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6. SONO FONTI DELLA MEMORIA:
il racconto.
Contini e Martini (1993) evidenziano che il racconto del testimone rappresenta una
interpretazione del suo passato e di lui stesso del passato ma lui adesso è diventato un altro.
Si deve comunque distinguere una fonte orale dai resoconti personali (diari, lettere), anche se
la fonte orale è modificata dalle consapevolezze nuove che danno forme diverse al racconto.
1.4 La memoria
MEMORIA È LA CAPACITÀ DI IMMAGANIZZARE INFORMAZIONI ALLE QUALI ATTINGERE
QUANDO NECESSSARIO. (Papagno, 2008) È una facoltà delle mente di cui tutti siamo dotati.
La memoria fornisce una documentazione privilegiata alla ricerca ed è uno degli oggetti principali,
poiché l’attenzione dei ricercatori tende a concentrarsi sui modi in cui gli intervistati ricordano il
passato e lo ricostruiscono nel contesto della narrazione autobiografica.
TIPOLOGIE DI MEMORIA:
• A breve termine
• A lungo termine
• Episodica: per ricordare eventi
• Semantica: per regolare l’apprendimento di conoscenze
• Retrospettiva: quando si ricordano le vicende del passato
• Prospettica: quando ci si deve ricordare di qualcosa di futuro
• Autobiografica: capacità di rievocare le vicende della propria vita
La capacità di apprendere e ricordare è una caratteristica vitale della specie umana, necessaria per
svolgere le attività più elementari della vita quotidiana. Alan Baddeley (1984) afferma che senza
memoria saremo incapaci di vedere, di udire o di pensare.
Non è un semplice richiamo o ripescaggio, è un processo attivo che consiste nel richiamare alla
mente frammenti di esperienze, nel riordinarli, re-interpretarli, combinarli tra loro, intessendoli in una
trama narrativa. La memoria opera una continua selezione del materiale da conservare e quello da
gettare nell’oblio.
MEMORIA INDIVIDUALE Ha comunque una misura intrinsecamente sociale. La memoria del
singolo risulta dagli studi di Frederic Bartlett (1974) essere fortemente in relazione e influenzata dagli
altri soggetti con cui entra in relazione.
l’insieme delle rappresentazioni del passato prodotte, conservate
MEMORIA COLLETTIVA Indica un’importante
e trasmesse dai membri di un gruppo sociale attraverso la loro interazione. Svolge
funzione di coesione e integrazione dei gruppi sociali.
MEMORIA PUBBLICA Rappresentazioni del passato che si costruiscono e si confrontano nella
sfera pubblica.
1.5 Memoria e storia
MEMORIA e STORIA sono due forme di elaborazione del passato diverse tra loro. Entrambe si
oppongono alla cancellazione del passato ma presentano sostanziali differenze:
La STORIA La MEMORIA
- è una forma di conoscenza mediata - è basata sui racconti di esperienze
attraverso le fonti dirette
ratifica l’irreparabile separazione tra
- - tende a unire presente e passato
presente e passato
- integra le prospettive degli autori - è selettiva e soggettiva
- deve essere molto precisa e rispettare - non ha bisogno di essere comparata
dei criteri precisi. e verificata
L’intreccio tra STORIA e MEMORIA nella fase contemporanea è più forte perché maggiori sono i
testimoni ancora in vita.
La memoria può esser fonte per la storia e diventa una degli oggetti privilegiati della ricerca storica.
Negli ultimi decenni il RUOLO attribuito alla MEMORIA è profondamente cambiato. Da un lato si è
assistito ad una svalutazione della tradizione ed una perdita di interesse per la memoria. Pierre Nora
afferma che si parla tanto di memoria perché non ve n’è più.
è maturata un’attenzione specifica per le dinamiche del ricordo individuale e della memoria
Dall’altro
collettiva.
I temi della memoria hanno invaso lo spazio pubblico facendo fiorire un vero e proprio CULTO della
MEMORIA, che si è trasformato in una sorta di ABUSO, nel caso della shoah ad esempio, che si è
trasformata in un’ossessione commemorativa.
tra diverse discipline
1.6 All’incrocio
La STORIA ORALE viene definita dal presidente dell’AISO come una metodologia, una pratica che
accumuna figure diverse.
La storia orale ha un carattere interdisciplinare. La crescente interdisciplinarità è un tratto
caratterizzante lo sviluppo delle scienze in età contemporanea.
Il campo di applicazione è vasto e coloro che la praticano utilizzano strumenti teorici, metodologie e
tecniche da un’ampia gamma di settori disciplinari come le scienze umane e sociali.
Il ruolo dell’oralità è molto importante in particolare in ANTROPOLOGIA che
Nelle scienze umane
la utilizza come elemento fondamentale per la ricerca sul campo.
Nelle scienze sociali La comunicazione orale è il fulcro di una serie di METODI di ricerca
QUALITATIVI come:
- registrazione di conversazioni
- focus group
- interviste aperte
che mirano a comprendere il significato che gli attori attribuiscono ad un determinato evento.
La comunicazione orale ha inoltre grande rilievo nella LINGUISTICA, la scienza che studia la
e l’uso del linguaggio umano.
struttura
CAPITOLO 2
2.1 I precursori
All’ insieme all’osservazione diretta erano le prime
origine della storiografia le testimonianze orali,
fonti impiegate dagli storici. Le fonti orali in senso stretto iniziarono ad essere utilizzate solo da
quando si rendono disponibili strumenti in grado di registrare e riprodurre la voce umana
consentendo di fissare su un supporto magnetico o digitale le interviste.
