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Freud e l'inconscio

Freud ha indicato nella pulsione "il rappresentante psichico degli stimoli che traggono origine dall'interno del corpo". Il saggio "L'inconscio" è articolato in sette capitoli e una Premessa, in cui Freud sottolinea due punti importanti:

  1. L'inconscio non coincide con il rimosso;
  2. La conoscenza dell'inconscio, che può avvenire solo in forma conscia, è una traduzione effettuata dal lavoro psicoanalitico che supera le resistenze.

"Conosciamo l'inconscio soltanto in forma conscia, dopo che si è trasformato o tradotto in qualcosa di conscio". Per Freud la coscienza è sede di insostituibili funzioni ed è il punto di partenza di ogni indagine. Tuttavia finché si resta legati al punto di vista della coscienza, il lavoro teorico si imbatte in contraddizioni, quindi lo studio metapsicologico della vita psichica deve prescinderne. Il tema della coscienza e dell'inconscio è affrontato nel

primo capitolo (La giustificazione dell'inconscio), nel quale si discute della legittimità dell'inconscio, che è l'oggetto specifico della psicoanalisi. L'ipotesi di una psiche inconscia è giustificata dalla lacunosità della coscienza; lapsus, sogni, idee improvvisi la cui elaborazione è rimasta oscura, possono essere spiegati presupponendo altri atti psichici non testimoniati alla coscienza. L'equiparazione dello psichico con il cosciente può essere considerata una convenzione né vera né falsa, è tuttavia inopportuna, perché sopravvalutando la coscienza, preclude altri ambiti di indagine. Freud afferma la realtà dei processi inconsci ricorrendo a due differenti argomentazioni:

  1. La prima si basa sull'osservazione degli stati patologici, dei sogni, lapsus e simili. La ricerca psicoanalitica ha mostrato come gli atti inconsci possano essere trasformati e sostituiti con processi coscienti.
Gli esperimenti con l'ipnosi avevano già rivelato il modo di operare dell'inconscio già prima dell'avvento della psicoanalisi. La dimostrazione freudiana fa ricorso all'esperienza e all'osservazione. "Tutti gli atti e tutte le manifestazioni che osservo in me e che non so come collegare con il resto della mia vita psichica devono essere giudicati come se appartenessero a qualcun altro e trovare la loro spiegazione in una vita psichica attribuita a quest'altra persona." Questa vita psichica estranea è la nostra psiche inconscia. Si potrebbe anche concludere che esiste una seconda coscienza, ma questa ipotesi è da scartare per tre ragioni: - Una coscienza di cui il soggetto non sa nulla sarebbe una sorta di coscienza inconscia e non sarebbe più una coscienza; - Il grado elevato di indipendenza dei processi psichici latenti inferiti porterebbe all'ipotesi non solo di una seconda, ma anche di una terza, diuna quarta coscienza e così via;- I processi latenti rivelano caratteri contrastanti rispetto a quelli della coscienza a noi noti. Riflessione filosofica di tipo kantiano sull'inconoscibilità dell'inconscio → "la psicoanalisi ci avverte che non è lecito porre la percezione della coscienza al posto del processo psichico inconscio che ne è l'oggetto. Allo stesso modo della realtà fisica, anche la realtà psichica non è necessariamente tale quale ci appare." La realtà psichica è meno inconoscibile di quella fisica. Già nel settimo capitolo della Traumdeutung, laddove polemizza contro il coscienzialismo dei filosofi e parla dell'inconscio come "psichico reale", Freud afferma che esso "è altrettanto sconosciuto nella sua natura più intima quanto lo è la realtà del mondo esterno, e a noi presentato dai dati della coscienza in modo altrettanto.

incompleto quanto il mondo esterno dalle indicazioni dei nostri organi di senso.”

Freud, nel primo capitolo dell’Inconscio, afferma che l’oggetto e il fondamento della nuova scienza psicoanalitica è inconoscibile; l’idea che l’inconoscibilità dei principi di base di una scienza sia garanzia di scientificità appartiene a quel tipo di cultura che ha plasmato Freud. Tale tesi agnostica è fatta propria dal circolo di fisiologi berlinesi che fanno capo a Helmholtz e DuBois-Reymond; esiste un manifesto di tale agnosticismo ed è il celebre discorso pronunciato da DuBois-Reymond al Congresso dei naturalisti a Lipsia, in esso egli sostiene che le scienze naturali si imbattono in problemi insolubili, veri enigmi.

Freud precisa che l’espressione “affetto inconscio” e “sentimento inconscio” sono usate per indicare due cose diverse. L’affetto inconscio si riferisce a una condizione psichica che non è cosciente, mentre il sentimento inconscio si riferisce a un contenuto psichico che non è cosciente.

Il concetto di "inconscio" riguarda i destini in cui è incorso il fattore quantitativo di un moto pulsionale in seguito alla rimozione. La contrapposizione di conscio e inconscio non riguarda la pulsione che non può mai diventare oggetto di coscienza, solo l'idea che la rappresenta lo può. "Se la pulsione non fosse ancorata a una rappresentazione o non si manifestasse sotto forma di uno stato affettivo, non potremmo sapere nulla di essa." La pulsione ha bisogno di una rappresentanza psichica perché è quella X sconosciuta di cui possiamo prendere coscienza solo attraverso i suoi rappresentanti, che consistono nella rappresentazione e nell'affetto; quindi, è possibile una "traduzione cosciente" dello psichismo inconscio. Possiamo avere una forma di conoscenza della rappresentanza rimossa ripercorrendo in senso inverso il cammino della rimozione, mediante le libere associazioni: "nell'esercizio della

tecnicapsicoanalitica noi sollecitiamo il paziente a produrre quelle diramazioni del rimosso che, per la loro deformazione, riescono a oltrepassare la censura della coscienza. Altro infatti non sono le associazioni libere che noi pretendiamo dal paziente quando lo invitiamo a rinunciare ad ogni rappresentazione finalizzata cosciente e ad ogni atteggiamento critico; è a partire da queste associazioni che noi riproduciamo una traduzione cosciente della rappresentanza rimossa.

