcuni parametri che de niranno i con ni
all’interno dei quali egli costruirà il proprio percorso: ciò rappresenta lo schizzo dell’opera da
comporre, opera che prenderà forma in itinere: tale schizzo non avrà, però, un ruolo prescrittivo
per la micro-progettazione ma de nirà solo una cornice all’interno della quale realizzare il proprio
quadro.
Due logiche per progettare
Quali possono essere i nodi che danno continuità longitudinale al percorso?
Alcuni sono più connessi alle epistemologie disciplinari, altri più trasversali.
Sono connessi a conoscenze, procedure e competenze e ai nuclei fondanti delle discipline, ovvero
quei concetti che sono strutturanti per le discipline e che ritornano ricorsivamente nello sviluppo
disciplinare dall’infanzia alla ricerca post-universitaria. Ad es.: in matematica i concetti di numero e
di relazione, in italiano il concetto di testo, in storia il concetto di tempo.
Le IN si muovono in tale ottica, fornendo per i vari cicli e per i diversi blocchi di annualità i traguardi
di competenza e gli obiettivi di apprendimento. È possibile pertanto fare riferimento alle IN nella
progettazione didattica per orientarsi nella scelta dei nodi.
Due logiche per progettare
Dalla scuola del programma (seconda metà dello scorso secolo):
● Curricolo costruito con una logica top-down (struttura fortemente disciplinare e g