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Estratto del documento

S

Esternalità negative di consumo (es. fumo): Quando le decisioni di consumo di un soggetto

• determinano un costo o una perdita di benessere per gli altri. 11

Se i consumatori generano inquinamento da

sigaretta, il valore sociale del consumo non

coinciderà con il valore privato: il danno agli

altri è una disutilità che deve essere

contabilizzata nei benefici marginali del bene

che genera esternalità negativa.

D = Beneficio privato;

• Beneficio sociale = Beneficio privato –

• Malessere generato dall'esternalità

negativa.

Considerando il solo benessere sociale, si

consumerebbe una minore quantità del bene

inquinante (da Q* a Q* ).

P S

Esternalità positive di consumo (es. giardino fiorito): Quando le decisioni di consumo di un

• soggetto determinano un beneficio per altri. I benefici sociali sono più alti del beneficio

privato perché comprendono l'esternalità

positiva.

Per il privato non conviene consumare il bene

in oggetto perché contribuisce a generare un

maggior beneficio per gli altri che non per se

stesso: la quantità consumata (Q* ) è dunque

P

inferiore a quella ottimale (Q* ).

S

I rimedi per le esternalità:

A) Intervento privato

Sanzioni sociali e norme morali;

• Iniziativa privata e imprese no profit;

• Integrazione verticale e orizzontale;

• Contrattazione tra i soggetti (tra chi produce un danno/beneficio e chi lo subisce):

• Teorema di Coase → Ipotesi fondamentali:

Libertà di scambio dei diritti e di contrattazione;

• Assegnazione chiara dei diritti;

• Costi di transazione nulli.

Se tali ipotesi sono tutte verificate, è sempre possibile raggiungere la soluzione migliore dal

punto di vista collettivo (soluzione first best).

Esempio:

Elettrauto: guadagna 40 e fa rumore; se non lavora guadagna 0 e non fa rumore;

• Medico: guadagna 120 se non c'è rumore; perde 60 se c'è rumore.

• Lavorano entrambi nello stesso immobile.

Calcolo del benessere collettivo nei due casi:

Elettrauto attivo: W = 40 + (120-60) = 100

• Elettrauto non attivo: W = 0 + 120 = 120 → Soluzione più efficiente per la

• collettività 12

Se valgono le 3 condizioni è possibile ottenere tale soluzione in due modi:

Se l'elettrauto non è il proprietario

• dell'immobile (= è responsabile), egli

chiude per non dover rimborsare il danno

causato al medico (60, che è superiore al

suo guadagno di 40).

Se invece l'elettrauto è il proprietario (=

• non è responsabile), è il medico che lo

paga per chiudere (di un ammontare I

compreso tra 40 e 60, altrimenti non gli

converrebbe continuare la sua attività).

Limiti del teorema di Coase:

Talvolta non è chiara l'assegnazione dei diritti di proprietà (come per i beni commons);

• I costi di transazione sono spesso rilevanti (ad esempio con un elevato numero di

• contraenti) oppure è difficile identificare la controparte.

B) Intervento pubblico

Imposte/sussidi pigouviani per le esternalità negative/positive (intervento diretto)

• - L'imposta pigouviana (esternalità negativa) In caso di esternalità negativa, il

costo privato è inferiore al costo

sociale: se tale costo privato non

riesce a incorporare il costo sociale,

allora si introduce un'imposta di

importo = CS – CP.

Si riporta in modo tale l'equilibrio

alla quantità ottimale (Q* ) e CS =

S

CP + imposta (le due curve

coincidono): si giunge così alla

situazione di ottimo sociale (Q* =

S

Q* ).

P

- Il sussidio pigouviano (esternalità positiva) In caso di esternalità positiva, il

costo privato è superiore al costo

sociale. Dunque, per ogni unità

prodotta, lo Stato fornisce un

sussidio pari a CP – CS.

Così, la quantità prodotta coincide

con quella ottimale (Q* ) e le due

S

curve si sovrappongono (se hanno

inclinazione diversa, sono incidenti

nel punto [Q* , P* ] = punto di

S S

ottimo sociale) e coincidono a CS =

CP – sussidio. 13

Creazione di mercati per le esternalità

• Lo Stato vende dei diritti a inquinare (CO , SO , ...) alle imprese tramite un'asta.

2 2

L'offerta è perfettamente rigida (perché la

quantità massima di inquinamento da

produrre è imposta dallo Stato), dunque

prima si determina la quantità da produrre e

poi il prezzo viene scelto in corrispondenza

della domanda di mercato.

Si passa da Q a P.

Nel tempo, lo Stato può ridurre la quantità

di inquinamento offerta e, se la domanda

non si modifica, il prezzo dei diritti salirà.

Lo Stato intende in questo modo incentivare

le imprese ad adottare tecnologie pulite (più

costose, ma meno rispetto all'aumento del

prezzo). Solo le imprese per cui è troppo

difficile produrre pulito continueranno ad

acquistare i diritti.

Confronto tra imposta pigouviana e mercato delle emissioni: Se la domanda è nota al

legislatore, è uguale imporre

un'imposta o creare un

mercato delle emissioni per

ottenere la quantità

desiderata. Se la domanda

non è nota, conviene creare

il mercato e vendere i diritti.