“Mentre nella psicologia della coscienza non si è mai andati oltre a quelle serie lacunose di fenomeni che palesemente dipendono da qualcos’altro, l’altra concezione, quella secondo cui il psichico in sé è inconscio, ha permesso di sviluppare la psicologia fino a farne una scienza naturale come tutte le altre. I processi di cui essa si occupa sono in sé inconoscibili, né più né meno di quelli di cui si occupano altre discipline scientifiche,

come la chimica o la fisica; eppure è possibile stabilire le leggi cui essi ubbidiscono, seguire le loro reciproche relazioni e giungere a quella che si definisce "comprensione" di un certo campo di fenomeni naturali. Ciò non è potuto avvenire senza la formulazione di nuove ipotesi e la creazione di nuovi concetti. Questi ultimi sono in attesa di modifiche, e determinazioni più rigorose grazie all'accumulo e alla selezione delle esperienze." Il termine metapsicologia → fu coniato da Freud nel 1915 per designare la dimensione più propriamente teorica della nuova disciplina. La psicoanalisi, nata come terapia per malattie nervose, si presenta gradualmente come una nuova disciplina in grado di accedere ad una nuova conoscenza dell'uomo in genere. Alla base dei fenomeni psichici vi è il principio del piacere → ha la funzione di evitare il dispiacere e la sofferenza; provvede a ciò scaricando le varie tensioni e

Ristabilendo uno stato di equilibrio mediante l'appagamento dei desideri, anche se ciò non avviene quasi mai per via diretta, grazie a soddisfazioni sostitutive rispetto a quelle reali. Questa situazione origina un nuovo principio, il principio di realtà → cerca il soddisfacimento in relazione alle condizioni imposte dalla realtà. Il principio del piacere tende ad ottenere tutto immediatamente, mentre il principio di realtà può differire la soddisfazione in vista di una meta possibile; vi è qui la sublimazione, che consiste nel reagire positivamente ad una situazione spiacevole in modo da ottenere un soddisfacimento.

L'atteggiamento di Freud nei confronti della filosofia è complesso:

  • Da una parte, è un polo esterno di confronto con la psicoanalisi, che asseconda, con cui polemizza e di cui si serve in vario modo;
  • Dall'altra, diviene un'esigenza interna all'elaborazione freudiana.

Nel settimo capitolo

dell'uomo alla luce delle sue pulsioni inconscie. Egli sostiene che i sogni sono la via privilegiata per accedere all'inconscio e che attraverso l'interpretazione dei sogni è possibile comprendere i desideri repressi e i conflitti psichici che influenzano il comportamento umano. La metapsicologia freudiana si articola in tre punti di vista: il punto di vista topico, che si occupa della struttura dell'apparato psichico e delle sue divisioni (inconscio, preconscio e conscio); il punto di vista dinamico, che si concentra sulle forze che agiscono all'interno dell'apparato psichico (pulsioni, conflitti, meccanismi di difesa); e il punto di vista economico, che analizza la distribuzione dell'energia psichica e le sue variazioni. Freud utilizza il termine metapsicologia per indicare questo approccio scientifico alla psicoanalisi, distinguendolo dalla metafisica e da ogni forma di speculazione filosofica. La metapsicologia rappresenta quindi il tentativo di fondare la psicoanalisi come una disciplina basata su dati empirici e su una teoria coerente. In conclusione, l'interpretazione dei sogni e la metapsicologia sono strettamente legate nella teoria freudiana, poiché entrambe cercano di spiegare i processi psichici e di comprendere il funzionamento dell'apparato psichico umano.del paranoico e del superstizioso. Ciò che accomuna i pensieri di entrambi è l'esclusione di accidentalità e casualità in tutto quel che accade; essi proiettano nella vita altrui e sul mondo esterno la mancanza di accidentalità delle loro motivazioni inconsce. Il discorso freudiano si allarga alla visione mitologica e religiosa del mondo, che è il prodotto di una analoga proiezione inconsapevole. Il compito della scienza diviene quello di trasformare la realtà creata nella psicologia dell'inconscio. Se la proiezione è un meccanismo fondamentale della sfera cognitiva, ne consegue che il paranoico e il superstizioso trasferiscono nel mondo reale le loro dinamiche inconsce, trasformandole in percezioni, per poter credere in esse. Ecco spiegate le concezioni metafisiche: esse appaiono come lo strumento adottato dall'umanità per credere in se stessa. Il concetto mantiene la sua continuità del riferimento alfondamento inconscio dei fenomeni psichici; è tale fondamento a dotare i fatti psichici di quella completezza che li rende idonei ad essere studiati scientificamente. Uno studio tale implica una struttura teorica articolata in concetti, postulati, che inpart
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
31 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dlmarti_01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof De Felice Federica.