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La società è un prodotto umano. La società è una realtà oggettiva. L'uomo è un prodotto sociale

Il mondo istituzionale richiede una legittimazione, cioè degli strumenti attraverso cui possa essere spiegato e giustificato.

Lo sviluppo di meccanismi specifici di controllo sociale diventa anch'esso necessario con la storicizzazione e l'oggettivazione delle istituzioni.

Le istituzioni devono rivendicare un'autorità sull'individuo.

I bambini devono "imparare a comportarsi bene" e una volta che l'hanno imparato devono "rigare dritto". Così devono fare anche gli adulti.

Quanto più la condotta è istituzionalizzata, tanto più prevedibile tanto più controllata diventa.

Non c'è alcuna ragione a priori per ritenere che questi processi si assoceranno in modo funzionale.

Ciò nonostante resta il fatto empirico che le istituzioni tendano ad associarsi.

esperienze e per trasmettere la conoscenza accumulata nel corso del tempo.D. Identità e appartenenzaL'identità di un individuo è strettamente legata alla sua appartenenza a un gruppo sociale.L'appartenenza può essere determinata da vari fattori, come la nazionalità, la religione, l'etnia o l'appartenenza a una determinata classe sociale.L'individuo si identifica con il gruppo di appartenenza e ne assume le caratteristiche e i valori.L'identità di gruppo può influenzare le scelte e i comportamenti dell'individuo, così come la percezione di sé stesso e degli altri.E. Cambiamento e adattamentoL'evoluzione delle società e dei gruppi sociali richiede la capacità di adattamento da parte dei loro membri.Il cambiamento può essere causato da vari fattori, come l'innovazione tecnologica, i cambiamenti economici o politici, o le trasformazioni culturali.L'adattamento implica la capacità di modificare le proprie abitudini, le proprie credenze e i propri comportamenti per rispondere alle nuove sfide e alle nuove esigenze.La resistenza al cambiamento può portare a conflitti e tensioni all'interno di un gruppo o di una società, mentre la capacità di adattamento può favorire la crescita e lo sviluppo.F. Conflitto e cooperazioneIl conflitto è una parte inevitabile della vita sociale.I conflitti possono sorgere a causa di interessi divergenti, di valori contrastanti o di risorse limitate.Tuttavia, il conflitto può anche essere un'opportunità per la cooperazione e la negoziazione.La cooperazione implica il lavoro di gruppo e la condivisione di obiettivi comuni.La cooperazione può favorire la risoluzione dei conflitti e la creazione di relazioni positive tra gli individui e i gruppi sociali.G. Potere e autoritàIl potere è la capacità di influenzare il comportamento degli altri.L'autorità è il potere legittimo, riconosciuto e accettato da un gruppo o da una società.Il potere può essere esercitato in modi diversi, come attraverso la coercizione, la persuasione o la leadership.L'autorità può essere basata su vari fattori, come la posizione sociale, le competenze o il consenso degli altri.Il potere e l'autorità possono essere utilizzati per il bene comune o per fini egoistici, e possono influenzare la distribuzione del potere e delle risorse all'interno di una società.esperienze Per esempio solo alcuni membri di una società fondata sulla caccia hanno fatto l'esperienza di perdere le armi e di essere costretti ad affrontare la belva a mani nude. Questa esperienza è indimenticabile per coloro che l'hanno vissuta. Questa esperienza viene designata e trasmessa linguisticamente, diviene accessibile per coloro che non l'hanno condivisa. Il linguaggio diviene il deposito della tradizione comune. Anche per coloro che non hanno alcuna prospettiva di avere un'esperienza di questo genere in futuro (ad esempio le donne a cui è proibito cacciare) in ogni caso entra a far parte del comune bagaglio di esperienze. La trasmissione del significato di un'istituzione è fondata sul riconoscimento sociale di quella istituzione come soluzione permanente ad un problema permanente della collettività data. Questo rende necessario un processo educativo. I significati istituzionali devono essere impressi con forza eindelebilmente nella coscienza dell'individuo. Poiché gli esseri umani sono pigri e smemorati, devono esserci dei procedimenti per mezzo dei quali questi processi possono essere impressi e re-imparati a memoria. Ogni trasmissione ha bisogno di un apparato sociale: alcuni gruppi vengono designati come trasmettitori, altri come ricevitori della conoscenza tradizionale. Vi saranno anche dei procedimenti tipizzati per il passaggio della tradizione dai conoscitori ai non-conoscitori. Ad esempio, l'insieme delle nozioni tecniche magiche e morali legate alla caccia può essere trasmesso dagli zii materni ai nipoti di una certa età, con un procedimento di iniziazione. Ma gli zii materni non trasmettono questo bagaglio di conoscenza perché lo conoscono, ma lo conoscono perché sono zii materni. Se uno zio materno istituzionalmente designato per ragioni particolari si rivela incapace di trasmettere la conoscenza in questione, egli non è più uno.

ziomaterno nel senso pieno della parola… anzi il suo riconoscimento istituzionale può essererevocato.

D. I ruoli 10

La tipizzazione delle forme di azione richiede che queste abbiano un senso oggettivo che a sua voltarichiede un’oggettivazione linguistica. Vi sarà un vocabolario connesso a queste forme di azione(sculacciatore di nipoti…).

Un’azione e il suo senso possono essere percepiti indipendentemente dalle esecuzioniindividuali dell’azione e dai processi soggettivi variabili associati a quest’ultimi.

Nel corso dell’azione c’è un’identificazione dell’io con il senso oggettivo dell’azione.

