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PERCHE' LE IMPRESE NON COLLUDONO PIU' SPESSO?

Sono diversi i motivi per i quali non si verificano più spesso collusioni fra le imprese:

  • La politica antitrust è un vincolo effettivo ai comportamenti delle imprese, gli accordi di cartello sono illegali come anche gli accordi collusivi taciti spesso sono controllati da parte dell'autorità antitrust.
  • Elevato turn over delle imprese, se un'impresa si aspetta di uscire dal mercato con una elevata probabilità, gli incentivi a deviare da un accordo collusivo saranno alti perché ha poco da perdere deviando dall'accordo collusivo nel periodo corrente.
  • Elevata numerosità delle imprese nel settore. La guerra dei prezzi o la punizione per chi non rispetta gli accordi collusivi non sono credibili.
  • Non sempre i prezzi sono osservati con precisione: vi possono essere casi di riduzioni segrete di prezzo che naturalmente rendono più difficili gli accordi collusivi.
da sostenere.Struttura del mercato (asimmetria tra le imprese) : alcune imprese possono essere già leader nel mercato, perciò non hanno alcun interesse a colludere. π δ δ è Sè (π m) > (½ * m* (1/1- dove indicante il fattore di sconto (misura quantovale oggi un euro disponibile tra un periodo). In questo caso le imprese non hanno alcunincentivo a colludere. Un impresa che si trova in una situazione difficile avrà un fattore disconto più basso di un impresa più solida, per cui la prima penserà che la probabilità diuscire dal mercato sia più alta. È tanto più probabile che in equilibrio si osservi collusione di prezzo quanto maggiore lafrequenza con cui le imprese interagiscono e quanto maggiori sono la probabilità dicontinuazione e il tasso di crescita del mercato.LA COLLUSIONE FRA IMPRESE RIVALIAccordi per fissare il prezzo e l'output con l'obiettivodi eliminare la concorrenza e far salire i prezzi sopra i livelli concorrenziali sono illegali. Non tutti gli accordi che hanno come risultato la fissazione dei prezzi sono illegali, se l'accordo è subordinato al raggiungimento di un altro obiettivo che favorisce la concorrenza approccio discrezionale nell'valutazione. Gli scambi di informazioni tra i concorrenti, spesso tramite organizzazioni di categoria, sono legittimi a condizione che non vi sia collusione. L'azione giudiziaria deve dimostrare l'esistenza di un cartello. Le leggi antitrust tentano di impedire la creazione di ulteriore potere di mercato raggiunta tramite la fusione di imprese rivali. E' importante valutare gli effetti in seguito alla fusione. Fusioni tra imprese rivali: vietate le fusioni anticoncorrenziali, sia vantaggiose che svantaggiose per il mercato. Nel 1968, 84 e 92 furono emanate negli USA direttive precise riguardo l'ammissibilità delle fusioni. L'incremento di efficienza.può giustificare una fusione che determina maggiore concentrazione solo se porta a una diminuzione dei prezzi. Occorre considerare la rilevanza concorrenziale futura delle imprese che si fondono. Fusioni tra concorrenti potenziali: difficile stabilire quali imprese sono concorrenti potenziali. La dottrina della concorrenza potenziale si fonda su valutazioni soggettive dei concorrenti e non su fattori facilmente verificabili. LE GUERRE DI PREZZO: sono determinate da: 1) riduzioni segrete dei prezzi; 2) fluttuazioni della domanda; 3) shock asimmetrici. Riduzioni segrete dei prezzi: fluttuazioni non osservabili della domanda. Per tale ragione, anche se le imprese possono accordarsi su un certo livello di prezzo, difficile controllare il rispetto degli accordi collusivi, perciò la tentazione di ridurre segretamente il prezzo è particolarmente forte. Ciò che trattiene le imprese dal deviare da un accordo è "collusivo".

minaccia di un ritorno all'equilibrio Ma sé le deviazioni èdell'equilibrio non possono essere osservate direttamente, allora l'effetto di deterrenzafortemente ridotto. Solitamente le fasi di collusione si alternano a fasi di guerra di prezzo.Anche sé si verificano guerre di prezzo, in equilibrio però le imprese non devianodall'accordo collusivo.Quindi : le guerre di prezzo sono un male necessario per sostenere l'euilibrio dicollusione. Sé le imprese non iniziassero mai guerre di prezzo, l'incentivo a deviaresarebbe troppo forte perché l'equilibrio collusivo possa essere sostenibile. In tale modello :le imprese iniziano una guerra di prezzo dopo periodi di domanda inaspettatamentebassa. Sé la riduzioni di prezzo sono difficili da osservare, allora possono esserenecessarie guerre di prezzo temporanee per disciplinare un accordo collusivo.

FLUTTUAZIONI DELLA DOMANDA- : la domanda fluttua nel tempo,

In ciascun periodo la domanda complessiva di mercato osservabile da tutte le imprese. Sè le imprese colludono, come varrà il prezzo al variare della domanda?

