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• Check list: se ben fatta fornisce un quadro molto chiaro delle abilità del disabile.
Evidenzia i punti di forza e le aree da potenziare con interventi educativi volti alla
riduzione del gap. Al pari della task analysis vanno individuate le micro-azioni alle quali
corrispondono delle singole competenze che compongono la check list; l’educatore
controllerà la correttezza di ognuna e annoterà quanto osservato, in quanto le
osservazioni saranno utili per individuare le migliori azioni al fine di raggiungere una
prestazione positiva. Occorre trovare una modalità di rinforzo affinché il soggetto diventi
autonomo nel svolgere la lavorazione; man mano che il soggetto acquisisce autonomia i
rinforzi potranno essere eliminati.
• Griglia di osservazione: è da ritenere come lo strumento osservativo più completo in
quanto in se contiene tutti gli altri strumenti. È utile per tener sotto controllo tutti i dati, gli
indicatori e le variabili più significative in relazione agli obiettivi da raggiungere.
la progettazione educativa consta di 5 fasi:
1. Finalità
2. Obiettivi
3. Contenuti
4. Metodologie
5. Verifica è parte integrante del progetto in quanto permette di
comprendere se sono stati raggiunti gli obiettivi e ci può indicare
possibili modificazioni (cambio di ob. O diverse metodologie
Per una reale fattibilità del progetto, è fondamentale che gli obiettivi siano pochi, chiari e
ben definiti a cui devono corrispondere altrettanti item di valutazione chiari, al fine di
creare una griglia di osservazione limitata per numero di item. Una griglia osservativa
relativa ad un progetto di inserimento lavorativo dovrà tener conto delle seguenti aree:
a) Dell’autonomia: qui l’educatore dovrà aver ben chiaro
i. Quali sono gli spazi decisionali concessi/richiesti al soggetto
ii. Aspettative dell’azienda
iii. Rischi in cui il soggetto può incorrere nello svolgimento della
lavorazione
b) Cognitiva: è importante sapere
i. cosa sa fare il soggetto
ii. le abilità che ha nello svolgere una lavorazione richiesta
iii. se e come è in grado di applicare conoscenze pregresse a
nuove situazioni
iv. quali sono le migliori strategie e modalità per attivare
l’apprendimento.
c) Relazionale: va analizzato il modo di stare del soggetto in azienda (come si
rapporta con le diverse figure) e la capacità di adeguarsi agli stili di
comportamento.
d) Della motivazione, produzione, attenzione, affaticabilità: è utile osservare:
i. L’orientamento al ruolo
ii. La capacità di tollerare frustrazioni/ razioni ai richiami/
fallimenti/ gli stati d’ansia
iii. Capacità di sostenere una certa performance
e) Rinforzi: vanno colte le modalità di richiamo e rinforzo più utili per il soggetto
e le sue reazioni e possibilità di cambiamento.
f) Lavorativa: vanno osservate tutte le competenze richieste nel mondo
aziendale al fine di capire se il soggetto sia sufficientemente pronto ad
affrontarle.
In quanto queste contengono gli obiettivi che il soggetto deve raggiungere per arrivare a
un successo lavorativo e rappresentano i dati più significativi per le aziende. Inoltre
l’educatore nella costruzione della grigli dovrà trovare gli item che forniscano info
coerenti e rilevanti per il raggiungimento degli obiettivi e dovrà usare un linguaggio
tecnico e funzionale; infine dovrà concordare con l’azienda gli obiettivi e i contenuti da
cui produrre gli item di osservazione.
• Intervista:
• Job description
Cap 4. La disabilità visiva nel contesto classe. Un percorso di inclusione scolastica di
un alunno non vedente
La minorazione visiva è una riduzione della funzione sensoriale che deriva da un danno all’apparato
visivo.
Le persone cieche o ipovedenti hanno caratteristiche molto differenti l’una dall’altra a seconda del
residuo visivo, quindi è necessario creare progetti educativi specifici per la persona. I bambini con
minoranza visive devono acquisire delle strategie di apprendimento differenziate che hanno la loro
forza nei cosiddetti sensi vicarianti.
Oggi abbiamo a disposizione numerose risorse come gli strumenti tiflo-didattici.
La legislazione scolastica italiana in tema di disabilità è tra le più avanzate.
Nella progettazione di un percorso inclusivo di un alunno non vedente l’insegnante deve acquisire
informazioni rispetto la funzionalità visiva e sulle conseguenze della sua assenza, e conoscere le
patologie e le diverse modalità di apprendimento. L’inclusione è un esperienza di crescita per la scuola
e altre agenzie educative in quanto si trovano a dover collaborare con famiglie, specialisti e aziende
sanitarie e, relazionandosi con realtà nuove e complesse, imparano a modificare le proprie pratiche, al
fine di costruire percorsi educativi e didattici sempre più attenti.
4.1. i soggetti coinvolti
Studio svolto nell’ A.S. 2011-2012 in una classe 5° di una scuola primaria di primo grado di Trieste. La
classe era di 21 bambini che presentava una variabilità individuale congruente alla realtà scolastica.
