Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 41
Riassunto esame Sociologia della devianza, prof Garreffa, libro consigliato Sociologia della devianza, Berzano, Prina Pag. 1 Riassunto esame Sociologia della devianza, prof Garreffa, libro consigliato Sociologia della devianza, Berzano, Prina Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia della devianza, prof Garreffa, libro consigliato Sociologia della devianza, Berzano, Prina Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia della devianza, prof Garreffa, libro consigliato Sociologia della devianza, Berzano, Prina Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia della devianza, prof Garreffa, libro consigliato Sociologia della devianza, Berzano, Prina Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia della devianza, prof Garreffa, libro consigliato Sociologia della devianza, Berzano, Prina Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia della devianza, prof Garreffa, libro consigliato Sociologia della devianza, Berzano, Prina Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia della devianza, prof Garreffa, libro consigliato Sociologia della devianza, Berzano, Prina Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia della devianza, prof Garreffa, libro consigliato Sociologia della devianza, Berzano, Prina Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 41.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Sociologia della devianza, prof Garreffa, libro consigliato Sociologia della devianza, Berzano, Prina Pag. 41
1 su 41
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Interesse e razionalità nel comportamento deviante.

Dal paradigma illuministico alla teoria dell’attore sociale.

1.1 Introduzione

scuola classica

La teoria criminologica della del XVIII secolo, viene considerata come la

prima teoria che abbia interpretato il problema dell’ordine sociale. Questa teoria è

legata al contesto illuministico del Settecento, durante il quale ci fu il passaggio della

pena, intesa come strumento per ristabilire la “lesa maestà” del sovrano, dello Stato e

della religione, ad una visione razionale della pena retributiva e deterrente. L’assunto

del paradigma illuministico è quello della razionalità nella scelta di commettere il

reato. Ciò comporta la concezione dell’individuo libero da condizionamenti e capace di

scegliere deliberatamente l’osservanza o la trasgressione delle leggi, a seconda dei

suoi interessi. Le finalità e i principi riformatori della scuola classica, si basavano

sull’adesione ai diritti individuali naturali propri dell’Illuminismo: tutti gli individui sono

uguali. Il movimento per la riforma del diritto penale assunse reale importanza nel

corso della seconda metà del XVIII secolo. Di tale movimento, alla sociologia della

devianza interessano due componenti: la prima comprende la nuova concezione e

pratica della pena e del sistema carcerario; la seconda, l’interpretazione dell’individuo

di fronte alla legge. 1.2 Il delitto e la pena nel paradigma illuministico

Le radici del sistema carcerario affondano nell’epoca del mercantilismo, ma le sue

prime forme di elaborazione e di promozione avvennero soltanto con l’Illuminismo. Il

movimento riformatore reagì alla pratica carceraria che procedeva all’internamento di

individui senza alcuna distinzione tra folli, condannati, vagabondi e anziani. La

richiesta di abolizione di queste arretrate condizioni carcerarie e delle varie teorie

Dei

medioevali della pena, trovò la sua più nota formulazione nell’opera di Beccaria,

delitti e delle pene. Il fine delle pene non avrebbe più dovuto essere altro che quello di

impedire al reo di fare nuovi danni ai suoi concittadini e di dissuadere gli altri dal farne

uguali. Uno degli obiettivi fondamentali degli esponenti della scuola classica, fu la

formulazione di una definizione puramente legale del delitto. Ogni delitto è tale

soltanto perché la legge lo definisce così. Per la scuola classica ogni trattamento

arbitrario sarebbe cessato, una volta che la pena fosse stata determinata sulla base

della natura del particolare reato e il trionfo della giustizia sarebbe consistito nel fatto

che le pene non sarebbero più dipese dalla volontà del legislatore, ma dalla natura

delle cose. La pena inflitta a un reo si giustifica solo sulla base del danno che egli ha

arrecato direttamente a un altro individuo e indirettamente alla collettività. Perché sia

retributiva e deterrente essa dovrà colpire i diritti del reo nella stessa misura in cui il

reo ha colpito i diritti altrui. 1.3 Gli interessi dell’homo economicus

La scuola classica era rivolta soprattutto alla riforma del sistema delle pene e delle

procedure del diritto; meno allo studio del singolo delinquente. Nel saggio di Beccaria,

comunque, troviamo elementi che compongono una concezione del crimine non come

reazione azione

a fattori e influenze esterne, ma come dell’individuo diretta ad

ottenere benefici. Gli uomini rinunciano all’originario isolamento in stato di natura e

all’originaria indipendenza per una nuova condizione più sicura e tranquilla. A questa

assunzione di Rousseau, si accompagna l’idea di Hobbes dello “scambio vantaggioso”.

Beccaria ribadisce più volte il principio della fondazione utilitaristica del diritto penale

e dell’egoismo razionale dei singoli che scambiano una condizione di incertezza con

una nuova condizione più sicura e tranquilla. Altro tema dell’utilitarismo di Beccaria, è

quello della felicità. Gli uomini, esseri sensibili, sono mossi dalla ricerca del piacere,

dalla felicità e dalla paura del dolore. Ed è da qui che deriva un modello nel quale il

costi-benefici

calcolo dei introdotto dalle pene, dalle sanzioni e dal controllo sociale,

scoraggiano ogni forma di criminalità e di devianza. Essenziale in questo momento, è il

principio della proporzionalità tra delitto e pena, e della “pena minima necessaria”.

Nella discussione delle modalità di applicazione delle pene, è ricorrente la discussione

delle quattro dimensioni della prontezza, della proporzionalità, dell’infallibilità e della

“dolcezza della pena”. Una pena per essere giusta e utile, deve essere pronta e celere.

