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Palazzo Porto, la struttura si adatta al lotto stretto e lungo. Applica la simmetria con una
• semplicità e purezza delle linee (usa ordine dorico e poche decorazioni).
Palazzo della Regione (Basilica Palladiana), a Vicenza, usa il marmo ma non vicentino. Il
• progetto prevedeva che il palazzo venisse inglobato dal nuovo porticato cercando di
portare Venezia a Vicenza. Quindi riprende Alberti, inserendo una copertura con padiglione
voltato e una muratura formata da due materiali che creano dei rombi. Il loggiato presenta
un ordine minore (arco su colonne binate che formano il sistema a serliana) e uno
maggiore. Nel primo livello usa l’ordine dorico e nel secondo lo ionico.
Palazzo Chiericati, Vicenza, si trova fuori dal centro storico, è un edificio aperto su tutti e
• quattro i lati. Il cantiere avrà una lunga durata a causa delle problematiche economiche. La
struttura non è grandissima, ma risulta più allungata da un lato. La parte inferiore è aperta
con colonnato che porta a due atri. Nella parte superiore si formano ai due lati dell’edificio
due logge.
Palazzo Barbarano, la suddivisione interna del palazzo viene risolta in facciata con un
• ordine gigante che fa nascondere la suddivisione interna dei due livelli. In facciata sono
presenti paraste. La corte interna è molto stretta. Il progetto è incompiuto, non è stato
realizzato del tutto. L’ultimo livello dell’edificio (sottotetto) è usato come piano di servizio.
Palazzo Valmarana, Palladio usa l’ordine ionico al primo livello e corinzio quello superiore.
• Qui vediamo un importante passaggio di decorazioni usate dall’architetto, che inizierà ad
utilizzare il corinzio solo verso la fine della propria carriera (fase matura).
Loggia del Capitaniato, si trova difronte alla basilica palladiana. Il comune di Vicenza diede
• l’incarico a Palladio per realizzare questa loggia (usata per la nuova sede del potere
distaccato di Venezia). Ormai in questi progetti notiamo l’abbandono dell’uso del marmo,
sostituito dalla semplice muratura e con decorazioni realizzate in stucco. Vediamo l’uso
dell’ordine gigante con decorazione corinzia. Particolare la pienezza dell’architettura a
livello decorativa, lontana dalle sue idee e progetti iniziali del primo periodo.
Villa Trissino a Cricoli (Vicenza), la struttura presenta piccole dimensioni, con una parte
• centrale e 2 laterali a chiusura a torre. Il loggiato poggia su tre archi.
Villa Godi a Lonedo (Vicenza), presenza di spazi adattati ad uso agricolo. I diversi spazi si
• trovano staccati rispetto al corpo centrale ma sono collegati attraverso due maniche basse.
Villa Pojana a Pojana Maggiore, la facciata è un riferimento al tempio classico. Sono
• presenti le serliane. Ci sono 3 cortili comunicanti, quello centrale per la villa e i 2 lateriali
più grandi per uso agricolo. Tratta in modo diverso i due prospetti, uno risulta più aulico
Villa Chiericati a Vancimuglio, l’ingresso è rialzato e attraverso una scalinata si accede ad
• una pronao tetra clastico. A livello planimetrico la villa ha una estensione contenuta.
Importante era la progettazione di un importante asse che collegasse l’ingresso della villa
alla villa stessa, creando un effetto prospettico.
Villa Cornaro a Piombino Dese, il pronao presenta un doppio livello che termina che con un
• timpano triangolare. Il pronao è leggermente aggettante. In questo esempio vediamo
l’inizio di un percorso di articolazione dell’impostazione planimetrica.
Villa Badoer a Fratta Polesine, presenta un pronao esastilo con timpano triangolare.
• Differenze rispetto agli altri progetti riguardano le altezze e le estensioni (per via di
maggiori disponibilità economiche della committenza), però lo stile rimane lo stesso. Le
decorazioni sono di Paolo Veronese.
Villa Almerico Capra (detta la Rotonda) a Vicenza. Una tra le ville più importanti di Palladio.
• Non c’è un prospetto principale ma tutti sono decorati. La pianta della villa è un quadrato
perfetto con il salone centrale circolare sormontato da una cupola (citazione del
Pantheon). Ogni lato del quadrato all’esterno ha un pronao a cui si arriva mediante una
scalinata. La scelta è di utilizzare l’ordine ionico. Il salone è affrescato in parte da Veronese.
Villa Barbaro a Maser (Treviso), il corpo centrale della villa è molto orizzontale e poco
• elevata. In questo caso Palladio uniforma il collegamento tra il corpo centrale e le
Barchesse. Gli affreschi interni sono di Paolo Veronese. Particolare dell’impianto della villa
è la presenza di un tempietto (cappella signorile), nella forma del tempio classico. Vengono
inseriti due campanili in facciata e dietro una grande cupola emisferica.
Teatro Olimpico a Vicenza, era la sede della accademia teatrale olimpica. È l’ultima opera di
• Palladio, non la porta a compimento. Il teatro è inserito all’interno dell’edificio, all’esterno
non si percepisce la presenza. La struttura è in legno con decorazioni in stucco. Le scalinate
sono ripide e strette. Interessate è il colonnato che chiude le sedute degli spettatori, con
sopra la balaustra del colonnato una serie di sculture.
