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LA REALTÀ COME COSTRUZIONE SOCIALE

PRESENTAZIONE – INTRODUZIONE P. 1

CAPITOLO 1 P. 1

CAPITOLO 2 P. 3

CAPITOLO 3 P. 5

CONCLUSIONE P. 6

PRESENTAZIONE – INTRODUZIONE

“La realtà come costruzione sociale” non riguarda i contenuti della conoscenza condivisa da una

società, bensì i processi attraverso cui qualsiasi complesso di conoscenze viene assunto come realtà.

Si tratta di una SINTESI TEORICA TRA WEBER, cioè analisi sociologica fondata sull’agire dotato

di senso, E DURKHEIM, che considera i fatti sociali come cose. La differenza tra diverse “realtà”

può essere spiegata in relazione alle differenze tra le varie società? Particolari raggruppamenti di

realtà e di conoscenza appartengono a particolari contesti sociali. La SOCIOLOGIA DELLA

CONOSCENZA si occupa dell’analisi della costruzione sociale della realtà; essa deve essere un

ausilio nella ricerca di una corretta comprensione degli avvenimenti umani. Essa, insieme alle altre

scienze, che causano difficoltà all’epistemologia, “fornisce” problemi a questa indagine

metodologica, e non può risolverli all’interno della propria struttura di riferimento.

CAPITOLO 1

I FONDAMENTI DELLA CONOSCENZA NELLA VITA QUOTIDIANA

La vita quotidiana si presenta come una REALTà INTERPRETATA DAGLI UOMINI e

soggettivamente significativa per loro come un mondo coerente. Il mondo della vita quotidiana non

è solo dato per scontato come realtà dall’uomo comune, ma è un mondo che si origina nel suo

pensiero e nella sua azione e che grazie a questi mantiene la sua realtà. Oggetti differenti si

presentano alla coscienza come costitutivi di differenti sfere di realtà: la coscienza è dunque in

grado di muoversi attraverso sfere differenti di realtà; ciò significa che il mondo è concepito come

costituito da realtà molteplici. La realtà della vita quotidiana è organizzata attorno all’hic et nunc,

ma include anche fenomeni che esulano dal qui ed ora; ma l’interesse per le zone lontane è meno

intenso rispetto a quello per le zone vicine. Inoltre, la realtà della vita quotidiana è vista come un

MONDO INTERSOGGETTIVO, condiviso con altri: la conoscenza del senso comune è la

conoscenza condivisa con altri nelle normali routines. Il settore “non problematico” della realtà

quotidiana è tale fino a che la sua continuità non viene interrotta dalla comparsa di un problema:

quando ciò avviene, la realtà quotidiana cerca di integrare il problema all’interno del settore non

1

problematico. Paragonate alla realtà della vita quotidiana, LE ALTRE REALTà APPAIONO COME

INEVITABILMENTE SITUATE ALL’INTERNO DI QUELLA DOMINANTE (ad es. la realtà dei

sogni e da pensiero teoretico). Il mondo della vita quotidiana è strutturato sia spazialmente che

temporalmente: la struttura temporale è molto complessa, poiché i differenti livelli che la

compongono devono essere incessantemente correlati (nel senso che noi dobbiamo organizzare i

nostri vari progetti in base al tempo). La conoscenza della morte rende “finito” il tempo dell’uomo.

La struttura temporale è coercitiva, in quanto non possiamo rovesciare a piacimento le sequenze

imposte da essa (“ogni cosa a suo tempo”); essa inoltre non influenza solo la nostra “agenda”

quotidiana, ma si impone anche sulla nostra biografia complessiva. Per quanto riguarda la

condivisione della vita quotidiana con gli altri, ne facciamo maggiore esperienza quando ci

troviamo proprio faccia a faccia con gli altri: in questo momento possiamo accedere in maniera

diretta alla soggettività degli altri (anche se potremmo fraintenderla); inoltre, nell’incontro io

percepisco l’altro come più reale di me, in quanto la conoscenza di me richiede riflessione, mentre

l’altro mi è subito presente. Le relazioni con gli altri sono molto flessibili, anche se li percepiamo

per mezzo di “SCHEMI DI TIPIZZAZIONE”, che guidano e determinano le mie azioni nella

situazione, finché non sono messi in dubbio; ovviamente questi schemi sono reciproci, e per questo

nella maggior parte dei casi GLI INCONTRI CON ALTRI NELLA VITA QUOTIDIANA SONO

“TIPICI” IN 2 SENSI: percepisco l’altro come un tipo e interagisco con lui in una situazione tipica.

Un aspetto importante dell’esperienza che io faccio degli altri nella vita quotidiana è il carattere

diretto dell’esperienza: l’ANONIMIA aumenta man mano che si va dal più vicino al più lontano; il

grado di interesse e di intimità possono combinarsi nell’accrescere o diminuire questa anonimia. La

STRUTTURA SOCIALE è la somma delle varie tipizzazioni e dei modelli ricorrenti di interazioni

stabiliti attraverso esse. Inoltre, noi siamo in relazione anche con i nostri predecessori, per mezzo di

tipizzazioni fortemente anonime, e con i nostri successori, tipizzati in modo ancora più anonimo:

questa anonimia, però, non impedisce ai due gruppi di entrare nella realtà della vita quotidiana,

talvolta anche in modo rilevante. La realtà della vita quotidiana si esprime ed è possibile soltanto

mediante oggettivazioni: una di esse è la SIGNIFICAZIONE, cioè la produzione umana di segni,

che servono come indice di significati soggettivi. I segni sono riuniti nei sistemi, tra i quali il

