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N
0 cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.
Commutativa:
nella somma di tre o più addendi non ha importanza l’ordine con il quale si eseguono
Associativa:
le addizioni. denotato con 0; per ogni elemento a dell’insieme si ha sempre: a
Esistenza dell’elemento neutro:
+ 0 = a.
Il Fibonacci, nel suo espone le 4 regole per eseguire le 4 operazioni fondamentali
Liber Abaci,
dell’aritmetica.
Sottrazione
La sottrazione tra due numeri a e b appartenenti all’insieme , è definita come operazione inversa
N
0
dell’addizione; vale a dire, “il risultato è rappresentato da quel numero c che, sommato a b, eguaglia a”.
Il termine a è detto il termine b mentre il risultato c dell’operazione è la
minuendo, sottraendo, differenza.
La sottrazione non è, nell’insieme dei numeri denotati con , un’operazione interna. Infatti , non è certo
N
0
che, dati due numeri qualsiasi appartenenti ad , la loro differenza sia ancora un numero dell’insieme: ciò
N
0
accade quando il sottraendo risulta essere maggiore del minuendo, se accade ciò questi numeri, detti
si indicano con il simbolo che è l’iniziale della parola tedesca
numeri interi relativi, Z Zahl (Zahlen,
plurale) che vuol dire numero (numeri).
Per la sottrazione in valgono le seguenti proprietà:
N
0 0, preso un qualsiasi elemento dell’insieme, si ha sempre che: a – 0
Esistenza dell’elemento neutro:
= a. la differenza c tra a e b non cambia se si aggiunge o si toglie (in questo caso, solo
Invariantiva:
quando è ammesso) uno stesso numero d rispettivamente a minuendo e sottraendo.
Moltiplicazione
La moltiplicazione di due numeri a e b di è definita come la somma di b addendi tutti uguali ad a. I
N
0
termini a e b sono detti (il primo si chiama il secondo mentre il
fattori moltiplicando, moltiplicatore),
risultato c dell’operazione è il Tale operazione, definita sull’insieme , risulta interna all’insieme
prodotto. N
0
stesso vale a dire che comunque presi due numeri naturali il loro prodotto è ancora un numero naturale.
Per la moltiplicazione valgono le seguenti proprietà:
cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia.
Commutativa:
nel moltiplicare tre o più fattori non ha importanza l’ordine con il quale si eseguono le
Associativa:
moltiplicazioni. moltiplicare un numero per una somma
Distributiva della moltiplicazione rispetto all’addizione:
equivale a moltiplicarlo per ciascun addendo e ad addizionare i prodotti così ottenuti. La stessa
proprietà vale anche nel caso della sottrazione.
denotato con 1; per ogni elemento a dell’insieme, si ha sempre
Esistenza dell’elemento neutro:
che: a 1 = a.
il prodotto di più fattori è uguale a zero se almeno uno di
Legge di annullamento del prodotto:
essi è zero e viceversa: a b 0 c = 0.
Nel 1614, Nepero costruì un metodo, basato su “bastoncini” o “regoli”, che serviva per effettuare in modo
elementare moltiplicazioni e divisioni. Materialmente, il dispositivo era costituito da una serie di regoli
rettangoli, allungati come bacchette ognuno dei quali era contrassegnato da un numero compreso tra 0 e 9
scritto in cima e dai suoi multipli distribuiti in caselle dalla forma quadrata disposte lungo tutta la lunghezza
del “bastoncino”. Vi era poi un altro “bastoncino”, chiamato “guida”, numerato da 0 a 9 che, posto accanto
agli altri, indicava il numero della riga orizzontale su cui si operava. La scelta delle caselle quadrate rendeva
possibile affiancare facilmente un “bastoncino” all’altro. Ciascuna delle nove caselle disegnate sui
“bastoncini” era divisa, mediante la sua diagonale, in due triangoli uguali; mediante i bastoncini era
possibile eseguire moltiplicazioni con fattori di un numero qualsiasi di cifre. Ad un principio analogo a
quello dei “bastoncini di Nepero” si ispira l’algoritmo per il calcolo del prodotto, che lo avevano
denominato gli arabi “a caselle” o a “reticolo”. In Italia tale metodo era detto “a gelosia”. Rafael Bombelli,
nell’opera edita per la prima volta nel 1572, che rappresenta la delle conoscenze
L’Algebra, summa
algebriche disponibili fino alla seconda meta del 1500, usava il termine “via” per indicare il segno di
moltiplicazione equivalente all’attuale “per”. Ad esempio: se si moltiplicherà 4 via 9 il prodotto sarà 36.
Divisione
La divisione fra due numeri a e b, di , (con b diverso da 0), è definita come operazione inversa della
N
0
moltiplicazione; vale a dire il risultato è rappresentato da quel numero q, che moltiplicato per b uguagli a. il
termine a è detto il termine b il risultato q dell’operazione è il La
dividendo, divisore, quoziente.