Gli storici dell’antica Grecia costituiscono la gran parte delle loro narrazioni sulla base di ciò che
avevamo visto o sentito in prima persona o in quanto era stato loro raccontato. Tucidide è ritenuto
il fondatore della storiografia critica (anticipò il concetto si soggettività delle fonti, da trattare in modo
critico).
Se esistono alcuni punti di contatto tra la storiografia scientifica 800esca e la storiografia greca
antica, al tempo stesso diversi aspetti impongono di distinguerle nettamente.
In primo luogo gli stoici antichi indagavano e raccontavano eventi del passato prossimo o
sull’osservazione
addirittura a loro contemporanei. La storiografia antica si basava principalmente
diretta e le testimonianze orali riservando alle fonti scritte un ruolo secondario.
La storiografia scientifica ottocentesca vedeva lo storico come osservatore distaccato e oggettivo
dei fatti del passato, inoltre la ricostruzione faceva affidamento per lo più a testi scritti.
Le testimonianze orali e la tradizione erano ritenute non attendibili in quanto la memoria appariva
e alterazioni. Al di là dell’assoluta centralità attribuita ai documenti scritti non
soggetta a revisioni
bisogna pensare che le fonti orali fossero state escluse dallo strumentario degli storici.
2.2 Le origini
Le origini della Storia orale, modernamente intesa, risalgono al 2° dopoguerra.
I primi praticanti della storiografia orale erano per lo più non storici di professione e molte volte anche
studiosi di altre discipline operanti in ambito universitario.
La storia orale si è caratterizzata come pratica di ricerca extra-accademica.
NEGLI STATI UNITI
La storia orale nacque negli USA, sotto forma di progetti archivistici finalizzati ad integrare la
documentazione scritta relativa a personalità del mondo politico e degli affari del recente passato.
“Columbia
ALLAN NEVINS FONDÒ presso la University di New York” il PRIMO CENTRO DI
STORIA ORALE del mondo. Nevins iniziò a registrare i colloqui per mezzo del magnetofono.
Commercializzato negli anni 40 il magnetofono rese possibile registrare le interviste in modo
relativamente agevole.
Le interviste erano sistematicamente trascritte e i testi inviati agli intervistati per eventuali modifiche,
dopo di che venivano catalogati. Negli USA le origini della Oral History sono legate a progetti
archivistici. A partire dagli anni 60 il metodo della storia orale venne adottata da un numero crescente
di ricercatori che puntavano a ricostruire il vissuto delle persone comuni.
IN EUROPA
In Europa invece la storia orale nacque come storia dal basso, ossia come pratica di ricerca orientata
a ricostruire la vita, le attività e la cultura delle persone comuni che non avevano modo di lasciare la
L’approccio
loro traccia nei documenti storici tradizionali. sociale prevalse infatti su quello
archivistico.
IN GRAN BRETAGNA Qui si ebbe lo sviluppo più precoce e più intenso negli anni 50. Qui la storia
orale aveva un carattere extra accademico.
IN FRANCIA E GERMANIA lo sviluppo della nuova metodologia fu più tardivo.
IN ITALIA Si sviluppò nel 2° dopoguerra attraverso alcuni ricercatori che raccolsero testimonianze
orali per analizzare le culture popolari.
2.3 La crescita
Gli anni 70 e i primi anni 80 videro sviluppi straordinari nel piano della storia orale a tal punto da
essere considerati la fase più importante della sua evoluzione.
Si registrò un aumento quantitativo delle ricerche e della produzione editoriale, si ebbe inoltre un
progresso qualitativo degli studi. Questo era determinato dal CLIMA POLITICO del SESSANTOTTO
che aveva portarono in primo piano i gruppi sociali oppressi e o marginali.
paese all’avanguardia
Il in EUROPA rimase la Gran Bretagna. Qui si prevedeva un approccio alla
ricerca di ispirazione democratica, militare e alternativa.
In Italia i ricercatori (perlopiù non storici di professione) si occuparono di raccontare la guerra civile
e la resistenza utilizzando METODI ARTIGIANALI. Negli anni 70 si registrarono anche le prime
Il polo principale fu l’università
significative aperture alla storia orale tra gli studiosi accademici. di
Torino.
L’uso delle fonti orali stava prendendo piede anche in paesi come la Germania e la Francia.
A partire dagli anni 70 la storia orale, nata in Usa e poi in Europa, si andò a diffondere anche in
America Latina e in Australia che successivamente acquisiranno una posizione di rilievo.
2.4 La svolta
Alla crescita quantitativa e alla progressiva diffusione della Storia orale si accompagnò un
cambiamento qualitativo.
La SCUOLA ITALIANA grazie ai contributi di GRIBAUDI, PASSERINI e PORTELLI si poneva
all’avanguardia nel panorama internazionale.
metteva in rilievo l’importanza di sviluppare un approccio più sofisticato alle
Maurizio Gribaudi
testimonianze orali, non limitandosi solo al contenuto ma prestando attenzione anche alla struttura
e ai suoi aspetti formali.
invece proponeva di incentrare l’analisi sulla soggettività,
Passerini portando in primo piano la
psicologia e la cultura degli individui e dei gruppi sociali: la loro mentalità, le visioni del mondo, le
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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