N.B = l’equilibrio collusivo dato nel caso in cui nessuna impresa ha incentivo a ridurre il prezzo al di sotto di quello del rivale. La differenza tra profitti di collusione futuri e profitti futuri in caso di guerra di prezzo dev’essere sufficientemente grande da far si che un impresa non abbia incentivi a deviare. Sé partiamo dal presupposto che i vantaggi che si possono ottenere deviando dall’accordo collusivo sono maggiori quando la domanda più è grande, di fatto ciascuna impresa avrà maggior desiderio a deviare quando la domanda più alta. Pertanto per raggiungere un equilibrio può essere necessario ridurre il prezzo durante periodi di domanda elevata ( infatti sé il prezzo basso, i vantaggi ottenibili è attraverso la

deviazione sono corrispondentemente bassi ). In tale modello : l'equilibrio è dato con il prezzo basso nei periodi in cui la domanda alta e guerre di prezzo durante le fasi espansive del ciclo economico.

1° modello -> Shock di domanda non osservabili;

2° modello -> shock di domanda osservabili.

SHOCK ASIMMETRICI : i 2 modelli precedenti mostrano che le guerre di prezzo sono un fenomeno d'equilibrio, necessarie per sostenere la collusione nel lungo periodo. Bisogna tener conto tuttavia dell'asimmetria fra le imprese : supponendo che il fattore di sconto per ciascuna impresa sia inizialmente pari a ( misura quanto vale oggi 1 euro disponibile fra un certo periodo). Se le riduzioni di prezzo sono difficili da osservare, allora possono essere necessarie guerre di prezzo temporanee per disciplinare un accordo collusivo. Tuttavia, con una certa probabilità, se il di un impresa può assumere un valore più basso.

intendono quindi contrastare le guerre di prezzo e promuovere la concorrenza sana e leale tra le imprese. Per fare ciò, vengono adottate diverse misure, come ad esempio l'applicazione di sanzioni alle imprese che si impegnano in pratiche anticoncorrenziali, l'adozione di regole per la trasparenza dei prezzi e delle condizioni contrattuali, e la promozione di politiche di tutela dei consumatori. Inoltre, le autorità antitrust svolgono un ruolo importante nel monitorare e regolare le fusioni e le acquisizioni tra le imprese, al fine di evitare la formazione di posizioni dominanti sul mercato che potrebbero danneggiare la concorrenza. In conclusione, la politica antitrust ha come obiettivo principale quello di garantire un mercato competitivo e tutelare i consumatori, contrastando le pratiche anticoncorrenziali e promuovendo la concorrenza leale tra le imprese.perciò sono indirizzate alla tutela del benessere dei consumatori a discapito delle imprese che non rispettino le regole del mercato. Le intese sui prezzi sono vietate in molti paesi europei, dove la materia è disciplinata dal Trattato di Roma che riporta: sono vietate le intese fra imprese che abbiano per oggetto di impedire, restringere o falsare in modo eccessivo il gioco della concorrenza all'interno del mercato nazionale; a) fissare direttamente o indirettamente i prezzi di acquisto o di vendita; b) limitare o impedire la produzione, gli sbocchi o gli accessi al mercato, gli investimenti, lo sviluppo tecnico; c) la ripartizione dei mercati o delle fonti di approvvigionamento. Il primo paese a dotarsi di una legislazione antitrust furono gli Stati Uniti attraverso lo Sherman Act. INTERAZIONE E STABILITÀ DEGLI ACCORDI COLLUSIVI: Consideriamo un duopolio omogeneo, dove CM costante (senza vincoli di capacità). Le imprese fissano il prezzo P una volta.

per tutte, allora ci troveremmo in ipotesi del modello di Bertrand. Ma se le imprese modificassero i prezzi nel tempo, dove il tempo è diviso in una serie di periodi T = 1, 2...n? I possibili equilibri che si hanno sono:

  1. Nash-Bertrand -> il prezzo P di entrambe le imprese uguale a CM in ciascun periodo;
  2. strategia del grilletto -> nel primo periodo entrambe le imprese fissano P = Pm e si dividono a metà i profitti di monopolio 1/2 m. In ciascuno dei periodi successivi, le imprese osservano la storia dei prezzi passati prima di fissare il P corrente: l'impresa 1 fissa P = Pm fino a quando l'impresa 2 fissa P = Pm; nel momento in cui l'impresa 1 osserva che il suo rivale sceglie un prezzo P diverso, punisce questa deviazione ritornando a fissare P = CM.

Per determinare se queste strategie costituiscono un equilibrio, dobbiamo accertarci che non ci siano incentivi a deviare, ovvero che il valore dei profitti di collusione.

scostanti in un certo orizzonte temporale sia maggiore di quello di deviazione. Sé entrambe le imprese si attengon alla strategia di equilibrio, i profitti attesi scostanti dell’impresa 1 sono πm δ1/2 πm δ^2 ½ πm ½ dati da : = 1/2 + + +…. sempilificando otteniamo V =(πm)*(1/1- δ) che va ad indicare il profitto scontato della collusione. πm)*(1/1- δ) πm δ Sé (1/2 > (dove = misura quanto vale oggi 1 euro disponibile fra unè certo periodo). Sé questa condizione verificata , le imprese non hanno incentivo a δ ½ deviare, cioè sé > le imprese continuano a colludere. COME SI MISURANO POTERE DI MERCATO E CONCENTRAZIONE Il potere di mercato si misura attraverso (P-MC/P) che sta ad indicare il margine di ∑ – profitto unitario. Il potere di mercato, attraverso l’indice di Lerner : L = P Mc/P , nelca
Dettagli
A.A. 2012-2013
60 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucettamarino85 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e organizzazione industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Oliviero Antonio.