Quando queste oggettivazioni si accumulano (“sculacciatore di nipoti”, ”guerriero iniziato”, ecc.)un intero settore di autocoscienza è strutturato nei loro termini. In altri termini, un intero segmentodell’io si realizza nei termini delle tipizzazioni socialmente disponibili.

Questo segmento è l'autentico io sociale che si presenta all'esperienza soggettiva come distinto e separato dall'interapersonalità. Il soggetto agente si identifica con le tipizzazioni socialmente oggettivate dalla condotta innata, ma ristabilisce le distanze da esse quando riflette più tardi sulla propria condotta. Questa distanza tra il soggetto e la propria azione può essere ritenuta nella coscienza e proiettata sulle ripetizioni future delle azioni. Possiamo propriamente cominciare a parlare di ruoli quando questo genere di tipizzazioni si verifica a livello di una cultura di gruppo. Il ruolo in questo caso sostituisce il soggetto agente. Ricoprendo dei ruoli, l'individuo partecipa a un mondo sociale. Ogni persona che possa ricoprire un ruolo è tenuta a rispondere della propria osservanza dalle norme che vengono istituzionalizzate e usate per controllare la reale capacità degli individui. I ruoli appaiono non appena comincia.

A formarsi un comune bagaglio di conoscenze che contengono tipizzazioni reciproche della condotta. Ogni condotta istituzionalizzata implica dei ruoli. Così i ruoli partecipano al carattere di controllo dell'istituzionalizzazione.

I ruoli rappresentano l'ordine istituzionale, contribuiscono a mantenere quell'integrazione, in altre parole sono in speciale rapporto con l'apparato di legittimazione della società. Esempio è il monarca. L'atto di ricoprire un ruolo rappresenta sé stesso, per esempio giudicare è giocare la parte del giudice, l'individuo che giudica non sta agendo per proprio conto ma in quanto giudice.

In virtù dei ruoli che ricopre, l'individuo viene introdotto in aree specifiche di conoscenza. Ad esempio il giudice. Il suo ruolo è in relazione con altri ruoli, la totalità dei quali comprende l'istituzione della legge, esso agisce in veste di rappresentante di essa.

rappresentazione di un istituzione nei ruoli… per esempio l'istituzione è rappresentata anche dal linguaggio giuridico, dai codici legali, dalle teorie di giurisprudenza. Per apprendere un ruolo non è sufficiente acquisire degli strumenti meccanici necessari al suo adempimento "esterno" bisogna essere iniziati ai vari strati conoscitivi e anche affettivi del corpo di conoscenze che è direttamente e indirettamente appropriato a quel ruolo. La distribuzione sociale della conoscenza comporta una dicotomizzazione in termini di pertinenza generale o particolare. Data l'accumulazione storica di conoscenza in una società, possiamo supporre che a causa della divisione del lavoro la conoscenza legata ai ruoli crescerà in modo più rapido che la conoscenza d'interesse e di accessibilità generale, che tende a ridursi solo al sapere qual è il compito degli esperti (non sa l'uomo della strada delle pratiche magiche,

Gli basta di sapere da quale stregone andare in caso di bisogna). L'analisi dei ruoli è particolarmente importante nella sociologia perché rivela la mediazione tra i macroscopici universi di significato oggettivizzati in una società ed i modi in cui questi universi sono oggettivamente reali agli individui.

E. Portata e modi dell'istituzionalizzazione 11 Ci si può domandare a questo punto quale sia la portata dell'istituzionalizzazione nella totalità delle azioni sociali in una data collettività, o in altre parole, quanto è esteso il settore delle attività istituzionalizzate. E' chiaro che ci sono variazioni tra società e società riguardo a questo. La domanda diventa quali siano i meccanismi che determinano una maggiore o minore portata dell'istituzionalizzazione? La portata dell'istituzionalizzazione dipende dal grado di diffusione delle strutture di pertinenza. - Se le strutture di pertinenza

Sono condivise da tutti, la portata dell'istituzionalizzazione sarà ampia. - Se poche strutture di pertinenza sono condivise da tutti, la portata dell'istituzionalizzazione sarà ristretta, c'è anche la possibilità che l'ordine sia frammentario dal momento che alcune strutture sono condivise da alcuni gruppi dentro la società ma non dalla società nel suo complesso1. In una società in cui l'istituzionalizzazione fosse totale, tutti i problemi e tutte le soluzioni sarebbero comuni. L'ordine istituzionale abbraccia la totalità della vita sociale, si trasforma in partecipazione continua ed una liturgia complessa e formalizzata. Non c'è una distribuzione legata ai ruoli, perché tutto è svolto nello stesso modo di interesse da parte di tutti, ognuno fa e sa tutto. Le cosiddette società primitive si avvicinano molto di più a questo modello rispetto alle civili.2.

L'estremo opposto è una società in cui esiste un solo problema comune, non c'è una cultura comune e quasi tutte le conoscenze sono legate ai ruoli. (es. nelle spedizioni militari composte da diverse tribù o gruppi etnici il cui unico problema comune è lo svolgimento della guerra).

Ogni società in cui c'è una crescente divisione del lavoro tende verso questo modello. Altra condizione è la presenza di un surplus economico, capace di liberare alcuni individui dalla necessità del sostentamento e portandolo a potersi dedicare ad attività specializzate. Sorge allora il problema dell'integrazione globale dei significati entro la società. In realtà, processi istituzionali distinti possono continuare a coesistere senza un'integrazione totale. Questo creerà il problema di legittimare le attività istituzionali di un tipo di attore di fronte agli altri tipi, pena il conflitto.

d'interessi. Ogni punto di vista sarà in relazione con i concreti

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Publisher
A.A. 2012-2013
18 pagine
8 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Perna Antonio Maria.