Chiesa di San Francesco della Vigna, Palladio lavora su una chiesa preesistente e si occupa
• solo della facciata. Introduce per questa nuove soluzioni tecnologiche che diventano
modello per i futuri lavori. Come l’alto basamento per dare maggiore monumentalità
all’edificio. Questa grande monumentalità creata da Palladio non rispetta però il contesto,
poiché la facciata è in parte coperta da un edificio vicino (come si nota da un dipinto di
Canaletto). La facciata è divisa in tre parti, riprendendo la suddivisione interna, plinto,
colonna e capitello sono sormontati da un timpano triangolare. Sceglie l’ordine corinzio sia
per l’odine maggiore che minore (monumentalità). Per le parti laterali riprende la
triangolarità del timpano centrale, creando dei semi triangoli, che se congiunti formano la
base della trabeazione. Vi è la presenza di una apertura semicircolare a mezzaluna nella
navata centrale sopra al portale di ingresso (forma ripresa dall’architettura Romana).
Basilica di San Giorgio Maggiore, a Venezia, si affaccia sul bacino del Canal Grande e sorge
• sull’isola di San Giorgio. La committenza era la famiglia Morosini (investimento privato). La
facciata della chiesa non è stata conclusa da Palladio. La struttura del monastero è in
laterizio, mentre la facciata in marmo spicca. La planimetria nella parte centrale è divisa in
tre navate. All’incrocio della navata centrale con il transetto bi absidato, inserisce quattro
grandi pilastri a sostegno della cupola emisferica. La parte orientale terminale è molto
profonda, composta da un coro molto profondo (come per il duomo di Urbino e San
Pietro). Tra l’abside e il coro crea una sorta di tramezzo lineare che crea
contemporaneamente l’idea di chiusura e di comunicazione tra i due spazi (composto da
doppia colonna binata). Vi è l’alternanza fra l’uso della colonna o semicolonna e paraste
con l’ordine gigante (colonna per la navata centrale e paraste per quelle laterali).
Importante la contrapposizione tra l’ordine maggiore e quello minore. Internamente
emerge il colore chiaro dovuto al marmo per gli ordini architettonici e gli intonaci bianchi.
La facciata presenta una doppia lettura su due livelli, quello della navata centrale e quello
delle laterali, grazie alla trabeazione dei timpani laterali che è abbastanza continua dietro
le colonne di ordine gigante della navata centrale. L’ordine minore della parte inferiore
rimane un po’ nascosto, Palladio inserisce delle edicole rientrate a funzione decorativa. Il
basamento è molto alto con elevazione anche dell’ingresso con la scalinata.
Chiesa del Redentore, la scalinata è monumentale, è la chiesa più importante per Venezia.
• Viene realizzata a seguito di un voto fato dalla comunità Veneziana in seguito ad un
epidemia di peste che aveva decimato la popolazione. La chiesa ha un aula unica con due
elementi laterali, in cui si articolano le cappelle tutte connesse. Anche qui nella zona
centrale vediamo dei pilastri angolari con paraste che sostengono il tamburo e la cupola. La
soluzione terminale prevede la presenza di un coro, con abside poco profondo, con dietro
un tramezzo semicircolare che funge da quinta. L’interno è meno decorato, non vi è l’uso
del marmo, per via della poca disponibilità economica della committenza. Vi è l’alternanza
dell’uso delle colonne e delle paraste (ordine gigante) che creano un doppio livello delle
aperture. La facciata è tripartita per riprendere la suddivisione degli spazi interni (aula e
cappelle). Vi è un timpano triangolare sostenuto da due colonne e due paraste laterali. I
plinti non sono troppo alti, ma è presente una scalinata monumentale che conduce al
portale concluso da un timpano triangolare. Le due ali laterali della facciata sono
leggermente retrocesse rispetto alla parte centrale con semi timpano triangolare. La
cupola è coronata da due campanili. Si nota il diverso materiale rispetto alla struttura (la
pietra chiesa contro l’intonaco rosso di rivestimento dei laterizi).
La controriforma
Martin Lutero fonda la riforma della chiesa, per migliorare la chiesa. La chiesa di Roma non accetta
la discussione, e ciò porta alla scissione. Si fonda il protestantesimo. Un importante movimento in
Francia è quello dei calvinisti francesi con gli Ugonotti. Siamo nella metà del ‘500. La chiesa di
Roma risponde a questi movimenti con una sfilza di scomuniche. Vista la situazione la chiesa
cattolica si sente in dovere di convocare un consiglio ecumenico, a Trento (più grande diocesi
dell’Italia del Nord Est, vicino alla Germania), nel 1545 fino al 1563. Nuove regole obbligano a non
rappresentare più nell’arte le figure sante denudate. Per i protestanti addirittura non ci deve
essere un arte religiosa, perché per loro venerare un immagine significa venerare un oggetto.
Corrente artistica legata alla controriforma è il Manierismo. Però così si perde il contatto con la
natura perché loro cercano di riprendere gli elementi del passato ed unirli per raggiungere la
perfezione.
La controriforma è legata al tradizionalismo, non ama la rottura degli schemi, quindi tutte le
variazioni devono essere bandite.
Ordine che nasce in questi anni sono i Gesuiti (sono dalla parte della controriforma), fondati da
Sant’Ignazio. Egli da prima combattente in spagna, si stabilirà a Roma, dove fonderà una piccola
co