Gli alunni sono stati osservati in un contesto educativo naturale quotidiano. Il bambino con disabilità
visiva faceva parte del gruppo classe fin dal primo anno. L’età anagrafica media era di 10 anni il che
presuppone un buon livello di sviluppo della meta- emozione, ovvero comprensione della natura delle
emozioni e capacità di gestire le loro espressioni.
4.2. lo strumento: la check list
Si è scelto come oggetto d’indagine i comportamenti inclusivi da studiare con lo strumento osservativo
strutturato come la check list, in quanto è un metodo maneggevole e poco intrusivo. Lo studio venne
svolto in 6 giornate disposte su due settimane e l’osservazione si basava principalmente su alcuni
momenti della giornata come l’entrata e l’uscita, l’intervallo e lo svolgimento delle lezioni.
4.3. l’analisi dei dati
Nel momento dell’analisi dei dati rilevanti attraverso le griglie osservative sono state seguite le seguenti
fasi:
1. Compilazione di una scheda riassuntiva in cui, per ogni item, viene fatta la computa dei si e dei
no e vengono riportati in percentuale;
2. Analisi delle osservazioni riportate accanto agli item di ogni scheda per una più precisa
interpretazione dei dati;
3. Stesura di alcune osservazioni conclusive per stabilire la quantificazione ragionata dei
comportamenti inclusivi.
4.4. conclusioni
Il processo di inclusione di un alunno con disabilità in una classe di scuola primaria può avere degli
effetti positivi. La legislazione offre strumenti e mezzi validi nel favorire questo processo; gli insegnanti
devono avere una conoscenza approfondita di indicazioni metodologiche e didattiche. La vita di classe
è un’occasione per tutti (insegnanti, alunni e alunni disabili). L’osservazione strutturata si è focalizzata
sulla presenza di comportamenti inclusivi. I risultati dimostrano la presenza reale di buone pratiche
all’interno di una giornata scolastica, rilevando come insegnante di sostegno, insegnati curricolare e
alunni dimostrino attenzione e sensibilità verso l’alunno disabile.
Cap 5. Il Target Person Protocol nell’osservazione delle attività educative
5.1. la dinamicità dell’inclusione
La target person è uno strumento osservativo efficace per lo studio del legame tra le interazioni che
nascono durante le attività e il contesto nel quale sono immersi i soggetti. Nella professione educativa
tale metodo è molto adatto per l’analisi e la guida di un progetto, in quanto per progettare bisogno
comprendere i bisogni impliciti ed espliciti dei soggetti e descrivere un percorso volto a realizzare delle
finalità educative attraverso il raggiungimento di determinati obiettivi, i quali possono essere monitorati.
Inoltre permette di osservare e analizzare in modo approfondito la concatenazione di azioni che un
soggetto mette in atto insieme ad altri e mediante l’uso di diversi strumenti per raggiungere un
obiettivo. Consente infine agli educatori di riflettere sul proprio lavoro per costruire e migliorare la
propria professionalità.
5.2. l’attività della persona nel contesto
Barbara Rogoff (2004) pone l’accento soprattutto sull’importanza delle varie forme di interazione nella
partecipazione guidata, ovvero i soggetti coinvolti sono attivi nel loro sviluppo e le forme di
comunicazione implicite siano alla base delle loro attività nella vita quotidiana. Per la Rogoff la
partecipazione guidata unisce due concetti fondamentali:
• Partecipazione: apprendimento e sviluppo avvengono in quanto il soggetto partecipa alla vita di
gruppi sociali; lo sviluppo sociale sta quindi alla base dello sviluppo cognitivo;
• Guidata: il soggetto riceve dagli altri un orientamento, spesso implicito, (feedback).
Essa mette in relazione l’attività condivisa con la sfera comunicativa (che comprende parole ed azioni).
Prevede che i soggetti si aiutino nella risoluzione di problemi attraverso una gestione del materiale
dell’attività e la distribuzione delle responsabilità, attraverso l’uso della comunicazione interpersonale. Il
processo di comunicazione diventa uno strumento di partecipazione condivisa all’attività sia per la
persona sia per gli educatori, aumentando le conoscenze e le abilità da applicare nella soluzione dei
problemi.
5.2.1 un esempio di ricerca con lo studio- osservazione target person
La target person consente di osservare in modo sistematico un soggetto preservando il suo
ambiente naturale di vita; prevede la raccolta di campioni di comportamento e la loro seguente
codifica, che è una lente di ingrandimento in quanto l’attenzione dell’osservatore viene rivolta
solamente a unità comportamentali selettive. Nel caso della target person la codifica avviene a
livello molare (attività), caratterizzata da 4 elementi:
1. Attività: si segna ciò che la persona fa e con chi interagisce. Descrizione sintetica, ma
chiara di ciò che svolge il soggetto;
2. Clima sociale: esplica se l’azione sta avvenendo con un altro soggetto o in solitaria;
3. Linguaggio: trascrizione del dialogo in corso, indicando gli interlocutori e i contenuti;
4. Livello cognitivo: è utile fissare dei criteri e dei livelli di riferimento per ciascuna attività,
con azioni eseguite correttamente.
Per la registrazione ogni osservatore deve prima soffermarsi ad osservare soltanto, per alcuni
minuti, pe