BIOLOGICO.
Statistica Morale:
Adolphe Quetelet è la figura più nota tra gli statistici morali. Nella sua opera ‘’fisica sociale’’ ci suggerisce
quanto parliamo di fisica e di determinanti ambientali che però clima, etc, hanno una loro valenza anche dal
punto di vista delle determinanti sociali tant’è che esso è uno statistico morale che si occupa della legge di
probabilità statistica, ed esso la chiama legge di possibilità a delinquere e la spiega come una tendenza a
delinquere ossia la probabilità statistica che in un dato luogo e tempo un certo numero di soggetti appartenenti
ad un determinato gruppo sociale, avrebbe commesso un reato di una data specie. Esso ragiona quindi alla
stessa maniera di uno statistico puro ed è interessato a calcolare sulla base di quali eventi, circostanze,
possibilità, che si verifichino delitti di una determinata specie, in determinate condizioni: climatiche, o al sesso
del reo.
Questo è il primo lavoro di criminologia di impronta positivista. Prima di fisica sociale, insieme a Guerry (altro
statistico morale), verso gli anni 20\30 iniziano ad occuparsi di statistiche sociali e scoprono delle variazioni dei
tassi di criminalità a seconda del clima delle stagioni: Quetelet forma quindi la legge termica delle delinquenza
che si basa sul clima delle stagioni ma con delle relazioni con l’età e con il sesso delle persone.
Principi su cui si basa la scuola positiva: Osservazione sistematica, Accumulazione di prove, il tutto all’interno di
una cornice produttiva.
Una grossa parte del positivismo sociologico deriva da Comnte: esso nello studio dei fenomeni sociali prese in
considerazione i principi citati prima, elaborando quindi formulazione di ipotesi che devono essere supportate
da verifiche. Inoltre questo metodo deve essere comparativo: lo studio della normalità, della delinquenza e
della a-normalità deve essere condotto comparando situazioni diverse: cioè comparare il gruppo di delinquenti
con il gruppo di non delinquenti.
Due concetti fondamentali della scuola positiva:
1. Gli essere umani vivono in un mondo basato su un rapporto causa-effetto dove regna un certo ordine che è
possibile individuare e scoprire attraverso l’osservazione sistematica: esempio: emergenza covid, a nostro
giudizio siamo capaci di dire che anni fa se il PDCM ci avesse ordinato di stare a casa noi l’avremmo fatto? Era
impossibile pensare una cosa del genere. Causa: covid; effetto: stare chiusi a casa.
Quetelet quindi afferma che i problemi sociali e la criminalità possono essere risolti attraverso lo studio
sistematico del comportamento umano che è fondamentale (da Marzo ad oggi ad esempio ci sono stati meno
furti in appartamento perché le case erano abitate e la gente non poteva uscire).
E’ anche per questo che possiamo prevedere e stimare quanta probabilità c’è che un determinato delitto si
verifichi il Lunedi piuttosto che il sabato, in estate piuttosto che in inverno. Quindi i reati sono influenzati da
fattori esterni che fanno pressione sull’individuo.
La premessa scientifica delle teorie a stampo positivista è che ogni evento è causato da uno precedente.
2. Il comportamento umano criminale dipende da vari tipi di anormalità che possono essere sia intrinseche
all’individuo criminale sia intrinseche nella società (perché nella società ci sono i presupposti per delinquere) e
le caratteristiche della anormalità vanno studiate attraverso il confronto con le caratteristiche della normalità
(l’uso di mezzi comparativi). E’ interessante studiare il perché le persone obbediscono piuttosto che studiare il
perché le persone sono dei criminali: è sull’ovvio che noi dobbiamo ragionare. Se capiamo il perché la
maggioranza delle persone sono conformiste sa rispettare le regole, noi saremo in grado quindi di capire chi
invece non lo fa. Una volta scoperte le anormalità, il compito della criminologia sarà quello di provare a porre
delle correzioni anche in termini preventivi. La statistica morale ha una sua grande utilità, perché se è vero che
non si può intervenire sulle determinanti biologiche e psichiche, dal punto di vista sociale lo posso fare perché
sono in grado di prevedere come si comporterà quell’individuo. L’uso di mezzi comparativi è un tassello
fondamentale per la scuola di stampo positivista.
quindi: l’uomo come soggetto NON dotato di libero arbitrio ha rappresentato uno dei cardini della scuola
positiva di diritto penale. Non si tratta più di pensare in termini razionali, l’individuo è condizionato da troppi
fattori, persino climatici, stagionali, etc.
La scuola classica e positiva hanno una diversa concezione della persona dove ovviamente corrisponde una
diversa concezione del delitto e di conseguenza una diversa concezione della pena.
3\11\2020
Prima della scuola positivista:
Alexandre La Cassagne -> ci fa interrogare sul come mai accadono determinati comportamenti criminali.
E’ un medico legale francese, capostipite della scuola che precede la scuola a stampo positivista: la scuola di
Lione (o scuola Francese). Questa scuola è la prima ad essere in contrasto con quella Classica.
