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Scienza delle Finanze
Dipartimento di Giurisprudenza Università degli studi di Pavia a.a. 2014-2015 Dott.ssa S. Scabrosetti
Public economics = economia pubblica = scienze delle finanze = scienza che si occupa di giustificare e descrivere il ruolo dello Stato (operatore pubblico) in un sistema economico in cui è presente il mercato (controparte privata). Questo è importante in quanto il mercato privato non è sempre in grado di assicurare alla società il massimo livello di benessere o utilità; ci sono infatti delle situazioni in cui il mercato fallisce, e in tal caso allora può subentrare lo Stato, che opera in modo da portarci nella direzione voluta a fianco del mercato (azione sinergica). I fallimenti del mercato possono essere:
- di tipo micro-economico ➔ in questo caso possono avere due obiettivi che il mercato dovrebbe perseguire ma che si trova in difficoltà a raggiungere:
- obiettivo dell'efficienza: quando il mercato è inefficiente la funzione dello Stato è una funzione allocativa, ossia fare in modo che l'assegnazione delle risorse sia più vicina all'efficienza
- obiettivo dell'equità: le risorse devono essere distribuite in modo equo tra gli individui, e quando ciò non avviene la funzione dello Stato è una funzione redistributiva delle risorse per ridurre la disuguaglianza
- di tipo macro-economico ➔ in questo caso ci sono problemi di mancata utilizzazione delle risorse disponibili (il mercato dovrebbe impiegare tutte le sue risorse). Se il mercato fallisce in questo senso lo Stato interviene con una funzione di stabilizzazione.
Nel corso del tempo il giudizio dell'importanza dello Stato è mutato: ci sono stati infatti momenti in cui il ruolo statale è stato molto rimarcato oppure marginalizzato ➔ questo dipende dal contesto, perché se il mercato funziona bene il ruolo dello Stato è marginale. Il contesto attuale è di profonda crisi economica, in quanto il mercato ha mostrato limiti e ha creato disoccupazione (fallimento macro-economico) e ha fallito anche a livello micro-economico; per questo è maggiormente richiesto l'intervento dello Stato.
Economia del benessere
economia del benessere = impostazione teorica/analisi di tipo economico che segue un approccio di tipo normativo. L'analisi economica può essere condotta secondo due approcci:
- positivo (riguarda altre tipologie di analisi economiche, non l'economia del benessere) ➔ porsi come obiettivo di descrivere come funziona concretamente il sistema economico che si osserva nella realtà, se non c'è modo di farlo, queste analisi economiche costruiscono dei modelli di tipo teorico-matematico che cercano di catturare la varie dimensioni della realtà osservata per capire cosa succederebbe in un momento in cui in tale realtà economica venissero introdotte delle novità (nuove prospettive economiche, azioni di riforma...) ➔ si cerca di capire cosa succede quando si cambia qualcosa in teoria nell'attualità, chi ci guadagna e chi invece ci perde con le modifiche
- normativo ➔ impostazione che mi dice che cosa io dovrei osservare (non cosa osservo, non la realtà)
L'economia del benessere dice cosa dovremmo osservare affinché il benessere della società sia al massimo livello possibile, che cosa cioè è garanzia di benessere. Questo ci mette nella condizione di poter valutare/confrontare situazioni economiche alternative per capire quale è il migliore: nel caso in cui il confronto sia tra due paesi del mondo di uguale efficienza risulta vincente la situazione economica con maggiori equità o se stesso avviene nel caso di uguale equità per quanto riguarda l'efficienza. Esistono però anche casi di confronti più complessi (efficienza e minor equità o viceversa) come per esempio il cosiddetto trade off. Le indicazioni (criteri di valutazione) dell'economia del benessere sono l'efficienza nell'allocazione delle risorse tra i diversi usi possibili, e l'equità, ossia il modo in cui le risorse sono distribuite nella collettività.
Efficienza paretiana
= concetto elaborato da Vilfredo Pareto (1848-1923), secondo il quale l'allocazione può essere considerata efficiente quando, data questa assegnazione delle risorse tra i vari usi possibili, non potremmo, modificando tale allocazione, far migliorare il benessere (o utilità) di qualcuno senza contemporaneamente peggiorare quella di qualcun'altro. L'allocazione è dunque efficiente quando non ci sono margini di miglioramento paretiano, e si è quindi nella situazione di ottimo paretiano.
Se non si è nell'ottimo, per ottenere un miglioramento paretiano, bisogna intervenire sull'allocazione attuale, ossia migliorare la condizione per qualcuno (un soggetto economico = individuo o impresa) sta meglio e qualcun'altro non sta peggio ➔ si può fare questo, se si è nella condizione di ottimo paretiano; se si può fare, si è in miglioramento paretiano.
Critico paretiano ➔ intervenire per ottenere miglioramento paretiano possibile, puntando sull'ottenimento dell'ottimo paretiano. L'inefficienza quindi rappresenta per Pareto uno spreco, in quanto le risorse a disposizione non risultano utilizzate in maniera migliore.