“divisibilità” di a per b, non sempre è assicurata; nel caso in cui non sia verificata, si può eseguire la
“divisione con resto” di a per b, ossia, cercare due numeri naturali q ed r tali che accada: a = b q + r dove
con r è indicato il che soddisfa la relazione 0 r b. Talvolta si utilizza la parola per indicare il
resto, quoto
risultato della divisione nel caso in cui il resto è nullo, mentre si utilizza la parola per indicare il
quoziente
risultato della divisione nel caso in cui il resto non è nullo. L’operazione di divisione tra due numeri interi
non è interna all’insieme e nemmeno all’insieme ma porta a considerare un nuovo insieme, fatto di
N Z,
0
quozienti, denotato con Q.
Per provare la validità della relazione: 0 r b, si procede distinguendo due possibili casi:
Se a è multiplo di b, allora dalla divisione di a per b si ottiene: a = q b e r = 0, con q numero intero
positivo, quindi la relazione è soddisfatta;
Se a è compreso tra due multipli successivi di b, cioè: b q < a < b (q + 1) = b q + b, applicando
alla precedente la proprietà invariantiva si ottiene: 0 < a – b q = r < b e la relazione risulta
soddisfatta.
Il procedimento adoperato da Euclide negli Elementi, aveva come scopo il calcolo del massimo comune
divisore tra due interi positivi:
Se a < b, allora q = 0 ed r = a;
Se a b, allora si sottrae b da a tante volte quant’è necessario perché il resto diventi più piccolo di b.
il quoziente q si ottiene costando quante volte b è stato sottratto da a.
Per la divisione valgono le seguenti proprietà:
moltiplicando o dividendo i due termini di una divisione per uno stesso numero,
Invariantiva:
diverso da zero, il quoziente non cambia e il e il resto risulta moltiplicato per quello stesso numero;
dividere una somma per un numero
Proprietà distributiva della divisione rispetto all’addizione:
c è equivalente a dividere ciascun addendo per c e addizionare i quozienti ottenuti. La stessa
proprietà vale anche nel caso della sottrazione.
Prendiamo ora in considerazione la cosiddetta “prova del nove” storicamente utilizzata per controllare
l’esattezza della moltiplicazione eseguita tra due numeri naturali. Essa è applicabile a tutte e quattro le
operazioni fondamentali dell’aritmetica. Se dà esito negativo, vuol dire che nell’eseguire i calcoli sono stati
fatti degli errori e dunque occorre ripetere l’operazione corrispondente. La “prova” si effettua con i seguenti
passaggi tramite uno schema a croce:
Si sottraggono dal moltiplicando tutti i possibili 9; si ottiene quale differenza finale il “resto” n (1^
casella a sinistra in alto).
Si sottraggono dal moltiplicatore, tutti i possibili 9, si ottiene quale differenza finale il “resto” n (2^
casella a destra in alto).
Si moltiplicano i due “resti” e cioè il 3 e il 2, e dal risultato si sottraggono tutti i 9 possibili, si ottiene
il “resto” n (3^ casella a sinistra in basso).
Si sottraggono dal prodotto della moltiplicazione, tutti i possibili 9, si ottiene quale differenza finale
il “resto” n (4^ casella a destra in basso).
La “prova del nove” fornisce in matematica una condizione necessaria ma non sufficiente. Alla base della
“prova del nove” vi è l’operazione di In generale dati due numeri a e b si dice che essi cono
congruenza.
congrui modulo m se sottraendo da a e da b tutti gli m possibili si ottiene la stessa differenza finale
(“resto”).
Capitolo 5: I numeri primi
Un numero intero positivo o “naturale” n, eccettuato il numero 1, che abbia come divisori solo 1 e se stesso,
è detto Euclide nella definizione 11 del Libro VII degli Elementi afferma: numero primo è
numero primo.
quello che è misurato soltanto dall’unità. Per i numeri primi vale il Teorema fondamentale dell’aritmetica:
ogni numero intero maggiore di 1 è scomponibile in un unico modo come un prodotto di numeri primi. Un
numero intero (diverso da 1) che non sia primo si dice Nella proposizione 20 del Libro
numero composto.
IX degli Elementi, Euclide dimostra che la successione dei numeri interi primi è illimitata: esistono numeri
primi in numero maggiore di quanti numeri primi si voglia proporre. Per dimostrare questa proposizione
Euclide suppone che siano dati tre numeri primi qualsiasi a, b, c; egli fa vedere che esiste almeno un quarto
numero primo diverso da ciascuno di questi tre. A tale scopo, conducendo la dimostrazione con moderno
simbolismo, si moltiplicano tra loro i tre numeri dati e si aggiunge una unità, ottenendo così il numero: d =
abc + 1 maggiore di ciascuno dei tre. Se d è primo, esso allora è un altro numero primo “esistente” nella
visione euclidea, e perciò va ad aggiungersi ai tre dati a, b, c.
Se d non è primo, esso ammette almeno un divisore primo, diverso da 1 (proposizione 31 del Libro VII degli
Elementi) che si vuole indicare con h. Il numero h è diverso da a, b, c, perciò esso costituisce il un quarto
numero primo. La dimostrazione dell’illimitatezza della successione dei numeri primi è collegata a una
pratica molto semplice per costruire una successione di infiniti primi, progressivamente sempre più grandi.
Tali numeri si ottengono aumentando, di volta in volta, di un’unità i prodotti dei numeri primi, consecutivi, a
partire da 2. Con questo procedimento però non si ottengono tutti i numeri primi