La Cassagne è noto perché secondo esso l’ambiente sociale è il brodo di cultura della criminalità, ovvero: le
società hanno le criminalità che si meritano -> la responsabilità dei crimini è anche della società (degrado,
disoccupazione incidono sui fenomeni criminali). La sfera sociale, quindi, influisce sulla pressione criminale e
sulla psiche delle persone. Esso trova i germi della criminalità prima che nelle caratteristiche fisiche della
persona come criminale, nella società.
(Non nega però ciò che dice Lombroso a proposito delle caratteristiche delle persone, ma per La Cassagne non è
sufficiente essere figlio di un boss, quindi basarsi solo sulle caratteristiche delle persone.)
La Cassagne infatti associa i punti di vista biologici con quelli sociali: le preoccupazioni di Lombroso non
vengono messe in discussione, però c’è la determinante sociale che permette di definire questa scuola: di
biosociologia e di politica penale.
Per la scuola Francese la criminalità va studiata nei suoi fattori individuali e sociali.
Individuali: somatologici e psicologici, tutto quello che poi dirà Lombroso delle caratteristiche fisiche, psichiche
e anatomiche; La Cassagne però non dimentica però che il crimine va studiato unitariamente ai fattori
somatologici, psicologici e sociali.
La scuola Francese prepara il terreno per la disciplina della frenologia: disciplina che studia le connessioni tra
cranio, cervello e comportamento sociale. E’ stato grazie alla frenologia che Cesare Lombroso ha potuto
studiare i criminali, perché ha potuto dare una valenza scientifica ai suoi folli esperimenti ed è grazie alla
statistica sociale che nasce lo studio del delitto come fenomeno sociale.
L’istituzione della sociologia criminale e della statistica criminale possono essere considerate in connessione con
la sociologia generale con Capostipite Comnte.
Quetelet formula tre teorie:
1. Legge della costanza del crimine: il numero di crimini di un anno può essere previsto con sicurezza
conoscendo il numero dei crimini dell’anno precedente. Tutto questo è possibile perché il numero dei crimini ha
la stessa regolarità delle nascite, morti e matrimoni, quindi la regolarità del numero dei crimini dipende da
cause determinate ed esterne al libero arbitrio individuale, poiché, secondo Quetelet, esiste una correlazione
tra delitto e fattori esterni. Tra i fattori esterni c’è lo stato intellettuale dell’accusato, stato socio economico, età,
sesso, stagioni, clima.
Il comportamento criminale viene appreso così come si apprende qualsiasi altro comportamento.
2. Legge dell’età
3. Legge termica della delinquenza: Teoria sugli effetti del clima sulla produzione di norme e comportamenti:
stiamo parlando di una teoria che spiega quanto il clima influisce sui comportamenti delle persone, quindi la
scuola di stampo positivista nasce anche partorendo teorie che mettono in connessione crimine con fattori
climatici.
Queste tre leggi possiamo spiegarle anche in connessioni con due variabili:
1. Sesso: la criminalità, secondo esso, prevale maggiormente tra gli uomini rispetto alle donne. Ci sono delle
spiegazioni: se una donna vive maggiormente a casa, la sua volontà a delinquere potrebbe essere indirizzata
maggiormente verso marito e figli, ed è ciò che accadeva ai tempi di Quetelet, perché le donne stando
principalmente a casa non avevo l’occasione di conoscere e colpire determinati luoghi, mentre gli uomini che
lavoravano e conoscevano diversi luoghi erano più propensi a commettere crimini. Inoltre, in generale, l’uomo
ha più forza fisica rispetto ad una donna.
2. Stato socio-economico ed intellettuale dei soggetti che si sono dati ad attività criminali: quanto sei
socialmente attivo, istruito. La capacità intellettuale di un individuo ci suggerisce quanto una persona sia in
grado di organizzare anche la propria difesa (pagando un buon avvocato) quando deve dimostrare che non è
responsabile di un crimine o la sua minore responsabilità. Infatti una persona con più intelletto, con maggiori
possibilità, avrà maggiori probabilità di non ritenersi responsabile di un crimine rispetto a chi, ad esempio è
povero, che è maggiormente criminalizzato e non sarà neanche capace di interpretare il perché è stato
arrestato. Quindi, secondo Quetelet, la differenza tra criminali e non criminali non la possiamo basare tra
condannati e non condannati, perché tra i condannati potrebbero esserci persone che non sono state in grado,
a causa del loro stato socio-economico o intelllettuale, di difendersi. Con Quetelet quindi si può parlare di
riformismo moderato, perché nel momento in cui afferma che lo status socio-economico ed intellettuale
influisce sul crimine, l’istruzione è estremamente importante per capire la legge. Egli infatti afferma che il livello
intellettuale e professionale di una persona influisce su tre aspetti: sulla natura del delitto, sulla frequenza del
delitto e sulla possibilità di essere condannati, e appartenere a classi sociali inferiori comporta una maggiore
probabilità di essere condannati.
4\11\2020
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