Nel punto di equilibrio E, se la domanda D è uguale all'offerta O, allora il beneficio marginale è uguale al costo marginale e p' è il prezzo associato all'equilibrio E (equilibrio di mercato), cioè il prezzo tale per cui la domanda è uguale all'offerta e il beneficio mg e il costo mg corrispondono.
E : D=O ↔ beneficio mg = costo mg = p' (prezzo associato all'equilibrio di mercato)
Efficienza paretiana (perché la concorrenza perfetta prevede questo)
Possiamo concludere che:
se mkt in cp ↔ mkt in cui beneficio mg = costo mg ↔ efficienza economica.
Quando il beneficio marginale è diverso dal costo marginale (uno è maggiore o minore rispetto all'altro) si verifica una situazione di inefficienza.
- Quando il beneficio marginale è maggiore del costo marginale siamo alla sinistra del punto di equilibrio E. In questo caso dunque ci sono margini di miglioramento: infatti, la disponibilità marginale a pagare degli individui è maggiore del costo marginale, quindi per migliorare bisogna produrre di più in modo tale da sfruttare la maggiore disponibilità marginale a pagare; in altre parole, c'è qualcuno disposto a pagare di più di quanto costa produrre, quindi bisogna approfittare di ciò producendo di più
- Quando invece il beneficio marginale è minore del costo marginale, siamo a destra del punto di equilibrio ↔ non conviene spingersi oltre il punto E perché si entra in una situazione di inefficienza, ma se ci si trova lì bisogna diminuire la produzione.
〉 Quando cessa l'inefficienza? Quando beneficio e costo tornano ad essere uguali, il che è sinonimo di efficienza economica, ossia non c'è più possibilità di miglioramento.
Il secondo passo che possiamo fare nella dimostrazione è quello di passare ad un approccio di equilibrio generale (non più parziale): ciò significa che non consideriamo più un singolo mercato ma un sistema economico dove ci sono più mercati che interagiscono tra loro. Per non complicare troppo le cose però consideriamo un sistema economico elementare, ossia composto da 2 individui, 2 beni (2 imprese), 2 fattori produttivi (input) e quindi anche 2 output. In tal modo posso ottenere dei risultati in maniera semplice, risultati che poi sono estendibili a realtà più complesse.
trovarsi sulla frontiera (limite). La pendenza della frontiera è il saggio marginale di trasformazione (SMT).
Il saggio marginale di trasformazione (SMT) misura la quantità addizionale di un bene che è possibile produrre riducendo di un'unità la produzione dell'altro bene; l'SMT è il rapporto tra i costi marginali dei due beni prodotti.
Nel passaggio dal punto A al punto B la domanda che devo pormi è “A quante mele devo rinunciare per produrre un'arancia in più?” Se la frontiera è il rapporto tra i costi marginali dei due prodotti e se vale l'efficienza nella produzione, allora siamo su una curva in cui SMT1/SMT2.
Per equilibrio generale si intende l'equilibrio simultaneo nello scambio e nella produzione, quindi deve valere che SMS1=SMS2=SMT, dove il saggio marginale di trasformazione è la pendenza della frontiera dove so essere soddisfatto il requisito dell'efficienza nella produzione. A questo punto, sapendo che il SMS è la pendenza della curva d'indifferenza e il SMT è la pendenza della frontiera, si verifica un'uguaglianza quando c'è tangenza (ossia, si verifica nel punto di tangenza c'è efficienza contemporaneamente nella produzione e nello scambio).
In E: SMS1=SMS2=SMT → equilibrio generale
I punti A e B appartengono alla frontiera: né in A né in B posso raggiungere simultaneamente l'efficienza nella produzione e nello scambio (non c'è tangenza ma intersezione) → solo in E ho simultaneità di efficienza (in A e B SMS1 e SMS2 diversi da SMT).
La condizione di simultaneità si verifica solo se il mercato è in concorrenza perfetta. Dimostrazione:
SMT = costo mg Acosto mg B
So che in concorrenza perfetta, visto che imprese e consumatori sono price taker, il prezzo è uguale al costo marginale: p=costo mg, quindi varrà che:
pApM
= costo mg Acosto mg B
= SMT
Volevo dimostrare che la concorrenza perfetta garantisce che SMT = SMS1=SMS2 e l'ho dimostrato perché so già che SMS1 = pApM e che SMS2 = pApM
Interpretazione negativa del 1o teorema dell'economia del benessere
Interpretare negativamente significa considerare il caso in cui le condizioni previste dal teorema non si realizzano. Infatti, se:
- le imprese hanno potere di mercato
- esistono esternalità
- esistono asimmetrie informative
- esistono beni pubblici
allora il mercato “fallisce”, ossia non raggiunge l'efficienza paretiana. C'è dunque possibilità di miglioramento paretiano, che si può ottenere con un intervento dello Stato con funzione allocativa (per correggere le inefficienze).