LINGUAGGIO è il più importante, in quanto esso è fondamentale per la comprensione della realtà

della vita quotidiana. Inoltre esso può comunicare significati che vanno oltre l’hic et nunc, e dunque

è capace di diventare il magazzino di vasti cumuli di significato e di esperienza, che può essere

preservato nel tempo e tramandato alle generazioni future. Grazie a questa sua capacità di

trascendere l’hic et nunc, il linguaggio collega varie zone all’interno della realtà quotidiana e le

integra in un tutto significativo. Inoltre, la mia interazione con gli altri nella vita quotidiana è

costantemente influenzata dalla nostra comune partecipazione al bagaglio di conoscenza

socialmente disponibile. La cultura sociale distingue nella realtà vari gradi di familiarità e fornisce

un’informazione complessa e dettagliata sui settori della vita con cui ho spesso a che fare, mentre

fornisce informazioni molto più generiche e precise su settori più remoti. La validità della mia

conoscenza è data per scontata da me fin quando non sorge un problema che non sono in grado di

risolvere servendomi di essa. Inoltre, la conoscenza con cui vengo a contatto nella vita quotidiana è

socialmente distribuita, cioè è posseduta in modo diverso da diversi individui e tipi di individui.

CAPITOLO 2

2

LA SOCIETà COME REALTà OGGETTIVA

ISTITUZIONALIZZAZIONE: l’uomo si differenzia dagli altri animali perché non ha un ambiente

proprio per la sua specie. Tutti gli animali vivono in mondi “chiusi”, mentre l’uomo è “aperto” di

fronte al mondo. Inoltre, l’istinto umano è sottosviluppato rispetto a quello degli altri animali, a

causa del suo sviluppo ontogenetico; l’umano che si sviluppa non è solo in relazione con un

particolare ambiente naturale, ma anche con un ordine culturale e sociale che lo condiziona:

L’UOMO PRODUCE SE STESSO. Lo sviluppo comune dell’organismo e della personalità è

connesso al fatto che L’UOMO è UN CORPO (come ogni altro animale) e HA UN CORPO (non si

identifica con esso, ma lo ha a sua disposizione). L’organismo umano manca dei mezzi biologici

che danno stabilità alla sua condotta. La stabilità viene poi ottenuta grazie all’ordine sociale, che

trasforma l’“apertura” di fronte al mondo in una relativa “chiusura”. L’ordine sociale è un prodotto

umano, sia nella sua origine che nella sua esistenza in ogni istante. La comparsa, la permanenza e la

trasmissione di un ordine sociale possono essere spiegate mediante la teoria

dell’istituzionalizzazione. Tutta l’attività è soggetta alla CONSUETUDINARIETà: ogni azione che

viene ripetuta frequentemente viene cristallizzata secondo uno schema fisso, che poi viene

riprodotto con un’economia di sforzo. Questo processo precede ogni istituzionalizzazione, che ha

luogo quando vi è una tipizzazione reciproca di azioni consuetudinarie da parte di gruppi di

esecutori, il che porta a creare le istituzioni, le quali devono avere uno sviluppo storico (non

possono essere create all’istante) e devono fornire uno schema di condotta a colore che ne fanno

parte (fissando modelli prestabiliti). L’istituzionalizzazione avviene in ogni situazione sociale

durevole, in presenza di almeno due individui. Per il terzo individuo, il mondo trasmesso dai primi

due non è pienamente comprensibile in quanto egli non ha partecipato alla sua formazione, e

dunque viene percepito come una realtà data in questo modo, oggettivo, le formazioni sociali

vengono trasmesse alle nuove generazioni. In ogni caso, l’oggettività del mondo istituzionale è

sempre un’oggettività umanamente prodotta e costruita: essa non può avere, dunque, uno stato

ontologico indipendente dall’attività umana che l’ha prodotta. La relazione tra l’uomo e il mondo

sociale è una DIALETTICA, in quanto il prodotto agisce sul produttore. La logica delle istituzioni e

delle loro funzioni non risiede al loro interno, ma nel mondo in cui esse sono trattate quando si

riflette su queste: è il linguaggio che sovrappone la logica al mondo sociale oggettivato. Ciò che

nella società si dà per scontato come conoscenza coincide col conoscibile, o comunque fornisce le

basi su cui ciò che non è ancora conosciuto, lo sarà in futuro. Le esperienze umane si sedimentano

nella memoria come entità riconoscibili e ricordabili, altrimenti l’individuo non potrebbe

comprendere la propria biografia; una sedimentazione intersoggettiva si ha quando più individui

hanno una biografia comune, le cui esperienze vengono incorporate in un comune bagaglio di

conoscenze. Essa diventa veramente sociale quando viene oggettivata in un sistema di simboli, così

da poter essere trasmesse da una generazione all’altra e da una collettività all’altra, in quanto

vengono anonimizzate e staccate dal contesto originario: così nascono le tradizioni. La trasmissione

del significato di un’istituzione si fonda sul riconoscimento sociale di quella istituzione come

soluzione “permanente” ad un problema “permanente” della collettività data; questa trasmiss

Dettagli
A.A. 2015-2016
6 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessandralippolis22420 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Marzo Pier Luca.