Da P determino Q Da Q determino P

Regolamentazione

• Lo Stato emana delle leggi che impongono certi standard ambientali, ma tale soluzione è

meno efficiente perché impone a tutte le imprese di ridurre i livelli di inquinamento in

misura uguale.

5 – I malfunzionamenti del mercato: Beni pubblici

Beni pubblici (puri) = Beni che presentano due caratteristiche:

Non rivalità nel consumo (più soggetti possono consumare la stessa unità del bene

• contemporaneamente);

Non escludibilità dal beneficio (è impossibile escludere dal consumo del bene

• coloro che non sono disposti a pagarlo). 14

Ad esempio, la Difesa nazionale, l'illuminazione pubblica, ma anche un bene di proprietà privata come un

faro.

Beni pubblici misti o impuri:

Beni privati: rivali ed escludibili (non è possibile per due soggetti consumare la stessa unità del

• bene ed è sempre molto facile escludere dal consumo chi non ha pagato il prezzo del bene);

Beni collettivi: escludibili, ma non rivali, almeno fino a un certo punto (per es. l'istruzione

• universitaria; c'è un limite fisico al numero di consumatori → Problema della congestione);

Risorse comuni: rivali, ma non escludibili, tranne grazie a miglioramenti della tecnologia (per es. le

• strade pubbliche).

Il bene pubblico puro può essere visto come un caso di “esternalità positiva nel consumo” che

porterà il mercato ad una soluzione diversa da quella di ottimo sociale (quantità insufficiente).

Poiché, in presenza di un bene non rivale, il consumo da parte di una persona aggiuntiva non

comporta alcun costo marginale, impedire il godimento del bene genera un'inefficienza; tuttavia, se non è

possibile imporre un prezzo per un bene non rivale (e, dunque, non escludibile), non vi sarà incentivo a

produrlo. L'inefficienza prende la forma di un'offerta insufficiente.

Quindi, un imprenditore privato che vuole massimizzare i suoi profitti non produrrà un bene

pubblico: non è possibile la fornitura privata di un bene pubblico, è un compito dello Stato.

Il livello efficiente di offerta dei beni pubblici dovrebbe corrispondere al punto di intersezione tra la

curva di domanda e la curva di offerta. Individuazione della curva di domanda aggregata:

Per i beni privati: D = somma orizzontale delle domande (somma delle quantità) dei singoli

• consumatori

Per i beni pubblici: D = somma verticale delle domande (somma delle disponibilità a pagare) dei

• singoli consumatori

L'offerta aggregata dipende dal costo sostenuto per produrre una certa quantità di bene pubblico o privato.

In realtà, le decisioni sulla quantità di beni pubblici sono prese dallo Stato attraverso un processo politico.

15

Il problema della imperfetta rivelazione delle preferenze: Free riding

Mentre gli individui possono esprimere facilmente le loro opinioni circa la desiderabilità di un bene

privato (basta decidere se comprarlo o meno), non è altrettanto facile esprimerle con riguardo a un bene

pubblico: gli individui tenderanno a far credere di essere interessati a un bene pubblico meno di quanto

non lo siano in realtà per evitare di dover contribuire al pagamento.

Il free riding è il comportamento opportunistico che nasce in seguito alle caratteristiche peculiari

dei beni pubblici: ogni agente economico egoista preferisce che sia qualcun altro a fornire il bene pubblico.

È un tipico caso nel quale il mercato non è un meccanismo allocativo ottimale delle risorse: i beni pubblici

sono dunque forniti dallo Stato, che ha il potere di imporre il prelievo fiscale.

Questo problema è ben spiegato da un tipico esempio della teoria dei giochi (branca dell'economia

che fornisce degli strumenti analitici per studiare situazioni di interazioni strategiche fra soggetti), il

dilemma del prigioniero:

Due prigionieri: Tizio e Caio;

• Sono colpevoli di un delitto;

• Vengono interrogati in stanze separate;

• Possibili conseguenze:

• Se confessi e il tuo complice non confessa,

• sarai condannato a 3 mesi;

Se entrambi confessate, sarete condannati a

• 3 anni;

Se non confessi e il tuo complice confessa,

• sarai condannato a 5 anni;

Se entrambi non confessate, sarete

• condannati a 1 anno.

Dal punto di vista di Caio: Se Tizio sceglie C, lui sceglierà C (3 anni è meglio di 5); Scelta ottima di Caio

Se Tizio sceglie NC, lui sceglierà C (3 mesi è meglio di 1 anno); = C

Dal punto di vista di Tizio: Se Caio sceglie C, lui sceglierà C (3 anni è meglio di 5); Scelta ottima di Tizio

Se Caio sceglie NC, lui sceglierà C (3 mesi è meglio di 1 anno). = C

L'equilibrio (detto equilibrio di Nash è quello in cui l'esito del gioco è tale che la scelta di ciascun

giocatore è la migliore possibile, date le scelte degli altri giocatori) è C,C ed è anche la cosiddetta scelta

dominante (ovvero, la miglior scelta possibile). Tale equilibrio è però inefficiente perché, se si fossero messi

d'accordo, entrambi starebbero meglio se non confessassero (1 anno invece di 3).

Dilemma del prigioniero applicato

Dettagli
A.A. 2013-2014
37 pagine
3 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Diletta.Macario di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza delle finanze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Ferraresi Piermarco.