Una pena è giusta se risparmia all’imputato inutili sofferenze e se non precede la

sentenza per il minimo tempo necessario. È utile, inoltre, allorché riesca a produrre

nell’animo umano, l’associazione del rapporto tra delitto e pena. Tale rapporto è tanto

maggiore e duraturo quanto più è ravvicinato il tempo della pena al misfatto. I principi

di riforma, di razionalizzazione e di utilità dell’intervento dello Stato, trovarono

un’analoga formulazione nel Panopticon di Jeremy Bentham, il quale diede forma al

principio dell’utilitarismo di riforma morale e di rendimento economico nelle prigioni,

ospedali, ecc. Da qui in poi, le teorie del sistema penale, non trattano più le funzioni di

repressione indiscriminata, ma in quelle di controllo razionale.

1.4 Scelta razionale e teoria situazionale della devianza

La prima teoria sociologica recente ha inteso analizzare comportamenti criminali quali

teoria della scelta

effetti di scelte deliberate, è la Rational Choice Perspective (

razionale ). La teoria della scelta razionale presuppone che gli individui adottino delle

strategie individuali libere nel compiere azioni criminali e valutino i benefici nel

trasgredire una legge. Nella formula Rational Choice Perspective, il primo termine

definisce il pensiero strategico, l’elaborazione delle informazioni, la valutazione delle

opportunità e delle alternative. Il secondo rileva la decisionalità del deviante. Il

Perspective

termine sottolinea, anziché il concetto di struttura di teoria finita quello di

Rational

ricerca, in modo tale da rimettere in discussione le posizioni tradizionali. Il

Offender l’homo oeconomicus,

richiama in quanto anch’egli i è libero e indipendente

da condizionamenti sociali esteriori. L’individuo caratterizzato da una mentalità

criminale è quello che calcola la possibilità di avere dei vantaggi con l’infrazione della

Reasoning Criminal

legge. La nozione di implica una natura essenzialmente ordinaria,

non patologica, di attività criminali. All'idea secondo cui esistono grandi differenze tra

il gruppo omogeneo dei criminali e il resto della società, è contrapposta l’ipotesi che

tra i due gruppi esistano alcune analogie e similarità. Sono individuati due presupposti

dal riproporsi della scelta razionale nella sociologia della devianza. Secondo Travis

Hirschi, tali presupposti sono rappresentati dal formarsi dei concetti di

disorganizzazione sociale e di controllo sociale. Il concetto di disorganizzazione sociale,

contribuì a togliere gli individui dalla loro posizione naturale o normale dentro la

società. La prospettiva della disorganizzazione sociale presuppose, inoltre, che i

bisogni degli individui potessero essere soddisfatti con mezzi illegali e che questi ultimi

sarebbero stati scelti ogni qualvolta si fosse valutato qualche beneficio superiore al

costo. Il secondo presupposto è costituito dalle teorie del controllo sociale formatesi

attorno agli anni 1960. Hirschi afferma che il processo di formazione della devianza è

da porre in relazione, prima che con la posizione del deviante nella società, con la

forza del “legame sociale”. Un adolescente ha tanto più probabilità di percorrere una

carriera deviante, quanto minore è il suo legame con i genitori, educatori, ecc. I

sostenitori della scelta razionale giungono a due conclusioni riguardanti le somiglianze

e le differenze fra le due teorie.

1) La teoria della scelta razionale e quella del controllo sociale condividono la

stessa immagine dell’uomo, quale animale razionale, un’immagine diversa da

quella del positivismo sociologico dell’uomo come animale sociale. Entrambe

rifiutano la trasformazione operata dai positivisti del criminale in un organismo

che reagisce irrazionalmente alle spinte dell’ambiente.

2) La differenziazione tra le due teorie si vede quando una tende a focalizzare i

crimini specifici, la decisione di rapinare o di uccidere, mentre l’altra tende ad

ignorare qualunque distinzione all’interno del crimine. La teoria della scelta

evento

razionale si concentra su ciò che Clarke e Cornish definiscono come ,

mentre la teoria del controllo sociale si concentra su ciò che definiscono come

coinvolgimento .

L’approccio della scelta razionale è basata sulla correlazione tra decisione di

commettere un crimine e particolare condizione favorevole. Una ricerca di Dermot

Walsh ha rilevato che nel caso di crimini quali il furto, solo una minoranza di ladri è

rappresentata da “specialisti”. La maggior parte è costituita da individui che agiscono

in base a scelte “situazionali” e ad opportunità che si presentano di volta in volta. La

teoria della scelta razionale considera per ogni crimine e criminale un insieme di

fattori background, quali esistenti alla radice del crimine. L’età, la costituzione fisica, il

sesso, l’appartenenza a bande, sono variabili situazionali, cioè correlate al crimine

piuttosto che alla criminalità. Le cause del crimine possono essere interpretate come

fattori che influenzano le decisioni di impegnarsi in atti criminali. Consideriamo il furto

nei sobborghi di classe media, con due schemi di Cornish e Clarke:

Il PRIMO SCHEMA, riguarda il modello di coinvolgimento iniziale. Ci sono due punti

focali di decisionalità. Il primo punto (punto 7) riguarda la presa di coscienza

dell’individuo di commettere il furto per soddisfare bisogni di denaro, beni e

divertimento. I punti precedenti indicano la molteplicità di fattori che portano

l’individuo a questo stadio. Possiamo individuare fattori di tipo psicologico

(intelligenza, temperamento), sociale (sesso, classe, educazione, ambiente

circostante) e ambientale (famiglia disunita o criminale, cresciuti in istituti). Questi

fattori sono considerati fondamentali nel determinare i valori e le attitudini che

predispongono l’individuo alla devia

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
41 pagine
13 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lujio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Criminologia e sociologia della devianza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof Garreffa Franca.