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MANUALE DI STORIA MODERNA
C. Capra
Capitolo I - La popolazione e le strutture familiari
Gli studi sulla popolazione si sono sviluppati a partire dalla metà del XIX secolo a causa del timore
di una crescita demografica incontrollata nel pianeta. Malthus (1766-1834) con il Saggio sul principio
di popolazione studia lo squilibrio tra popolazione e risorse alimentari: la popolazione cresce in
progressione geometrica (da 1 a 2 da 4 a 8) mentre le risorse necessarie crescono in progressione
aritmetica (da 1 a 2 da 2 a 3). Per evitare l’aumento incontrollato della popolazione intervengono freni
repressivi (carestie, guerre) e freni preventivi (matrimoni limitati) che devono riguardare la parte più
povera della società. La statistica ha mosso i primi passi in età moderna, tra il XVIII e XIX secolo si
datano i primi censimenti anche se il catasto fiorentino del 1427 ha analizzato per sesso, età,
occupazione e reddito 60mila famiglie. In Europa sono fondamentali le fonti ecclesiastiche relative
allo stato (stati delle anime, adempimento alle cerimonie pasquali) e relative al movimento della
popolazione (eventi fondamentali dal punto di vista religioso degli abitanti). I registri parrocchiali
vengono resi obbligatori a partire dal 1563 (battesimi e nozze) mentre dal 1614 per le sepolture.
Grazie a questi archivi si possono ottenere gli indici di natalità/mortalità e nuzialità per ogni mille
abitanti. I registri parrocchiali diventano il principale oggetto di studio della popolazione a partire
dagli anni Cinquanta del XX secolo al fine di elaborare un metodo di ricostruzione nominativa delle
famiglie (ad ogni coppia sposata viene attribuita una scheda e vengono trascritti tutti gli eventi
demografici desunti), gli inconvenienti di questo metodo derivano dal lungo lavoro di spoglio,
difficoltà nel ricostruire completamente le schede di famiglia a causa di spostamenti, matrimoni
celebrati in altre parrocchie ecc. così come vengono tralasciate nascite e decessi avvenuti al di fuori
del territorio di partenza.
Dal tardo Quattrocento agli inizi dell’Ottocento si dispone si dispone di stime attendibili della
popolazione mondiale divisa per continenti: la metà della popolazione viveva nella fascia
centromeridionale del continente asiatico. In Europa in età moderna si sono verificate tre fasi: una
crescita demografica continua e generale tra la metà del Quattrocento e l’inizio del Seicento, nel
Seicento c’è stato un rallentamento della crescita della popolazione e una ripresa della stessa dal
Settecento all’Ottocento. Fino alla seconda metà del Settecento la lentezza della crescita della
popolazione è dovuta all’alto tasso di mortalità, le crisi demografiche sono attribuibili ai flagelli
storici di guerre, carestie ed epidemie. Nella prima età moderna fino al Settecento si verifica una
situazione di fecondità naturale che comporta l’ipotesi di un alto numero di figli per coppia, non è
così a causa dell’età avanzata in cui ci s
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SSD
Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
M-STO/02 Storia moderna
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elistratocaster di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Guerrini Maria Teresa.